GRID torna in pista, ultimo giro prima della recensione

Codemasters è pronta a rilanciare la serie GRID dopo qualche anno di assenza dagli schermi. Le nostre impressioni sul nuovo racing del team inglese.

GRID
Anteprima: PC
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Dopo esser uscito dai radar per qualche anno, GRID sta finalmente per tornare. L'apprezzatissima serie automobilistica targata Codemasters si appresta a scendere nuovamente in pista più carica che mai, con un capitolo che si preannuncia adrenalinico, sempre sopra le righe e fieramente arcade. La filosofia alla base del nuovo corso del brand, a prima vista, non sembra discostarsi molto da quella del primissimo episodio, che aveva a suo tempo fatto drizzare le antenne di moltissimi appassionati di giochi di corsa grazie a un modello di guida divertente e spettacolare, ma al tempo stesso impegnativo e bilanciato; le differenze emergono prepotenti dopo qualche ora di gioco, quando finalmente si inizia a capire quanto profonde sia la distanza con il passato in termini di varietà e complessità ludica.

    Ruote fumanti

    Strutturalmente parlando il pacchetto messo a punto dal team britannico appare decisamente rinvigorito e svecchiato, sebbene continui a risultare piuttosto essenziale: la progressione è imbrigliata saldamente all'interno della canonica sovrastruttura tipica dei giochi Codemasters dell'era moderna, con ampio spazio lasciato, tra le altre cose, alla personalizzazione del nostro profilo online e offline, effettuata attraverso badge e sfondi sbloccabili.

    La modalità carriera resta però ben lontana dalle vette di complessità raggiunte da colleghi come lo stesso F1 di Codemasters, che ne gli ultimi anni ha dato davvero il meglio. GRID è diverso, più diretto; quasi "brutale": si parte subito con una breve carrellata di piccoli eventi in rapida successione, gare esemplificative da affrontare obbligatoriamente, che serviranno a noi per imparare a padroneggiare al meglio ciascuna delle categorie di veicoli adisposizione, e al gioco per mostrarci fin da subito di che pasta è fatto. Una volta superata questa fase introduttiva, ci troviamo catapultati in un menu densissimo di eventi, tutti a nostra disposizione a patto di avere un bel malloppo di soldi in tasca. In buona sostanza, l'intera modalità carriera appare come una sequenza di gare decontestualizzate. Non che sia necessariamente un male: l'organizzata essenzialità della sua modalità principale non fa altro che focalizzare la nostra attenzione sull'elemento di GRID che funziona meglio: il gameplay nudo e crudo. Anzi, in tutta onestà, forse avremmo persino preferito una totale assenza dell'ormai stantio sistema di "compravendita" delle auto, che in più di un'occasione ci ha impedito di svolgere le gare di un particolare campionato per la mancanza di macchine adeguate in garage.

    Al netto di alcune importanti semplificazioni, le differenze tra un mezzo e l'altro sono evidenti già dopo una manciata di curve: le touring car sono tra le più facili da guidare, seconde in tal senso soltanto rispetto ad alcune auto del campionato "invitational", ma richiedono comunque molta precisione, mentre le vetture modificate sono decisamente più difficili da tenere in pista a causa dell'elevata potenza; non da meno sono infine le auto stock, a nostro avviso tra le più complesse da domare di tutto il gioco.

    Un discorso a parte va fatto poi per l'ultima categoria, quella delle monoposto a ruote scoperte, croce e delizia di un sistema di guida ciecamente devoto al culto delle derapate ad altissima velocità, che non sempre si accompagna molto bene con lo strettissimo legame che tali vetture hanno con l'aerodinamica e la guida pulita. Ciononostante, questa classe riesce ad innalzare ulteriormente la posta in palio, fornendo un grado di sfida ancor più elevato e capace di dispensare notevoli soddisfazioni.

    Rivalità in pista

    Altro tratto distintivo di questo nuovo GRID è l'indubbia qualità dell'intelligenza artificiale, che sembra finalmente aver fatto passi in avanti concreti: durante la nostra prova non abbiamo riscontrato quel fastidioso effetto elastico che troppo spesso funesta le partite in single player dei congeneri, né tantomeno ci siamo trovati dietro al classico "trenino" poco credibile. Anzi, a volerla dire tutta i nostro avversari si sono persino dimostrati un po' troppo aggressivi e cattivi, spesso ben oltre i limiti del consentito.

    Anche in questo caso, insomma, il titolo Codemasters mette in mostra il suo carattere sopra le righe. A supportare il tutto e rendere le gare ancor più dinamiche e imprevedibili ci pensa poi il sistema di rivalità: qualora ci trovassimo in lotta con un altro pilota e finissimo per sportellarlo un po' troppo duramente, quest'ultimo potrebbe infervorarsi e inveire contro di noi, diventando una nostra nemesi e lottando con le unghie e con i denti per starci davanti, costi quel che costi. Il risultato, seppur irrealistico ed esagerato, è gradevole e riesce veramente a donare un pizzico di pepe in più alle già movimentate competizioni che animano il gioco. Molto interessanti anche le dinamiche di squadra: durante le gare potremo impartire degli ordini al nostro compagno, alterando i risultati delle gare ma anche il rapporto che abbiamo con lui, e di conseguenza il modo in cui si comporterà con noi quando ci incroceremo. Per capire alla perfezione se e quanto queste dinamiche impattino sull'esperienza di gioco nel lungo periodo però è ancora presto; ne riparleremo sicuramente in sede di recensione.

    Tecnicamente parlando

    Notevoli sono anche i passi in avanti compiuti dal comparto tecnico. La versione PC da noi analizzata presenta effetti particellari e giochi di luce davvero molto gradevoli, sebbene alcuni di questi ultimi potrebbero spesso finire per limitare la nostra visibilità qualora decidessimo di utilizzare la visuale dall'abitacolo. Pur non avendo a disposizione un sistema di meteo dinamico, c'è la possibilità di scegliere quando correre (mattina, pomeriggio, tramonto o sera) e possiamo ovviamente gareggiare anche sul bagnato.

    A livello di prestazioni il gioco sembra mediamente leggero e scalabile, fluido e scattante anche su soluzioni hardware non esattamente al top. Siamo piuttosto sicuri del fatto che chiunque abbia posato gli occhi almeno una volta sul primo capitolo della serie sia consapevole di quanto il sistema di danni implementato in quel gioco fosse avanti anni luce per l'epoca.

    Il nuovo GRID prova a riproporre quello stesso feeling, ma il risultato finale non ci ha impressionati come una volta. Se è vero che visivamente l'effetto continua a essere piuttosto buono, non altrettanto efficace ci è parso il modo in cui gli impatti si ripercuotono sulla guidabilità del veicolo una volta che si vanno ad attivare i danni meccanici (di default sono disabilitati).

    GRID GRID si presenta come un racing game spiccatamente arcade, divertente ed appagante; un concentrato di adrenalina in cui derapate e sportellate sono all’ordine del giorno, lontano anni luce dalla simulazione ma non per questo meno tecnico: padroneggiare alla perfezione il sistema di guida del nuovo prodotto di Codemasters non è per niente facile, e richiede dedizione e pratica. Le auto (tutte reali) a nostra disposizione saranno moltissime, così come le sfide che ci troveremo ad affrontare nella modalità carriera. Resta da valutare quanto le dinamiche inedite siamo in grado di influire effettuare sul gameplay del gioco, così come anche la tenuta del titolo sul lungo periodo. Per avere risposte a queste e molte altre domande, però, dovrete attendere ancora qualche giorno.

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