Google Stadia Connessione: test e requisiti 1080p e 4K

Come funziona Google Stadia? Abbiamo provato il servizio streaming di Big G con le connessioni più diffuse in Italia.

Google Stadia Recensione e Unboxing
Recensione: Google Stadia
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Ciò che abbiamo capito durante i molti giorni di test con Stadia (su Everyeye.it trovate la recensione di Google Stadia) è che per raccontare la qualità dell'esperienza con il servizio streaming è sempre necessario contestualizzarla. L'idea alla base della piattaforma di Google è quella di fare in modo che gli utenti possano utilizzare i giochi in un'ampia gamma di situazioni: sullo schermo di un laptop (a 1080p), sul proprio telefonino, oppure sul pannello 4K del televisore. Ciascuna di queste condizioni ha dei requisiti di banda ben diversi, e diverso è l'impatto visivo che possiamo aspettarci. Un'altra variabile importante è il tipo di collegamento alla rete: avere un cavo ethernet che connette direttamente il computer al router permette di ridurre al minimo la latenza e di avere un flusso dati più stabile rispetto ad una connessione Wi-Fi, e questo ha un effetto a tratti percepibile sulla qualità dell'esperienza di gioco.
Abbiamo quindi messo sotto stress la nuova piattaforma di Google sfruttando un'ampia gamma di configurazioni, e siamo pronti ad elencarvi nel dettaglio tutti i risultati.

Streaming a 1080p - Ultrabook Asus

Lo streaming a 1080p sarà probabilmente uno dei più utilizzati da chi deciderà di acquistare i videogiochi su Stadia. Ricordiamo che proprio il caro, vecchio formato HD sarà considerato quello standard, l'unico disponibile per chi non pagherà l'abbonamento a Stadia PRO. Per avere la possibilità di salire fino a 4K sarà infatti necessario versare la quota di 9,90€ al mese, che si sommerà ovviamente al costo dei singoli prodotti.

Per testare la qualità del gioco a 1080p abbiamo scelto un Ultrabook dalla dotazione piuttosto debole: un classico laptop da lavoro, che predilige la leggerezza alle prestazioni e non è in grado di gestire quasi nessun motore poligonale. Avendo a disposizione una fibra ottica (da 1Gigabit/s, ma i test portano agli stessi esiti con una più diffusa 200 Megabit/s), ed un collegamento via cavo Ethernet, i risultati sono incredibili. La latenza, semplicemente, non esiste, con nessun sistema di controllo abbiate scelto: che vogliate utilizzare mouse e tastiera, il controller ufficiale di Stadia oppure un pad compatibile (va benissimo quello Xbox), la risposta agli input sarà sostanzialmente perfetta, così come la qualità del flusso video.

Gli artefatti dovuti alla compressione sono minimi, visibili solo ad un occhio attento: non ci sono pixel sgranati, macchie di colore che compaiono sullo schermo, e quello che si percepisce è soltanto un leggero aliasing su qualche elemento. Diremmo tuttavia che la colpa non è del flusso video che viene spedito in streaming dai server di Stadia fino al PC, bensì delle opzioni che alcuni team hanno deciso di adottare.

Ricordate sempre che quando diciamo che un videogioco sta girando "in remoto", significa che da qualche parte nel mondo c'è comunque un PC che lo sta facendo funzionare. Sebbene l'utente non abbia nessun tipo di controllo su questo elemento, il gioco gira di fatto con delle impostazioni preselezionate. Algoritmo di anti-aliasing, qualità delle ombre, ampiezza del field of view, risoluzione delle texture, V-Synch: tutto è deciso a priori, che sia dagli sviluppatori oppure da Google.

L'idea che ci siamo fatti è che i titoli finora disponibili (prendiamo come riferimento Shadow of the Tomb Raider e Destiny 2) utilizzino dei settaggi vicini alle impostazioni "Alte" delle relative versioni PC, portandosi dietro qualche piccolo difetto in determinati campi: per Destiny 2 è appunto l'aliasing, per l'ultima avventura di Lara Croft invece la risoluzione delle texture della vegetazione.

Un artefatto legato alla compressione video, e comune a tutti i prodotti che abbiamo testato (compresi Gylt, Kine e Mortal Kombat 11) è un'apparente riduzione della gamma cromatica. Probabilmente per rendere meno "pesante" il flusso dati inviato dal server, Stadia riduce l'estensione della scala di colori, di fatto rendendo il colpo d'occhio meno vivido rispetto alla controparte PC.

Oltre all'assenza integrale di input lag, quello che stupisce è la fluidità inchiodata a 60fps: un risultato che per molti titoli è quasi impossibile da ottenere, almeno sulle console attuali, e su cui Stadia non transige. Soprattutto in titoli come Destiny 2, si tratta di un vantaggio non secondario rispetto agli hardware casalinghi.

L'esperienza a 1080p con un'ottima connessione ed un cavo di rete, insomma, è eccezionale: "quasi al limite della fantascienza", come abbiamo scritto nella nostra review. Ma cosa succede quando si comincia ad allontanarsi da questa ideale zona di comfort? Partiamo staccando il cavo ethernet ed affidandoci al Wi-Fi. Già in questa situazione, molto raramente si cominciano a notare alcuni artefatti di compressione. Di tanto in tanto la qualità del flusso video cede per un istante, alcune aree del video diventano meno definite e con qualche pixel bene in vista. Succede soprattutto quando le immagini a schermo cambiano molto rapidamente, che sia per colpa di un movimento un po' più brusco o del passaggio da un'area illuminata ad un'area più scura. Non vogliamo addentrarci troppo in questioni tecniche, ma il fatto che Stadia possa dare qualche piccolo problema in questi momenti dipende da come sono scritti gli algoritmi di compressione e decompressione video: gestire il flusso di dati diventa più difficile quando i fotogrammi sono uno molto diverso dall'altro, semplicemente perché ci sono più informazioni da trasmettere e decodificare. Speriamo che questi rudimenti tecnici, seppur molto generici, possano esservi utili in un momento storico in cui lo streaming diventerà sempre più importante per il gaming.

Tornando ai giochi: chiariamo che i problemi riscontrati con la fibra in Wi-Fi sono letteralmente delle inezie, se guardiamo alla qualità generale dell'esperienza. È giusto segnalarli perché con il cavo Ethernet spariscono del tutto, ma non inficiano minimamente un'esperienza che non esitiamo a definire incredibile.

Test con connessioni limitate (15Megabit/s - 30Megabit/s)

Cosa deve aspettarsi, però, chi non ha accesso alla fibra ottica? Google afferma che lo streaming a 1080p sia possibile con una connessione di appena 15Mbit/s (per i 720p ne servono invece 10). Utilizzando un limitatore di banda abbiamo simulato esattamente questa connessione, fra l'altro in linea con la maggioranza delle connessioni italiane (possiamo pensarla come una 20 Mega con qualche problema di dispersione legato alla distanza dalla centrale).

Ebbene, dobbiamo ammettere che Stadia riesce a gestire lo streaming HD, ma con alcune problematiche che sicuramente innervosiranno i giocatori abituati alla qualità video dell'hardware classico. Considerate però che i 15Megabit/s sono di fatto dei "requisiti minimi", e proprio come succede in ambito PC qualche piccola rinuncia deve essere messa in conto.

In questo caso a seconda dei prodotti testati si può incappare in due situazioni: Destiny 2 decide (giustamente) di dare priorità alla responsività dei comandi: mantiene la latenza sostanzialmente nulla e accetta che le irregolarità visive si manifestino più spesso. Tomb Raider sembra andare nella direzione opposta: mantiene sempre e comunque la pulizia del colpo d'occhio, ma di tanto in tanto si avverte un po' di ritardo nella risposta dei comandi. È questo un indizio che i fenomeni di latenza che potrebbero verificarsi non siano necessariamente da associare alla comunicazione con server di gioco; potrebbe anzi darsi che il ritardo sia dovuto proprio al processo di decompressione del video.

Una conferma di questo fattore si ha per esempio disattivando l'accelerazione grafica dalle impostazioni di Google Chrome, ovviamente l'unico browser su cui è possibile utilizzare Stadia. Togliendo questa opzione il browser non ha accesso alle risorse computazionali della scheda grafica, e quindi l'algoritmo di decodifica dei dati sfrutta soltanto la CPU. Risultato? I titoli diventano letteralmente ingiocabili, con ritardi di qualche secondo che rendono impossibile controllare il personaggio. Nel caso in cui sperimentiate problemi simili, provate a controllare l'opzione di cui sopra (viene indicata come "accelerazione hardware").

Questo aspetto ci informa di un altro elemento molto importante: di fatto le prestazioni di Stadia non sono completamente indipendenti dall'hardware. Il flusso video deve essere codificato da un software (che si chiama, appunto, codec), e questo processo ha bisogno di risorse computazionali. Idealmente potrebbe esserci qualche vecchio netbook che non riesce ad affrontarlo con la rapidità necessaria, ma per fortuna i laptop e gli smartphone degli ultimi anni non incappano in questo tipo di problemi. Nel caso, comunque, sarebbe possibile (attraverso la schermata delle opzioni per ora raggiungibile soltanto da App mobile) impostare Stadia per fare in modo che blocchi la risoluzione a 720p. Onestamente, anche se la fluidità e la stabilità aumentano di molto, la qualità dell'immagine su schermi Full HD è così degradata che non consiglieremmo questa soluzione.

Abbiamo eseguito in ogni caso altri test, per capire qual è la velocità di connessione minima per garantire una qualità identica a quella della fibra. A 30Megabit/s l'esperienza con i 1080p diventa sostanzialmente perfetta, indistinguibile da quella registrata nella situazione ideale di cui parlavamo all'inizio di questo articolo. Non è certo una velocità proibitiva, ed il lavoro di ottimizzazione che Google ha operato è davvero ottimale.

Complessivamente, per chiudere la lunga parentesi dello streaming a 1080p, diremmo che i test sono più che positivi, a tratti quasi sconvolgenti. Stadia è la conferma definitiva che, con una connessione anche poco superiore alla media, lo streaming videoludico può funzionare alla grande, superando ogni più rosea aspettativa in termini di sensazione di controllo, fluidità e piacevolezza generale. Ci sono ovviamente alcune precondizioni da soddisfare, ed è chiaro che bisogna attrezzarsi per ridurre al minimo i fattori di rischio (se proprio non si può avere una connessione cablata, la distanza dal router può avere un suo impatto), ma con pochi accorgimenti si può facilmente avere per le mani quello che definiremmo, senza mezzi termini, "un pezzo di futuro".

Connessioni ad alta latenza

Un altro test che abbiamo condotto è relativo all'aumento del ping, ovvero del tempo necessario ad un pacchetto dati per spostarsi dal nostro device (PC) ad un dispositivo di rete remoto (server) e tornare indietro. Una buona fibra ottica ha un valore di pochi millisecondi (2-5ms), mentre le linee ADSL tradizionali possono variare moltissimo, oscillando da 20 a 70 millisecondi.

L'analisi di questo valore è fondamentale se volete prendere in considerazione l'acquisto dei giochi su Stadia, perché il "tempo di latenza" influisce direttamente sulla risposta ai comandi. Più alto è il ping, più è facile iniziare ad avvertire un lag nei movimenti del vostro avatar. Del resto, a differenza di quello che accade negli hardware tradizionali, Stadia invia gli input del vostro pad al server, che li elabora prima di rispedirvi indietro il flusso video in cui vedrete l'effetto dei comandi appena impartiti.

Come abbiamo già confermato poco sopra, Google ha fatto un lavoro impeccabile nel rendere più rapido possibile questo processo, ma se la linea stessa risulta avere un'alta latenza, il problema non si può aggirare del tutto. Se il ping si mantiene attorno ai 20 millisecondi, in ogni caso, la sensazione di controllo sarà sempre più che buona, e sebbene non suggeriremmo a nessuno di disputare una partita competitiva su Destiny 2 o Mortal Kombat, giocare ad un adventure game o affrontare una sessione PvE non sarà un problema. Attorno ai 30/40 millisecondi l'input lag si fa sentire maggiormente, ma un giocatore occasionale potrebbe comunque tollerarlo senza troppo fastidio. Sopra questo valore, giocare con Stadia può invece essere davvero problematico e a tratti frustrante. Se il ping supera i 100ms, sarà il sistema stesso ad interrompere la sessione e consigliarvi di trovare una connessione migliore.

Cercate quindi di valutare la vostra situazione prima di investire nella piattaforma di Google. Sapendo, come punto di riferimento, che con un ping sotto i 10 millisecondi la latenza è davvero impercettibile, addirittura minore rispetto a quella di alcuni schermi non particolarmente efficaci per il gaming.

Test nelle fasce orarie di intenso traffico di rete

Nel corso dei nostri test siamo incappati in alcune sessioni di gioco estremamente problematiche, senza individuare un motivo specifico per il calo qualitativo dell'immagine e l'aumento considerevole del lag. Ci siamo accorti che in quasi tutti i casi queste oscillazioni si registravano nelle fasce orarie più trafficate, ovvero quelle serali.

Potrebbe sembrare una specificazione futile, ma nel valutare Stadia bisogna capire che il servizio di Google si appoggia sull'infrastruttura di rete globale, condivisa da tutti gli utilizzatori di internet. Non sappiamo se questi problemi siano legati all'aumento del carico di lavoro delle server farm: sarebbe forse la motivazione più auspicabile, dal momento che con investimenti mirati il colosso di Mountain View potrebbe risolvere agilmente la faccenda. Crediamo però che il "collo di bottiglia" stia invece nelle dorsali europee che raggiungono il nostro Paese: pensatele come enormi autostrade digitali che trasportano i dati dai server ai nostri dispositivi, ed immaginate l'affollamento, ovvero il traffico, che ci può essere nel momento in cui dopo una giornata di lavoro l'intera penisola si connette per guardare un video, una serie in streaming, giocare in multiplayer... A livello europeo, del resto, le "vie" per raggiungere i server principali sono due, e passano rispettivamente dalla Francia e dalla Germania.

L'effetto che questi ingorghi serali hanno su Stadia è abbastanza destabilizzante, al punto da impedire a volte la possibilità di giocare serenamente. Non è un problema che si verifica con costanza, e non c'è modo di prevedere con esattezza quando e se succederà, ed anche questa indeterminatezza fa parte della filosofia di Stadia: acquistando i giochi sulla piattaforma di Google si baratta un certo tipo di libertà (quella di non avere nessun hardware e di poter giocare ovunque ci sia una buona connessione), con una parte del controllo che possiamo esercitare.

Quando ci sono problemi di questo tipo, non c'è nessun modo per intervenire: non è possibile scegliere a quale server connettersi, capire lo stato del servizio, avere una stima dei tempi di risoluzione. La sensazione di impotenza è la stessa che si ha quando non funzionano i server di un titolo always online, estesa però a tutta la propria libreria.

D'altro canto, sapere che è possibile giocare a Gylt semplicemente accedendo sul browser anche dopo un viaggio transoceanico, senza bisogno di portare pad, console, dischi, né di scaricare fisicamente l'applicazione, è una sensazione di libertà completa, altrettanto forte e a dir poco rinvigorente.

Streaming a risoluzioni intermedie (21:9; 1440p)

Allo stato attuale dei fatti Google Stadia non gestisce le risoluzioni intermedie, non certo diffuse come gli standard 1080p e 4K. Mentre capiamo bene la scelta di non supportare il formato 21:9, decisamente molto raro, è sicuramente meno lungimirante il fatto che Google abbia deciso di "snobbare" i 1440p, volgarmente detti "2K". Questa risoluzione è molto diffusa fra gli utenti PC, visto che moltissimi schermi per i desktop più performanti sono costruiti proprio con questo apprezzato standard.

Il problema potrebbe risolversi presto, quando nel 2020 Stadia arriverà a 4K anche su browser. In questo caso chi avrà uno schermo a 1440p potrà usufruire anche di una sorta di effetto "super sampling": l'immagine alla massima risoluzione verrà ridimensionata e risulterà per questo più nitida e pulita.

Attualmente succede invece il contrario: il computer "allarga" l'immagine a 1080p, introducendo le imperfezioni grafiche tipiche dell'upscaling e amplificando in maniera visibile l'effetto un po' "slavato" legato alla riduzione della gamma cromatica. Visto che gli schermi a 1440p non hanno solitamente una diagonale troppo ampia, si riesce comunque a giocare godendo di una qualità visiva soddisfacente, merito degli upscaler di buona qualità che ormai è facile trovare.
Da notare, infine, che se si collega un Chromecast Ultra ad uno schermo a 1440p, Stadia si tara automaticamente sulla risoluzione di 1080p.

Streaming a 4K - Chromecast

Ad oggi l'unico sistema per gestire la risoluzione di 4K con Stadia è quello di utilizzare un Chromecast Ultra su un pannello compatibile con quella risoluzione. Attenzione però: Stadia non funziona con tutti i Chromescast attualmente disponibili, bensì solo con quelli inseriti nelle edizioni Premiere e Founder's. Non sappiamo ancora quando gli altri device già immessi sul mercato verranno aggiornati.

Una volta effettuato il setup del Chromcast (utilizzando l'applicazione Google Home) bisogna sfruttare l'App ufficiale di Stadia per associare il controller, e si è pronti a partire. Per lo streaming in 4K Google suggerisce di avere a disposizione una connessione di almeno 35Megabit/s, ma il suggerimento che ci sentiamo di dare è quello di considerare una 50Mbit/s come il requisito minimo per avere un'esperienza fluida e dal buon impatto visivo.

Anche per lo streaming in 4K valgono idealmente le stesse considerazioni fatte poco sopra: sensazione di controllo ottimale, compressione sostanzialmente assente, flusso video nitido e pulito. I risultati, insomma, sono sempre impeccabili per quel che riguarda la qualità e la velocità dello streaming. Il problema è che ad essere più trattenuti sono i singoli prodotti, che non spingono sul pedale delle prestazioni tecniche come sarebbe lecito aspettarsi.
Ribadiamo ancora una volta: il fatto che i giochi acquistati su Stadia non funzionino fisicamente sul vostro hardware, non significa che non ci sia un PC che li fa girare. Questo PC è, appunto, il server. Google ha dichiarato che proprio grazie alla dotazione tecnica dei suoi server i videogame su Stadia avrebbero raggiunto prestazioni inarrivabili altrove. Queste dichiarazioni, oggi, vanno però pesate con attenzione.

L'idea che ci siamo fatti è che per ottimizzare il carico di lavoro sui propri server, Google abbia ridotto la qualità delle opzioni grafiche per i titoli che girano in 4K. È come se ogni sessione di Stadia avesse a disposizione una data potenza di calcolo: aumentando la risoluzione e quindi il peso del rendering, per non sforare bisogna necessariamente ridurre dettagli, qualità delle texture e delle ombre, o addirittura il framerate. Questa operazione di "bilanciamento" del carico computazionale non ha ovviamente nulla a che fare con l'ampiezza di banda necessaria per effettuare lo streaming, che sarà maggiore nel caso del 4K perché maggiore è il numero di pixel (e quindi di dati) che viene trasmesso per ogni fotogramma.

Il fatto che l'impatto grafico sia minore in 4K si nota subito dando un'occhiata a Shadow of the Tomb Raider. L'illuminazione appare più piatta, i dettagli della vegetazione e del fogliame cominciano a latitare, persino la profondità di campo sembra ridotta. Resta vero che il tutto gira ancora a 60fps, trasmettendo quella inebriante sensazione di fluidità e di controllo che purtroppo è rarissima da trovare in ambito console.

Curiosando fra le opzioni di gioco, si scopre anche la possibilità di selezionare la "modalità performance" sacrificando proprio la solidità del framerate per avere un'immagine un po' più ricca di dettagli. La differenza si nota molto, sia per quanto riguarda la bontà del colpo d'occhio che per quanto concerne invece la fluidità (gli fps si inchiodano attorno al valore di riferimento di 30, superandolo di tanto in tanto). Complessivamente, continuiamo a preferire la "modalità framerate", che appunto conserva uno degli elementi potenzialmente distintivi dell'offerta di Stadia.

A livello di impatto visivo, in ogni caso, in 4K Stadia non supera il colpo d'occhio delle console Mid Gen. Ovviamente qui il vantaggio è che tutto gira senza hardware. Un'altra conferma delle rinunce che bisogna accettare per il 4K ce la dà Red Dead Redemption 2, che risulta letteralmente spettacolare in 1080p, ma propone un'esperienza ben più pallida quando si alza la risoluzione. Le texture ambientali sono meno definite, all'orizzonte si nota più pop-up, e soprattutto il capolavoro di Rockstar gira a generalmente 30 fps. Mentre saremmo pronti a rivivere l'avventura di Arthur Morgan su una pagina di Chrome a 1080p, magnetizzati dall'ottima qualità visiva che compete e in certi casi supera quella degli hardware casalinghi, non diremmo lo stesso dopo aver giocato in 4K con il Chromecast Ultra.

Ci sono tuttavia altri titoli che, probabilmente per le caratteristiche dei loro engine o per i meriti di una migliore ottimizzazione, fanno una grande figura anche in 4K. Pensiamo a Gylt così come a Mortal Kombat 11, entrambi davvero perfetti non solo per quel che riguarda la qualità del flusso video, ma anche in termini di impatto grafico. Una dimostrazione del fatto che le prestazioni di Stadia andranno valutate di gioco in gioco, e che dipenderanno comunque dal lavoro dei team di sviluppo e dalla pesantezza del rendering.

Streaming Mobile - Pixel 3a XL

Vista la diffusione non proprio incredibile degli smartphone della linea Pixel, la decisione di renderli gli unici su cui Stadia funziona al lancio in ambiente mobile è quantomeno peculiare. Per fortuna abbiamo avuto occasione di testare il servizio di Google su un Pixel 3a XL, e possiamo confermare che si tratta di un'esperienza a suo modo galvanizzante.

Ammettiamo che giocare su smartphone con un pad cablato (il gioco wireless è al momento disponibile soltanto su Chromecast) non è il massimo della comodità, ma il supporto di plastica da agganciare al centro del controller aiuta non poco.

Ricordiamo fra le altre cose che Stadia non supporta le connessioni 4G, quindi al momento il gioco su piattaforme mobile è disponibile soltanto in ambiente casalingo, tramite Wi-Fi. Ciò detto, la possibilità di giocare a Mortal Kombat o all'ultimo Destiny sul piccolo schermo di uno smartphone non può lasciare indifferente nessun giocatore.

Grazie alle dimensioni ridotte del pannello l'immagine risulta estremamente nitida, la pulizia visiva è massima, così come la fluidità. Sembra inoltre che le impostazioni predefinite relative al punto di bianco e al bilanciamento della gamma cromatica siano state pensate proprio con in mente lo schermo degli smartphone targati Google: i colori dell'immagine sono più pieni, il contrasto esalta i neri, e per ottenere gli stessi risultati sulla TV bisogna lavorare un bel po' sulle impostazioni.

4G or not?Quando diciamo che Google Stadia non supporta il 4G, ci riferiamo ovviamente alla possibilità di giocare su smartphone sfruttando direttamente i dati della scheda inserita nel telefonino. La piattaforma di Google non permette (e non permetterà mai) questa eventualità, mentre supporterà il 5G quando diventerà uno standard diffuso. Tuttavia già oggi è possibile utilizzare uno smartphone in modalità Tethering: i device collegati interpreteranno la connessione come una normale Wi-Fi. Ovviamente le prestazioni di Stadia dipenderanno dalla velocità e dalla latenza, ma non aspettatevi miracoli. E state ovviamente attenti al consumo di dati.

Ovviamente non dovete aspettarvi ottimizzazioni particolari per l'ambiente mobile: non ci sono controlli touch alternativi, e le interfacce risultano a volte troppo piccole per essere davvero efficaci (vi sfidiamo a leggere i sottotitoli di Red Dead Redemption). Proprio per questo motivo crediamo che Stadia potrà sfociare in un'esperienza molto più piacevole e significativa quando funzionerà anche su Tablet, sempre tramite l'applicazione scaricabile su Android e iOS. Appena Google "libererà" il servizio dalle catene che lo legano alla gamma di prodotti Pixel, Stadia rivelerà il suo vero potenziale anche nel rapporto con i "piccoli schermi".

Con questa lunga e approfondita panoramica speriamo di aver tolto la maggior parte dei dubbi relativi alle specifiche, ai requisiti ed alle prestazioni di Stadia. I test effettuati con programmi che limitano la velocità di connessione (Net Limiter 4) e simulano fenomeni di latenza (Clumsy) non possono essere perfettamente identici a quelli svolti con una connessione meno performante rispetto alla fibra ottica, ma crediamo di aver valutato una casistica sufficientemente ampia da ottenere risultati conclusivi e, speriamo, utili a chi guarda con interesse al servizio di Google.

Se il colosso di Mountain View ha diffuso finora i suoi "requisiti minimi" in fatto di connessione, adesso abbiamo anche un'idea di quelli che potrebbero essere invece i "requisiti raccomandati", anche per quel che riguarda i valori di Ping.
Questi giorni di prove intese ci permettono anche di valutare con più attenzione la fondatezza di alcune dichiarazioni fatte in fase promozionale.

Resta comunque vero che Stadia è una piattaforma che può evolversi e cambiare da un momento all'altro: basta che Google aggiorni i suoi server, che i team di sviluppo ottimizzino i propri prodotti per l'infrastruttura di questi ultimi, perché le prestazioni del singolo gioco migliorino di colpo. L'effetto sarebbe lo stesso di aggiornare le componenti del proprio PC, o di scaricare un nuovo driver per la scheda video: solo che queste operazioni, con Stadia, non sono demandate all'utente, bensì al fornitore del servizio.

Come abbiamo ribadito nella nostra recensione, allo stato attuale dei fatti non possiamo che lodare la qualità dello streaming, fluido, pulito, rapidissimo. È questa la base, più che solida, su cui Google costruirà il futuro del suo ecosistema.