Hyrule Warriors: nuova prova approfondita prima della recensione

Una prova approfondita prima della review

Hyrule Warriors: nuova prova approfondita prima della recensione
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Disponibile per
  • 3DS
  • Wii U
  • Switch
  • La stagione autunnale di WiiU si aprirà, il prossimo 19 Settembre, con Hyrule Warrior: mentre l'ottobre di Nintendo sarà dominato da Bayonetta 2 (che includerà anche la riedizione dello stratosferico primo episodio), questo inizio di stagione lo passeremo a menare fendenti nei panni di Link, Impa, Zelda e compagnia bella.
    Il titolo, testato a più riprese nelle fiere di settore, ha convinto i fan di The Legend of Zelda, accennando anche ad un gameplay più vario e divertente rispetto a quello dei classici Musou di casa Tecmo Koei.
    L'arrivo di una copia praticamente definitiva, giunta in redazione pochi giorni fa, ci permette di essere un po' più precisi sulla tenuta del gameplay. In attesa della review (in arrivo due giorni prima dell'uscita del gioco), ecco le nostre impressioni aggiornate.

    Botte a Hyrule

    Hyrule Warriors nasce come una collaborazione tra Nintendo e Tecmo Koei. Il matrimonio ha conseguenze piuttosto ovvie: Zelda offre ambientazioni, eroi, nemici e boss, qualche enigma e le conseguenti armi per superarli; Dinasty Warriors, invece, apporta il proprio gameplay tradizionale, temprato dai molti episodi ambientati in vari periodi della periodo feudale nipponico e cinese, oltre che negli universi finzionali di One Piece, Gundam e Ken il Guerriero.
    Il gameplay ha sempre a che fare con scontri tra armate: l'esercito di Hyrule da un lato, mostri e creature obbedienti a Ganondorf dall'altro. Le missioni vi chiedono di esplorare una mappa e portare a termine uno dopo l'altro gli obiettivi assegnati, ciascuno dei quali avrà quasi sempre a che fare con la conquista ed il controllo del territorio. Ripulendo i "Presidi" dalla feccia avversaria il nostro esercito si ingrandirà: altri soldati ingrosseranno le fila e tra di essi potreste scorgere alcuni personaggi secondari dei vari episodi di Zelda come Impa, i Goron e addirittura un Coccò.

    Il sistema di combattimento non si discosta affatto da quello ultra-collaudato dei Dinasty Warriors. All'inizio del gioco c'è la possibilità di selezionare uno fra due metodi di controllo (Zelda o Dynasty Warriors), ma quello che cambia è solo la funzione dei tasti: per il resto ci si trova sempre a falciare orde di avversari a suon di (monotone) combo. Abbiamo due tasti per l'attacco leggero e pesante, alternando i quali è possibile esibirsi in attacchi di diverso tipo. Non cercate però una qualche strategia: visto l'abbondante numero di avversari, la vostra unica preoccupazione sarà quella di individuare una combo che venga conclusa da un efficace attacco ad area, e continuare a martellare sugli stessi pulsanti.
    Ci sono per fortuna dei diversivi: alcuni Boss, ad esempio, sono vulnerabili solamente ad un oggetto come da tradizione degli Zelda (ad esempio solo le bombe possono fare danni a Mega Dodongo, mentre l'arco serve per colpire a distanza piante velenose). L'uso degli oggetti (fra cui si trovano anche delle pozioni che permettono di massimizzare il bottino) resta comunque limitato (utile al massimo per risolvere dei puzzle “d'occasione”). Tra pozioni, magie in boccetta e super-mosse, le barre da tenere d'occhio sullo schermo sono innumerevoli (la “magia” permette di attivare una modalità in cui gli attacchi sono più potenti e si ha accesso ad una Supermossa più efficace): ciò va anche a vantaggio dell'esplorazione del sistema di combattimento da parte dei giocatori più smaliziati, che comunque non devono aspettarsi troppi tecnicismi.
    C'è da dire però che al momento il gioco si sforza di proporre una varietà di situazioni quantomeno accettabile. Peccato che poi le missioni si rivelino troppo lunghe ed estenuanti. Può capitare di stare per quaranta lunghissimi minuti sullo stesso campo di battaglia, schizzando da un presidio all'altro. Forse per questo capitolo il team avrebbe dovuto pensare a strutturare uno story mode meno “diluito”, con stage più contenuti nelle dimensioni.
    Lo dimostra ad esempio l'inedita Modalità Avventura: qui si comincia con una mappa che ricalca quella del primo episodio per Nintendo 8 bit; ogni suo tessera nasconde una specifica Sfida, che se superata sbloccherà le tessere limitrofe e quindi nuove sfide. Avanzando in questa modalità sbloccherete anche nuovi personaggi ed armi esclusive, ma anche delle tessere speciali grazie alle quali potrete interagire con elementi specifici della mappa di gioco, in una maniera che ricorda un po' gli enigmi dei primi, storici capitolo della saga di The Legend of Zelda.
    Le sfide di questa modalità, che vanno dall'uccisione di un generale all'eliminazione di un preciso numero di nemici, raramente durano più di dieci minuti, e ci sono sembrate un piacevole diversivo: peccato che però a questo game mode manchi un po' di coerenza narrativa. L'ideale sarebbe stato avere una modalità che mescolasse la progressione della Storia ai ritmi dell'Avventura.
    In ogni caso, in Hyrule Warriors c'è pure un sistema di progressione dei personaggi che mette in campo stemmi da creare coi materiali raccolti sul campo, pozioni e armi da fondere. Gli stemmi si dividono in Difesa (migliorano le resistenze elementali), Attacco (sbloccano nuove combo e attacchi “Musou”), Aiuto (rendono più efficaci gli oggetti), mentre le pozioni permettono di recuperare, sul campo, armi più potenti. Sulle prime sembra un metodo che spinge verso il grinding selvaggio, aggiungendo poco alla qualità della progressione.

    Insomma, dal punto di vista ludico ci troviamo di fronte ad un titolo che, salvo poche occasioni, rimane fedele alla filosofia dei suoi colleghi “Warriors”. Il vero punto di forza del gioco, insomma, risiede soprattutto nell'iconografia a cui fa riferimento. Hyrule Warriors pesca le ambientazioni sopratutto dai capitoli più "realistici" ovvero Ocarina of Time, Twilight Princess e Skyward Sword, e con essi eroi e nemici. C'è però anche spazio per lo stile di Minish Cap, in alcune delle schermate fisse che accompagnano la narrazione, e non mancano una marea di chicche e citazioni che manderanno in visibilio i fan del franchise Nintendo.
    Insomma, ci troviamo di fronte ad una buona dose di “fanservice”. Uno degli aspetti sicuramente più interessanti risiede nella possibilità di impersonare un personaggio differente a seconda della missione e delle proprie attitudini in battaglia. Oltre ai più classici come Link o Zelda, ce ne sono di più particolari, come la principessa del crepuscolo Midna, Lana e Sheik. Non sono tanti come i ninja ed i samurai delle serie regolari, ma bastano e avanzano, soprattutto perchè possono equipaggiare armi diverse per cambiare il loro moveset.

    Convincente, a tal proposito anche il comparto artistico di Hyrule Warriors, estremamente efficacie soprattutto in chiave di rilettura di personaggi, oggetti e ambienti storici della serie. Il motore di gioco, dal canto suo, gestisce l'esplosione di effetti speciali ed il numero di personaggi su schermo in modo generalmente fluido e costante, anche se non mancano vistosissimi cali di framerate in certe situazioni (quando gli effetti speciali si accumulano sullo schermo). In generale la modellazione poligonale non è eccelsa, ma il salto di qualità rispetto ad altri episodi del musou Tecno-Koei si nota, soprattutto nella qualità delle texture.

    Hyrule Warriors Hyrule Warriors è, se non altro, un titolo curioso. Pur non riuscendo in alcun modo a togliersi di dosso i difetti congeniti del genere a cui appartiene, propone una bella rilettura della saga di The Legend of Zelda, sicuramente superiore ai risultati di altri capitoli meno ispirati, ed in linea con gli standard dei Pirate Warriors più discreti. Senza aspettarvi una rivoluzione concettuale, un capitolo più avventuroso o in qualche modo più attento alla componente enigmistica, Hyrule Warriors potrebbe fare per voi se cercate un passatempo disimpegnato e amate alla follia la saga Nintendo.

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