F1 2020: un nuovo modello di guida per il gioco di corse Codemasters

Abbiamo fatto qualche altro giro su F1 2020, testando approfonditamente la modalità di guida semplificata, le vetture storiche e i nuovi tracciati.

F1 2020
Anteprima: Multi
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  • PS4 Pro
  • Stadia
  • Poche settimane dopo la nostra precedente prova della demo di F1 2020 siamo tornati in pista, pronti ad analizzare ulteriormente alcune delle novità dell'ultima edizione del corsistico di punta di Codemasters. Tra un Gran Premio a Zandvoort e, finalmente, uno in terra vietnamita, ci siamo confrontati con le vetture storiche e con il nuovo sistema di guida "sportivo", ideale per i piloti alle prime armi in cerca di un'esperienza di gioco più tranquilla e accessibile. La scelta di scindere completamente questa nuova opportunità dal driving system "realistico" - ossia quello tradizionale cui siamo stati abituati negli anni - ci è sembrata davvero vincente, sebbene simile semplificazione si sia dimostrata, almeno per il momento, meno incisiva e funzionale di quanto avremmo sperato. In attesa di potervi fornire un nostro parere definitivo sul corsistico di Codemasters, in arrivo sugli scaffali il prossimo 10 luglio, abbiamo provato a riassumere alcune delle novità più interessanti della nuova build del gioco.

    Un altro modo di guidare

    Avendo a disposizione la modalità Gran Premio, il nostro primo istinto è stato, ovviamente, quello di testare in maniera approfondita il sistema di guida semplificato, un'interessante aggiunta utilizzabile solamente nelle modalità completamente offline. Una volta scelte le piste (come da tradizione è possibile creare un vero e proprio mini-campionato personalizzato formato da più gran premi in sequenza), abbiamo trovato ad attenderci un box inedito nella schermata delle impostazioni.

    Oltre a selezionare la lunghezza delle prove libere, delle qualifiche e delle gare, a partire da quest'anno potremo cambiare il sistema di guida, alternando a piacimento quello "realistico", selezionato di default, a quello "sportivo", più adatto ai giocatori occasionali. Se quello tradizionale sembra - almeno formalmente e strutturalmente - non aver subito grossi cambiamenti, quello semplificato è invece qualcosa di completamente inedito per la serie. Una volta scelto, infatti, l'intera schermata di gestione degli aiuti verrà immediatamente modificata, riducendone in maniera considerevole la complessità. Spariranno le voci relative a controllo di trazione, sistema anti-bloccaggio e quant'altro, ritenute fondamentali al fine di semplificare l'esperienza utente e quindi abilitate dietro le quinte; farà capolino inoltre un'opzione inedita riguardante la sterzata assistita.

    Tale aiuto è forse uno dei più marcati e - a nostro avviso - invasivi del pacchetto. Quando lo abbiamo attivato, in tutta onestà, quasi non credevamo di aver tra le mani lo stesso gioco a cui avevamo giocato fino a pochi minuti prima. Ad ogni curva la vettura viene sostanzialmente risucchiata all'interno della traiettoria ideale, ignorando quasi completamente i nostri input in fase di percorrenza.

    Come se non bastasse, attivare questo tipo di aiuto ci obbliga a portarci dietro anche la frenata assistita, che resta bloccata su "alta", il valore massimo. La combinazione di questi due aiuti ci restituisce una vettura che sembra procedere con il pilota automatico, richiedendo soltanto piccolissime correzioni quando ci si trova in mezzo al traffico, e un piccolo colpetto sul freno di tanto in tanto nelle curve più chiuse e complicate. Durante le nostre prove siamo riusciti senza troppi problemi a portare a termine più giri del circuito di Melbourne senza toccare il freno, e con pochissimi, quasi impercettibili, interventi sullo stick sinistro.

    Forse potrà sembrarvi un'informazione superflua, ma per completezza ci teniamo a specificare che questa combo di aiuti si è mostrata ancor più invasiva quando abbiamo provato ad usarla in tandem con un volante. Ci sembra abbastanza chiaro, del resto, che simile aggiunta sia progettata ad hoc per i giocatori meno esperti che, usando il pad, in passato facevano molta fatica a modulare gli input di sterzo, freno e acceleratore.

    Disattivando la sterzata assistita, le cose si fanno decisamente più interessanti. Saremo ad esempio in grado di gestire a nostro piacimento l'incidenza dell'aiuto in frenata (che può anche essere completamente disabilitato), permettendoci di incrementare progressivamente il nostro controllo sull'auto. Più gradite sono inoltre tutte le altre sfumature di questo "nuovo" modello di guida, come la semplificazione della fisica del terreno fuori pista e la possibilità di avere un sistema di recupero automatico della vettura. Tali scelte nascono da un'attenta analisi delle principali problematiche riscontrate dai giocatori con i vecchi capitoli (i quali evidentemente finivano spesso nella sabbia e si trovano in serie difficoltà in fase di rientro in pista), e finiscono effettivamente per smussare alcuni spigoli del prodotto senza stravolgerne troppo le dinamiche generali.

    Le migliorie al sistema

    Nonostante il nostro primo approccio con il sistema di guida accessibile non ci abbia esaltato così tanto, siamo comunque felici della mossa compiuta dal team di sviluppo. L'inedito modello "casual" è, in fin dei conti, soltanto un elemento extra, una possibilità aggiuntiva che non finisce in alcun modo per incidere sulla qualità del sistema di handling tradizionale, che quest'anno ha comunque ricevuto notevoli migliorie di rilievo.

    Di alcune di esse abbiamo già parlato brevemente nell'anteprima precedente, ma vista la maggiore familiarità acquisita nel frattempo con la nuova iterazione del corsistico di Codemasters, siamo persino riusciti a percepirne di nuove. Guidando dopo aver installato quest'ultimo update ci siamo ritrovati tra le mani delle monoposto apparentemente più facili da guidare in prima battuta, ma estremamente difficili da maneggiare quando si cerca di limare quell'ultimo decimo di secondo guidando al limite del grip e delle nostre possibilità. Disattivando tutti gli aiuti e facendo un rapidissimo confronto con il titolo dello scorso anno, che abbiamo appositamente giocato fianco a fianco con la nuova edizione, si nota inoltre una maggiore difficoltà in uscita di curva, con le auto che tendono a faticare un po' di più in trazione. Quest'ultimo, per il momento, è stato forse il più curioso e controverso cambiamento da noi riscontrato.

    Una nuova stagione

    Con l'arrivo di questa nuova build abbiamo finalmente potuto testare in maniera approfondita anche svariate auto storiche, comprese quelle legate alla figura di Michael Schumacher e previste in esclusiva per la Deluxe Edition. Tra di esse troviamo la vettura con cui il tedesco ha debuttato in F1 nel lontano 1991, la Jordan 191, affiancata sia dalle due Benetton con le quali il campione ha dominato a metà degli anni novanta, sia ovviamente dalle Ferrari F1-2000, con cui ha debuttato con la casa del cavallino rampante. Non manca, infine, neppure la F2004, il bolide del suo settimo e ultimo titolo mondiale.

    Queste auto, come da sempre accade per quelle più "anziane", presentano, volante alla mano, notevoli differenze con le controparti moderne. La natura palesemente sottosterzante dei bolidi contemporanei, forse più intimamente collegate agli effetti di un carico aerodinamico di ben altro calibro rispetto a quello delle monoposto meno evolute, sparisce quasi completamente. Il risultato sono veicoli tanto difficili da controllare quando soddisfacenti da guidare. Anche le auto di moderne hanno subito importanti update: adesso presentano livree più accurate e in linea con quelle che correranno il campionato attuale, ed anche parte dei modelli sono stati aggiornati alla loro versione 2020, continuando la cavalcata che porterà il team a fornire ai giocatori mezzi completamente identici alle controparti reali.

    Nella nuova build sono presenti anche tutte le piste del calendario originale. Tra di essi, oltre a Zandvoort, di cui abbiamo parlato ampiamente nella nostra anteprima di qualche settimana fa, abbiamo trovato ad attenderci l'altra pista inedita di quest'anno, quella di Hanoi, dove avrebbe dovuto tenersi il gran premio del Vietnam.

    Un circuito particolare e per certi versi anche estremamente tecnico, pronto a mettere in crisi persino il più scaltro dei piloti al minimo errore. Pur avendo apprezzato l'alta velocità e la precisione necessaria per uscire indenni da alcuni passaggi del tracciato, l'impatto iniziale non ci ha regalato le stesso emozioni della prima volta a Zandvoort. Sebbene quella olandese resti una pista avara di sorpassi e bagarre emozionanti, la sua natura più "vissuta" e il suo manto stradale meno regolare riescono ad esaltare maggiormente l'efficacia delle tecnologie con cui il team di sviluppo ha deciso di approcciare la creazione dei circuiti.

    F1 2020 Questo secondo contatto con F1 2020 ci ha confermato molte delle impressioni iniziali. Il feeling delle vetture sembra buono in modalità di guida tradizionale, quella che il team chiama “realistica”, mentre alcuni eccessi di semplificazione del driving system “sportivo” abbiamo sinceramente fatto un po’ fatica a digerirli. Poco importa, però, perché questi non vanno ad intaccare in alcun modo il gameplay classico della serie, il quale continua a migliorarsi anno dopo anno, molto lentamente ma con costanza. Bene invece le vetture storiche, che abbiamo apprezzato tantissimo anche quest’anno: la Jordan e le due Benetton dell’era Schumacher, poi, sono davvero un tocco di classe non indifferente.

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