FIFA 18: Il Ritorno di Hunter, provata la modalità Il Viaggio

Abbiamo provato l'incipit e i primi due capitoli della modalità Il Viaggio di FIFA 18, intitolata Il Ritorno di Hunter: ecco le nostre impressioni.

FIFA 18: Il Ritorno di Hunter, provata la modalità Il Viaggio
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Alex Hunter ha saputo rivelarsi la grande sorpresa della scorsa Premier League: un ragazzo di soli 17 anni, la cui carriera è stata spianata dal padre e dal nonno, entrambi, al tempo, talentuosi giocatori. Del resto, buon sangue non mente: Alex è insomma sì un figlio d'arte, ma è dotato anche di un piede baciato dalla dea del calcio. La sua abilità è fuori discussione: a prescindere da quello che dicono le malelingue, dai cinguettii velenosi su Twitter, dai titoloni dei giornali, Hunter è un astro nascente, uno di quelli che brillano di luce propria indipendentemente dalla maglia che indossano.
    Ne abbiamo seguito le imprese dentro e fuori dal campo nella prima, coinvolgente stagione de "Il Viaggio", una delle modalità distintive e più interessanti di Fifa 17. Uno story mode a tutti gli effetti, capace di inscenare un piccolo film interattivo che scavava nei retroscena del mondo del calcio, mostrandoci non solo la facciata più superficiale dello sport, fatta di denaro, trionfi, interviste e onori, ma anche la sua dimensione più intima, in cui si annidano le rivalità con i colleghi, i rapporti interpersonali, le tensioni famigliari, le paure e le speranze per il futuro. In fondo, per quanto ricco, famoso ed apprezzato da una folla esultante, Alex resta pur sempre un ragazzino, dal temperamento acerbo, dal talento non ancora espresso fino in fondo, dalle prospettive non perfettamente delineate.

    È da qui che la seconda stagione de Il Viaggio intende ripartire: per il protagonista è giunto il momento di fare i conti con la maturità, sia umana che sportiva, così da dimostrare al suo club, ai tifosi e alla famiglia di essere ben più di una semplice meteora destinata a confondersi (o spegnersi prematuramente) nel firmamento delle altre superstar. Il Ritorno di Hunter, uno dei capisaldi dell'offerta singleplayer di Fifa 18, prova quindi a scavare più a fondo nella psicologia dell'atleta, dando al racconto una patina più emotiva ed introspettiva.
    All'inizio della nuova avventura, pertanto, accompagniamo la giovane promessa del campionato inglese sui luoghi che hanno segnato la storia del calcio: non all'Old Trafford o al Santiago Bernabeu, bensì sui campetti improvvisati del Sud America, dove all'erba sintetica si sostituisce l'asfalto inondato dal sole, sullo stesso terreno in cui hanno imparato a giocare Roberto Carlos e Neymar. Qui Alex compie un breve "viaggio spirituale", alla riscoperta dell'essenza, pura e primordiale, della sua passione, che riaffiora tra le baracche di un vicoletto lercio e pieno di graffiti, lontano dai riflettori di uno stadio sovraffollato. Mentre gioca in compagnia di ragazzini intrisi di speranze e desideri, così tanto simili a lui, Hunter ricorda il motivo per cui ama tanto questo sport. È esattamente l'iniezione di energia che gli serve per affrontare le partite di precampionato, le pressioni dell'allenatore, le aspettative della fan base. Mettendo le mani sulla versione completa di Fifa 18 abbiamo potuto provare i primi due capitoli della nuova stagione de Il Viaggio, notando sin da subito una significativa evoluzione rispetto alla precedente edizione sul fronte dell'impatto e della qualità della sceneggiatura.
    La regia virtuale ha compiuto inoltre degli importanti passi in avanti in termini di ritmo narrativo e di scelte artistiche, mettendo in risalto un taglio maggiormente cinematografico: a dare manforte al piglio "filmico" della produzione troviamo ovviamente un Frostbite in pienissima forma, che in appena un anno ha saputo perfezionare esponenzialmente non soltanto i modelli poligonali dei personaggi coinvolti, ma anche - e soprattutto - l'espressività facciale degli attori, ora molto più realistica e credibile.

    Benché persistano animazioni ancora un po' rigide, specialmente per le comparse di contorno, a livello generale il miglioramento ci è dunque parso tangibile e concreto. Notevole, a tal proposito, anche la rappresentazione digitale di famosissime stelle del calcio internazionale (Cristiano Ronaldo tra tutte), che reciteranno nel ruolo di se stesse: da questo punto di vista, l'ottimo doppiaggio nel nostro idioma ha preferito lasciare in lingua originale le voci dei campioni, con un effetto un po' discontinuo, alternando battute in italiano ad altre in inglese.
    L'andirivieni di eventi pre-partita, salotti nei talk show televisivi e dialoghi negli spogliatoi inframezza l'avanzamento in modo non sempre accattivante, quantomeno nei primi due capitoli: la fruizione passiva viene però vivacizzata da sequenze interattive nelle quali saremo chiamati a prendere alcune decisioni che determineranno il carattere di Hunter. Nel corso delle conversazioni, in sostanza, avremo l'opportunità di scegliere tre opzioni, che indirizzeranno la nostra indole verso un atteggiamento "impulsivo", "pacato" o "equilibrato". In tal modo, influenzeremo il rispetto del pubblico nei nostri confronti, il comportamento del mister e i legami con gli altri fuoriclasse. Andrà a modificarsi quindi "l'immagine" di Hunter nel reame dei social e dei giornali sportivi, le cui opinioni potrebbero anche inficiare sulle sue performance in campo.
    L'allenatore, d'altronde, in base ai rumor di mercato e alle prestazioni sul terreno di gioco, deciderà se farlo giocare come titolare o come riserva: in ogni partita, Hunter dovrà allora soddisfare alcuni obiettivi variabili, che ci garantiranno bonus di vario tipo, permettendoci inoltre di sbloccare nuovi oggetti per la personalizzazione estetica dell'avatar. È chiaro che, per evitare di mantenere a galla la nostra fama, dovremo dare il meglio di noi stessi sul terreno di gioco: ottenendo una giudizio molto positivo aumenteranno anche le probabilità di guadagnare uno stipendio maggiore, facendo in tal modo salire repentinamente le nostre quotazioni.

    Al di là delle fredde statistiche, man mano che si prosegue nel corso della scalata verso le vette del calcio mondiale, il pathos inizia a crescere poco alla volta: tra apparizioni illustri e lievi colpi di scena, il secondo capitolo si conclude con un intrigante cliffhanger che rischia di riscrivere la carriera di Hunter. Al momento, tuttavia, anche a noi giocatori, al pari del protagonista, non resta altro da fare che rimanere fermi in panchina col fiato sospeso, in attesa di poter finalmente riprendere il nostro lungo "viaggio".

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