Dark Souls Remastered: provata la riedizione del gioco From Software

Abbiamo messo le mani sulla versione rimasterizzata del primo Dark Souls. Siete pronti a rigettarvi nel mondo maledetto di Lordran?

Dark Souls Remastered
Anteprima: PlayStation 4 Pro
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Partiamo da un presupposto di base: non tutti i titoli meritano una rimasterizzazione. Alcuni sono troppo recenti, mentre altri, se ci fosse una classifica delle remaster più gettonate, probabilmente non rientrerebbero nemmeno nelle prime cento posizioni.
    Ma esistono opere che non possiamo proprio permetterci di abbandonare tra le pieghe del tempo: prodotti che hanno saputo lasciare un segno indelebile nel medium, stravolgendo i paradigmi del loro genere di riferimento e dettando nuovi standard per l'industria.
    Dark Souls è senza ombra di dubbio uno dei massimi esponenti moderni di questa categoria. Un'opera cult, quella di Hidetaka Miyazaki e FromSoftware, ardita e indimenticabile, capace di smembrare e ricomporre con incrollabile coerenza una struttura - quella degli action RPG - divenuta ormai troppo uguale a se stessa. Nel farlo, lo studio nipponico ci ha donato di un'avventura capace di catapultarci alle origini del gaming, quando l'alto livello di sfida e l'essenzialità delle meccaniche erano alcuni dei valori più caratterizzanti e apprezzabili dell'intrattenimento interattivo. Sebbene infatti in molti lo abbiano ritenuto un titolo troppo difficile e punitivo, la vera grandezza di Dark Souls è stata quella di averci fatto capire quanto fossimo oramai disabituati, come giocatori, ad approcciare un videogioco che necessitasse di una concentrazione e di una determinazione pressoché assolute. Ci ha insomma spinti a fare un passo indietro, a rivalutare quella sensazione di soddisfazione scaturita dal superamento di un ostacolo in apparenza insormontabile, a riguadagnarci il nostro ruolo attivo all'interno di un'esperienza atipica, che trova proprio nel game over, nel suo celebre "sei morto", una delle principali forze propulsive.
    È per tutto questo, e anche per nuclearizzare le sue invadenti problematiche tecniche, che Dark Souls meritava di essere recuperato, restaurato e traghettato su tutte le piattaforme di corrente generazione, così che potesse risplendere al meglio nelle mani sia degli appassionati di vecchia data sia dei neofiti, che ancora non hanno avuto l'occasione di tuffarsi in questa straordinaria avventura.
    Fortunatamente, perché questo accada non dovremo attendere molto a lungo: il 25 maggio Dark Souls Remastered giungerà su PlayStation 4, Xbox One, PC e Nintendo Switch. Noi ne abbiamo testato una build avanzata presso gli uffici milanesi di Bandai Namco. Eccovi le nostre impressioni.

    La bellezza di un mondo antico e oscuro

    Ritornare a Lordran è sempre un'emozione al contempo appagante e difficile da metabolizzare. La misteriosa genesi di una terra maledetta, l'avvento e la caduta di antichi signori e di ancestrali creature, e poi i miti, le leggende e le profezie: è difficile non rimanere abbagliati da un universo così tanto complesso e impenetrabile. Un mondo che fin dalle prime battute di questa nuova versione riesce a ritirare fuori tutte le sue indiscutibili qualità ludiche e narrative, che ora possono finalmente fare leva su un comparto tecnico migliorato, seppur l'origine dell'opera resti naturalmente quella della generazione passata.

    Dark Souls non è mai stato un esempio virtuoso di grafica e performance, anzi. Su PC faticava persino ad avviarsi, e i 30 frame per secondo (che in certi frangenti - come nell'infamissima Blighttown - calavano brutalmente) limitavano la godibilità dell'esperienza sia sul fronte dell'esplorazione sia su quello del combattimento. Con l'avvento dell'edizione Remastered, tuttavia, le cose cambieranno sensibilmente: su console si potrà finalmente godere di un framerate ancorato ai 60 fps, con risoluzione nativa di 1080p su PlayStation 4 e Xbox One, in grado di raggiungere i 4K tramite upscaling su Pro e X. Come se non bastasse, per i fan Nintendo ci sarà modo di espandere l'avventura oltre le mura di casa, grazie alla portabilità di Switch, al prezzo però di un framerate cristallizzato a 30 fps.
    La nostra prova di circa un'oretta ci ha permesso solamente di progredire dal Santuario del Legame Del Fuoco fino al Borgo dei Non Morti, al termine del quale abbiamo potuto riabbracciare - e mazzolare di santa ragione - il vecchio e caro Demone Toro. Sarebbe stato sicuramente interessante poter testare altre location, così da scovare eventualmente vecchie o nuove criticità, ma dobbiamo ammettere che anche questa primissima area di gioco ci ha dato l'opportunità di cogliere i diversi interventi di "restauro" apportati alla versione base, che probabilmente è la Prepare to Die Edition, pubblicata su PC, PlayStation 3 e Xbox 360 nel 2012.
    Superato l'editor del personaggio, rimasto pressoché invariato (anche se sembra leggermente perfezionata la resa dei capelli e della pelle), ci si accorge subito del lavoro che il team ha svolto sulle texture e sull'illuminazione, ora capaci di rendere più definito e immersivo l'intero quadro a schermo. Già il corridoio iniziale, appena usciti dalla cella dell'Undead Asylum, appare meno oscuro e desaturato rispetto all'edizione originale, aumentando conseguentemente la capacità avvolgente dell'atmosfera circostante. Anche le armature e l'equipaggiamento godono di un dettaglio evidentemente superiore, che ne mette in risalto le trame e le particolarità, oltre che la consistenza dei materiali di cui sono composte. Gli elmi e le spalline di metallo, ad esempio, mostrano usure e riflessi molto più nitidi e godibili, facendoci ben sperare anche per le vesti più particolari e bizzarre di cui entreremo in possesso nel proseguo dell'avventura.

    Non tutte le texture, tuttavia, hanno subito il medesimo trattamento rivitalizzante: a volte si nota uno stacco qualitativo tra alcune pareti o pavimentazioni presenti nella medesima inquadratura. Ciò può essere dovuto al fatto che già in principio le texture mostrassero un livello di pulizia complessivamente differente, che si è conservato anche dopo l'operazione di upscaling. Nemmeno i fondali delle prime ambientazioni (e probabilmente anche di tutte le altre) sembrano aver ricevuto upgrade di sorta, se non quelli "naturali" portati dall'aumento di risoluzione.
    Altri elementi, invece, sono stati rimaneggiati praticamente da zero: come il fuoco, ora più vivo e credibile in ogni sua rappresentazione, e l'aura bluastra che avvolge i loot presenti sui cadaveri. Dettagli da poco, è vero, ma che in determinate circostanze contribuiscono a migliorare la bellezza estetica di alcune location.

    La fluidità della morte

    Dove però Dark Souls Remastered tira fuori veramente gli artigli è in uno degli aspetti tecnici più importanti - e, purtroppo, sottovalutati - nel campo dei titoli action: il framerate.
    Il nuovo limite di 60 fps si avverte specialmente durante i combattimenti e in maniera ancora più tangibile nei temutissimi scontri contro i boss. Certo, vista l'essenzialità - e la relativa lentezza - del combat system, i benefici complessivi non potevano che essere limitati; eppure la ritrovata fluidità nello schivare, nel rotolare, nel parare e nel contrattaccare rende certamente più godibile l'avanzamento, garantendo al giocatore qualche piccolo vantaggio in più in termini di reattività e lettura delle situazioni.

    Vantaggi che si spera possano permettere ai giocatori di affrontare con più serenità tutte quelle sezioni che prima risultavano particolarmente rognose per via soprattutto della mancanza di fluidità (la sopracitata Blighttown, ma anche Anor Londo), e che finivano inesorabilmente per innalzare in maniera tutt'altro che elegante la difficoltà di gioco. Inoltre, speriamo che tutta questa sinuosità non crei effetti collaterali indesiderati, come già accaduto in passato. Nella versione originale, ad esempio, l'utilizzo su PC della mod DSFix (che aumentava appunto i frame massimi a 60) rendeva alcuni salti impossibili, mentre in Dark Souls II si generava un glitch nella durabilità delle armi (poi corretto via patch). Da quello che abbiamo testato, comunque, tutte queste spiacevoli situazioni sembrano scongiurate, ma potremo esserne certi al 100% solamente in seguito a una prova approfondita della build finale.

    Ci ha fatto invece storcere un po' il naso la presenza di un motion blur abbastanza pronunciato, che avrebbe sicuramente avuto maggior senso nell'accompagnare il basso framerate originale, ma che qui risulta superfluo, se non talvolta invasivo, specialmente nei movimenti rapidi della visuale.
    Sul fronte del gameplay, comunque, al di là di alcune interessanti modifiche al comparto multiplayer (tra cui server dedicati, sei giocatori massimi nella medesima istanza online, l'aggiunta dell'Arena 3vs3 e il sistema di password per il matchmaking ereditato dal terzo capitolo), Dark Souls non ha subito ulteriori ritocchi. Nemmeno dal punto di vista della fisica né di quello delle animazioni, che sono rimaste tali e quali alle originali.
    Relativamente alla versione Switch, invece, i traguardi tecnici sono molto più limitati: la risoluzione sarà di 1080p e 720p rispettivamente in modalità TV e handheld, mentre i frame massimi, come già detto, resteranno ancorati intorno ai 30. Non sappiamo invece se sia stata implementata nella modalità portatile una qualche forma di "pausa", così da arginare le eventuali problematiche che possono sorgere giocando in mobilità (come ad esempio la necessità di scendere da un mezzo pubblico durante un combattimento), ma onestamente dubitiamo che il team abbia voluto apportare una modifica così considerevole al game design del titolo.

    Dark Souls: Remastered Nel complesso, Dark Souls è rimasto in tutto e per tutto quello splendido titolo che abbiamo avuto il piacere di conoscere la prima volta nel 2011. Chi non l'ha ancora giocato avrà finalmente l'occasione di provarlo al massimo della sua forma, scoprendone tutti i segreti e tutta la coinvolgente lore che hanno saputo tenere incollati milioni di fan nel corso degli ultimi anni. Speriamo inoltre che questa nuova rimasterizzazione possa aprire la strada, al netto delle questioni burocratiche relative ai diritti sull'IP, all'arrivo di una versione aggiornata di Demon's Souls, ad oggi uno dei titoli più caratteristici del franchise partorito dalla mente di Hidetaka Miyazaki.

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