Final Fantasy 16: un coraggioso spettacolo a base di azione su PS5

Final Fantasy 16 è una coraggiosa scommessa creativa, che potrebbe regalare al pubblico un gioco della serie come non se ne vedevano da tempo.

Final Fantasy 16
Anteprima: PlayStation 5
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS5
  • Sin dal suo annuncio, emerso a sorpresa durante l'ultimo showcase di Sony prima del lancio di PS5, Final Fantasy XVI si è aggiudicato un posto d'onore tra i giochi più attesi dalla platea ludens, scatenando una lunga serie di reazioni scomposte tra le fila degli appassionati. Seppur lontana dalla sua forma finale, la proposta già manifestava una spiccata maturità narrativa e un nutrito catalogo di novità sul versante ludico, e soprattutto poteva contare su una squadra da sogno capitanata da sua maestà Yoshi-P, l'uomo che aveva trasformato il disastroso Final Fantasy XIV in uno dei migliori capitoli del franchise (qui la recensione di Final Fantasy XIV Endwalker, per farsi un'idea).

    Vittima del suo successo, Yoshida deve ora fare i conti con le aspettative di un pubblico che, guardando ai trascorsi della saga nelle ultime due generazioni, aspetta con ansia una svolta degna di questo nome. Dopo aver messo le mani sull'ultima "Fantasia Finale" di Square Enix, nel corso di un evento organizzato nel cuore della capitale inglese, possiamo finalmente offrirvi qualche rassicurazione circa il valore di una scommessa creativa tanto ardita quanto stimolante (qui la nostra intervista al team di Final Fantasy XVI).

    Una storia scritta col sangue

    Final Fantasy XVI accoglie i giocatori nello spietato abbraccio di una terra in tumulto, un tempo intrisa del potere ereditato dal popolo celeste, e ora costretta a lottare per mantenere vivo almeno un barlume di quel fulgido retaggio.

    Gli effetti miasmatici della Piaga hanno consumato l'energia mistica di questo mondo, e spinto le sue nazioni a contendersi le uniche fonti conosciute di questa inestimabile risorsa. Quelli che una volta erano i cardini della pace di Valisthea, i Cristalli Madre, sono dunque diventati i pezzi più pregiati sulla scacchiera di una guerra che vede gli Araldi, portatori del potere degli Eikon, schierati in prima linea. Oltre questa fitta ragnatela di tormenti e bramosia si nasconde però un oscuro disegno, l'ombra di una volontà che si muove lasciandosi alle spalle una scia di tragedie.

    In cerca di vendetta per il fratello Joshua, Clive Rosfield si ritrova a seguire questo cammino dolente, che in qualche modo lo porterà ad intrecciare il suo destino con quello dell'intera Valisthea. Durante l'evento organizzato da Square Enix a Londra abbiamo avuto modo di vivere in prima persona una delle tappe di questo viaggio, che ci ha visto condurre un Clive già adulto oltre le mura di una fortezza occupata da una guarnigione dell'esercito reale di Waloed, guidata dall'Araldo di Garuda Benedikta Harman.

    Accompagnati da Cidolfus Telamon, sodale del protagonista e Araldo di Ramuh, abbiamo dunque provveduto ad assottigliare le milizie poste a difesa del castello fino allo scontro finale con Benedikta, anticipato da sequenze e dialoghi carichi di pathos, che lasciano ben sperare circa le sorti del progetto cresciuto sotto l'ala di Naoki Yoshida, una dei più grandi talenti di Square Enix.

    Le sfide di ValistheaParlando col team di sviluppo, abbiamo appreso che tra gli incarichi secondari presenti in Final Fantasy XVI ci sono anche le Cacce, una serie di combattimenti opzionali che ci vedranno fronteggiare creature particolarmente mortifere, sul modello dell'omonima attività vista nel dodicesimo capitolo. Sarà inoltre presente una modalità sfida che permetterà agli utenti di ripetere specifiche porzioni di gioco, con l'obiettivo di ottenere punteggi sempre più alti e rivaleggiare con gli altri membri della community.

    In questa sede preferiamo non rivelarvi troppi dettagli sul frammento di campagna al centro dell'hands-on, ma possiamo confermarvi che l'opera lascia emergere in maniera lampante il suo grande potenziale, frutto di scelte produttive oculate e promettenti. Tra queste annoveriamo anche la decisione di non strutturare Valisthea come un open world, cosa che avrebbe probabilmente falsato le proporzioni del mondo di gioco e impedito allo sviluppatore di confezionare un'avventura su scala globale, costellata di scenari diversificati e densi di dettagli. Questo non vuol dire che il titolo sia privo di aree più ampie, da esplorare a caccia di segreti, tesori nascosti o missioni secondarie, che ci auguriamo contribuiscano ad arricchire un affresco narrativo tenebroso e affascinante.

    Devil May Clive

    La fosca epopea plasmata dal team di Hiroshi Takai, già braccio destro di Yoshida nel dirigere l'evoluzione del mondo di Eorzea, punta a recuperare e rimarcare alcuni dei tratti tipici di Final Fantasy, una saga che non ha mai temuto di confrontarsi con temi difficili e perfino controversi, intessuti in trame capaci di innescare forti reazioni emotive tra le fila dell'utenza. Se da una parte, quindi, i toni cupi che caratterizzano l'ordalia vendicativa di Clive Rosfield non rappresentano una vera e propria rivoluzione, dall'altra è evidente come l'opera sia stata concepita per rendere sempre esplicita questa maturità narrativa, senza compromessi o edulcorazioni di sorta.

    Va da sé che, per verificare la solidità di queste impressioni, dovremo necessariamente trascorrere più di qualche decina di minuti tra le lande di Valisthea, ma la rotta tracciata dallo studio sembra già chiara. D'altronde le parole di Yoshida lasciano pochi dubbi: Final Fantasy XVI costituisce una specie di "nuovo inizio" per il franchise, il frutto di una visione creativa modellata in piena libertà, col preciso intento di comporre un'esperienza in grado di rivaleggiare con i migliori capitoli della serie.

    Non solo: il collettivo giapponese ambisce anche a rinfoltire le schiere degli appassionati con nuove fette di pubblico, e questa è di fatto la matrice di uno dei più grandi cambiamenti in seno al gameplay, che sotto la guida del combat designer Ryota Suzuki mostra una virata più che decisa nei territori dell'action puro, senza per questo abbandonare la dimensione ruolistica tipica di Final Fantasy. In linea con i trascorsi curricolari di Suzuki, il canone di riferimento è quello del sottogenere "stylish", una parola che fa un po' paura nel contesto della saga di Square Enix, specialmente considerando sia la lontananza dalla tradizionale metrica del genere, sia i risultati - tutt'altro che esaltanti - ottenuti con l'esperimento Active Cross Battle di Final Fantasy XV.

    Dopo aver testato a fondo la prima demo del titolo, però, non possiamo che dirci elettrizzati dalla direzione scelta dal "dream team" di Yoshida, che con coraggio ha deciso di gettare il cuore oltre l'ostacolo e seguire una strada tanto rischiosa quanto intrigante. Sì, perché l'assetto ludico di Final Fantasy XVI ci è sembrato non solo sorprendente, ma anche profondo e ricco di sfaccettature, nonché capace di trasmettere sensazioni di pura esaltazione battagliera.

    Nei panni del prode Clive potremo eseguire brutali combo concatenando attacchi base, strali mistici e colpi speciali, per dar vita a frenetiche danze di morte che si faranno via via più articolate man mano che guadagneremo l'accesso ai poteri dei vari Eikon.

    Oltre ad alterare la connotazione elementale degli attacchi magici a distanza, che possono essere caricati per maggiorarne gli effetti, queste "benedizioni" ci forniranno abilità di supporto uniche (attivabili con il cerchio), con un ruolo chiave nel bilancio del combat system. Pervasi dal fuoco della Fenice, potremo ad esempio scattare verso il nemico in un turbinio di scintille, in modo da azzerare istantaneamente le distanze, mentre sfruttando il favore di Titano evocheremo un possente scudo di pietra, che se estratto con tempestività ci permetterà di bloccare un assalto e castigare l'avversario con un feroce contrattacco. Vale la pena di precisare che non si tratta dell'unico modo per punire l'audacia dei nostri oppositori: l'animazione d'attacco dei nemici concede infatti una finestra temporale per eseguire un colpo d'incontro ed innescare un fulmineo "parry", o in alternativa potremo inanellare una schivata perfetta (premendo il dorsale destro col giusto tempismo) e una rapida controffensiva. A rinfoltire il catalogo delle capacità guerresche di Clive troviamo poi le abilità Eikon, un terzetto di tecniche particolarmente letali (eseguibili premendo il grilletto destro e uno dei tasti frontali) che si fanno manifestazione delle peculiarità di ognuna di queste creature.

    Attingendo al dominio di Garuda, ad esempio, saremo in grado di travolgere i nemici con una tempesta di vento e artigli, scagliandoli in aria per sfuggire al fervore della mischia e dare il via a diverse combinazioni aree. La possanza di Titano ci consentirà invece di percuotere i nostri bersagli con un pugno roccioso, caricando il colpo fino a massimizzare la forza d'impatto. L'utilizzo di ciascuno di questi poteri è accompagnato da un periodo di cooldown non particolarmente lungo, che in ogni caso non sembra intaccare in maniera significativa il ritmo pirotecnico dell'azione.

    Questo perché con la semplice pressione del grilletto sinistro è possibile alternare in sequenza gli Eikon equipaggiati (tre al massimo) e le rispettive abilità, in modo da orchestrare un concerto di percosse senza soluzione di continuità, in un incessante susseguirsi di attacchi base, schivate, contrassalti e tecniche speciali. Mazzolando ripetutamente un determinato avversario andremo inoltre ad erodere una barra che, una volta esaurita, lo renderà momentaneamente inoffensivo, aumentando al contempo i danni ricevuti.

    Con lo stesso metodo, ovvero a suon di batoste, potremo anche riempire le due sezioni dell'indicatore "Limit Break", ciascuna delle quali potrà essere consumata per attivare la modalità Trascendenza, uno stato di furia che potenzia tutti i parametri e attiva la rigenerazione automatica della salute.

    A chiudere l'elenco delle dotazioni mortali di Clive troviamo Torgal, il più fedele dei compagni del protagonista nonché l'unico che sarà sempre presente nel corso dell'avventura. Al pari degli altri comprimari, la gestione del lupo è in genere demandata all'IA (che ci è sembrata piuttosto solida), sebbene il giocatore possa utilizzare la croce direzionale per impartirgli specifici ordini, chiedendogli di attaccare un particolare avversario o di curare il suo padrone. Il d-pad viene impiegato anche per utilizzare gli oggetti equipaggiati negli slot rapidi, sempre in tempo reale. Per quanto soverchiante possa apparire il profilo ludico della nuova creatura di Square Enix, ci teniamo a precisare che - pad alla mano - l'opera di Yoshida e soci risulta molto più accessibile di quanto questa lunga dissezione sembri suggerire, anche in virtù di alcuni elementi opzionali pensati per facilitare la transizione verso la nuova formula.

    Spettacolarità ruolistica

    Final Fantasy XVI permette di affrontare l'avventura scegliendo tra due diverse modalità di gioco, che si distinguono per un unico, importante fattore: la presenza dei cosiddetti "Timely Accessories". Optando per la modalità Storia, gli utenti potranno infatti equipaggiare un massimo di due accessori (tra cinque disponibili) che andranno a semplificare alcune meccaniche, ritenute ragionevolmente gravose per i meno avvezzi al genere action. L'entità di queste agevolazioni varia grandemente a seconda dell'oggetto utilizzato: uno di questi consente di eseguire combo complesse premendo ripetutamente un singolo tasto, mentre un altro si limita ad automatizzare l'uso degli oggetti curativi.

    La contropartita è ovviamente rappresentata dalla necessità di rinunciare ai bonus derivanti dagli accessori standard, gli unici su cui potranno contare tutti coloro che sceglieranno di avviare la campagna in modalità Azione. Come ribadisce lo stesso Yoshida, l'obiettivo è quello di rendere Final Fantasy XVI un'esperienza flessibile e appagante, capace di coinvolgere una platea quantomai ampia. Seppur condivisibile, a maggior ragione considerando le ambizioni della produzione, la direzione scelta dallo studio non esclude l'insorgenza di intoppi legati tanto alla tenuta del comparto narrativo, quanto a quella della componente ludica, anche per quel che concerne il bilanciamento complessivo del gameplay e la gestione del sistema di progressione.

    Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, l'evoluzione di Clive passa attraverso l'accumulo di due risorse fondamentali ottenibili sbaragliando le schiere nemiche: i punti esperienza e gli AP. Come da tradizione, i primi permetteranno al protagonista di migliorare le sue statistiche principali (Salute, Forza, Resistenza e Volontà), che aumenteranno in automatico ad ogni passaggio di livello, influendo su parametri secondari come la potenza d'attacco, la difesa o la celerità nello stordire un avversario.

    Armati di tutto puntoI limiti della build testata non ci permettono di spendere molte parole sul sistema di equipaggiamento di Final Fantasy XVI. La dotazione di Clive comprende uno slot dedicato alle armi (non sappiamo se ci saranno alternative alla spada), due per l'Haposarmatura (cintura e bracciali), uno da occupare con un amuleto e due destinati ad altrettanti anelli. La descrizione di alcuni oggetti suggerisce la presenza di una dinamica di crafting, ma attualmente non possiamo fornirvi alcuna conferma in merito.

    Gli AP andranno invece ad infarcire un tesoretto di punti destinati all'acquisto e al potenziamento dei 14 talenti base di Clive, che compongono una corona al centro della schermata delle abilità, circondata da sezioni più piccole contenenti i poteri legati agli Eikon (4 attacchi e un'abilità di supporto per ciascuno). La demo ci garantiva l'accesso solo a tre di questi colossi elementali, e allo stato attuale non sappiamo quanto sia destinato a crescere il numero complessivo delle abilità ottenibili, e di conseguenza l'effettiva varietà del combat system e delle possibili build. Sulle stesse note, per ora preferiamo astenerci dall'esprimere giudizi sullo spessore della componente ruolistica di Final Fantasy XVI, ma non escludiamo che la deriva action abbia portato ad uno snellimento di questo aspetto dell'esperienza.

    Tra i dubbi maturati nel corso dell'evento londinese ci sono anche alcune piccole flessioni a carico del combat system: il feedback dei colpi, ad esempio, non sempre ci ha trasmesso le giuste sensazioni, e durante gli scontri in aree più contenute abbiamo notato un calo consistente nella leggibilità dell'azione, complici una gestione della telecamera (e del lock-on) non ancora perfetta e un'interfaccia talvolta invadente.

    Nel complesso, però, la prima sortita sui campi di battaglia di Final Fantasy XVI ha suscitato in noi un genuino moto di entusiasmo, anche per i meriti di una messa in scena sensazionale, anche per ciò che concerne le coreografie marziali. In questo senso è impossibile non citare gli scontri tra Eikon: ciclopiche contese che trasformano alcuni dei momenti più significativi del racconto in un tripudio di furia e godimento multisensoriale. A Londra abbiamo potuto cimentarci in un duello mortale con la rapace Garuda, prima nei panni di Clive e poi in quelli ardenti di Ifrit, un misterioso Eikon con un ruolo centrale della storia ordita dalla brigata creativa di Hiroshi Takai. Questa tenzone, che gli sviluppatori hanno più volte paragonato ad un "incontro di wrestling" tra titani, era caratterizzata da un assetto paragonabile a quello di un brawler dai ritmi relativamente compassati, ben giustificati dalla temibile imponenza del nostro fiammeggiante alter ego. Tra uno scambio di micidiali bordate e l'altro, trovavano spazio sequenze cinematiche - scandite da semplici quick time event - che ci hanno riportato alla mente la furiosa spettacolarità di Asura's Wrath, travolgendoci con vampate di fomento e meraviglia.

    Consapevoli che ciascuna di queste battaglie avrà una caratterizzazione ludica unica, non vediamo davvero l'ora di scoprire cos'altro ha in serbo per noi il team di Yoshida. Anche le boss fight "regolari" ospitano momenti come quelli appena citati, pensati per amplificare la grandiosità delle battaglie senza compromettere il flusso dello scontro o spostare più di tanto gli equilibri della contesa.

    Si tratta ovviamente di una considerazione tutta da verificare, visto che un paio di mischie non bastano certo a farsi un'idea definitiva su questo aspetto della proposta. Possiamo però dirvi che la composizione delle boss battle presenti nella demo ci ha lasciato piuttosto soddisfatti, sia per la varietà dei pattern d'attacco, sia dal punto di vista puramente estetico, eco di una direzione artistica potente e ben definita, che si muove a braccetto con un comparto grafico di grande impatto.

    L'esordio generazionale di Final Fantasy

    Sebbene al momento non sia chiaro quale sia ecosistema di sviluppo scelto per Final Fantasy XVI, non possiamo che considerare promettente il lavoro svolto dallo studio sul versante tecnico. Se è vero che le caratteristiche degli scenari visti nella demo, contenuti nelle dimensioni e tendenzialmente cupi, rendono difficile sbilanciarsi sulla resa complessiva dell'engine, anche per quel che riguarda il sistema d'illuminazione, ci sono aspetti dell'offerta che ci hanno convinto senza remore.

    Prima fra tutti un'effettistica che, tra elementi volumetrici e tempeste particellari, spinge l'acceleratore sulla spettacolarità delle sequenze più intense. Pregevole anche il lavoro svolto sul fronte della animazioni, sebbene quelle facciali mostrino ancora margini di miglioramento più o meno consistenti. L'utilizzo del PBR (physically based rendering) contribuisce poi ad esaltare la qualità delle superfici e degli ambienti di gioco, che fra ombreggiature e variazioni cromatiche risultano credibili e piacevolmente dettagliati.

    Nel complesso anche i modelli poligonali appaiono ben torniti, soprattutto se inquadrati nella cornice artistica di una produzione con una precisa identità stilistica. Per quanto i lineamenti ludici di Final Fantasy XVI esigano una certa solidità prestazionale, i cali di fluidità riscontrati durante la prova (con frame rate sbloccato) non ci preoccupano più di tanto, anche perché lo stesso Yoshida ci ha spiegato come il processo di ottimizzazione sia ancora in corso d'opera.

    Il producer ha inoltre confermato che la versione finale del gioco offrirà diverse modalità grafiche, ed è probabile che almeno una di queste punti alla soglia dei 60 fps, magari col VRR a nutrire il novero dei frame al secondo. Giunti a questo punto, è impossibile non dedicare almeno un pensiero alla sontuosa colonna sonora composta da Masayoshi Soken, come sempre capace di armonizzare alla perfezione musica e gameplay, e di aggiungere splendide note emozionali ai movimenti di camera durante le cutscene. L'incredibile estro dell'artista affiora con prepotenza in particolar modo durante lo scontro tra Eikon, che esplode in un crescendo colmo di un'epicità incontenibile. Nulla da eccepire anche per ciò che concerne gli effetti sonori e il doppiaggio in inglese, quest'ultimo capace di esprimere con efficacia le diverse sfumature emotive dei personaggi al centro dell'inquadratura. Di contro, la recitazione in italiano ci è sembrata molto meno brillante, ma si tratta comunque di un valore aggiunto che merita la giusta considerazione.

    Final Fantasy 16 Il primo incontro con Final Fantasy XVI ci ha rassicurato circa il potenziale di una proposta che sfida apertamente i parametri classici della saga, con l’ambizione di regalare al pubblico un’esperienza all’altezza dei migliori capitoli del franchise. Sebbene la demo londinese non ci abbia permesso di farci un’idea precisa sulla pregevolezza del comparto narrativo, quello ludico ci ha sorpreso in positivo, soprattutto per i meriti di un combat system articolato ed appagante, che abbandona ogni traccia di turnazione in favore di una formula action ad alto tasso di frenesia, vicina ai canoni del sottogenere “stylish”. Per alcuni sarà un boccone difficile da digerire, ma possiamo assicurarvi che la ricetta ha tutte le carte in regola per offrire grandi soddisfazioni. A maggior ragione considerando che il titolo sembra conservare una componente ruolistica significativa, anche se per valutarne l’effettivo spessore dovremo necessariamente attendere qualche tempo. Sulle stesse note, è ancora presto per analizzare a fondo il profilo tecnico della produzione, che comunque può contare sul supporto di una direzione artistica quantomeno promettente, valorizzata da una regia digitale che pare muoversi agilmente tra sequenze ricche di pathos e momenti altamente spettacolari. Insomma, non vediamo l’ora di rigiocarci.

    Che voto dai a: Final Fantasy 16

    Media Voto Utenti
    Voti: 95
    7.8
    nd