Fire Emblem Warriors Three Hopes: novità del gameplay e prime impressioni

La serie Fire Emblem Warriors si arricchisce con un nuovo gioco in arrivo a fine giugno solo su Switch: lo abbiamo provato.

Fire Emblem Warriors Three Hopes: novità del gameplay e prime impressioni
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Switch
  • Fatta eccezione per il deludente Touken Ranbu Warriors, i più recenti titoli confezionati dallo studio Omega Force di Koei Tecmo Games hanno progressivamente assunto le sembianze di veri e propri action RPG, conquistando persino i favori del pubblico occidentale. Seguendo l'esempio di Hyrule Warriors: Age of Calamity e dell'ancor più straordinario Persona 5 Strikers, che soltanto lo scorso anno ha appunto ridefinito il concetto di "musou su licenza" (a proposito, qui trovate la recensione di Persona 5 Strikers), anche l'imminente Fire Emblem Warriors: Three Hopes si sta rivelando un prodotto innovativo e rivoluzionario, in quanto lo sviluppatore nipponico ha saputo sintetizzare una formula ludica capace di mescolare con successo le meccaniche originali di Fire Emblem al ritmo tipico che contraddistingue i Warriors.

    Avendo trascorso alcune ore in compagnia di Fire Emblem Warriors: Three Hopes, che ricordiamo esordirà in esclusiva su Nintendo Switch il prossimo 24 giugno, ve ne proponiamo di seguito le nostre impressioni preliminari.

    A caccia del Flagello Nero

    Come suggerito dal nome simile, Fire Emblem Warriors: Three Hopes è ambientato nello stesso continente che abbiamo esplorato tre anni orsono nell'imponente Three Houses (siete a un click di distanza dalla recensione di Fire Emblem: Three Houses), tuttavia la comprensione del canovaccio narrativo non richiede particolari conoscenze pregresse.

    Attingendo a luoghi e personaggi comparsi nel sensazionale strategico confezionato da Intelligent Systems, l'ultima fatica di Omega Force propone infatti una storyline alternativa, che di conseguenza si sviluppa in maniera fondamentalmente diversa. Benedetto dalla protezione della Dea, il continente fòdlano è governato da tre diverse potenze, le quali si sono spartite il suo immenso territorio: se la regione settentrionale è dominata dal Sacro Regno di Faerghus, quella meridionale appartiene da più di mille anni all'Impero Adrestiano, mentre le aree ad est sono amministrate da un gruppo di nobili che, dopo essersi ribellati alla famiglia reale, hanno formato l'Alleanza del Leicester. Sebbene in passato le tre fazioni abbiano dato vita a numerosi conflitti, oggi il continente di Fòdlan sta vivendo un periodo di pace e armonia, anche grazie agli sforzi compiuti dalla Chiesa di Seiros per preservare il più a lungo possibile la situazione corrente.

    Indossati i panni del giovane mercenario Shez, il cui genere può essere stabilito dal giocatore nei primi minuti della campagna, la nostra nuova avventura nel sempre più vasto universo di Fire Emblem ha inizio nei boschi di Remire, ossia un villaggio poco distante dall'area in cui sorge il monastero di Garreg Mach e geograficamente collocata nel cuore di Fòdlan. Caparbio e abile nell'uso della spada, il ragazzo è alla ricerca della compagnia di Jeralt, un gruppo di mercenari veterani che si mormora non abbia mai fallito un solo incarico e che pertanto gode di una reputazione impareggiabile.

    Il suo scopo è in realtà quello di rintracciare e sconfiggere il famigerato Flagello Nero, un potentissimo guerriero che, avvalendosi appunto del supporto offerto dagli uomini di Jeralt, circa sei mesi prima ha provocato la totale disfatta della precedente compagnia di Shez, che proprio in quella sciagurata occasione è giunto a un passo dalla morte.

    Nel prologo della vicenda il mercenario itinerante si perderà nei boschi di Remire e, per un curioso scherzo del destino, conoscerà la principessa dell'Impero Adrestiano, Edelgard von Hresvelg, il principe ereditario del Sacro Regno di Faerghus, Dimitri Alexandre Blaiddyd, e il nipote del capo dell'Alleanza del Leicester, Claude von Riegan, ovvero i leader delle tre casate in cui sono stati smistati gli studenti dell'Accademia Ufficiali. Allo scopo di raccogliere informazioni e allungare le mani su qualche moneta, Shez offrirà la propria spada ai tre studenti inseguiti da un branco di banditi, ignorando che proprio questo fatidico incontro lo spingerà a lungo andare a sposare gli ideali di una delle tre casate, a seconda delle preferenze del giocatore e dei legami instaurati di missione in missione.

    Se al momento preferiamo rimandare alla recensione finale qualsiasi giudizio sull'intreccio, di cui abbiamo una visione ancora parziale, dobbiamo comunque riconoscere di aver apprezzato non poco la decisione di Omega Force di riutilizzare la struttura narrativa adoperata dal già menzionato Persona 5 Strikers. Laddove i musou si limitano solitamente a proporci una lunga sequela di missioni malamente collegate tra loro e selezionabili da un apposito menu, la trama di Fire Emblem Warriors: Three Hopes è invece suddivisa in capitoli, ognuno dei quali presenta lunghe cutscene, battaglie campali che coinvolgono migliaia di soldati, nonché animati dialoghi che obbligano il giocatore a compiere costantemente delle scelte in grado di alterare non solo i rapporti tra i componenti del cast, ma anche l'evoluzione della vicenda. Se supportato da una sceneggiatura intrigante e ricca di colpi di scena, il canovaccio narrativo dello spin-off potrebbe insomma avvicinare ulteriormente il prodotto di Omega Force ai fasti di un autentico RPG.

    Come se fosse un gioco di ruolo

    Basato sulla consueta alternanza tra colpi leggeri e pesanti che contraddistingue il genere, il sistema di combattimento ha subito degli interessanti innesti volti a differenziare enormemente i personaggi e le loro classi.

    Oltre agli attacchi standard e alle mosse speciali innescabili dopo aver ricaricato la barra guerriero, Shez e le altre unità hanno ad esempio accesso alla cosiddetta "Mossa Unica", che nel caso dei Mirmidoni permette di tenere premuto l'apposito tasto per sferrare una spazzata micidiale e in grado di travolgere tutti gli avversari circostanti. A queste vanno aggiunte le magie e le tecniche selezionabili attraverso il menu rapido, che tuttavia non possono essere eseguite più volte di seguito, ma al contrario richiedono un periodo di cooldown. Anche perché, a differenza del normale attacco speciale, l'impiego delle suddette azioni riduce la durabilità dell'arma equipaggiata, che una volta esaurita del tutto impedisce di ricorrere a mosse particolari per il resto della battaglia. Salvo il recupero dei cristalli viola lasciati cadere in maniera piuttosto casuale dai nemici sconfitti, non esiste alcun modo per ripristinare la durabilità dello strumento di morte, il che costringe a dosare con estrema attenzione il dispendio della preziosa risorsa.

    Similmente a quanto avveniva nel più recente episodio della serie Hyrule Warriors (per tutti i dettagli rileggete lo speciale sul combat system di Hyrule Warriors: Age of Calamity), durante gli scontri coi comandanti nemici può capitare che sulle loro teste compaia il cosiddetto "Indicatore Collasso", che una volta consumato del tutto attraverso combo e azioni speciali consente di attivare lo Slancio Critico per assestare il colpo di grazia all'avversario o comunque ridurre drasticamente i suoi punti vita residui. È una soluzione che ai livelli di difficoltà più elevati torna piuttosto utile per vincere i duelli coi capi avamposto e velocizzare l'annientamento dei bersagli più ostici, ma che a difficoltà normale chiude eccessivamente in fretta le dispute.

    Come se non fosse già abbastanza, tutti i personaggi del roster dispongono poi di un ulteriore asso nella manica, individuabile nel "Risveglio": una volta entrato nella suddetta modalità, la cui durata comporta l'azzeramento di un'apposita barra, non solo il combattente controllato diventa brevemente immortale, ma tutti gli attacchi portati a segno fanno apparire l'indicatore Collasso sulle teste degli ufficiali avversari, che di conseguenza crollano come birilli sotto i colpi del lottatore risvegliato.

    A giudicare dalle prime ore trascorse in compagnia di Fire Emblem Warriors: Three Hopes, si direbbe comunque che questo abbia molte altre frecce al proprio arco. In attesa di scoprirle tutte quante, abbiamo apprezzato parecchio la possibilità di impartire degli ordini ai compagni in campo e spedirli in specifici angoli della mappa: giacché alle missioni prendono parte diversi alleati, l'utente può servirsi degli ordini per inviare gli amici a conquistare i settori più remoti o per evitare di dover soccorrere personalmente le unità in difficoltà.

    Assieme al comando "Tutti in attacco", che concentra il fuoco dei combattenti disponibili su un unico bersaglio, si tratta di espedienti mirati a trarre il massimo vantaggio possibile dalla presenza degli alleati, ma sfortunatamente gli elementi in nostro possesso non sono ancora sufficienti per valutare in che modo gli ordini impattino sulla difficoltà complessiva del titolo. Il nostro verdetto è insomma rimandato alla recensione finale, quando potremo finalmente far luce su tutti segreti e le speranze di Fire Emblem Warriors: Three Hopes.

    Che voto dai a: Fire Emblem Warriors: Three Hopes

    Media Voto Utenti
    Voti: 2
    6
    nd