Final Fantasy 7 Rebirth: fuga da Midgar tra open map e scontri spettacolari

Tra meraviglie visive e combattimenti spettacolari, Final Fantasy 7 Rebirth potrebbe avere tanto potenziale nascosto: l'abbiamo giocato per un'ora!

Final Fantasy 7 Rebirth: che spettacolo!
Anteprima: PlayStation 5
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  • PS5
  • Le speculazioni e le polemiche sulla direzione narrativa del rifacimento del settimo capitolo di Final Fantasy ci avevano fatto in parte dimenticare il senso di meraviglia cui l'apprezzato FF VII Remake del 2020 ci aveva messo di fronte (qui la recensione di Final Fantasy VII Remake Intergrade), ridando vita, forma e colore a un immaginario iconico.

    Per fortuna un recente trailer di Final Fantasy VII Rebirth presentato allo State of Play ha ribadito quanto il progetto di Square-Enix sia mastodontico in termini produttivi, lasciandoci in preda alla curiosità di mettere le mani sul prosieguo dell'avventura di Cloud su PS5. Ebbene, possiamo finalmente raccontarvi diverse cose sull'attesissimo gioco in uscita il 29 febbraio 2024, perché lo abbiamo provato per poco più di un'oretta.

    Nel segno del classico, a piccoli passi

    Cominciamo col dire che siamo rimasti estasiati dall'impatto visivo dell'opera: Rebirth, che uscirà in esclusiva PlayStation 5, massimizza gli sforzi del team di sviluppo con Unreal Engine 4, dando vita ad uno spettacolo di colori e paesaggi che toglie il fiato. Indubbiamente l'intelaiatura grafica del gioco riparte dall'ottima resa della versione Intergrade, spingendo ulteriormente sulla ricchezza di dettagli.

    Certo, le due ambientazioni che abbiamo esplorato - le grotte di Nibel e le colline ai piedi di Junon - non erano contraddistinte da una grande varietà scenografica, ma quanto visto ci ha colpito a sufficienza in termini di pura qualità estetica. Il lavoro compiuto per rifinire i modelli dei personaggi e il comparto texture è importante e siamo rimasti impressionati dinanzi alle lunghe e imponenti distese di agglomerati rocciosi. Almeno stando alle aree da noi visitate, che si passi da zone all'ombra a porzioni di mappa baciate da un caldo crepuscolo dorato, il sistema di illuminazione arricchisce una direzione artistica che già da ora promette meraviglie.

    Insomma, la resa visiva sembra costituire uno dei fiori all'occhiello del progetto. Potremo dirvi ancora di più sulla parte tecnica solo nella recensione finale: la prova in questione ci è stata sottoposta in modalità Qualità e non abbiamo potuto saggiare la soluzione Performance. Anche senza raggiungere i 60 fps, però, l'esperienza generale ci è parsa abbastanza fluida e godibile.

    Molto difficile è invece esprimersi sul fronte della trama, perché la demo pensata appositamente per la stampa ci ha dato solo un'idea della composizione di due specifici capitoli. Abbiamo quindi vissuto una porzione di una sequenza ambientata nel passato, che i fan del classico del ‘97 ben conoscono: cinque anni prima dell'inizio di Final Fantasy VII, Cloud sta investigando sul malfunzionamento di un reattore Mako all'interno delle montagne di Nibelheim. In compagnia di una giovanissima Tifa, il SOLDIER affianca Sephiroth nella missione ed è proprio assieme al suo mentore che si ritrova ad affrontare numerose minacce. Questo frammento del racconto, che immaginiamo si posizionerà nelle prime ore dell'avventura, ha di fatto costituito un tutorial esteso, che ci ha permesso di riprendere familiarità con le meccaniche già note e apprendere le novità ludiche messe a punto dal team. In questo frangente, ad esempio, abbiamo potuto controllare persino Sephiroth in quanto membro del party, sperimentando per la prima volta una feature inedita che punta alla sinergia tra i personaggi. Su questi elementi torneremo tra qualche riga: avanzando lungo le grotte di Nibel, sgominando creature di ogni tipo traboccanti di energia Mako, abbiamo risolto qualche semplice enigma ambientale e siamo infine giunti al cospetto di un Materia Guardian, un boss la cui sconfitta ha chiuso la prima parte dell'hands-on.

    La seconda missione si è svolta nelle aspre Terre Selvagge di Junon, un'altra trappa cruciale per i protagonisti subito dopo la fuga da Midgar. Cloud e compagni hanno dunque seguito un gruppo di individui incappucciati attraverso le Miniere di Mythril, per poi ritrovarsi nell'immensa regione di Junon. Gli eventi porteranno la squadra a visitare i bassifondi dell'immensa città militare, fino a scontrarsi con un insidioso Terrore degli Abissi e a fare la conoscenza della scatenata ninja Yuffie.

    È stato proprio quest'incontro a segnare la fine della prova e a farci realizzare una precisa volontà degli addetti ai lavori: farci giocare due segmenti di storia praticamente identici al videogioco originale. In questa oretta di gameplay non abbiamo ottenuto risposte sugli sviluppi inediti del racconto, ma se non altro ci è stata confermata l'immensa cura riposta da Square Enix nel riportare in vita il materiale di partenza.

    Scontri più ricchi e spettacolari

    I combattimenti erano un altro dei punti di forza di Final Fantasy VII Remake, perché si basavano su un sistema ATB del tutto rinnovato, forte di un'efficace anima action e di una gradevole stratificazione. In tal senso, Rebirth prende in eredità gli aspetti più convincenti del combat system del predecessore, a partire dalla struttura di base, ma sembra volerne evolverne la formula per renderla ancor più profonda e divertente.

    La principale novità riguarda la sinergia tra i personaggi del party, che innesca potenti azioni combinate. Ciascun protagonista può infatti sbloccare un attacco speciale in combo con uno dei suoi compagni: la varietà e l'efficacia di questi colpi saranno probabilmente legati al sistema di progressione, che permetterà di sbloccarli e potenziarli all'avanzare delle abilità e del livello di Cloud e soci. È possibile sfruttare la sinergia in più di un'occasione: mantenendo attiva la parata, ad esempio, il guerriero giocante può invocare l'ausilio di un alleato per tener occupato il nemico e prendersi un attimo di pausa.

    Completando azioni con la barra ATB, invece, riempirete dei piccoli slot posizionati sotto di essa che possono essere impiegati per scatenare le Abilità Sinergia, attacchi speciali ben coreografati che infliggono un altissimo quantitativo di danni. Pur non rivoluzionando più di tanto quello che di base è un combat system più che solido, tale meccanica ha le carte in regola per ampliarlo e condurlo in una direzione votata alla spettacolarità.

    Neanche a dirlo - e menomale - i nemici non rimangono di certo a guardare e subire passivamente le nostre mosse. I boss che abbiamo affrontato, ad esempio si sono rivelati a più riprese imprevedibili, con pattern piuttosto variegati e in grado di coglierci di sorpresa a più riprese. Non sempre, infatti, gli attacchi più potenti ed elaborati possono andare a segno: le movenze degli avversari hanno permesso loro più volte di sfuggire a colpi fatali, richiedendoci in più di un'occasione di cambiare strategia e di sfruttare con intelligenza le peculiarità del party. Al netto di una messinscena strepitosa e coinvolgente, Final Fantasy 7 Rebirth richiede un approccio ragionato e strategico alle battaglie, e pur non avendoci mai messo davvero in crisi ha saputo stuzzicarci e sfidarci a sufficienza: ecco perché vogliamo tuffarci nuovamente nelle sue lotte.

    Esplorare le open map

    Nel nuovo capitolo l'esplorazione assume un ruolo ben più significativo rispetto a FF VII Remake. È proprio quel che speravamo, poiché d'ora in avanti le ambientazioni della settima fantasia finale si faranno sempre più complesse e intricate, lontane dalle strade e dai percorsi più lineari di Midgar. Rebirth sarà strutturato in mappe aperte che, stando a quanto visto in questa demo, hanno spinto gli sviluppatori a rifinire le animazioni di movimento e salto dei protagonisti.

    Ad esempio, tramite la pressione del pulsante cerchio, è possibile innescare un'interazione con alcuni punti del terreno, magari per arrampicarsi su una superficie sopraelevata. Un'aggiunta minuscola ma a parer nostro significativa, che rende più dinamici gli spostamenti lungo gli scenari. Incamminarsi verso sentieri inesplorati e deviare dal cammino principale apre a svariate opportunità che arricchiscono i contenuti dell'avventura. Il team infatti ha garantito che le attività opzionali saranno numerose, tra quest secondarie e minigiochi ispirati al classico del '97.

    Nella demo, però, l'open map prima dell'ingresso a Junon ci ha presentato una quantità di obiettivi facoltativi alquanto limitata. In primis, possiamo dirvi che le aree - almeno quelle da noi visitate - si possono serenamente perlustrare a piedi. Ma è anche possibile cavalcare i chocobo per un'andatura più trottante, oltre che per reperire con più facilità risorse utili a potenziare il nostro equipaggiamento.

    Girovagare per le regioni del Pianeta con attenzione, significa incappare in forzieri nascosti e ottenere preziose ricompense, si pensi ai materiali investibili in un basilare sistema di crafting. Con esso potremo creare consumabili come Pozioni, Etere e via discorrendo, così da spendere meno denaro in strumenti curativi. L'unico obiettivo secondario disponibile in questo hands-on era rappresentato dalle Cacce disseminate per il livello. Abbiamo quindi dovuto sostenere delle prove di combattimento a tempo, volte a sgominare differenti tipologie di mostri soddisfacendo alcuni specifici requisiti di battaglia, al fine di sbloccare dati aggiuntivi con cui arricchire il Bestiario. Stando al modo in cui ci è stato presentato, tra creature da abbattere e oggetti da raccogliere e collezionare, il mondo di Rebirth non ci è sembrato troppo diverso da quello di Final Fantasy 16 in termini contenutistici. Restiamo ad ogni modo fiduciosi, perché come dicevamo la nostra era una versione dimostrativa per la stampa, col prodotto finito che potrebbe regalarci un ventaglio di attività di ben altro respiro.

    Final Fantasy 7 Rebirth Siamo finalmente andati oltre Midgar e quel che abbiamo visto soddisfa in parte le aspettative che ci siamo fatti in questi anni di attesa: Final Fantasy VII Rebirth sembra un’opera mastodontica sul versante produttivo, con ambizioni artistiche che potrebbero superare ampiamente quelle del suo apprezzato predecessore. Da un punto di vista del gameplay, dovremmo trovarci di fronte a un fiero erede di Remake, con una ricetta ludica che riprende quella del 2020, non mancando però di ampliarla con alcune interessanti novità atte a renderla ancor più profonda. I segmenti dedicati all’esplorazione delle open map però erano caratterizzate da una certa povertà di contenuti, il che non ci permette di esprimerci con toni di certezza su questo fronte. In ogni caso c’è da essere fiduciosi: stando a ciò che abbiamo visto, e in base alle anticipazioni forniteci da Square Enix negli ultimi appuntamenti comunicativi, la nuova epopea di Cloud dovrebbe avere le carte in regola per dimostrarsi all’altezza delle aspettative dei fan.

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