Tra le novità più intriganti che abbiamo avuto modo di testare nella nostra ultima prova su strada con Dragon Ball FighterZ, merita sicuramente una menzione d'onore l'attesissima modalità storia. Si tratta di una vicenda completamente inedita, suddivisa in tre archi narrativi e sviluppata in collaborazione con lo stesso Akira Toriyama, che per l'occasione ha anche provveduto a modellare un personaggio nuovo di pacca: l'Androide 21, una rossa tanto avvenente quanto enigmatica...
Story Mode e Arcade
La storia si apre con i nostri beneamati guerrieri Z che, colpiti da una serie di strani svenimenti, si ritrovano a condividere il colpo con lo spirito di un'entità estranea, ovvero lo stesso giocatore. Da questa prospettiva insolitamente "interna", l'utente dovrà sbrogliare un mistero che coinvolge il ben noto Esercito del Fiocco Rosso, l'apparente artefice di una tecnologia che permette di manipolare e fondere gli spiriti di diversi combattenti. A spiegarcelo, nel nostro breve viaggio nella campagna del gioco, è stata la stessa C-21, poco prima dello scontro con un Cell inspiegabilmente redivivo. Proprio il ritorno di avversari da lungo tempo scomparsi, accompagnati da un gran numero di cloni malvagi dei nostri eroi, sarà uno degli elementi chiave di una campagna che sembra muoversi tra le maglie di un'articolata cospirazione, dietro la quale pare nascondersi proprio l'Androide 21. Pur avendo potuto provare solo una piccola sezione del quarto capitolo della modalità in questione, siamo riusciti a farci un'idea piuttosto chiara delle sue meccaniche di base. In linea con la natura del titolo, per avanzare nella storia il giocatore dovrà affrontare una serie di battaglie ambientate in diversi scenari in giro per il mondo, selezionabili secondo le logiche di un avanzamento apparentemente non lineare, seppur vincolato al completamento di alcuni eventi chiave.
Questi scontri, in genere, sono anticipati e seguiti da cutscene realizzate con lo splendido motore di gioco, perfettamente in grado di benedire i sensi degli appassionati con le stesse sensazioni offerte dall'anime originale. Se la fedeltà all'opera di Toriyama pare già decisamente convincente, per sbilanciarci in valutazioni qualitative sulla storia dovremo attendere la recensione.
Limitiamoci a dire che si tratta di un aspetto promettente, così come sembra promettente il sistema di progressione alla base della modalità in singolo, che ci permetterà, una battaglia dopo l'altra, di far crescere il livello dei nostri eroi e di dotarli di abilità speciali e bonus passivi.
Un'altra delle novità presenti all'evento Level Up di Bandai Namco era la modalità Arcade, che si apre offrendo ai giocatori tre percorsi costellati di battaglie di difficoltà crescente (contro 3, 5 o 7 avversari), il cui completamento permetterà ai combattenti di salire di grado e affrontare avversari sempre più ostici. Una volta completato uno dei percorsi, i giocatori ne sbloccheranno una versione a difficoltà maggiorata che, in caso di vittoria, li premierà con dosi sempre più massicce di punti Zeni. Questa valuta potrà poi essere spesa nel negozio in-game per l'acquisto di elementi perlopiù estetici, come ad esempio colori aggiuntivi per i personaggi del roster. Al momento non siamo in grado di offrirvi maggiori dettagli sulla modalità in questione, ma l'idea ci piace, e di brutto.
Anche perché l'Arcade Mode sembra capace di garantire ai giocatori in singolo sfide di una certa caratura, con le quali affinare le proprie doti combattive lontano dal comparto multigiocatore. Anche perché la modalità Storia non è certo l'ambiente ideale per migliorare le proprie prestazioni marziali, dato che gli scontri offerti ci sono sembrati fin troppo facili, forse per accordarsi alle necessità ludiche del grande pubblico. Un compromesso cui il team potrebbe sempre ovviare con l'inserimento di un livello di difficoltà selezionabile, assente nella versione in prova.
La sfida dei guerrieri invincibili
Bastano meno di cinque minuti per rendersi conto di quanto Dragon Ball FighterZ sia lontano anni luce da ogni precedente iterazione mazzuolatoria del manga di Akira Toriyama. Cinque minuti passati a gustare con meraviglia la sensazionale impronta stilistica che rende ogni membro del roster innegabilmente unico.
Uno degli aspetti più stupefacenti del lavoro svolto dai ragazzi di Arc System Works riguarda proprio la caratterizzazione combattiva dei guerrieri che popolano l'immaginario del mangaka giapponese. Ognuno dei personaggi riprodotti dal team nipponico porta con sé un bagaglio marziale ricco di una personalità che, paradossalmente, supera nettamente quella sfoggiata nelle altre incarnazioni mediali dell'opera di Toriyama. Non solo lo stile dei diversi membri del roster include tecniche e routine combattive sostanzialmente inedite, ma la visione creativa del team di sviluppo pare coerente al 100% con quella originale, di cui rappresenta per certi versi la coronazione. E scusate se è poco.
Se la coerenza stilistica risulta assolutamente indiscutibile, quella ludica può riservare alcune interessanti sorprese. Ad esempio, quasi in contrasto con la sua natura fumantina, il dio della distruzione Beerus si rivela essere uno "zoner" piuttosto particolare, in grado di riempire lo schermo di sfere energetiche che galleggiano nell'aria come mine, in attesa che l'avversario le inneschi.
Nei panni della divinità felina, il giocatore può anche decidere di colpire una delle sfere, che rimbalzerà in giro per l'arena mettendo a dura prova le difese dell'opponente. Hit, un altro degli ultimi combattenti annunciati, si comporta invece in maniera completamente diversa rispetto al resto dei suoi colleghi supercombattenti, a partire dal pattern dei comandi.
Il tasto generalmente assegnato agli attacchi energetici di base, permette ad Hit di scatenare un counter efficace, tempismo permettendo, sia contro gli attacchi fisici che contro quelli a distanza. Il personaggio non è inoltre in grado di utilizzare tecniche in linea bassa ed è dotato di combo la cui difficoltà d'esecuzione media, specialmente per quanto riguarda la giunzione tra una serie e la successiva, appare significativamente sopra la media.
Limiti che il personaggio compensa con la sorprendente capacità di colpire l'avversario da praticamente qualsiasi posizione, con attacchi fisici a distanza in grado di "spazzare" letteralmente lo schermo.
Quindi preparatevi, perché Hit è il classico personaggio difficilissimo che nelle mani di un tredicenne asiatico diventa un portentoso palo nello scarico. Un'impostazione completamente agli antipodi rispetto a quella del potentissimo Black Goku, l'unico personaggio che - allo stato attuale - rischia di rompere un po' gli equilibri di un roster altrimenti ben bilanciato. Non solo Black Goku è facilissimo da usare e fa vagonate di danno, ma ogni sua combo fisica include un teletrasporto "gratuito" che non consuma la barra del Ki.
Aggiungete a questa ricetta del "ti piace vincere facile?" mosse speciali in grado di intercettare l'avversario praticamente ovunque, e avrete per le mani un candidato perfetto per il primo nerf del gioco. Il candidato di riserva è Gohan in versione adolescente, la cui efficacia battagliera supera - seppur di poco - quella della sua controparte prepuberale.
Anche in questo caso, come per la gran parte dei saiyan, parliamo di un "all-rounder" piuttosto accessibile, almeno relativamente parlando.
Sì, perché sotto la sua meravigliosa superficie di muscoli in cel shading e ricordi di un'adolescenza passata ad aspettare i cartoni del primo pomeriggio, Dragon Ball FighterZ nasconde un cuore da picchiaduro tecnico e competitivo, già a misura di eSport. Eppure l'ultimo fighting game di Bandai Namco è anche il più accessibile tra quelli che costellano il ricco curriculum professionale di Arc System Works, che proprio con FighterZ pare aver trovato un nuovo equilibrio ludico. Le meccaniche più basilari della produzione (serie automatiche, comandi stringati per gli attacchi speciali, ecc.) permettono a chiunque di divertirsi senza dover sacrificare le dita sull'altare del perfezionamento combattivo, e al contempo il titolo garantisce ampi spazi di manovra anche a tutti quei giocatori alla ricerca di un'esperienza più complessa e impegnativa.
Si può tranquillamente dire che, proprio per queste sue caratteristiche, Dragon Ball FighterZ è probabilmente uno dei migliori titoli per avvicinarsi al panorama dei picchiaduro competitivi, anche tenendo conto dell' indiscutibile appeal della preziosa licenza nelle mani di Bandai Namco. Più in generale, considerando tutti gli elementi che compongono la produzione, Dragon Ball FighterZ rischia di confermarsi come la concretizzazione del sogno condiviso di tutti i giocatori appassionati di Dragon Ball, quello di avere per le mani una perfetta trasposizione giocabile della propria saga del cuore.
A poco più di un mese dal suo arrivo nei negozi, Dragon Ball FighterZ si conferma essere uno dei prodotti più promettenti tra quelli presenti nel catalogo delle uscite di Bandai Namco. Il raffinatissimo sistema di combattimento, sviluppato dai maestri di Arc System Works, riesce nell'impresa di conciliare una discreta accessibilità con una profondità tecnica che già si adatta alla perfezione al panorama competitivo. Ma sopra ogni cosa, Dragon Ball FighterZ è un titolo divertentissimo e caratterizzato da una ricchezza contenutistica decisamente convincente, i cui cardini sigle player sono rappresentati da una promettente modalità storia scritta in collaborazione con lo stesso Akira Toriyama, e da una modalità Arcade che pare in grado di offrire un ottimo livello di sfida. Sappiate che per noi l'attesa del nuovo anno si è da poco fatta ancor più spasmodica.