Dragon Quest Builders - Provato

Invitati negli studi di Koch Media, abbiamo passato due ore in compagnia di Dragon Quest Builders: ecco le nostre impressioni sul gioco.

Dragon Quest Builders
Anteprima: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS3
  • PSVita
  • PS4
  • Switch
  • Ottobre sarà un mese particolarmente intenso per Square-Enix: rimandata infatti di ben due mesi la pubblicazione di Final Fantasy XV (ora prevista per il 29 novembre), la software house nipponica si troverà impegnata nel lancio di due titoli certamente meno mastodontici, ma comunque altrettanto fondamentali per potersi ritagliare un degno spazio in un mercato che tra ottobre e novembre si prospetta davvero caldissimo. Se da una parte, infatti, avremo finalmente modo di mettere le mani su World of Final Fantasy, dall'altra Dragon Quest Builders si presenterà sugli scaffali occidentali senza nasconde la chiara fonte di ispirazione: quel Minecraft di Mojang che nell'ultimo decennio ha saputo guadagnare milioni di proseliti in tutto il mondo. Dragon Quest Builders è, a tutti gli effetti, l'incontro tra Minecraft ed fantastico mondo ideato da Y?ji Horii, con ovviamente l'aggiunta di alcune caratteristiche che hanno permesso al titolo di rivendicare una precisa identità. Invitati negli studi di Koch Media, abbiamo speso ben due ore in compagnia del nuovo sandbox diretto da Kazuya Niinou (creatore di Etrian Odyssey), misurandoci con più calma con la demo che avevamo già potuto saggiare nei precedenti appuntamenti con il titolo.

    L'eroe della ricostruzione

    Dragon Quest Builders si ambienterà ad Alefgard, setting che certamente non passerà inosservato agli amanti della saga di Dragon Quest, dato che si tratta dello stesso meraviglioso mondo che ha ospitato il capitolo originale. Ci risveglieremo in una grotta, nei panni di un personaggio (maschio o femmina, a seconda della preferenza del giocatore) che non ha alcuna memoria del suo passato o del perchè si sia risvegliato in quel luogo misterioso. Solo la delicata voce di uno spirito gli permetterà di apprendere le vicissitudini che l'hanno condotto lì. Il regno è stato infatti corrotto e indebolito dal potere del crudele Dragonlord, che non solo ha permesso a frotte di mostri di riversarsi per tutti i territori, ma ha anche privato ogni abitante della sua capacità di costruire. Ecco perchè Alefgard, adesso, non è nient'altro che un ammasso di rovine appartenenti ad un passato lontanissimo, mentre la sua popolazione vive impotente lo scorrere delle stagioni. Bastano pochi istanti, sotto l'accorta guida dello spirito, per accorgerci che in mezzo a quel caos siamo sorprendentemente gli unici a saper ancora costruire qualcosa, come se la maledizione del Dragonlord non avesse avuto alcun effetto sulle nostre capacità. Inutile dirlo, ma tutte le speranze del regno verranno immediatamente riversate su di noi: al contrario del classico eroe-guerriero impegnato a perseguire l'annientamento del nemico, dovremo armarci di tanta buona volontà e pazienza per ricostruire Alefgard dalle sue fondamenta.Il tutto avrà inizio dalla città in rovina di Cantlin, prima location da dove, dopo aver rivendicato il terreno con il cosiddetto Stendardo della Speranza, comincerà la nostra opera di ricostruzione.
    Di fatto quello che abbiamo giocato non era altro che un lungo tutorial, pensato per spiegare il sistema di costruzione, invogliarci all'esplorazione ed introdurre il rudimentale combattimento. Non pensiate infatti di trovarvi di fronte ad un combat system simile a quello degli episodi regolari: qui la telecamera non si schioda mai dalla terza persona, inquadrando il nostro piccolo alter ego mentre sferra fendenti con l'arma equipaggiata, per attaccare i nemici ma anche per raccogliere i vari materiali. Ogni blocco distrutto, sia esso una zolla di terra o un cubo di legno, appare sulla mappa in versione mini, pronto per essere raccolto e riposizionato altrove. Anche se la visuale in terza persona è meno precisa rispetto a quella in prima adottata dal gioco Mojang, gli sviluppatori di Dragon Quest Builders hanno inserito un segnalino luminoso che ci permetterà di sapere sempre con precisione dove stiamo per posizionare blocchi e oggetti. Con l'aiuto dei pulsanti dorsali del pad è possibile collocare i blocchi sotto o sopra il livello di riferimento, che è poi dove poggiano i piedi del personaggio principale. Portando le risorse ad un apposito banco da lavoro, invece, potremo sfruttare le ricette scoperte di volta in volta per costruire nuove oggetti, armi ed armature.

    Ricostruite le prime case, servendoci addirittura di alcune planimetrie che possiamo "stendere" a terra per avere uno schema da seguire nella costruzione degli edifici, dovremo occuparci di costruire nuove stanze specializzate (il cui scopo varia a seconda degli oggetti inseriti al loro interno) e le prime decorazioni. Soprattutto queste ultime saranno fondamentali per ottenere esperienza ed aumentare il livello della base (appositamente segnalato da un indicatore in alto allo schermo), potendo così attirare nuovi abitanti e procedere nell'avanzamento della storyline. I nuovi concittadini, che fino a pochi istanti prima mostravano ancora i segni della maledizione del Dragonlord, una volta giunti a Cantlin svolgeranno parte attiva nella sua ricostruzione, lavorando in autonomia nelle stanze specializzate presenti nel villaggio (come la cucina o la stanza ove è presente il banco da lavoro) e depositando di volta in volta oggetti e materiali che potremo recuperare ed utilizzare a nostro piacimento. Non ci è ancora chiaro, sebbene una missione iniziale ci abbia fatto ben sperare in tal senso, se proseguendo nell'avanzamento potremo addirittura invitare in party i singoli abitanti, così da portarceli in missione lontano dal villaggio e servirci del loro supporto attivo in combattimento, ma sarebbe certamente un opzione gradita, soprattutto in termini di profondità del sistema ruolistico.

    Verso la fine della nostra prova, inoltre, ci siamo dovuti impegnare in una sorta di battaglia difensiva per difendere Cantlin dall'assalto di alcuni scheletri intenzionati a distruggere lo Stendardo al centro della città. Considerata la facilità disarmante di questo primo scontro, purtroppo, non siamo riusciti a scoprire se e quali conseguenze saranno previste in caso di sconfitta, né se effettivamente queste battaglie si ripresenteranno nel corso dell'avventura in maniera casuale (un po' come l'assalto dei banditi agli avamposti di Fallout 4) o se saranno contestualizzate alla missione in corso. Nella loro semplicità, le meccaniche di gioco ci hanno discretamente convinto: Builders è un action-RPG molto leggero (nel look, nella narrazione, nel ritmo), e tuttavia diverso da tanti altri colleghi proprio per questo suo interesse per il crafting e per le costruzioni. Resta da valutare ovviamente la tenuta di questa formula sulla lunga distanza, e la mole di contenuti che Dragon Quest Builders vorrà offrirci. Si conti però che il mondo di gioco è suddiviso in diverse isole, di aspetto totalmente diverso, in modo da garantire una buona varietà. Sarà altrettanto fondamentale, poi, scoprire se il titolo, una volta esaurita la linearità delle prime quest-tutorial, si aprirà leggermente di più ad un'esperienza open world (comunque già prevista in una modalità "sandbox" dedicata), lasciando quindi al giocatore più libertà dal punto di vista esplorativo e di sviluppo, o se proseguirà ben ancorato ad un'ottima struttura di quest principali e secondarie, che lo porteranno piano piano alla scoperta del mondo di gioco e delle vicende legate alla trama principale, senza permettergli più di tanto di uscire dal seminato. Dal punto di vista tecnico, invece, Il design di Akira Toriyama non invecchia mai, e sembra sposarsi benissimo anche con un mondo scolpito a cubi come quello di Dragon Quest Builders, mentre per le musiche, il titolo pesca a piene mani dalla ricca storia di Dragon Quest, e il risultato non può che essere ancora una volta incantevole.

    Dragon Quest Builders Non si può proprio nascondere: Dragon Quest Builders è un progetto tanto ambizioso quanto delicato, soprattutto in vista del suo prossimo approdo in Occidente, dove la presenza di Minecraft è ancora viva e prospera. Il nome che si porta dietro, tuttavia, è sinonimo di garanzia: Dragon Quest Builders ci cattura infatti grazie ad un immaginario dal fascino comprovato, mentre “guida” le nostre partite con un sistema di quest che, almeno inizialmente, dosa sapientemente combattimento, costruzione, esplorazione. Siamo ovviamente curiosi di scoprire se e come il gioco varierà procedendo nell'avanzamento, e quanto la narrazione sarà effettivamente efficace nell'accompagnare un titolo che, nelle sue fondamenta, è certamente più vicino alle dinamiche di un sandbox piuttosto che di un action-RPG; per ora, lo stile e la progressione ben scandita sembrano dare a Builders un carattere tutto suo. Anche se non avete mai sopportato i blocchi di Minecraft, insomma, a questo spin-off di Dragon Quest potreste dare un'occhiata.

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