Hood Outlaws & Legends: la leggenda di Robin Hood in un gioco multiplayer

Giochiamo a guardie e ladri insieme a Robin Hood e il suo gruppo di fuorilegge, prima di poter esprimere un giudizio definitivo su Hood.

Hood Outlaws and Legends
Anteprima: Multi
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Reinterpretando la leggenda del prode Robin Hood, il team Sumo Digital, sotto l'ala protettrice di Focus Home Interactive, ha dato vita a un gioco multiplayer che mescola il PVE con il PVP, in cui rubiamo ai ricchi per dare...a noi stessi. Hood: Outlaws & Legends sceglie un'ambientazione sicuramente carica di grandissimo fascino per calarci in una formula che spazia costantemente tra l'azione surrettizia, calcolando con attenzione le proprie mosse, e la mattanza senza esclusione di colpi, in un ibrido che - quantomeno dalle prime partite effettuate - non sembra essere sempre bilanciato proprio a puntino. Abbiamo scelto da darci all'arte del furto con scasso e dell'omicidio su PlayStation 5, incoccando le nostre frecce contro sceriffi inarrestabili e altri aspiranti ladri (o leggende) come noi sparsi per il mondo: ecco il resoconto delle nostre prime imprese in Hood: Outlaws & Legends.

    Prima di proseguire, se volete conoscere un altro gioco di stampo PvPvE, vi invitiamo a leggere la nostra prova di Scavengers.

    Robin Hood, prode paladino, e la sua combriccola

    L'opera non ci mette molto prima di calarci nel vivo dell'azione: un fugace ma efficace tutorial ben guidato ci permette di assimilare, per sommi capi, le caratteristiche principali dei quattro protagonisti, che incarnano altrettante classi disponibili.

    Anzitutto abbiamo il paladino Robin Hood, dal volto opportunamente coperto: l'arciere è un Ramingo, utile per lo più nella copertura a distanza, grazie ai suoi talenti pensati per sfruttare dardi esplosivi ed evidenziare i bersagli. Alla combriccola non poteva mancare Marianne, la Cacciatrice, un'assassina concepita per la furtività estrema, molto agile ma parecchio debole del corpo a corpo; è coadiuvata per fortuna da una balestra che scaglia frecce a ripetizione, e accoltella i nemici, nascosta nelle frasche, come farebbe il buon Ezio Auditore (a tal proposito, a questo link trovate lo speciale Assassin's Creed: la storia di Ezio Auditore).

    Dall'approccio silenzioso si passa alla forza bruta: John è l'Attaccabrighe, realizzato per quei giocatori che preferiscono prendere a randellate le teste degli avversari; è tozzo, lento, ma indubbiamente molto forte, e può aprire con le sue possenti braccia le saracinesche tramite le quali attivare qualche scorciatoia. Chiude il quartetto il Mistico Tooke, capace di curare i compagni e passare all'azione - dalla distanza - con la sua mazza chiodata chiamata amabilmente Flagello. Ognuno di questi personaggi, nell'apposita schermata di selezione, è contraddistinto da un numero variabile di stelle che ne indicano la difficoltà di utilizzo: un buon bilanciamento, all'interno del team, è gradito eppure non strettamente essenziale, dal momento che, anche con una squadra di soli assassini silenti, nel corso delle partite lo scontro sembra abbastanza probabile. Ecco perché, dato che le possibilità di "venire alle mani" sono nutrite, è sempre meglio organizzare la rapina con un John nel gruppo, giusto per non farsi mancare un bestione capace di fracassare qualche cranio. Ciascun fuorilegge può essere poi sia personalizzato con armi e vestiario appositi (previo però l'aumento di livello), sia reso più efficiente con lo sblocco e l'utilizzo di Perk passivi, da selezionare nell'Hub centrale.

    Parliamo di un accampamento in cui addestrarsi all'uso delle tecniche d'azione e dove cambiare personaggio in qualsiasi momento, modificarne gli abiti e l'equipaggiamento. Il nascondiglio, il giocatore e i singoli eroi posseggono tutti un livello separato, che può essere aumentato a suon di vittorie e di bottini raccolti. Per farlo, ovviamente, ci toccherà scendere in campo e sgraffignare quanti più tesori possibili.

    Rubare, uccidere, fuggire

    L'obiettivo delle missioni si divide in tre fasi: nella prima le squadre, composte da quattro membri ciascuna, dovranno individuare lo sceriffo che si aggira per la mappa (guidato dall'intelligenza artificiale) e, senza farsi vedere, borseggiarlo per recuperare la chiave della camera blindata. Da questo momento inizia la seconda parte dell'incarico, che vede i partecipanti scovare la zona in cui è contenuto lo scrigno e raccoglierlo.

    La terza e ultima manovra consiste nella necessità di portare il bauletto col tesoro in uno dei luoghi di estrazione segnati sulla mappa e, tramite un argano, metterlo al sicuro per trionfare. Il tutto dovrà essere svolto mentre affronteremo sia i soldati manovrati dalla CPU, sia altri giocatori che, come noi, proveranno a far man bassa del bottino ed estrarlo dalla zona. La mescolanza tra PVP e PVE funziona in maniera discreta, e alcuni avversari controllati dalla IA sanno rivelarsi anche più pericolosi degli altri utenti: è il caso ad esempio dello Sceriffo, un colosso ai limiti dell'ineluttabilità capace di eliminarci in un colpo solo.

    Ladri in Unreal EngineRealizzato in Unreal Engine, su PC e console next gen Hood non è certo un prodigio visivo, ma fa il suo dovere. A spiccare, a nostro avviso, sono perlopiù le ambientazioni, abbastanza ben realizzate soprattutto per quel che riguarda la conformazione degli interni. Discutibili invece la modellazione poligonale dei personaggi e le loro animazioni, sia nella corsa che nella lotta, mentre la qualità delle armature e degli equipaggiamenti contribuisce a rendere più gradevole il colpo d'occhio. In ogni caso, la natura cross-gen (il gioco esce anche su PS4 e Xbox One) è fin troppo evidente. Lievemente percettibile, su PS5, l'implementazione del DualSense, sia per quanto concerne la vibrazione sia per la leggera resistenza dei grilletti con le bordate dei martelloni di John o delle frecce di Robin.

    A proposito di uccisione, ogni volta in cui cadremo, sia sotto i colpi dei rivali umani sia a causa delle bordate del computer, ripartiremo da una delle zone della mappa sotto il nostro controllo: ecco perché dovremo premurarci anche di rivendicare il comando di specifiche aree durante l'esplorazione, come avviene nelle modalità Dominio degli sparatutto online. Se gli obiettivi degli incarichi sono sempre gli stessi, a cambiare può essere ovviamente l'approccio alla partita, a seconda della classe che sceglieremo di impersonare. L'ideale sarebbe quello di agire lungo le ambientazioni dando nell'occhio il meno possibile, sgattaiolando alle spalle delle guardie, osservando lo scenario per sfuggire allo sguardo dei rivali e rubando lo scrigno senza troppo clamore. Per massimizzare simile risultato, coordinarsi con la squadra è assolutamente fondamentale, e non si può negare che, quando qualche azione silenziosa va a buon fine, la soddisfazione offerta dalla cooperazione è abbastanza sostanziosa. Bisogna però anche ammettere che la maggior parte delle volte la struttura del gioco non incentiva uno stile morigerato: anzitutto, basta una minima distrazione per far scatenare il caos tra i soldati nemici, e renderci subito individuabili.

    Inoltre - dopo aver ottenuto la chiave e sbloccato la refurtiva - inizia una caccia all'uomo senza pietà, che spesso si trasforma in scontri faccia a faccia, in barba alla discrezione. Il punto debole di Hood è sta proprio nelle baruffe corpo a corpo: le animazioni ingessate e le hitbox un po' spartane non rendono molto appaganti i duelli, nei quali dovremo tener conto anche del consumo della stamina sia per i colpi, sia per le schivate o le parate. Nella battaglia a viso aperto, alcune classi sono nettamente più avvantaggiate delle altre, e quelle meno nerborute dovranno quindi sfruttare la conformazione del level design per nascondersi alla vista e colpire dalla distanza. Quando a schermo si affollano giocatori e soldati manovrati dalla IA, la baraonda si fa predominante e il talento dei singoli conta davvero poco. A riequilibrare un po' le cose ci pensano le abilità speciali, che si ricaricano col tempo a suon di uccisioni, e che vanno usate con cognizione di causa, dal momento che si dimostrano davvero utili solo se supportate da una adeguata pianificazione. Tra bombe fumogene, dardi esplosivi, martellate tonanti e parziale invisibilità, Hood non propone un bilanciamento impeccabile, e a tratti l'impressione è che lo scontro a base di sangue e lame sia imprescindibile, anche se di norma il primo stile adottato e richiesto dal titolo è quello meno rumoroso.

    L'equilibrio del gioco insomma vive di due anime all'apparenza un po' barcollanti, ma ci riserviamo la possibilità di esprimere un giudizio definitivo quando avremo sbloccato ulteriori perk e messo alla prova le abilità avanzate delle diverse classi su tutte le mappe disponibili, così da valutarne l'efficacia anche in termini di puro design.

    Hood: Outlaws and Legends Dobbiamo ancora sviscerare a fondo l’intera offerta di Hood, ma le impressioni preliminari ci lasciano presupporre che il bottino di Sumo Digital, al momento dell’uscita, non sia particolarmente ricco. Il già annunciato supporto post-lancio si preannuncia invece molto corposo, ma bisognerà valutare quanto la formula ludica riuscirà a mantenersi fresca e vivace col prosieguo delle ore e con l’ottenimento dei potenziamenti, senza risultare né troppo ripetitiva né eccessivamente sbilanciata.

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