Destiny 2 I Rinnegati: alla scoperta della nuova espansione (Road to Review)

Abbiamo messo le mani su Destiny 2 Forsaken, in attesa della recensione vi proponiamo le prime impressioni sulla nuova espansione I Rinnegati.

Destiny 2 I Rinnegati: alla scoperta della nuova espansione (Road to Review)
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • I Rinnegati, l'espansione che inaugura il secondo anno di vita di Destiny 2, parte in quarta e va dritta al punto. E non potrebbe essere altrimenti, dopo tutto quello che la community ha dovuto sopportare. Il primo obiettivo di Forsaken è proprio quello di chiudere una parentesi, e di farlo nel modo più spettacolare e fragoroso possibile. Bungie ha insomma capito che c'era bisogno di mettere un punto e ripartire, su ogni singolo fronte: narrazione, peso e struttura delle attività, endgame, supporto continuo. E così, per dare prova della brusca virata che ha interessato ogni aspetto del gioco, comincia proprio dal racconto. Quello de I Rinnegati, almeno in prima battuta, è potente e drammatico, e soprattutto ha il merito di intrecciarsi in maniera molto decisa con la lore del mondo di gioco.
    La campagna, ormai lo saprete, comincia con una rivolta scoppiata all'interno della Prigione degli Anziani, architettata da Uldren Sov, l'infido principe degli Insonni. Sopravvissuto per miracolo al massacro della sua flotta durante l'assalto all'Astrocorazzata, Uldren cerca vendetta, e vuole reclutare fra le fila del suo nuovo branco alcuni dei più pericolosi ricercati del complesso detentivo sorvegliato da Variks. Lunga e ben strutturata, la prima missione è inframezzata da alcune cinematiche davvero perfette: che non solo riescono finalmente a dare un peso concreto alla narrazione, ma replicano in maniera estremamente efficace le gesta dei guardiani, la mitologia delle loro super, l'epicità degli scontri a fuoco solitamente vissuti in prima persona.
    Il racconto assume insomma un altro spessore, e parallelamente l'avanzamento nella campagna si fa più articolato ed efficace. Se la prima quest serve ad introdurre la nuova fazione degli Infami, Caduti mutati da una strana forma di Etere deteriorato, la seconda ha il compito di portarci al cospetto dei Baroni. Un mucchio selvaggio di otto invasati, un tempo al servizio del Casato dei Re e adesso alle dipendenze di Uldren. In entrambi i casi non si può che restare colpiti: da una parte ci sono le nuove unità degli Infami, rabbiose e feroci, caratterizzate da un comportamento autodistruttivo.
    Non sarà una razza con una storia complessa e articolata come quella delle altre cinque che popolano l'universo di Destiny, ma di certo si tratta di un'aggiunta importante, che sembra poter aumentare la varietà di situazioni all'interno del gioco. Dall'altra abbiamo invece otto nemesi fortemente caratterizzate, nel look come nelle routine comportamentali, che si manifestano al giocatore con le giuste tempistiche e senza fretta. Bastano le prime ore della campagna, insomma, per superare di diverse lunghezze tutto il lavoro di carattertizzazione fatto con Ghaul e Calus, avversari davvero troppo "evanescenti" per poter reggere la scena.

    Verso il 600

    Anche la struttura della campagna pare aver subito un restauro integrale. Dopo le prime missioni, infatti, il giocatore si trova di fronte ad una "battuta d'arresto", impossibilitato a dare la caccia a tutti i Baroni. Ognuno di essi si trova alla fine di una diversa Avventura, e spesso il livello di luce consigliato supera abbondantemente quello che è possibile raggiungere in poche ore.
    La progressione è insomma più bilanciata e meno frettolosa, e soprattutto studiata per valorizzare tutti i contenuti di Destiny 2. Le avventure non sono più attività opzionali, ma diventano parte integrante dell'avanzamento, e mentre ci si attarda alla ricerca del loot viene quasi naturale esplorare meticolosamente la nuova area di gioco, Riva Contorta, completando eventi pubblici e settori perduti.

    Nei brulli territori dell'Atollo troveremo anche un nuovo personaggio di grande importanza: il Ragno. Capo di una fazione di Caduti che ha cessato le ostilità con i Guardiani, vi spedirà alla ricerca di pericolosi fuggitivi in ogni parte del sistema solare, incentivando l'esplorazione dei vecchi pianeti oltre a quella della Riva Contorta. Nel frattempo, non mancherà di proporvi qualche altro compito di routine, simile alle taglie che un tempo si raccoglievano dal Quartiermastro.

    L'incedere più regolato e meglio scandito dipende anche dalla revisione del sistema di infusione, che adesso richiede un numero maggiore di materiali, così da "costringere" gli utenti a scegliere con più cura i pezzi da conservare e quelli da sostituire, almeno momentaneamente, con equipaggiamenti di minore rarità ma con maggior Potere. Anche in questo caso l'approccio di Bungie potrebbe essere efficace, soprattutto perché accompagnato da un salto di ben duecento punti di Potere: con il "soft cap" fissato proprio a metà strada, l'obiettivo è quello di tenere i giocatori incollati al titolo per più di qualche settimana, ma ovviamente l'efficacia di queste revisioni andrà valutata nei prossimi giorni, e soprattutto dopo l'arrivo del Raid. Proprio quest'ultimo giocherà un ruolo fondamentale nel giudizio finale dell'espansione, assieme all'area in cui sarà ambientato, ovvero la Città Sognante.

    Nel corso del nostro primo approccio all'espansione abbiamo potuto visitare anche questa zona inedita, nuova anche per la filosofia che la anima. Oltre ad essere veramente magnifica in quanto a stile, panorami e architetture, stando alle parole di Bungie la Città Sognante si evolverà di settimana in settimana, con il duplice obiettivo di seguire e spronare i giocatori. All'interno di quest'area non si trova soltanto un Pozzo che funziona come la vecchia Corte di Oryx, ma anche oggetti misteriosi e stanze monumentali, che poco a poco ci sveleranno il loro funzionamento e le sfide che nascondono.

    Ritorno alle origini

    La parola d'ordine che identifica il nuovo corso di Destiny 2, insomma, sembra essere una sola: continuità. Tutto sembra andare nella direzione di un prodotto che cresce poco a poco, evitando di consegnare al suo pubblico un nucleo di contenuti da "bruciare" in quattro e quattr'otto.
    La stessa filosofia sarà alla base del supporto post-lancio, adesso sintetizzato in un Pass Annuale che includerà tre espansioni, accompagnate per fortuna dalla pubblicazione di contenuti gratuiti e consegnati indistintamente a tutta la community. Di quello, tuttavia, è davvero troppo presto per parlare.

    Meglio concentrarsi invece sulle altre novità "iniettate" nel mondo di Destiny. Si è già detto della nuova razza degli Infami, e ovviamente della Riva Contorta. Su quest'ultima vale forse la pensa spendere qualche parola in più: l'impatto iniziale con questo terreno inospitale non è dei migliori, almeno dal punto di vista scenico. L'atmosfera violacea e monocorde, costantemente spazzata da venti astrali, è meno seducente rispetto ai panorami di Io o a quelli lisergici di Venere (per chi ricorda le destinazioni del primo Destiny). Eppure, esplorando con attenzione la zona si intuisce il grande lavoro di level design che Bungie ha messo in campo: l'area è labirintica, molto estesa ed eterogenea, piena di strane propaggini che ci conducono direttamente dai baroni fuggitivi. Nei sotterranei scavati dai Caduti trovano posto Settori Perduti realizzati magistralmente, mentre allontanandosi dall'area centrale ci si trova davanti la carcassa spaccata di un Astrosepolcro, precipitato tra gli asteroidi dell'Atollo durante l'assalto di Oryx.
    L'aspetto più bello delle fasi di esplorazione non è legato tanto alla presenza delle taglie di cui sopra o dei nuovi eventi pubblici (ciascuno con una variante eroica), bensì alla possibilità di esaminare oggetti e raccogliere collezionabili che vadano ad ampliare l'inedita sezione "Lore" del menù di gioco. Colta da un lampo di magnanima accettazione, Bungie ha infatti reintrodotto il Grimorio, integrandolo finalmente all'interno del gioco. La mole di testi approntata per l'occasione è, finalmente, imponente: i racconti in cui ci imbattiamo rivelano qualche dettaglio in più su quello che è successo nelle nuove zone, e spiegano il destino di personaggi entrati ormai nella leggenda.

    La rielaborazione di tutti i menù (ancora troppo lenti da caricare, a dirla tutta) passa anche attraverso l'introduzione dei Trionfi, imprese ed obiettivi che tengono traccia di ogni azione dei giocatori e, attraverso un contatore che assomiglia al vecchio punteggio Grimorio, sbloccano titoli da esibire nelle zone social. E poi c'è - finalmente - la Collezione, che permette ai completisti di tirare un sospiro di sollievo e liberare qualche slot nel deposito (comunque ampliato).

    La possibilità di ricevere direttamente nell'inventario qualsiasi Leggendaria o Esotica sia stata precedentemente guadagnata potrebbe definirsi quasi rivoluzionaria, anche se dovremo vedere come si interfaccerà con la nuova economia di gioco (che torna a concentrarsi anche sulle risorse planetarie) e se mai includerà gli oggetti con i perk casuali. Anche quest'ultimo ritorno allo standard del primo Destiny - unitamente al nuovo sistema di Mod - promette di tenere i giocatori impegnati per molto tempo, alla ricerca di quello che viene definito il "god roll" (ovvero il migliore set di perk per ogni arma disponibile).

    StrikeNel corso delle prime ore di gioco abbiamo potuto provare uno dei nuovi assalti aggiunti con l'arrivo de I Rinnegati. Ambientato all'interno delle prigioni, lo Strike è riuscito a stupirci per impatto scenico e complessità, vedendoci impegnati persino in una spericolata corsa a bordo dei Barracuda, mentre cercavamo di schivare i convogli automatizzati che collegano i bracci del complesso di detenzione. Ispirato anche lo scontro finale, meno lineare e immediato di tanti altri. Al netto di queste migliorie, bisogna ammettere che gli Strike devono ancora trovare un proprio spazio all'interno dei contenuti endgame di Destiny. Passi per il Cala la Notte settimanale, ma il team di sviluppo dovrà trovare un sistema per sfruttare in maniera più interessante gli Assalti Eroici.

    Avrete capito, a questo punto, che molti degli interventi di restauro "strutturali" de I Rinnegati vanno in una specifica direzione: Bungie sembra voler fare un "passo indietro" per riavvicinarsi alle conquiste del primo capitolo, che nell'arco di tre anni di vita, fra alti e bassi, era riuscito a costruire un'esperienza di gioco preziosa, assuefacente, duratura. All'alba di Forsaken il primo anno di Destiny 2 appare davvero come una (infausta) parentesi, e a rincarare la dose ci pensa anche il riassestamento di certe tipologie di armi. È bastato rimettere i cecchini, i fucili a pompa e a fusione negli slot energetici e cinetici, per delineare lo spettro di un gameplay più vivace, divertente e diversificato.
    Pure il Crogiolo sembra aver interrotto la stagnazione del meta, fermo sostanzialmente da un anno sui soliti loadout. Anche in questo caso ci sono dei piccoli aggiustamenti da fare, ed ovviamente è solo a partire dal lancio che inizierà il lavoro del team per raggiungere il bilanciamento perfetto, ma nei giorni di "interregno" che hanno preceduto il lancio di Forsaken e fatto seguito al Solstizio degli Eroi, anche il PvP è tornato a brillare come non lo faceva da tempo.

    C'è il "rischio", però, che a rubare la scena al Crogiolo sia la nuova modalità Azzardo. Ibridando meccaniche PvP e PvE, Gambit si è dimostrata infatti un'introduzione davvero azzeccata, molto stimolante per i team affiatati: una modalità serrata e tesa dall'inizio alla fine, diversivo perfetto da alternare alla routine di pattuglie, taglie e pietre miliari. Per qualche dettaglio più approfondito sul funzionamento di Azzardo e la possibilità di vedere qualche match, vi rimandiamo al nostro recentissimo hands-on di Destiny 2 Forsaken.

    Verso la Recensione

    Il "primo contatto" con I Rinnegati è stato estremamente positivo. Comprese e analizzate le problematiche di Destiny 2, il team di Seattle si è rimboccato le maniche per invertire la rotta e tornare a navigare in acque più sicure. Gli interventi di ristrutturazione, avviati in verità da qualche mese e portati avanti patch dopo patch, si concretizzano finalmente in un'esperienza di gioco più vicina alle esigenze dello "zoccolo duro", pensata per essere continuativa e duratura. Sappiamo benissimo che le intenzioni non bastano, e la tenuta di Forsaken andrà testata sulla lunga distanza, nel lungo percorso che ci porterà al nuovo level cap, attraverso Raid e attività endgame. Le premesse, tuttavia, sono molto incoraggianti. Fra le appassionanti partite di Azzardo e una gamma di situazioni più diversificata, la strada imboccata sembra quella giusta. Capiamo ovviamente chi, nei mesi precedenti, ha maturato qualche sospetto nei confronti del prodotto.

    La verità, senza mezzi termini, è che gli inciampi di Destiny 2 non sono pienamente giustificabili, dopo tre anni di "rodaggio" del primo capitolo. Di fronte a questa espansione, tuttavia, sarebbe forse ingiusto avere un atteggiamento di chiusura totale solo per partito preso. Se non volete avvicinarla fin da subito, guardatela almeno con curiosità, cercate di capire se il restauro di Destiny 2 possa fare al caso vostro, e magari raggiungete quando e se l'endgame si sarà dimostrato solido ed efficace.

    Se invece siete fra quei giocatori rimasti "orfani" della grande esperienza del primo capitolo, e non vedete l'ora di "tornare a casa", potreste anche abbandonare gli indugi e non esitare. Almeno per qualche tempo, fra una gita nella Città Sognante e un'ispezione delle Rive Contorte, si tornerà a sentire un'aria molto familiare.

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