God Eater 3: impressioni preliminari in attesa della recensione

La stagione di caccia all'Aragami riaprirà entro poche settimane, ragion per cui abbiamo trascorso alcune ore in compagnia di God Eater 3.

God Eater 3: impressioni preliminari in attesa della recensione
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Switch
  • PS4 Pro
  • Sebbene gli occhi dei cacciatori di tutto il mondo siano attualmente puntati sull'espansione di Monster Hunter World che Capcom ha annunciato in occasione della scorsa edizione dei The Game Awards, lo sviluppatore nipponico Bandai Namco Entertainment si dichiara pronto a inaugurare una nuova stagione di caccia all'Aragami, ossia le fameliche divinità che infestano l'apocalittico mondo dipinto nei titoli della serie God Eater. L'appuntamento col terzo episodio del brand, che ricordiamo sarà disponibile solo su PlayStation 4 e PC, è fissato per il prossimo 8 febbraio, ma nel frattempo abbiamo potuto cimentarci con le prime venti missioni del pacchetto, saggiandone anche il comparto narrativo. In attesa della recensione finale, vi proponiamo dunque le impressioni preliminari maturate durante la nostra più recente prova.

    La più sventurata generazione di cacciatori

    Nei mesi passati si erano presentate diverse occasioni per toccare con mano con God Eater 3 e dare una prima occhiata alle novità introdotte sul lato gameplay. Tuttavia, nessuna delle demo finora pubblicate ci aveva offerto il benché minimo dettaglio riguardo la trama principale, la cui profondità rappresenta da sempre la principale differenza tra la serie di Bandai Namco e quella di casa Capcom. Di conseguenza, le poche informazioni precedentemente in nostro possesso circa il misterioso tessuto narrativo dell'hunting game avevano sollevato non pochi dubbi, che questo nostro ultimo test ha invece fugato. Alcuni anni dopo la conclusione di God Eater 2 Rage Burst, il pianeta Terra è diventato addirittura più invivibile di un tempo, in quanto all'inizio degli anni '80 del ventunesimo secolo si è verificata la comparsa delle cosiddette Terre Cineree: una foschia visibile a occhio nudo e in grado di divorare e trasformare in cenere qualunque cosa si trovi lungo il suo passaggio, inclusi gli esseri umani, i God Eater e persino gli Aragami. Con l'avvento di questa nuova calamità, sono comparsi anche alcuni Aragami in grado non solo di sopravvivere nelle asperità delle Terre Cineree, da cui prendono il nome, ma capaci persino di entrare in stato di Burst e privare i God Eater tradizionali delle abilità di risonanza. Ormai prossima all'estinzione, la razza umana si è vista a sua volta costretta a elaborare una nuova arma, qui incarnata dai cosiddetti "God Eater adattabili", ossia degli individui dotati di una resistenza particolarmente elevata.

    Vi è tuttavia un'ulteriore differenza fra la vecchia guardia e la nuova generazione di divoratori di divinità: se i primi erano considerati degli eroi, gli ultimi sono obbligati a vivere in condizioni miserevoli. Sottoposti in tenera età ad esperimenti abominevoli atti a valutarne l'attitudine, il loro DNA è stato infatti mescolato con le Oracle Cell degli Aragami e la stessa corruzione cinerea; a ragion veduta, la società li considera alla stregua di ibridi e non esita a servirsene quando e dove necessario, destinandoli a un'intera vita di obbedienza e reclusione.

    Anche il nostro silenzioso alter-ego ha ricevuto il trattamento descritto poc'anzi, e assieme ai suoi abili compagni di prigionia è stato costretto ogni giorno a prender parte a missioni che i comuni esseri umani non potrebbero mai svolgere.

    Dal momento che le precedenti versioni di prova di God Eater 3 erano interamente ambientate all'interno di una strettissima cella, che però presentava tutte le tipiche caratteristiche che, in genere, definiscono un HUB (come ad esempio il terminale per migliorare l'equipaggiamento, sintetizzare gli oggetti e accedere alla modalità multiplayer), temevamo che una vasta porzione di gioco ci avrebbe imposto una prolungata detenzione forzata. Fortunatamente, invece, già al termine delle missioni tutorial di Grado 1, il nostro personaggio e i suoi commilitoni avranno l'occasione tanto attesa per cambiare il proprio destino e guadagnarsi, a poco a poco, l'agognata libertà.

    Al cospetto di Ra

    Mentre gli incarichi di Grado 1 ci hanno permesso di fronteggiare mostri di taglia piccola, al fine di prendere dimestichezza coi comandi e le principali meccaniche di attacco, le variegate e già più impegnative missioni di Grado 2 hanno trascinato nella mischia una serie di nostre vecchie conoscenze. Come da tradizione, God Eater 3 offre infatti una nutrita schiera di creature inedite e spaventose, ma ci sono anche parecchi Aragami già noti al fan del brand, come ad esempio la Sariel e lo scorpione Borg Camlann, presenti fin dalla primo episodio della saga, oppure ancora il coccodrillo noto come Ukonvasara, introdotto invece in God Eater 2 Rage Burst.

    Mettendo da parte le terrificanti bestie con cui ci eravamo già misurati nei mesi passati, quest'ultima prova ci ha finalmente consentito di testare le capacità del temibile Ra, un fiammeggiante Aragami cinereo specializzato tanto negli attacchi esplosivi a distanza, quanto nel combattimento ravvicinato. Dotato di un'intensa energia termica, che scaturisce dal forno situato nella parte inferiore del proprio corpo, il mostro può infatti scagliare dei veri e propri soli contri i giocatori, per poi ricorrere di rado ad un'altra mossa speciale talmente potente da azzerare gli HP dei combattenti in piena salute.

    Spiazzante e apparentemente inarrestabile, presenta però un punto debole che durante la demo abbiamo individuato soltanto ad un passo dalla vittoria finale: il forno suddetto è in realtà una delle parti della creatura che possono essere disintegrate. Pertanto, dopo la sua strategica distruzione, subisce un drastico depotenziamento e appare quindi ben più gestibile. Quella che, insomma, sembrava una sfida piuttosto esosa, anche a causa dello scarso equipaggiamento disponibile nelle prime due ore di gioco, ha dimostrato ancora una volta l'importanza dello spirito di osservazione, indispensabile non solo per comprendere i punti deboli dei mostri, ma soprattutto per memorizzarne i differenti pattern di attacco.

    Avendo potuto giocare soltanto le fasi iniziali della campagna principale, ci vediamo costretti a delegare alla recensione finale l'analisi completa del comparto online e delle novità introdotte dal combat system. Questo test, tuttavia, ha portato alla nostra attenzione un intrigante dispositivo che i God Eater adattabili possono aggiungere all'equipaggiamento per godere di una serie di bonus temporanei, i quali variano in base alle preferenze del giocatore.

    Soddisfacendo dei particolari requisiti, che spaziano dall'esecuzione di un certo numero di morsi dati con la God Arc al ripetuto utilizzo della parata, il cosiddetto "grilletto acceleratore" tende a innescare dei momentanei power-up, i quali migliorano l'efficacia dello scudo e degli assalti in mischia, o anche la velocità di "divorazione", che persino in questo nuovo episodio continua ad apparire eccessivamente tediosa.

    Localizzato in italiano, con doppia traccia parlata in lingua giapponese e anglofona, God Eater 3 sembra affetto da una traduzione estremamente letterale, che di conseguenza rende alcuni passaggi imprecisi e poco scorrevoli. Sebbene questa lacuna non corra il rischio di precludere la comprensione dei dialoghi ai giocatori, magari interessati soltanto al comparto multiplayer dell'hunting game, non possiamo fare a meno di augurarci che Bandai Namco pubblichi, entro la data di uscita del titolo, una patch atta a migliorare il livello qualitativo dei testi.

    God Eater 3 Grazie ai bizzarri espedienti narrativi escogitati stavolta dallo sviluppatore, la trama di GOD EATER 3 aveva destato non poco la nostra curiosità, ma la snervante carenza di contenuti offerti dalle brevissime demo finora pubblicate sul PlayStation Store aveva anche portato alla nascita di qualche legittimo dubbio circa la sua profondità. Le prime ore del gioco, invece, hanno fugato ogni ragionevole perplessità, proponendoci una storia che, seguendo i canoni della serie, promette interessanti e drammatici colpi di scena. Sulla scia del fortunato Monster Hunter: World, anche il gameplay sembra includere delle gustose novità destinate a semplificare la caccia agli Aragami, ma ci vediamo costretti a posticiparne il giudizio a quando ne avremo verificato a dovere l’effettiva validità.

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