For Honor: provato il comparto multiplayer del gioco Ubisoft

Ubisoft ci invita a Parigi per provare con mano For Honor, attesissima nuova IP che si mostra ancora una volta in forma smagliante sul campo di battaglia.

For Honor
Anteprima: PC
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • I guerrieri lottano per l'onore. Feroci, violenti, incuranti della morte, avanzano sui campi di battaglia incrociando le loro lame, affondando il metallo nella carne dei nemici, urlando al cielo la propria supremazia. Mentre la mattanza si consuma, tutt'intorno la natura assiste silenziosa alla macabra danza di morte; il ruscello nel cuore della foresta scorre senza curarsi troppo del caos che impera sulle sue rive, mentre il vento scuote gli alberi e porta con sé i primi fiocchi di neve. É questa la cruda e brutale realtà di For Honor, un titolo che vanta certamente molti pregi, uno su tutti la grande atmosfera con cui avvolge il giocatore, rievocando in lui sensazioni ancestrali, quasi animalesche, che ben si addicono alla ferocia dei combattimenti all'arma bianca, veri e propri protagonisti del titolo. In una fredda ma splendida Parigi, Ubisoft ci ha chiamati a raccolta per condividere con noi alcune novità relative all'atteso progetto in uscita il prossimo 14 febbraio; For Honor si è mostrato ancora una volta in ottima forma, promettendo un'esperienza multigiocatore profonda, variegata, indiscutibilmente galvanizzante da provare con mano.

    Il sangue disegna i confini

    Tante, tantissime le novità che il team di sviluppo ci ha illustrato nelle circa quattro ore che abbiamo trascorso in sua compagnia. La visione dei ragazzi di Ubisoft si dimostra matura, calibrata nel dettaglio, volta a restituire un titolo che si ispira profondamente alla struttura degli FPS online più celebri degli ultimi anni, ridisegnandone la fisionomia e contestualizzandola nella cornice di un fighting game in terza persona, in cui enorme importanza riveste l'originale sistema di combattimento. Proprio a ribadire tali presupposti, la profondità dell'offerta multiplayer del titolo verrà ulteriormente arricchita con l'avvento della Faction War, vero e proprio sistema che traccerà le performance dei vari giocatori del globo impegnati in sanguinari combattimenti online. Un'enorme mappa di gioco descriverà quelli che sono i confini dei territori comandati da ciascuno dei tre eserciti (che, ricordiamo, vedono protagonisti i cavalieri, i vichinghi e i samurai del Giappone feudale), ed ogni singola vittoria o sconfitta in una qualsiasi delle modalità disponibili sconvolgerà gli equilibri territoriali e produrrà effetti tangibili sui possedimenti degli schieramenti coinvolti. Tali cambiamenti saranno gestiti grazie ad un sistema di vere e proprie "stagioni", ciascuna delle quali verrà suddivisa in intervalli di tempo prestabiliti, al termine dei quali otterremo premi e nuovi oggetti con cui personalizzare i nostri letali alter ego qualora la fazione selezionata risulti trionfante nel conflitto globale. La vittoria garantirà inoltre l'accesso ad alcuni "War assets", potenziamenti consumabili grazie ai quali assicurarsi vantaggi tattici in occasione del match successivo, così da velocizzare l'espansione dell'impero per cui combattiamo.
    La cornice delle Faction Wars costituirà la base su cui edificare lo sviluppo futuro del titolo, il quale verrà costantemente aggiornato tra una season e l'altra con mappe inedite, oggetti legati alla personalizzazione e nuove modalità: add on completamente gratuiti, che impediranno di fatto il frazionamento della community e che assicureranno a tutta l'utenza l'accesso ad un corposo volume di nuovi contenuti a costo zero. Le uniche spese ulteriori che potreste eventualmente mettere in conto son quelle relative al "metallo", vera e propria moneta virtuale che otterrete salendo di livello, sbloccando bauli di loot di stagione in stagione, collezionando una vittoria dopo l'altra, o più semplicemente utilizzando denaro reale.
    Non temete però: il team di sviluppo è ben consapevole che una struttura come quella di For Honor potrebbe crollare sotto il peso di un modello "pay to win" che non si addice minimamente alla natura e alle ambizioni del titolo; per questo motivo investire nel metallo servirà a sbloccare un ventaglio di abilità relative al singolo guerriero proporzionale al livello raggiunto, impedendo di fatto l'acquisto di perk e power up particolarmente efficaci quando si è messo piede sul campo di battaglia solo da una manciata di ore. Bisognerà ovviamente attendere di mettere le mani sulla build finale del gioco per poter scongiurare del tutto il pericolo di un bilanciamento afflitto dagli squilibri di microtransazioni troppo invasive, ma il team sembra avere le idee molto chiare a riguardo, e la beta attesa per gennaio 2017 contribuirà certamente a chiarire ulteriormente la bontà di questo specifico aspetto della produzione.

    Luoghi e strumenti di morte

    Il profondo e stratificato combat system di For Honor si è imposto come tratto distintivo dell'opera Ubisoft grazie a dinamiche originali che trasformano ogni duello in una letale danza fatta di rapide schivate e stance adatte ad attaccare i punti deboli dell'avversario. A rendere ancora più entusiasmante l'esperienza di For Honor troviamo una grande attenzione riposta nella varietà di armi, equipaggiamenti, perk (qui chiamati "feats") e location tra cui scegliere, così da rendere ogni battaglia un campale conflitto impossibile da dimenticare. Abbiamo avuto l'opportunità di spulciare i menu relativi alla personalizzazione dei vari guerrieri, e possiamo assicurarvi che il lavoro svolto è davvero encomiabile: ciascuna classe di ogni schieramento gode di un numero impressionante di armature e strumenti di morte con cui plasmare il proprio stile di gioco, puntando sulla forza bruta o su di una maggiore efficacia delle abilità di recupero. Possiamo modificare l'elmo, il corpetto, e le protezioni per le braccia dell'avatar, così come personalizzarne l'arma scegliendo tra else e lame di vario genere, scudi dalle più disparate forme e proprietà protettive, coltelli e mazze ferrate. Ogni elemento relativo al gear viene classificato in base alla rarità dell'oggetto, proprio come accade col loot di tanti action-rpg, e porta con sé dei bonus e dei malus da sfruttare a seconda delle proprie esigenze tattiche.

    Potenza d'attacco e di difesa, velocità, ricarica della barra relativa alla stamina o durata della modalità "revenge" (stato durante il quale il nostro guerriero sprigionerà tutta la propria rabbia) sono solo alcune delle stats su cui potremo intervenire in sede di personalizzazione. Qualora fossimo particolarmente affezionati ad uno specifico equipaggiamento potremo poi investire metallo e scarti ottenuti distruggendo strumenti inutilizzati per potenziarne alcuni tratti distintivi, rendendoli così sempre performanti anche dopo svariate ore di gioco. La build a nostra disposizione ha mostrato ottimi spunti in tale ambito, grazie ad una buona varietà di componenti tra cui scegliere, tutti valorizzati da un design sempre accattivante e ispirato, per una gestione dell'inventario e del crafting che richiama alla mente quella implementata da Diablo e affini.
    Vichinghi, samurai e cavalieri medioevali vantano infine feats specifiche tra cui scegliere, da attivare attraverso l'uso della croce direzionale, per un totale di quattro perk a cui affidarsi durante le lotte. Uccidendo nemici o conquistando territori durante le nostre partite accumuleremo punti con cui sbloccare nell'ordine i poteri equipaggiati, spesso peculiari alla classe selezionata. Il Warlord vichingo può deporre sul terreno una trappola per orsi, perfetta da piazzare di fianco al cadavere di un nemico così da catturare un eventuale compagno impegnato a ressarlo. Il Conqueror dei cavalieri può invece trasformarsi in un vero e proprio tank, sacrificando la rapidità di movimento in favore di equilibrio e potenza fisica, mentre i samurai possono evocare una letale pioggia di frecce con cui abbattere anche il più resistente dei nemici. Le combinazioni sono davvero tante, e se le affianchiamo agli oggetti e alle armi equipaggiabili non possiamo fare altro che rimanere estasiati dinanzi alle innumerevoli possibilità di personalizzazione offerte in For Honor, destinate ad essere ulteriormente arricchite grazie ai premi accumulati stagione dopo stagione. Ma non è tutto: per testare con mano l'efficacia del nostro loadout nuovo di zecca avremo a disposizione un totale di dodici mappe.
    Ciascuno stage godrà di un numero di varianti, tra le quattro e le sei unità: ciascun campo di battaglia verrà infatti rielaborato e ridisegnato per simulare un posizionamento sempre diverso sulla vasta mappa di gioco globale. Ci spieghiamo meglio con un esempio: "Citadel Gate", ambientazione conosciuta sin dal primo annuncio relativo al gioco, potrà esistere contemporaneamente in vari punti del fronte, e godrà di un egual numero di incarnazioni. Qualora ci ritrovassimo a combattere nei pressi di una montagna allora la cittadella verrà invasa dalla neve e spazzata da venti sferzanti, in pianura invece la visibilità verrà ostacolata da una fitta nebbia e da una leggera ma incessante pioggia, oppure potremo ritrovarci a versare il sangue di mille eserciti al chiaro di luna, in notturna, per scontri assurdamente evocativi. Pur non intervenendo sul layout della mappa quindi, le variabili ridisegnano la fisionomia delle varie ambientazioni, restituendo davvero la sensazione di giocare in una location completamente diversa dalla sua controparte "originale". Grazie a questo intelligente espediente Ubisoft promette un totale di sessanta fronti su cui scontrarsi al dayone: numero destinato ad aumentare sensibilmente con la pubblicazione di contenuti aggiuntivi tra una stagione e l'altra.

    Ad una varietà che si preannuncia impressionante si affianca inoltre l'ottimo design delle mappe provate: abbiamo potuto testare ben quattro nuovi terreni di scontro, tutti ottimamente disegnati, dettagliati ed intricati al punto giusto, capaci di alternare ampi spazi in cui ingaggiare il combattimento a ramificate vie di fuga perfette per tendere agguati. Non mancano neanche alcune trappole ambientali da cui tenersi ben lontani: "Canyon" ad esempio presenta cunicoli rocciosi che sfociano in un'insenatura marina, sulla quale troneggiano alcuni ponti in legno, ottimi per liberarsi del proprio inseguitore all'istante gettandolo in acqua. Stesso discorso per l'affascinante radura boscosa di "Forest", associata alla fazione dei Samurai, caratterizzata da pericolanti costruzioni sospese tra gli alberi, seguita dall'imponente "Cathedral", che, come da titolo, si sviluppa tra esterni ed interni di una magnificente cattedrale gotica diroccata, reclamata dall'avanzare della natura impegnata a minacciare il giocatore con letali geyser che squarciano il terreno. Il mondo di gioco è quindi vivo e vitale, e contribuisce a restituire una forte sensazione di contrasto tra la ferocia degli scontri e la bellezza e quiete del paesaggio, per un'atmosfera sempre epica, ancestrale, viscerale. Un risultato encomiabile.

    Volti nuovi

    Non contenti del volume di novità mostrate, il team di Ubisoft Montreal ci ha inoltre concesso l'opportunità di sfidare colleghi della stampa estera in ben tre modalità di gioco, ovvero Dominion, Elimination e Duel, vestendo i panni di tre classi inedite, ognuna appartenente ad una diversa fazione.
    I cavalieri sfrutteranno la rapidità delle letali Peacekeeper, assassine incappucciate armate di spada lunga e coltello, veloci, agili, in grado di compensare la poca difesa con combo lunghe e complesse, ma sopratutto annoverando bombe esplosive e balestre avvelenate tra le feats disponibili. É addirittura possibile far detonare alcune cariche a morte avvenuta, proprio come il buon Junkrat insegna! I Samurai possono invece affidarsi alla potenza bruta di una classe "pesante" quale quella dello Shugoki, energumeno lento ma inarrestabile, armato di una possente e spessa mazza con cui spezzare le ossa del nemico. Un carro armato in carne ed ossa, che vanta tra i propri talenti anche una preziosa "stun armor" che gli permette di portare a segno i propri attacchi in qualunque circostanza, senza mai venire interrotto dagli affondi avversari.
    Chiude il cerchio il valoroso Warlord vichingo: armata di gladio e scudo questa classe si rivela molto equilibrata, affiancando discrete qualità offensive e difensive, giocando molto sui buff di velocità e recupero stamina grazie alle apposite feats, e permettendo di piazzare sul campo tagliole con cui ferire e bloccare avversari da affettare poi con tutta calma.

    Pad alla mano il bilanciamento dell'esperienza di gioco ci è sembrato più che buono, richiedendo tanto lavoro di squadra per fronteggiare gli Shugoki più allenati, e una gestione attenta della resistenza qualora si debba ingaggiare una sgusciante Peacekeeper. Ad esaltare il buon lavoro di caratterizzazione troviamo alcuni degli scontri tra i più appassionanti ed esaltanti da giocare oggi sul mercato, profondi e tattici al punto giusto, impreziositi dalle diverse dinamiche delle varie modalità di gioco, tutte molto diverse tra loro per ritmi e strategie, nonostante le apparenti similitudini in superficie. Il duello 1vs1 è quanto di più essenziale For Honor possa offrire, rimuovendo tutte le feats equipaggiate e invitandovi ad ingaggiare il nemico senza distrazioni, in uno scontro che si dipanerà lungo cinque round, alla meglio di tre vittorie. Domination richiede invece un ottimo senso della posizione ed un affiatamento del gruppo da non trascurare, invitando il team a dividersi in piccoli gruppi d'assalto posti a difesa (o a cattura) dei tre punti disposti sulla mappa. Tanta mobilità e prontezza nel cambiare rapidamente fronte si rivelano imprescindibili per raggiungere la vittoria, ottenibile una volta accumulato un punteggio di 1000 punti, per poi annientare il team nemico oramai privato di respawn.

    Chiude il cerchio della nostra prova Elimination, dove le due squadre si affrontano in cinque round (anche qui alla meglio di tre) dove ogni singola vita conta, dal momento che in caso di morte non potrete tornare in gioco sino al round successivo. Non vi resta quindi che attendere un compagno che vi aiuti a rialzarvi curandovi: un'opportunità tattica che può essere eliminata finendo la propria vittima con una spettacolare esecuzione. Capirete bene che effettivamente senza testa è difficile pensare di tornare in combattimento!
    Elimination sulle prime coglie un po' alla sprovvista, dal momento che posiziona i giocatori sulla mappa in maniera tale che ciascun elemento del party si ritrovi dinanzi un avversario. La strada apparentemente più naturale da seguire sembrerebbe quella di ingaggiare subito battaglia con chi abbiamo di fronte, ma in realtà non sempre è consigliabile, sopratutto se a bloccarvi il passaggio è uno Shugoki. Fuggire e incrociarsi con almeno uno dei propri compagni può invece allungare decisamente la vita, consentendovi di pianificare una strategia più elaborata e che possa meglio contrastare le peculiarità delle classi avversarie. Ciascuna modalità si presenta quindi dotata di una forte personalità, richiedendo al giocatore di rielaborare completamente l'approccio alla battaglia adeguandosi alle dinamiche di regole diversificate, capaci di riscrivere completamente gli equilibri della sfida di For Honor.

    For Honor For Honor avanza inarrestabile sul suo cammino, sempre più vicino alla tanto attesa data di pubblicazione. Di battaglia in battaglia l'ambizioso progetto di Ubisoft mostra i propri, possenti muscoli, forte di una varietà contenutistica invidiabile, un sistema di combattimento fresco e stratificato, ma sopratutto di una direzione del progetto lucida, consapevole, attenta a valorizzare tutte le peculiarità di un titolo che potrebbe davvero lasciare un segno importante nel panorama videoludico contemporaneo. Grazie ad una maniacale cura per il dettaglio, For Honor travolge il giocatore con una struttura solida e convincente, promettendo di rendere sempre più ampio il respiro dei combattimenti online con un numero impressionante di mappe, classi ottimamente caratterizzate e una base come quella delle Faction Wars che contribuirà a far sentire l'utente al centro di una campale guerra tra eserciti, alternata da timidi periodi di tregua, durante i quali riscattare le tanto agognate ricompense. Se il bilanciamento generale dei tre schieramenti si confermerà ben calibrato e se l'economia interna legata al metallo non si rivelerà troppo invadente, allora il prossimo San Valentino potrebbe tingersi di un vivo rosso sangue. Restate sintonizzati su Everyeye per tutti i futuri aggiornamenti sul titolo: abbiamo la netta sensazione che For Honor non abbia ancora svelato tutte le sue carte.

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