Dragon Ball Z Kakarot: provato il nuovo gioco di DBZ!

Anche i Super Saiyan giocano di ruolo, all'E3 abbiamo potuto mettere le mani sul nuovo videogioco di Dragon Ball.

Dragon Ball Z Kakarot
Anteprima: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Stadia
  • Xbox Series X
  • Tra i padiglioni dell'E3 2019 abbiamo avvertito d'improvviso un'aura potentissima che proveniva dallo stand di Bandai-Namco, dove era presente ovviamente Dragon Ball Z: Kakarot, l'attesissima trasposizione videoludica del capolavoro di Toriyama, che come ormai sappiamo conta un numero smodato di tie-in di ogni genere. Il più inflazionato è però quello dei picchiaduro, che ha raggiunto il suo apice con Dragon Ball FighterZ. Attratti dal Ki dell'opera, ci siamo teletrasportati ad una postazione di gioco per affrontare in prima persona la nuova sfida del team CyberConnect 2, gli stessi autori dell'eccellente serie Utimate Ninja Storm, una tetralogia di fighting game dedicata a Naruto. La licenza dell'anime è insomma in ottime mani e ci lascia ben sperare per la riuscita di un titolo che si discosta dal canone dei giochi di combattimento per abbracciare il reame degli action-GDR. Come ogni guerriero che si rispetti, dopo la nostra prova, Kakarot ha mostrato solo una piccolissima parte del suo reale livello di combattimento.

    La storia di un saiyan cresciuto sulla Terra

    Il sottotitolo della produzione è tanto essenziale quanto esplicativo: il solo nome Kakarot (da urlare rigorosamente con la stessa enfasi di Broly) ci fa intendere che il sostrato narrativo verterà principalmente intorno alla figura di Son Goku, che all'inizio della serie Z apprende l'origine della sua vera identità saiyan.

    A quanto pare, la storia seguirà fedelmente gli eventi dell'anime, senza intraprendere grosse variazioni o mettere in campo dimensioni parallele sulla scia di Xenoverse. Se da un lato riproporre per l'ennesima volta una vicenda che conosciamo tutti a menadito potrebbe essere controproducente, dall'altro sembra palese che l'obiettivo del team non sia quello di cercare l'originalità assoluta, bensì di realizzare il più grande omaggio videoludico mai concepito in onore del re dei battle shonen.
    Da quello che abbiamo avuto la possibilità di ammirare, la resa scenica delle cinematiche è sensazionale: nella demo ci è stato concesso di rivivere la porzione di storia nell'incipit di Z quando Gohan viene rapito da Raditz, e Goku e Piccolo si fiondano a salvarlo. Il frangente in cui il piccolo saiyan riversa sullo zio la sua furia è riprodotta in modo impeccabile, complice anche un cel shading usato in una maniera davvero virtuosa. In pratica, mentre nelle fasi interattive la componente visiva mantiene una sua dignità ma non esalta il senso della vista, nel corso delle scene d'intermezzo abbiamo assistito ad un cambiamento del tratto, che presentava dei lineamenti più tondeggianti e morbidi in linea con lo stile che Toriyama sfoggiava nei primi episodi dell'anime.

    La ricostruzione di stampo quasi filologico, in tal senso, ci ha indotti a sognare a briglie sciolte: e se il piglio visivo delle cutscenes mutasse di volta in volta, seguendo il cammino di crescita stilistica del maestro?

    Forse il nostro è un desiderio troppo complesso persino per Shenlong, ma l'impatto tecnico sarebbe certamente distintivo, ed aiuterebbe magari ad allentare la ridondanza di un narrativa oramai conosciuta anche nel regno di Re Enma. Non sappiamo quante probabilità ci siano che il nostro sogno possa diventare realtà, poiché non ci è stato detto se Kakarot comprenderà l'intero arco narrativo di Z fino a Bu o se si fermerà prima dello scontro col demone rosa.

    Piccoli mondi da esplorare

    Le certezze che abbiamo sul gioco riguardano soprattutto la sua struttura: CyberConnect 2 non ha dato forma ad un vero e proprio open world, bensì ad un mondo suddiviso in varie macro aree da esplorare o a bordo della nuvola Kinto, in volo oppure a piedi, compiendo differenti tipologie di attività secondarie come la caccia ai dinosauri, la pesca e commissioni di molteplice natura.

    Nella zona che abbiamo potuto esplorare ci siamo inoltre imbattuti in personaggi secondari provenienti addirittura dalla prima stagione, quella con protagonista Goku ancora ragazzino. Comprimari come Ottone o Nam non vengono mai incontrati direttamente da Kakaroth nel corso di Z: CyberConnect 2 si presa quindi qualche "licenza poetica" che abbiamo senza dubbio gradito, volta a dare all'avanzamento una dose maggiore di varietà. È ancora molto presto per esprimere un giudizio sulla qualità delle attività opzionali e sulla densità della mappa, poiché in appena venti minuti di demo c'è stato a malapena il tempo di completare l'incarico primario che, come già accennato, consisteva nel salvataggio del piccolo Gohan, in una porzione di gioco ambientata presumibilmente nelle prime battute dell'avventura.

    Volando in lungo ed in largo, inoltre, ci siamo anche fermati a scambiare quattro chiacchiere con gli abitanti di un villaggio, a pescare un pesce gigante con un minigioco alquanto elementare, e a raccogliere peculiari sfere fluttuanti che - in base alle rivelazioni del team - fungeranno da valuta di gioco, tramite le quali acquistare diversi oggetti. In assenza di un minimo accenno riguardo al meccanismo di progressione, abbiamo potuto concentrarci unicamente su quello che rappresenta a conti fatti il perno dell'esperienza, ossia il combat system.

    Battaglie da Saiyan

    Come ogni buon gioco di ruolo, anche Dragon Ball Z: Kakarot propone un party di eroi che ci seguirà durante le missioni: nella build di prova, considerata la collocazione temporale, al nostro fianco c'era soltanto Piccolo, ma già immaginiamo la quantità di guerrieri che potremmo raggiungere nelle saghe corali come quella di Cell e Bu, in cui magari saremo chiamati a selezionare quali combattenti vorremo portare con noi da un vasto manipolo di eroi.

    La loro presenza si dimostrerà utile anche in battaglia, perché potremo richiedere in qualsiasi momento l'intervento del partner nel bel mezzo dello scontro. E a proposito di duelli, le scazzottate spettacolari a marchio Dragon Ball Z sono state ricreate con soluzioni ludiche perfettamente funzionali, semplici nella messa in scena ma intuitive, dinamiche, fluide e pirotecniche come da tradizione.

    Seguendo una dinamica molto simile a quella di un picchiaduro come Budokai Tenkaichi, Kakarot ci permette di alternare i classici colpi corpo a corpo con le bordate di Ki e gli attacchi speciali come l'immancabile Kamehameha, da azionare con la pressione combinata del tasto dorsale e degli input frontali. Dash, parate, teletrasporti e ricariche di energia saranno sempre presenti, dando forma ad un sistema facilissimo da approcciare ma anche altamente coreografico.

    Se si fa eccezione infatti per una telecamera ancora un po' imperfetta e per qualche rallentamento, tutto sommato il risultato ci ha convinti a sufficienza. Benché le incognite siano ancora innumerevoli, Dragon Ball Z si è presentato in forma giocabile in modo decisamente dignitoso, di certo non intenzionato a dettare nuovi standard per quanto concerne il genere d'appartenenza né ambire ad essere il più grande prodotto su licenza mai concepito, eppure dà l'impressione di essere una festa di fan service divertente quanto basta da farci chiudere un occhio sulle possibili mancanze.

    La firma di CyberConnect 2 ci carica poi di moderato ottimismo: in fondo, la storia di Son Goku, altrimenti noto come Kakarot, un saiyan cresciuto sulla Terra, è una di quelle che vale la pena continuare a rivivere ogni volta che ne abbiamo l'occasione, che sia sulle pagine di un manga, sugli schermi televisivi, in un picchiaduro o in un gioco di ruolo.

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