Dry Drowning: un thriller italiano ispirato a Blade Runner e Heavy Rain

Dal team tricolore Studio V nasce Dry Drowning, una visual novel investigativa ispirata a L.A. Noir, Heavy Rain e all'estetica di Blade Runner.

Dry Drowning: un thriller italiano ispirato a Blade Runner e Heavy Rain
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Chiusi dentro una camera oscura, immobilizzati e intontiti, siamo costretti a guardare in faccia il nostro aguzzino. Il cuore batte a mille, il respiro è affannoso: forse l'uomo ci ha drogato, perché colui che vediamo innanzi a noi non pare affatto appartenere a questo mondo. La sua corporatura è simile alla nostra, eppure ha un volto strano, che diremmo esser coperto da una maschera se quei lineamenti non fossero così tremendamente realistici. È un viso marcescente, che in un battito di ciglia diventa foracchiato e infine, quando ancora ci viene da sbattere le palpebre, assume i connotati del muso di un lupo feroce. Poi, d'un tratto, il buio.

    L'inizio di Dry Drowning è uno di quelli che mettono subito le cose in chiaro. Certo, il gioco è una visual novel che all'horror puro preferisce l'atteggiamento e le atmosfere da crime story, i futuri distopici e i drammi personali; ma è anche un racconto in cui la paura e la tensione psicologica si celano costantemente ad ogni angolo di sceneggiatura. È l'opera prima di Studio V, promessa italiana dello sviluppo indie già apprezzata all'European Game Showcase 2019, ora pronta a farsi conoscere anche dal pubblico giocante. Provato attraverso una build preliminare piuttosto ricca di contenuti, il titolo dimostra un'ottima solidità ludico-narrativa, efficace calamita per tutti gli amanti di un genere classico ma dal fascino innato (e un po' dannato).

    Benvenuti a Nova Polemos

    Non è affatto un bell'avvenire, quello messo in scena da Dry Drowning. Per lo meno non ci sentiremmo granché al sicuro se ci toccasse vivere nel 2066 di Nova Polemos, metropoli che tanto ricorda la Los Angeles cyberpunk di Blade Runner, conglomerato di quartieri grigi e luci al neon dove l'ipertecnologia regna sovrana. È qui, in questa grande città sull'orlo del collasso, che abita il tenebroso Mordred Foley, un investigatore vecchio stampo, scrupoloso e naturalmente tabagista. Per di più, un pregiudicato: reo di aver alterato la verità con lo scopo di mandare sulla sedia elettrica due presunti serial killer, eppure assolto per assenza di prove a suo danno, l'uomo fa i conti ormai da anni con i continui attacchi dei media e, di conseguenza, con un'integrità professionale fatta a pezzi.
    A un passo dal ritrovarsi al verde, gli si presenta all'improvviso l'opportunità di salvare se stesso e l'assistente Hera, a sua volta disoccupata e afflitta dai sensi di colpa da fin troppo tempo.

    Foley viene infatti chiamato a difendere un noto politico estremista dall'accusa di omicidio di una ragazza, incarico che il detective finisce per accettare, nonostante fra i due vi sia un netto conflitto ideologico.
    Le cose si complicano ulteriormente quando, addentrandosi nell'indagine, il protagonista riconosce nella morte della donna il modus operandi di Pandora, sadico assassino con cui Mordred aveva già avuto a che fare tempo addietro.

    Nello specifico, si tratta di un pazzoide che ha il vizio d'imbastire le uccisioni seguendo i racconti più celebri della mitologia greca. Non a caso la nuova vittima pende da un albero con gli occhi asportati dalle orbite, nonché con una freccia conficcata in pieno petto: nient'altro che un'interpretazione macabra del mito di Apollo e Dafne.

    Un'intricata rete di misteri

    È comunque solo il primo dei misteri che andranno a comporre per gradi la vicenda di Dry Drowning, un noir story-driven dalle venature fantascientifiche che nelle prime ore del suo svolgersi ci ha mostrato un bel carattere, tra artwork di splendida fattura lievemente animati, fiumi di dialoghi ben scritti e una struttura a bivi narrativi per niente superficiale.

    Soffermandoci su quest'ultimo aspetto, non sono pochi i frangenti in cui è necessario compiere delle scelte morali che, pur non essendo mai giuste o sbagliate in senso assoluto, possono incidere profondamente sull'andamento della storia, dando sterzate importanti agli eventi e al destino di alcuni personaggi. È un espediente ben noto a chi ha un debole per la ludografia di David Cage - ma anche per le avventure della compianta Telltale - e che qui si conferma adattissimo al piglio thriller della progressione, forte di ben centocinquanta possibili ramificazioni e di tre finali alternativi.

    Per fare un discorso più puntuale sulle qualità narrative di Dry Drowning bisognerà comunque aspettare la sua versione definitiva, laddove oggi è più facile delinearne un profilo completo in merito al sistema di gioco. Un gameplay che ha anch'esso i suoi modelli di riferimento: oltre a quelli già menzionati ci verrebbe da citare L.A. Noire, ma anche l'impianto alla base degli episodi della serie Ace Attorney, seppur spogliato di qualunque velleità comica.

    L'esperienza consta quindi di due meccaniche che si ripropongono di continuo. La prima riguarda le fasi d'investigazione sul campo, quando cioè, giunto in una delle tante location, il giocatore deve setacciarla in cerca di qualsiasi cosa possa essergli d'aiuto per far luce sull'accaduto. Siamo dalle parti dei punta e clicca più tradizionali, per cui, individuato un hot spot sullo sfondo, basta leggerne la descrizione e così capire se la scoperta possa o meno servire alla nostra causa.

    Qualora effettivamente faccia al caso nostro, l'informazione verrà conservata in inventario, consultabile alla bisogna oppure usabile, a tempo debito, come prova a sostegno delle nostre tesi. Non sono infatti rari gli istanti in cui, facendo seguito alle ricerche svolte, sarà necessario stressare alcuni personaggi per rimettere pian piano al loro posto i pezzetti del puzzle di turno.

    Se talvolta potrebbe bastare una conversazione improntata sulle giuste domande, in altre occasioni bisognerà invece smontare le false dichiarazioni del nostro interlocutore sbattendogli la verità dritta in faccia. Stabilire chi stia raccontando un sacco di frottole è oltretutto la specialità di Mordred, che ha il talento (o la sciagura) di scorgere sul volto dei bugiardi delle maschere mostruose, invisibili agli occhi degli altri.

    Per "smascherarli", il detective dovrà entrare in modalità Living Nightmare, che è poi una sorta d'interrogatorio a tinte paranormali in cui all'utente è concesso un margine di massimo tre accuse errate, superando il quale sopraggiunge il game over. Va da sé che siano queste le fasi più nervose di Dry Drowning, che mettono un pizzico di pepe in più all'interno di una ricetta che, nel suo insieme, sembra funzionare come il più oliato dei meccanismi.

    Dry Drowning Abbiamo già sbirciato ampiamente fra le “pagine” di Dry Drowning: ciononostante, siamo davvero impazienti di raccontarvi questa storia con totale cognizione di causa. Questione di poche settimane, giusto il tempo di metter mano agli eventi conclusivi della narrazione. Intanto, vi basti sapere che l’avventura testuale di Studio V si prefigura come un tech noir dallo stile cupo e affascinante e dai ritmi incalzanti, d’impostazione tradizionale ma anche puntellato di qualche soluzione ludica personale. La caccia a Pandora è appena cominciata e si protrarrà fino ad agosto, quando Dry Drowning sbarcherà su PC e su tutte le piattaforme da salotto.

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