Provato Ghost Recon Wildlands

A un anno esatto dalla prima presentazione (avvenuta all'E3 2015) abbiamo messo le mani su Tom Clancy's Ghost Recon Wildlands, lanciandoci in una missione dimostrativa che, nonostante la breve durata, si è rivelata piuttosto articolata ed esaustiva.

Ghost Recon Wildlands
Anteprima: PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Nell'ambiente videoludico, quindici anni sono davvero tanti, e senza dubbio bastano a farci capire se un brand è riuscito o meno a conquistarsi un posto speciale nel cuore del pubblico. La storia di Ghost Recon, cominciata appunto nel lontano 2001, ha sempre collezionato un gran numero di successi, al punto da guadagnarsi sempre l'attenzione e il rispetto delle folle, e con l'annuncio del nuovo Wildlands è arrivata l'ultima -inequivocabile- conferma. Il titolo Ubisoft ha stuzzicato ben bene i fan e sin dal nostro primo hands-off, risalente allo scorso E3, ci è sembrato che una nuova energia irrompesse nella saga, forte di un concept convincente, supportato soprattutto da un setting intrigante e incredibilmente attuale. La struttura open-world, cucita a regola d'arte sopra le magnifiche location Boliviane, ci aveva subito conquistato e sembrava sposarsi perfettamente con la dimensione fortemente cooperativa del titolo. In più, la componente strategica e i tratti distintivi che hanno reso grande Ghost Recon parevano in grande forma. Di fatto, un PvE solido nel gameplay e potenzialmente sterminato negli spazi completa perfettamente l'attuale proposta del marchio Tom Clancy, ma per comprendere appieno l'efficacia di questa nuova formula e le sue sfumature squisitamente cooperative serviva indubbiamente una prova con mano. Prima di abbandonarci agli entusiasmi, insomma, ci interessava scoprire il taglio che avrebbe preso la campagna single player, l'approccio esplorativo, e, più in generale, volevamo approfondire l'intera struttura che regola la progressione del personaggio e il sistema delle missioni. Per fortuna, con qualche giorno di anticipo sulla fiera Losangelina, abbiamo potuto tuffarci il nuovo Wildlands, grazie ad una presentazione esclusiva appositamente organizzata da Ubisoft. Insieme ad un manipolo di colleghi, abbiamo nuovamente vestito i panni di un'unità di Ghost Recon, lanciandoci in una missione dimostrativa che, nonostante la breve durata, si è rivelata piuttosto articolata ed esaustiva. Grazie al briefing e a quattro chiacchiere con gli sviluppatori, inoltre, molte delle nostre domande hanno finalmente trovato risposta, ed ora, siamo pronti a raccontarvi la nostra piccola grande guerra contro i Narcos Boliviani.

    Bolivia libera!

    L'atmosfera che pervade la produzione Ubisoft è più che mai chiara: in Ghost Recon vestiremo i panni di un'unita scelta, altamente specializzata nell'operare dietro le linee nemiche. La sensazione che si prova nello scendere sul campo di battaglia, però, ha un che di particolare. I nostri Ghost non sono una "semplice" SWAT di quartiere, bensì un team d'assalto completamente indipendente, quasi ribelle, appositamente addestrato per sopravvivere negli scenari di guerriglia più selvaggi. Il nostro nemico non è un'organizzazione criminale come tante altre, né una inflazionatissima cellula terroristica, bensì il più grande cartello della droga Sud Americano, con i suoi miti e il suo particolare folklore, per giunta super-equipaggiato ed animato da una ferocia unica nel suo genere. El Sueno è il nostro villain, il Pablo Escobar della situazione, che gestisce come fosse una divinità il suo esercito personale, che prende il nome di Santa Blanca. Infine, sono proprio le location che completano il quadro e rappresentano il pilastro portante del nuovo Ghost Recon: Wildlands.Abbiamo avuto modo di esplorare i territori Boliviani, e in men che non si dica ci siamo resi conto dell'immensità della mappa di gioco. Ubisoft, prontamente, ha tenuto a precisare che si tratta del suo più grande open-world, caratterizzato da una varietà di ambientazioni mai viste prima. Impossibile dargli torto: per quanto riguarda vastità e differenziazione delle aree ci troviamo di fronte ad un lavoro più che notevole, realizzato con perizia tecnica e pervaso da una sincera ispirazione. Deserti, montagne innevate, canyon e foreste fluviali si susseguono con coerenza, e tutto sembra credibile, vivo, colorato e dannatamente selvaggio. In terra martoriata dalla violenza vive ancora una popolazione impaurita, raggruppata in piccoli villaggi dall'aspetto caratteristico. Uno dei nostri compiti, oltre a quello di fronteggiare direttamente l'avanzata del cartello, sarà proprio quello di protegge i civili, liberando i loro insediamenti dall'oppressione del Sueno (con effetti di mutamento dinamici). La libertà, come ci insegna Ubisoft, è ancora una volta la parola d'ordine; in qualsiasi momento potremo scegliere a quale compito dedicarci, prendendoci il nostro tempo per esplorare le Wildlands, scoprirne i segreti e soprattutto i vantaggi strategici. Già, perché il bello del nuovo Ghost Recon è che non esistono strade prestabilite, tutto è fluido, e soprattutto il nemico è in grado di adattarsi alle nostre mosse. Niente script, dunque, piuttosto, una promessa di un'IA completamente autonoma e imprevedibile, che dovrà essere fronteggiata con ogni mezzo possibile. A proposito di mezzi, eccovi qualche numero: i veicoli saranno più di sessanta, per non parlare dell'infinità di armi e gadget che gli sviluppatori ci hanno assicurato. Insomma, i contenuti sembrano non mancare, peccato solo non aver provato il sistema di crescita del personaggio, che ci speriamo sia in grado di sorreggere una struttura così aperta. D'altra parte, Ubisoft ci ha assicurato una personalizzazione estremamente approfondita per i nostri Ghost, ed ovviamente, avremo a disposizione anche un editor di tutto rispetto.

    OSOK: One Shot, One Kill

    Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, confermiamo che il gioco presenta una campagna giocabile sia in singolo che in coop fino a quattro giocatori, con la possibilità passare dall'una all'altra in qualsiasi momento. Chi predilige il silenzio del single player potrà contare sul tradizionale sistema di Ghost Recon, che rende possibile gestire i propri compagni con semplici comandi, che vi daranno accesso ad un buon numero di tattiche. Il piatto forte, sicuramente, resta la cooperativa a quattro giocatori, e a questo punto, per spiegarvi meglio la nostra esperienza, vogliamo raccontarvi della missione a San Mateo: si tratta di una missione di infiltrazione e recupero, concettualmente simile alla cattura dei forti vista in Farcry, ma più estesa e complessa, che rappresenta peraltro solo una delle varie tipologie di operazioni presenti nel titolo. Insieme ad altri tre soldati ci siamo organizzati per l'assalto ad un piccolo paesino finito nelle mani del Cartello, che ha pensato bene di stanziarvi un intero battaglione. Gli approcci suggeriti sono essenzialmente due; stealth o action.

    Sotto la guida di un caposquadra abbiamo ovviamente optato per un basso profilo, ma ci siamo subito accorti che mantenerlo fino alla fine non è cosa da poco. I nemici sono molti, gli spazi ampi e assai complessi, e spesso avere una visione del campo di battaglia non è facile, al punto che si finisce per farsi scoprire in men che non si dica. In più, basti pensare che non esiste un sistema di coperture di tipo adattivo, e bisogna gestire i movimenti dei nostri Ghost con estrema precisione se si vuole finire sforacchiati. Nel caso ve lo stiate chiedendo, vi confermiamo subito che la gestione della mira è ancora basata sulla visuale in prima persona, e questo conferisce al TPS di Ubisoft un respiro piuttosto particolare e cadenzato. I movimenti, inoltre, sono ben pesati (e pesanti), e questo è da intendersi come una cosa positiva, poiché restituisce un feeling solido, che aumenta la dimensione strategica del titolo. Il gunplay vero è proprio ci è sembrato buono, appagante, ed anche se non abbiamo potuto provare chissà quale armamentario per ora ci riteniamo soddisfatti. Va detto che anche i gadget e le mod per i nostri fucili non erano tantissime in questa prova, nella fattispecie si trattava di un po'di C4, un drone da ricognizione (decisamente vitale nella fase di organizzazione pre-assalto) e i classici silenziatori. Quello che vi abbiamo detto sinora non deve farvi pensare ad un titolo lento; tuttaltto. Come vi accennavamo poco fa, infatti, basta un attimo per far scattare l'allarme e in men che non si dica ci si ritrova in una sparatoria all'ultimo sangue, con tanto di colpi di mortaio e gatling gun da schivare. Interessante e promettente è sicuramente l'uso dei veicoli, che rivestirà di certo una componente fondamentale del gameplay. La nostra missione, come da manuale, è cominciata paracadutandoci silenziosamente da un chopper d'assalto, ma si è chiusa con una rocambolesca fuga in auto. In quanto al sistema di guida possiamo dire che si tratta sostanzialmente di un modello fortemente arcade, da contestualizzare però con le varie tipologie di terreno che, spesso malandato o sconnesso, possono costituire anche un notevole malus per il guidatore. Inoltre, pare che i veicoli saranno tutti sbloccati e disponibili da subito, ma bisognerà scoprirli in giro per la mappa di gioco.

    Anche sul versante del gameplay, dunque, ci consideriamo soddisfatti, grazie ad una mole di contenuti davvero soddisfacente e ad un ritmo della coop riuscito ed appagante. Ci siamo infine chiesti se, qualora si scelga la via del giocatore singolo, l'esperienza venga in qualche modo ridimensionata, ma gli sviluppatori ci hanno comunque assicurato che sarà presente un sistema di matchmaking di prima scelta, intuitivo e veloce, così da rendere il titolo sempre fluido ed accessibile a tutti. C'è ancora molto da scoprire in questo Ghost Recon: Wildlands, e c'è ancora tempo prima del lancio (previsto per il 7 marzo 2017), ma siamo sicuri che nei prossimi mesi avremo modo di parlarvene abbondantemente...

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