Quando si accosta il termine dinosauri a Capcom è impossibile che il pensiero non cada su Dino Crisis, la vecchia perla della software house di Osaka in cui, complice un gameplay molto simile a quello dei primi Resident Evil, si massacravano creature preistoriche in spaventosi scenari. Malgrado l'insistenza dei giocatori, che vorrebbero che il primo capitolo della serie subisse un trattamento paragonabile a quello riservato ai Resident Evil classici (qui lo speciale sulla demo di Resident Evil 4), l'azienda nipponica ha deciso di sfruttare le bestie dai denti aguzzi in un prodotto profondamente diverso: stiamo parlando ovviamente di Exoprimal, il peculiare sparatutto PvPvE di cui abbiamo giocato in anteprima la nuova Beta. Dopo aver massacrato centinaia di dinosauri, siamo pronti a esporvi le potenzialità dell'esperienza a marchio Capcom.
Gladiatori del futuro
Quando abbiamo avviato Exoprimal per la prima volta, il timore che potesse trattarsi di un prodotto poco interessante era concreto. L'introduzione non delle migliori, e il limitato editor del personaggio, con poche opzioni persino per le colorazioni della tuta, non sono certo un buon biglietto da visita. Conclusosi quello che è una sorta di colloquio con un'intelligenza artificiale chiamata Leviathan, che è anche l'organizzatrice degli eventi a base di creature preistoriche, ci siamo finalmente potuti gettare nella mischia per mettere alla prova il gioco.
Inquadrare Exoprimal in un genere ben preciso è complicato, poiché la produzione getta in un calderone elementi già visti in altri titoli, partendo ovviamente da una base da shooter in terza persona. È lapalissiano che gli sviluppatori si siano ispirati principalmente a Destiny e Overwatch per dar forma al loro gioco: del primo troviamo molto della modalità Azzardo (che è appunto una particolare componente PvPvE) e dell'altro, invece, il modo in cui sono strutturate le Exocorazze.
Oltre a essere intercambiabili in qualsiasi momento, le armature sono l'equivalente dei personaggi di un MOBA, poiché ciascuna di esse dispone di caratteristiche e abilità uniche che modificano in maniera sostanziale il gameplay e spronano l'utente ad adottare uno stile di combattimento diverso. Sì, perché oltre alle classiche categorie di Exocorazze - assalto, tank e supporto - esistono profonde differenze persino fra quelle dello stesso tipo.
Giusto per fare un esempio, fra i tank troviamo Roadblock, che di fatto è una sorta di Hulkbuster che scende in campo con un kit pressoché identico a quello di Reinhardt. L'enorme cavaliere del gioco Blizzard basa il suo moveset sull'utilizzo di una grossa ascia e sulla possibilità di schierare uno scudo energetico e Roadblock fa esattamente la stessa cosa, con l'unica differenza che al posto di un martello gigante è specializzato nel menare pugni. Pur facendo parte della stessa categoria, Murasame è invece un samurai robotico che non dispone di alcuno scudo e che adotta uno stile di gioco molto più offensivo, così da farsi largo fra le orde di nemici mentre i compagni attaccano dalle retrovie. È poi il turno di Barrage, che ricorda molto da vicino Junkrat non solo per via della chioma infuocata: il suo kit si basa interamente sull'utilizzo di un lanciagranate e su mine esplosive, entrambe con un potenziale offensivo notevole che però richiede precisione nella mira per esprimersi al meglio.
Al netto di una evidente carenza di originalità nella realizzazione delle Exocorazze da un punto di vista funzionale, bisogna dire che ognuna di esse ha una propria ragion d'essere, che le permette di risultare molto divertente pad alla mano. Nel corso del periodo di prova abbiamo testato tutte le armature e, fatta eccezione per alcuni tipi votati al supporto (che spesso sono i meno soddisfacenti in tutte le produzioni del genere), non ce ne è stata una che non ci abbia colpito per i suoi tratti unici.
È stato soddisfacente giocare a fare i cecchini con Vigilant, spazzare via orde di dinosauri con la possente mitragliatrice di Krieger oppure destreggiarsi in mosse da ninja con Zephyr. Complice anche la presenza di poche abilità, passare da un'Exocorazza all'altra non richiede troppa attenzione e sono sufficienti alcuni secondi per prendere confidenza con il nostro nuovo involucro.
Abbiamo trovato interessante anche la presenza di dispositivi tecnologici e semplici strutture posizionabili, che sono completamente slegate rispetto all'Exocorazza in uso. Possiamo ad esempio portare in battaglia una lama rotante che si fa largo tra le ondate di nemici o generare una pozza curativa che, in assenza di un alleato specializzato nel supporto, potrebbe permettere di superare anche i momenti più difficili.
Non ci ha convinto del tutto la possibilità di piazzare barricate, pedane o torrette, visto che alcuni di questi gadget hanno un'utilità piuttosto limitata e non stravolgono l'andamento di una partita se non in contesti molto specifici. A non esserci piaciuto per niente è il controllo dei dinosauri, una meccanica disponibile solo in casi eccezionali che permette al giocatore di utilizzare una grossa creatura: per quanto possa essere gradevole l'idea di scatenarsi nei panni di un tirannosauro o di un triceratopo, i movimenti di queste macchine da guerra naturali sono imprecisi e le difficoltà riscontrate nel colpire i piccoli bersagli hanno reso tali momenti frustranti.
Uno tsunami di velociraptor
Ok, abbiamo capito che utilizzare le Exocorazze è davvero divertente, ma com'è che funzionano le partite di Exoprimal? La risposta a questa domanda è molto meno complessa di quanto possiate pensare, poiché la modalità principale del gioco Capcom - l'unica presente in prova - prende il nome di Sopravvivenza e propone una struttura molto lineare.
Due squadre di cinque giocatori devono completare alcuni obiettivi all'interno di una mappa con una serie di elementi casuali: sia il punto di partenza che gli incarichi non sono fissi nelle arene ed è possibile giocare più volte nello stesso scenario svolgendo attività diverse in luoghi differenti. La particolarità sta nel fatto che tutto è identico per tutte e due le squadre, poiché entrambe combattono nello stesso posto e di tanto in tanto è possibile persino vedere i ‘fantasmi' dei giocatori nemici. I compiti da portare a termine sono i grandi classici: si va dalla protezione di un checkpoint alla scorta di un obiettivo, passando per l'eliminazione di boss o piccole orde. L'unico punto in comune fra tutte le sfide proposte risiede nella massiccia presenza di dinosauri, che piovono numerosi da portali viola che appaiono continuamente nei cieli della mappa e generano il caos più totale a schermo.
Il fine ultimo è quello di completare tutte le attività nel minor tempo possibile e giungere nell'arena finale, in cui le regole vengono stravolte. Se nelle prime fasi del match è possibile interferire solo quando un team è in netto vantaggio, così da riequilibrare la situazione, i momenti conclusivi si trasformano in un duello fra le squadre, che devono completare un obiettivo tenendo a bada sia l'esercito di creature inferocite che gli avversari, pronti a eliminarli alla prima esitazione. La scelta di dividere la partita in queste due fasi fa sì che il ritmo di gioco in ciascuna di esse sia ben distinto.
Quando non ci sono avversari in carne e ossa nei dintorni, tutto è più tranquillo e ci si scatena nel massacro di veri e propri fiumi di dinosauri più piccoli come i velociraptor - che fungono da carne da macello - ai quali vengono affiancati lucertoloni ben più coriacei o fastidiosi, come quelli in grado di esplodere o sputare veleno. Nei match giocati in questi giorni non abbiamo incontrato troppi dinosauri diversi tra loro, ma al momento è difficile stabilire quanto sia variegato il bestiario.
Un altro grosso punto interrogativo riguarda la varietà di mappe e obiettivi e la profondità di tutto ciò che concerne il metagame. I menu della versione di prova non contenevano altro che il prompt per avviare una partita e non ci è stato possibile quindi comprendere alcunché del sistema di progressione e personalizzazione delle Exocorazze, ciascuna delle quali gode di un proprio livello esperienza che dovrebbe aprire a potenziamenti di vario tipo.
60fps, ma a che prezzo?
Seppur con qualche piccola incertezza nel framerate, Exoprimal gira in maniera fluida su PlayStation 5 anche quando a schermo c'è un numero particolarmente generoso di creature ostili. Forse questi risultati si devono anche a un livello di dettaglio non elevatissimo e all'ottimizzazione del RE Engine, il motore proprietario di Capcom utilizzato in un numero sempre maggiore di produzioni.
Il prezzo dei 60 fotogrammi al secondo è evidente, visto che tutti gli elementi a schermo non godono di una complessità eccezionale (ad avere qualche difetto sono soprattutto i nemici e gli scenari). La stessa resa delle Exocorazze non è delle migliori, anche per via di un sistema di illuminazione che non esalta le onnipresenti superfici metalliche. Dobbiamo inoltre confermare che, almeno per il momento, la versione PS5 dispone di un'unica modalità grafica e, vista anche la natura dell'esperienza, non vi è modo di limitare a 30 gli fps per migliorare la resa visiva. Ad ogni modo Exoprimal sembra essere più che in grado di divertire il giocatore con tanto piombo e spensieratezza e siamo convinti che il suo arrivo nel catalogo di Xbox Game Pass sia un plus non di poco conto. In attesa di poter approfondire la nostra conoscenza del gioco e saperne di più sulla personalizzazione delle corazze dal punto di vista funzionale ed estetico, vi ricordiamo che Exoprimal arriverà il prossimo 14 luglio 2023 su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC.
Exoprimal: abbiamo sterminato orde di giganteschi dinosauri nella Beta
Tanti, tantissimi dinosauri da eliminare nella Open Beta di Exoprimal, il nuovo sparatutto in terza persona PvPvE di Capcom.
Quando si accosta il termine dinosauri a Capcom è impossibile che il pensiero non cada su Dino Crisis, la vecchia perla della software house di Osaka in cui, complice un gameplay molto simile a quello dei primi Resident Evil, si massacravano creature preistoriche in spaventosi scenari. Malgrado l'insistenza dei giocatori, che vorrebbero che il primo capitolo della serie subisse un trattamento paragonabile a quello riservato ai Resident Evil classici (qui lo speciale sulla demo di Resident Evil 4), l'azienda nipponica ha deciso di sfruttare le bestie dai denti aguzzi in un prodotto profondamente diverso: stiamo parlando ovviamente di Exoprimal, il peculiare sparatutto PvPvE di cui abbiamo giocato in anteprima la nuova Beta. Dopo aver massacrato centinaia di dinosauri, siamo pronti a esporvi le potenzialità dell'esperienza a marchio Capcom.
Gladiatori del futuro
Quando abbiamo avviato Exoprimal per la prima volta, il timore che potesse trattarsi di un prodotto poco interessante era concreto. L'introduzione non delle migliori, e il limitato editor del personaggio, con poche opzioni persino per le colorazioni della tuta, non sono certo un buon biglietto da visita. Conclusosi quello che è una sorta di colloquio con un'intelligenza artificiale chiamata Leviathan, che è anche l'organizzatrice degli eventi a base di creature preistoriche, ci siamo finalmente potuti gettare nella mischia per mettere alla prova il gioco.
Inquadrare Exoprimal in un genere ben preciso è complicato, poiché la produzione getta in un calderone elementi già visti in altri titoli, partendo ovviamente da una base da shooter in terza persona. È lapalissiano che gli sviluppatori si siano ispirati principalmente a Destiny e Overwatch per dar forma al loro gioco: del primo troviamo molto della modalità Azzardo (che è appunto una particolare componente PvPvE) e dell'altro, invece, il modo in cui sono strutturate le Exocorazze.
Oltre a essere intercambiabili in qualsiasi momento, le armature sono l'equivalente dei personaggi di un MOBA, poiché ciascuna di esse dispone di caratteristiche e abilità uniche che modificano in maniera sostanziale il gameplay e spronano l'utente ad adottare uno stile di combattimento diverso. Sì, perché oltre alle classiche categorie di Exocorazze - assalto, tank e supporto - esistono profonde differenze persino fra quelle dello stesso tipo.
Giusto per fare un esempio, fra i tank troviamo Roadblock, che di fatto è una sorta di Hulkbuster che scende in campo con un kit pressoché identico a quello di Reinhardt. L'enorme cavaliere del gioco Blizzard basa il suo moveset sull'utilizzo di una grossa ascia e sulla possibilità di schierare uno scudo energetico e Roadblock fa esattamente la stessa cosa, con l'unica differenza che al posto di un martello gigante è specializzato nel menare pugni. Pur facendo parte della stessa categoria, Murasame è invece un samurai robotico che non dispone di alcuno scudo e che adotta uno stile di gioco molto più offensivo, così da farsi largo fra le orde di nemici mentre i compagni attaccano dalle retrovie. È poi il turno di Barrage, che ricorda molto da vicino Junkrat non solo per via della chioma infuocata: il suo kit si basa interamente sull'utilizzo di un lanciagranate e su mine esplosive, entrambe con un potenziale offensivo notevole che però richiede precisione nella mira per esprimersi al meglio.
Al netto di una evidente carenza di originalità nella realizzazione delle Exocorazze da un punto di vista funzionale, bisogna dire che ognuna di esse ha una propria ragion d'essere, che le permette di risultare molto divertente pad alla mano. Nel corso del periodo di prova abbiamo testato tutte le armature e, fatta eccezione per alcuni tipi votati al supporto (che spesso sono i meno soddisfacenti in tutte le produzioni del genere), non ce ne è stata una che non ci abbia colpito per i suoi tratti unici.
È stato soddisfacente giocare a fare i cecchini con Vigilant, spazzare via orde di dinosauri con la possente mitragliatrice di Krieger oppure destreggiarsi in mosse da ninja con Zephyr. Complice anche la presenza di poche abilità, passare da un'Exocorazza all'altra non richiede troppa attenzione e sono sufficienti alcuni secondi per prendere confidenza con il nostro nuovo involucro.
Abbiamo trovato interessante anche la presenza di dispositivi tecnologici e semplici strutture posizionabili, che sono completamente slegate rispetto all'Exocorazza in uso. Possiamo ad esempio portare in battaglia una lama rotante che si fa largo tra le ondate di nemici o generare una pozza curativa che, in assenza di un alleato specializzato nel supporto, potrebbe permettere di superare anche i momenti più difficili.
Non ci ha convinto del tutto la possibilità di piazzare barricate, pedane o torrette, visto che alcuni di questi gadget hanno un'utilità piuttosto limitata e non stravolgono l'andamento di una partita se non in contesti molto specifici. A non esserci piaciuto per niente è il controllo dei dinosauri, una meccanica disponibile solo in casi eccezionali che permette al giocatore di utilizzare una grossa creatura: per quanto possa essere gradevole l'idea di scatenarsi nei panni di un tirannosauro o di un triceratopo, i movimenti di queste macchine da guerra naturali sono imprecisi e le difficoltà riscontrate nel colpire i piccoli bersagli hanno reso tali momenti frustranti.
Uno tsunami di velociraptor
Ok, abbiamo capito che utilizzare le Exocorazze è davvero divertente, ma com'è che funzionano le partite di Exoprimal? La risposta a questa domanda è molto meno complessa di quanto possiate pensare, poiché la modalità principale del gioco Capcom - l'unica presente in prova - prende il nome di Sopravvivenza e propone una struttura molto lineare.
Due squadre di cinque giocatori devono completare alcuni obiettivi all'interno di una mappa con una serie di elementi casuali: sia il punto di partenza che gli incarichi non sono fissi nelle arene ed è possibile giocare più volte nello stesso scenario svolgendo attività diverse in luoghi differenti. La particolarità sta nel fatto che tutto è identico per tutte e due le squadre, poiché entrambe combattono nello stesso posto e di tanto in tanto è possibile persino vedere i ‘fantasmi' dei giocatori nemici. I compiti da portare a termine sono i grandi classici: si va dalla protezione di un checkpoint alla scorta di un obiettivo, passando per l'eliminazione di boss o piccole orde. L'unico punto in comune fra tutte le sfide proposte risiede nella massiccia presenza di dinosauri, che piovono numerosi da portali viola che appaiono continuamente nei cieli della mappa e generano il caos più totale a schermo.
Il fine ultimo è quello di completare tutte le attività nel minor tempo possibile e giungere nell'arena finale, in cui le regole vengono stravolte. Se nelle prime fasi del match è possibile interferire solo quando un team è in netto vantaggio, così da riequilibrare la situazione, i momenti conclusivi si trasformano in un duello fra le squadre, che devono completare un obiettivo tenendo a bada sia l'esercito di creature inferocite che gli avversari, pronti a eliminarli alla prima esitazione. La scelta di dividere la partita in queste due fasi fa sì che il ritmo di gioco in ciascuna di esse sia ben distinto.
Quando non ci sono avversari in carne e ossa nei dintorni, tutto è più tranquillo e ci si scatena nel massacro di veri e propri fiumi di dinosauri più piccoli come i velociraptor - che fungono da carne da macello - ai quali vengono affiancati lucertoloni ben più coriacei o fastidiosi, come quelli in grado di esplodere o sputare veleno. Nei match giocati in questi giorni non abbiamo incontrato troppi dinosauri diversi tra loro, ma al momento è difficile stabilire quanto sia variegato il bestiario.
Un altro grosso punto interrogativo riguarda la varietà di mappe e obiettivi e la profondità di tutto ciò che concerne il metagame. I menu della versione di prova non contenevano altro che il prompt per avviare una partita e non ci è stato possibile quindi comprendere alcunché del sistema di progressione e personalizzazione delle Exocorazze, ciascuna delle quali gode di un proprio livello esperienza che dovrebbe aprire a potenziamenti di vario tipo.
60fps, ma a che prezzo?
Seppur con qualche piccola incertezza nel framerate, Exoprimal gira in maniera fluida su PlayStation 5 anche quando a schermo c'è un numero particolarmente generoso di creature ostili. Forse questi risultati si devono anche a un livello di dettaglio non elevatissimo e all'ottimizzazione del RE Engine, il motore proprietario di Capcom utilizzato in un numero sempre maggiore di produzioni.
Il prezzo dei 60 fotogrammi al secondo è evidente, visto che tutti gli elementi a schermo non godono di una complessità eccezionale (ad avere qualche difetto sono soprattutto i nemici e gli scenari). La stessa resa delle Exocorazze non è delle migliori, anche per via di un sistema di illuminazione che non esalta le onnipresenti superfici metalliche. Dobbiamo inoltre confermare che, almeno per il momento, la versione PS5 dispone di un'unica modalità grafica e, vista anche la natura dell'esperienza, non vi è modo di limitare a 30 gli fps per migliorare la resa visiva. Ad ogni modo Exoprimal sembra essere più che in grado di divertire il giocatore con tanto piombo e spensieratezza e siamo convinti che il suo arrivo nel catalogo di Xbox Game Pass sia un plus non di poco conto. In attesa di poter approfondire la nostra conoscenza del gioco e saperne di più sulla personalizzazione delle corazze dal punto di vista funzionale ed estetico, vi ricordiamo che Exoprimal arriverà il prossimo 14 luglio 2023 su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC.
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