Disciples Liberation: il ritorno di un classico della strategia

Abbiamo potuto provare per qualche ora la beta di Disciples Liberation, il nuovo capitolo dello storico franchise strategico.

Disciples Liberation: il ritorno di un classico della strategia
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Disciples è un nome che a molti, soprattutto ai più giovani, non suonerà familiare. In fondo l'IP manca dai nostri schermi da ormai qualche anno e si sa che, con il vorace consumo di contenuti videoludici di questi ultimi tempi, è sempre più faticoso per un brand farsi ricordare o, perlomeno, rimanere impresso a lungo nella memoria dei giocatori. Ciononostante, Disciples è un franchise importante, capace di trovare il proprio posto al sole nella peculiare nicchia evolutiva degli strategici turn-based con elementi RPG sin dalla sua prima apparizione avvenuta nel lontano 1999.

    Da allora, seguendo le alterne fortune di publisher e developer, la serie - grande rivale di Might & Magic - ha accolto altri due capitoli principali, oltre a una discreta quantità di espansioni che hanno ampliato la cosmogonia delle Sacred Lands. Ora Frima Studio - developer canadese che finalmente ha la sua grande occasione per brillare - ha raccolto il testimone ed è in procinto di regalare al mondo il quarto capitolo della saga. Noi l'abbiamo poi tuo provare per qualche ora dopo la presentazione degli sviluppatori. Ecco le nostre impressioni.

    Ritorno a Nevendaar

    Disciples: Liberation trascina nuovamente il giocatore nel cuore delle Sacred Lands, per la precisione nella terra di Nevendaar, un territorio conteso tra una costellazione di regni e razze in costante conflitto. Re, tiranni, mercenari e cultisti, nonché mostri di varia natura seminano morte e distruzione in maniera indiscriminata, giocando con i destini dei poveri mortali. Il setting dark fantasy, quello a cui la serie ci ha sempre abituati, insomma, rimane sostanzialmente intatto. Un mondo violento, oscuro, gravato da un male palese e pervasivo, dove non esiste salvezza, riscatto o il sogno di condurre una vita tranquilla.

    Nelle oltre ottanta ore di campagna promesse dal team di sviluppo avremo dunque modo di immergersi totalmente in queste atmosfere pregne di intrighi e violenza, approfondirne la conoscenza attraverso oltre 270 missioni e, magari, combatterle sino a salvare quella terra ormai rassegnata al peggio. Potremo farlo nei panni della protagonista, un'eroina chiamata Avyanna. Una mercenaria, in realtà, libera da vincoli e perciò perfetta per forgiare il proprio destino e quello di Nevendaar. Questa scelta, dal punto di vista narrativo, semplifica di molto le cose al team di sviluppo e permette di espandere determinate aree dell'esperienza ludica come mai prima d'ora. Non essendo affiliata a nessuna fazione, la mercenaria ci permette di forgiare la nostra avventura in piena libertà. Ciò, ovviamente, non significa che le nostre azioni rimarranno prive di conseguenze. L'intero percorso, persino il più piccolo e apparentemente insignificante scambio di battute con un contadino, sarà infatti costellato di scelte e decisioni da dover prendere. Queste potranno condurre a uno scontro oppure a una risoluzione pacifica; si potrà mentire, corrompere o irretire la controparte con melense promesse, fare il doppio gioco e scegliere ciò che conviene di più a noi e così via.

    Tutto questo servirà non solo a proseguire l'avventura ma anche a intessere relazioni con le diverse fazioni che si contendono Nevendaar e che i vecchi fan non stenteranno a riconoscere: Impero, L'Orda dei non morti, l'Alleanza degli Elfi e la Legione dei Dannati. Stando a quanto abbiamo potuto vedere, al momento non sono presenti i nani. Abbiamo comunque carpito qualche dettaglio dai dialoghi: sembrano siano scomparsi o, perlomeno, non si trovino più nelle viscere delle loro roccaforti di pietra.

    Ad ogni modo, da bravi mercenari sarà possibile tessere relazioni diplomatiche con le varie fazioni, aumentando (o deteriorando) così la nostra reputazione con ognuna di esse. Questo non permetterà solamente di avere accesso a nuove missioni, oppure di renderle più "semplici". Si potrà infatti contare su bonus dedicati, equipaggiamento e magie inedite, oltre alla possibilità (forse la più importante) di ingrossare le fila dei nostri leali servitori con truppe provenienti dalle diverse compagini.

    La nascita di un esercito

    Avyanna, nelle sue peregrinazioni potrà dunque reclutare un intero esercito che l'accompagnerà sul campo di battaglia. Si apre così una delle feature più interessanti del titolo: il management del personaggio, del proprio manipolo di campioni e non solo, come vedremo poco più avanti. Per quanto riguarda la nostra eroina possiamo non solo gestirne l'equipaggiamento, ma anche distribuire i punti abilità guadagnati salendo di livello su uno skill tree piuttosto corposo e scegliere anche gli incantesimi da usare in battaglia. I servitori, invece, hanno un solo paio di slot modificabili.

    I nostri sodali possono essere allenati e fatti salire di livello sbloccando così perk più efficaci, a seconda della fazione a cui appartengono. Non solo: dato che stiamo parlando di uno strategico turn based, una parte importante (forse preponderante, da quanto abbiamo potuto sperimentare) del successo di uno scontro si deve alla certosina fase di preparazione e al posizionamento delle truppe sugli esagoni del campo di battaglia. Ogni avversario è potenzialmente letale ed è dotato di caratteristiche uniche, da non sottovalutare. In questo senso ci è parso che il titolo necessiti di un aggiustamento sotto il profilo del bilanciamento. Ad ogni modo è possibile avere sempre sott'occhio nel menu di gestione la "formazione attiva", la sua composizione e il posizionamento, suddiviso tra seconda linea (tradizionalmente riservata al supporto, con caster, healer e ranger) e la prima linea, ovvero quella dedicata alle truppe che sanno destreggiarsi nel combattimento ravvicinato.

    Una volta avviato uno scontro, esattamente come avviene in ogni strategico a turni che si rispetti, si apre la consueta scacchiera isometrica su cui potremo muovere le nostre "pedine" per contrastare l'avversario: ogni soldato durante la propria iniziativa avrà a disposizione sino a tre mosse e potremo scegliere se attaccare, spostarci, lanciare un incantesimo o aspettare.

    Come avrete intuito, più dei dialoghi a scelta multipla, più delle battaglie all'ultimo sangue, il titolo vi porta a comprendere quanto un vero leader si riconosca nella corretta "amministrazione" del proprio esercito. Gli scontri, in effetti, pur essendo molto importanti nell'economia di gioco, sono quasi residuali rispetto a tutto il resto. Disciples: Liberation cela molto di più.

    Una città per radunarli...e alla vittoria guidarli

    Avyanna e il proprio esercito potranno contare, come campo base addirittura su una utopica città, Yllian, realmente libera e priva di violenza o del giogo ideologico delle fazioni in lotta fra loro. Questa città dovrà essere però prima ripopolata e ricostruita. Come dicevamo, essa rappresenta l'hub centrale dell'intera avventura. Un luogo sicuro in cui tornare per potenziarsi e gestire al meglio ciò che raccoglieremo nel corso delle nostre peregrinazioni nelle diverse regioni di Nevendaar. Ma andiamo con ordine.

    Una volta scelta una particolare regione dalla mappa (Disciples: Liberation non è un open world) si apre la fase d'esplorazione libera. Con la consueta visuale a volo d'uccello possiamo condurre la nostra eroina alla scoperta delle aree e delle mille opportunità che le punteggiano. Oltre a dialogare con gli NPC (e, magari, avviare uno scontro), a scoprire un forziere o una missione, è possibile trovare risorse da raccogliere e, addirittura, impossessarsi di edifici chiave - come miniere d'oro, falegnamerie e cave - che potranno generare periodicamente risorse per la costruzione (o il potenziamento) della nostra città.

    Quest'ultima avrà diversi slot liberi su cui potremo edificare un fabbro, che ci servirà a migliorare l'equipaggiamento, un mercato, un tempio e cosi via. Nel Castello di Yllian, poi, si concentra il cuore gestionale dell'avventura: qui è infatti possibile parlare con gli alleati, allenarli, ricercare nuovi incantesimi o riassegnare i punti abilità, se la crescita del personaggio non ci convince appieno. Con le risorse guadagnate è anche possibile aumentare il livello degli edifici sbloccando nuove funzioni e oggetti sempre più potenti.

    Disciples Liberation Frima Studio con Disciples: Liberation si appresta a riportare in auge una IP da tempo accantonata, per la gioia degli appassionati degli strategici turn based. Certo, manca ancora un po’ alla sua uscita, ma la nostra prova ci ha permesso di testare un prodotto con molto potenziale, profondo e, soprattutto, sfaccettato. I diversi elementi strategici, ruolistici e gestionali sembrano incastrarsi molto bene tra loro e danno origine a un interessante ibrido che potrebbe regalare grosse soddisfazioni.

    Abbiamo testato Disciples: Liberation con un Asus ROG Zephyrus M

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: Intel Core i7-10750H
    • RAM: 16 GB
    • GPU: NVIDIA GeForce GTX 1660Ti

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