Generation Zero: provata la Beta del nuovo gioco degli autori di Just Cause

Avalanche Studios presenta Generation Zero, terzo progetto dello studio gestito in contemporanea con Just Cause 4 e RAGE 2...

Generation Zero: provata la Beta del nuovo gioco degli autori di Just Cause
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Sapevate che Avalanche Studios non ha sviluppato soltanto Just Cause? Spulciando nel curriculum del team svedese, infatti, troverete anche una serie intitolata "theHunter": tre titoli che, lapalissianamente, sono dedicati alla caccia. Al di là della qualità della serie in sé, di cui non ci occuperemo in questo articolo, è importante tenere presente questo lavoro di Avalanche perché sembra essere la base sulla quale si poggia il suo nuovo progetto: Generation Zero. Ambientazioni naturali ben realizzate, atmosfere pacifiche ed idilliache, la serenità che regna sovrana su di voi e sul vostro fucile di precisione, il suono dei passi sulle foglie cadute in autunno: prendete tutto questo ma, al posto di inoffensivi tacchini da abbattere, piazzateci un'orda di robot corazzati e dotati di enormi mitragliatrici, il cui solo ed unico scopo è quello di sterminare ogni forma di vita (non computerizzata) sulla faccia della terra! Questo è Generation Zero, una sorta di theHunter al contrario, in cui il cacciatore non sarete di certo voi... a meno che non sappiate organizzarvi come si deve. Abbiamo provato la Closed Beta del titolo e dobbiamo ammettere che ci ha lasciato buone sensazioni, dimostrandosi un progetto da tenere d'occhio per il futuro. Andiamo a vedere più da vicino di cosa si tratta.

    Ma quanto ***** sono Swedish?

    Il cocktail concettuale di Avalanche sembra essere il prodotto del barista di un manicomio. Sentite qua: un survival game in prima persona, ambientato negli anni '80, in Svezia, con elementi horror, un'ambientazione naturalistica molto ben realizzata e robot-killer zoomorfi! Nonostante lo stravagante mix di caratteristiche, che sembrano buttate lì per caso, il risultato ci piace, e pure parecchio.

    Eh sì, perché quella che sembra essere un'accozzaglia di concept diversi è in realtà un'operazione ben riuscita: le giacche con le spalline, gli orologi Casio, le musiche a metà tra Terminator e Stranger Things, e le automobili squadrate dal design "scandinavo" si adattano molto bene, paradossalmente, alle grigie atmosfere della campagna svedese. Così al momento di selezionare l'aspetto del personaggio scegliamo il "nerd" - e chi se non lui - ed ha inizio la nostra sopravvivenza. La storia è piuttosto semplice: in tutta spensieratezza, siamo di ritorno a casa da una battuta di pesca con gli amici, quando ci accorgiamo che non ci sono altri esseri umani (vivi) in giro.
    La prima missione da affrontare è quella di esplorare casa nostra e lootare tutto quello che ci serve: afferriamo in tutta fretta qualche kit medico, una pistola (scarica), ed un binocolo che ci permetterà di osservare bene i dintorni. Colpisce l'attenzione, in lontananza, il lampeggiante di un'auto della polizia: un barlume di speranza blu e rosso. Giunti sul luogo le cose cominciano a farsi inquietanti: l'auto è vuota e sul cofano giace un braccio meccanico spezzato. Senza farci troppe domande, ci accontentiamo di trovare le munizioni per la pistola nel bagagliaio e dirigerci verso la prossima destinazione: una chiesa nelle vicinanze. Proprio qui faremo conoscenza per la prima volta coi nemici del gioco. Lentamente, infatti, pattugliano la strada principale due robot dalle movenze animali. Da lontano ricordano delle tigri, col loro colore arancione, ma una volta allertati hanno un comportamento simile a quello dei bufali o degli gnu. Una "piccola" differenza coi mammiferi è che i robot hanno grosse mitragliatrici montate sulle spalle, ma una volta fatte esplodere con qualche pistolettata ben mirata, cercheranno di circondarvi e di caricarvi con violenza: meglio fare il giro lungo, restare bassi, ed infiltrarsi nella chiesa senza fare troppo rumore. Giunti lì, troviamo il primo indizio sui sopravvissuti, scritto sul muro rigorosamente in svedese: comincia l'avventura alla ricerca delle risposte di cui abbiamo tanto bisogno.

    Aggiungi un posto a tavola

    Generation Zero è un survival in cui non sono presenti la gestione della fame e della sete. Non vi aspettate, dunque, un incessante sterminio di selvaggina tra un combattimento e l'altro. Il titolo, come abbiamo accennato, si basa interamente sul sistema di loot e sui punti esperienza. Sgraffignare tutto quello che si trova in giro, facendo attenzione a non riempire l'inventario di oggetti inutili, è infatti essenziale per poter combattere la misteriosa progenie robot presente sulla mappa di gioco: un'isola di cui abbiamo potuto ammirare soltanto una porzione, una lingua di terra che, pure essendo ad occhio e croce circa un quarto della mappa intera, ha richiesto diverse ore per essere esplorata in toto.

    Bigger is not better, nel nostro caso, visto che le passeggiate tra una location e l'altra (pur essendo piacevoli grazie alla buona realizzazione tecnica delle ambientazioni) ci sono sembrate troppo lunghe. Staremo a vedere se, come nel caso di The Forest, l'isola si riempirà di piccole sorprese nascoste. Torniamo al sistema di loot. Sono presenti, per ora, diversi oggetti che potranno variare sensibilmente le vostre tattiche di combattimento, come, ad esempio, radio da lasciare accese a tutto volume e fumogeni sgargianti per attirare l'attenzione dei robot; oppure taniche di benzina e granate per tendere imboscate col botto. Le armi che siamo riusciti a trovare sono tre (anche queste, rigorosamente, svedesi!): una pistola, un fucile a pompa e uno da cecchino, tutte personalizzabili grazie ai vari accessori che troverete nei "loot crates".

    Generation Zero è un'avventura da vivere sia da soli che in multiplayer, con un massimo di quattro giocatori per lobby. La cooperazione (per quanto poco abbiamo potuto testarla) sembra funzionare, soprattutto nella possibilità di tendere trappole alla macchine assassine, facilitando la vittoria. Abbiamo incontrato tre varietà di robot: a "quattro zampe", volanti, ed infine una tipologia molto particolare. Ve li ricordate i Gekko di Guns of the Patriots? Ecco, qualcosa di molto simile e spaventoso! Un aspetto decisamente interessante del titolo è il sistema di ricompensa con XP. Non è necessario sforacchiare qualsiasi cosa si muove per salire di livello, si guadagneranno punti anche solo riuscendo a fuggire da uno scontro. Una volta saliti di grado potrete spendere il gettone esperienza in una serie di abilità ad albero piuttosto classiche, che andranno a migliorare le vostre performance con le armi, la capacità di trasporto oggetti, la stamina, eccetera.

    Un'altra caratteristica che abbiamo apprezzato è la "memoria" del gioco: in altre parole sembra che i danni che vengono inflitti ai robot restino presenti per tutta la durata della nostra avventura, eliminando così la sensazione di combattere inutilmente, ed integrando la fascinosa possibilità di imbattersi nuovamente in "vecchi nemici", riconoscendoli proprio grazie agli arti mancanti! Generation Zero non è un titolo semplice, e non manca certo di pecche, considerando comunque lo stato ancora "arcaico" in cui si trova. Nonostante i proiettili vadano via come il vento, infatti, l'intelligenza artificiale dei nemici non è molto evoluta, ed è semplice da aggirare con un po' d'esperienza. Inoltre, anche se il gunplay è abbastanza soddisfacente, le hitbox sono completamente sballate. Tutti questi aspetti, uniti alla sensazione di una mappa troppo vuota, possono essere ancora sistemati dal team di sviluppo, e ci auguriamo che la versione finale del titolo possa essere all'altezza delle premesse interessanti mostrate.

    Generation Zero Avalanche Studios ha preso le ambientazioni pacifiche ed idilliache del suo theHunter e ci ha inserito dentro un mix di elementi degno di un barman totalmente svitato: atmosfera survival-horror, anni ’80 a palla e robot killer assetati di sangue. Il risultato è un cocktail di cui abbiamo potuto assaggiare qualche sorso, e che ci è piaciuto: Generation Zero, al netto dei difetti di IA, delle hitbox sballate e di qualche contenuto mancante, è un titolo che va tenuto d’occhio. L’appuntamento è per il 2019, con un videogame che non ha intenzione di rivoluzionare il genere survival nelle meccaniche, ma che possiede uno charme in grado sicuramente di distinguersi. Vestirsi da Michael Jackson e abbattere robot a quattro zampe nella campagna svedese può sembrare folle...ma anche divertente!

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