Immortals of Aveum in esclusiva italiana: Call of Duty fantasy in UE5

Siamo volati in California per provare Immortals of Aveum, l'ambizioso magic shooter in Unreal Engine 5 dal Creative Director di Dead Space.

Immortals of Aveum in esclusiva italiana
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Disponibile per
  • Pc
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Annunciato a sorpresa con un teaser durante l'ultima edizione dei Game Awards, Immortals of Aveum è la realizzazione di un sogno per Bret Robbins, il veterano già Creative Director dell'acclamato Dead Space che durante i suoi anni in Sledgehammer Games è stato folgorato da un'idea: sostituire i lanciarazzi e gli elicotteri di Call of Duty con magie e draghi, per dar vita a uno sparatutto dalla forte impronta cinematografica ambientato in un mondo a metà tra il fantasy e la dimensione sci-fi, tra D&D e Star Wars. Assieme ai ragazzi di Ascendant Studios, il team da lui fondato che tra le sue fila accoglie dei creativi a dir poco talentuosi, Bret sta apportando gli ultimi ritocchi al viaggio di Jak, che potremo vivere nella sua interezza su PS5, Xbox e PC dal prossimo 20 luglio.

    Gli obiettivi da raggiungere sono ambiziosi: se da un lato la divisione EA Originals vuole crescere e rendersi promotrice di progetti sempre più grandi e di successo (qui la recensione di It Takes Two per capire di cosa stiamo parlando), dall'altro il collettivo con base a San Rafael vuole mettere a segno un "buona la prima", così da porre basi solide per un franchise che, credeteci, già da ora sembra avere potenzialità da vendere. Lo diciamo perché sin dal primo video ci siamo interessati a Immortals of Aveum, e perché siamo volati in California per conoscere gli sviluppatori (ecco la nostra chiacchierata con il team alla scoperta dei segreti di Immortals of Aveum) e provarlo in studio, in esclusiva italiana. Che cosa abbiamo appreso? Che essere un Magnus è esaltante, e adesso vi spiegheremo il perché.

    Il mondo di Aveum e i suoi personaggi

    Che Immortals of Aveum poggiasse su una lore ricca e interessante lo abbiamo realizzato sin da subito, perché gli addetti ai lavori hanno costruito un'intera presentazione su quest'aspetto: sarebbe stato molto difficile introdurci alla dimensione ludica dell'esperienza senza prima darci una generosa infarinatura su quella narrativa, a testimonianza della profonda interconnessione tra queste componenti.

    Per cominciare, il mondo di Aveum è attraversato dalle cosiddette Leylines, delle misteriose venature di potente magia che possono condizionare l'esistenza stessa. Le ideologie, gli usi e persino gli aspetti politici dei popoli che abitano le regioni del pianeta: tutto è secondario rispetto al controllo di questi condotti magici, la vera scintilla alla base dello scoppio della Everwar, una guerra millenaria combattuta con ogni mezzo possibile, non importa se magico o tecnologico. Al centro di questo sanguinoso conflitto ci sono i due regni più influenti di tutti, ossia Lucium e Rasharn, che per secoli hanno battagliato tra loro senza che l'uno prevalesse davvero sull'altro. Al principio del nostro cammino però questo stallo costato innumerevoli vite lascia spazio a una violenta offensiva di Rasharn, attuata dal suo perfido signore Sandrakk, e dal suo braccio destro, una temibile maga nota come The Hand. Guidati dalla generale Kirkan, magistralmente interpretata da Gina Torres (la Jessica Pearson di Suits), i campioni di Lucium - conosciuti come gli Immortali - sono chiamati a fare di tutto per contrastare l'avanzata nemica, ma le loro forze sono fiaccate nello spirito e nel corpo e necessitano di nuove e volenterose reclute: è qui che entra in gioco Jak, un umile ragazzo cresciuto tra le strade della città di Seren, che in Aveum viene definito un "Unforeseen".

    Parliamo di un individuo creduto privo di poteri magici, ma che invece arriva a manifestarli in età adulta e, nel caso del protagonista, a seguito di un evento traumatico su cui il Game Director Bret Robbins non si è sbottonato. Sta di fatto che i talenti di Jak sono considerevoli, non potrebbe essere altrimenti, perché attirano l'attenzione della guida degli Immortali, che dopo aver scelto di non ucciderlo per farne un Magnus di Lucium (un mago da battaglia) lo pone sotto la sua ala protettrice.

    Che l'irrispettoso giovane sia destinato a grandi cose - e a permetterci di compiere prodigi - ce lo dice un'altra delle sue caratteristiche: è infatti un "Triarch", proprio come il tiranno Sandrakk. Riesce quindi a controllare Forza, Caos e Vita, i tre tipi di magia legati rispettivamente ai colori blu, rosso e verde.

    Non molto possiamo dire della furiosa combattente Zendara, del ben più affabile Devyn, e in generale degli Immortali, se non che ci affiancheranno nel corso di questo viaggio per salvare l'intero mondo di Aveum dall'abisso in cui sembra destinato a cadere. Abbiamo invece avuto modo di assistere a diversi scambi tra Jak e la generale Kirkan nel corso della nostra prova, così da avere un concreto assaggio del modo in cui sono stati caratterizzati. Forte dell'esperienza accumulata nei lunghi anni in battaglia e ben consapevole del proprio ruolo, la formidabile guerriera sarà una guida non solo per il ragazzo ma per tutte le forze di Lucium.

    In un dialogo con un soldato l'abbiamo vista rincuorarlo con poche parole, proprio come aveva fatto con suo padre qualche tempo prima. Per ricollegarci al discorso della longevità, probabilmente i membri di queste forze speciali mistiche possono superare i confini della vita naturale ma, come la stessa generale ha svelato, quello degli Immortali è solo uno stupido nome per far spaventare i nemici.

    In buona sostanza, la Kirkan e i suoi potrebbero perire in battaglia come chiunque altro. Scaltra, risoluta ed esperta nella gestione delle truppe, la maestra di Jak ha chiaramente un grande disegno per lui. Perciò lo spinge a intraprendere un lungo addestramento per diventare un mago di prim'ordine.Nei due differenti frangenti dell'avventura che abbiamo provato, il ragazzo ci è parso insofferente alle gerarchie militari - inizialmente non utilizza mai il "signora" con la sua mentore - e in generale tende a opporre la sua leggerezza agli eventi drammatici che si verificano di continuo, in linea coi toni voluti da Bret Robbins. Il creativo d'altra parte si è detto un appassionato dei filoni cinematografici targati MCU come Avengers e Guardiani della Galassia. Dietro questa spavalderia, ad ogni modo, Jak sembra celare trascorsi difficili da dimenticare, come ben è emerso quando alla fine della demo ha svelato alla Kirkan, con voce malinconica, il vero motivo che lo spinge a voler diventare un Immortale: dimostrare alla sua amica che aveva ragione sul fatto che potesse riuscirci.

    Siamo decisamente curiosi di vivere questo percorso di formazione e maturazione del protagonista ma a intrigarci più d'ogni altra cosa sono stati i misteri di Aveum. Al centro del mondo infatti si trova una sorta di "ferita", che di giorno in giorno diventa sempre più grande. Nel mezzo di questo nero abisso sorge una statua di dimensioni colossali, venerata da molti come una divinità. È una mirabile traccia di un'epoca remota e dimenticata, vissuta da antiche civilizzazioni che pure combatterono delle Everwar. In altre parole, svelare i segreti del passato sarà l'unico modo per Jak e i suoi di preservare il futuro.

    Combattere come un Magnus

    Come confermatoci dall'Art Director Dave Bogan, nel corso dell'avventura esploreremo luoghi non ancora devastati dalla guerra e altri dove, al contrario, il passaggio del conflitto sarà ben evidente. La nostra demo ha avuto inizio col primo addestramento di Jak, in un'area messa a ferro e a fuoco da Rasharn e "ravvivata" dai poteri della Kirkan: la generale ha come risvegliato gli echi dei caduti, per farne dei perfetti bersagli per il suo pupillo.

    Il Game Director ci ha raccontato di come i suoi abbiano sperimentato non poco prima di finalizzare un combat system efficace e, quando abbiamo dato il via allo scontro, siamo rimasti colpiti sin da subito dal risultato finale. Alternare l'utilizzo dei vari tipi di incantesimi è rapido e piacevole come passare da un'arma all'altra in uno sparatutto d'alta classe, in linea con la volontà del team di rendere il protagonista una sorta di "pistolero magico".

    Ben lontano dalle coperture e con tutti gli strumenti per liberarsi dalle orde nemiche, Jak può lanciarsi in una danza di morte all'insegna di spostamenti rapidi, combinazioni d'incantesimi differenti, e impiego di soluzioni difensive o di supporto. La magia blu è legata ad attacchi a medio e lungo raggio, come fosse un'arma semiautomatica con cui mettere a segno, volendo, dei precisi headshot, mentre quella rossa fa le veci del fucile a pompa, potendo infliggere ingenti danni a distanza ravvicinata.

    Chiudiamo quindi con gli incantesimi in verde, delle raffiche di proiettili magici capaci di raggiungere in autonomia gli avversari se nelle loro immediate vicinanze. Il numero di colpi generabili prima di dover ricaricare diminuisce a seconda della potenza dell'attacco utilizzato e questo comporta il dover gestire con attenzione l'offensiva, per non trovarsi indifesi dinanzi ai soldati di Rasharn.

    Sia durante il cammino principale che esplorando gli scenari di Aveum, il Magnus potrà ottenere delle magie superiori che consumeranno effettivamente il mana, che andrà ricaricato con apposite risorse. Noi ne abbiamo provate due in prima persona, con Shatter che viaggia sottoterra per poi spazzar via un nemico con delle rocce che spezzano anche gli scudi. Blastwave invece è un colpo concentrato di magia rossa, in grado di sgominare gruppi di avversari standard con facilità. Questi non sono che due esempi di un parco incantesimi che promette d'essere ben più variegato, tra utili rallentamenti temporali e trappole gravitazionali per attrarre e sospendere i malcapitati a mezz'aria. Jak è un combattente dalle tante risorse, perché ad esempio può distanziarsi dagli assalitori con un rapido scatto, evocare uno scudo per difendersi, al prezzo di un po' della sua rapidità di movimento o ricorrere all'utilissimo Lash, con cui afferra i soldati lontani per poi falciarli col suo shotgun magico, a bruciapelo.

    Quando abbiamo raccolto un'altra diavoleria incantata, il mago è diventato capace di lanciare sferette verdi contro i nemici, in modo da rallentarne l'avanzata. Tra l'ottima responsività dei controlli, le peculiarità di ogni magia e le coreografiche movenze delle mani, gli scontri da noi sostenuti durante l'ora di prova si sono rivelati sempre appaganti... e c'è di più.

    L'energia magica difatti viene concentrata ed emessa grazie a strumenti chiamati Sigilli (gli arnesi che Jak indossa sull'avambraccio destro), che peraltro sono legati agli specifici colori degli attacchi. Alla conclusione del nostro incontro con Immortals of Aveum ci è stato permesso di equipaggiare il Magnus con dei pezzi più rari e potenti rispetto a quelli utilizzati in precedenza, per darci un concreto assaggio della grande varietà di approcci offensivi prevista dall'esperienza.

    Abbiamo quindi potuto acuire notevolmente la cadenza dei colpi blu, modificare la traiettoria di quelli verdi e accrescere il potere di quelli rossi, per arrivare a domare con facilità il boss alla fine dell'ultima sezione. Oltre ai 25 incantesimi, il titolo vanta un sistema di progressione completo di ben 80 Talenti divisi per colore e, a detta degli sviluppatori, coi numeri per massimizzare la quantità e le unicità delle build ottenibili.

    Sorvolando sulla possibilità di equipaggiare alcuni anelli, non abbiamo potuto potenziare per davvero Jak, quindi - pur avendo trovato decisamente promettenti queste premesse ludiche - dovremo necessariamente attendere di confrontarci col gioco completo per sperimentare con le abilità, grazie anche alla facoltà di optare per un utile respec.

    Capaci di spostarsi velocemente negli scenari e di ricorrere a scudi da distruggere con magie del colore opportuno, le truppe base di Rasharn non saranno che una delle minacce da affrontare, pensiamo a guerrieri più grossi armati di palle incatenate, a costrutti animati da cristalli magici e a torreggianti avversari in grado di emettere fasci energetici dal volto.

    Alla fine del nostro percorso abbiamo fronteggiato l'Howler, la bestia alata di sembianze draconiche che dopo aver portato via il protagonista dalle rovine di Aristeryan City è tornata a sfidarlo. Tra colpi d'ali, attacchi in picchiata e piogge di proiettili infuocati, questa boss fight introduttiva fa il suo dovere e già possiamo dirvi che l'avventura ve ne offrirà di ben più ardue. Il Lead Combat Designer Jason Warnke difatti ci ha mostrato una speciale "arena per gli sviluppatori", in cui ha evocato nemici di ben altra pasta, tra cui uno dei boss opzionali dell'endgame. Senza girarci troppo attorno, il formidabile mago Lucretius lo ha sconfitto molto facilmente, sebbene il Jak del creativo fosse dotato di potenziamenti ed equipaggiamenti avanzati. In definitiva, anche in merito alla varietà e all'efficacia degli opponenti il team sembra aver fatto un buon lavoro, ma potremo sincerarcene soltanto a luglio.

    Il saggio esploratore

    Immortals of Aveum ha un'ambiziosa storia da raccontare e per farlo si serve di (numerose) cutscene, dialoghi opzionali con NPC e soluzioni di environmental storytelling, dalla presenza di tavolette di lore raccoglibili, fino alla conformazione stessa degli scenari. Esploreremo strutture millenarie sospese nel cielo, templi sotterranei e luoghi pregni di mistero, per poi avventurarci in portali dalle destinazioni sconosciute.

    Chi ha intenzione di godersi la sola storia di Jak impiegherà circa 25 ore a raggiungere i titoli di coda, ma i completisti ce ne metteranno più di 40 a detta dell'Executive Producer. Questo perché, un po' come il God of War del 2018 (ecco la recensione di God of War per approfondire), il gioco offre anche delle ambientazioni non lineari, ad esempio con sentieri secondari da scoprire quando entrati in possesso delle giuste abilità.

    Non ci troveremo dinanzi a una mole soverchiante di contenuti di contorno, ma tra potenti nemici dell'endgame e la possibilità di ottenere magie, Sigilli e risorse utili, chi vorrà dovrebbe poter prolungare in modo non artificioso la sua permanenza nel mondo di Aveum. Nella demo abbiamo oltrepassato burroni col doppio salto, rallentato alcune superfici mobili per superarle, e colpito pietre colorate con relative magie, quindi non ci è possibile fare considerazioni più approfondite su enigmi e platforming.

    Per dar vita alla loro opera prima, i ragazzi di Ascendant Studios stanno utilizzando Unreal Engine 5.1, servendosi di soluzioni avanzate come il Lumen, per gestire l'illuminazione in tempo reale, e il Nanite, per facilitare il rendering di geometrie ad altissima densità di poligoni. I risultati sono ben visibili anche nel trailer, che mostra volti dettagliati ed espressivi e scenari in cui luci naturali e artificiali si comportano in modo decisamente realistico.

    Al netto dello scarto grafico tra le sequenze filmate e il gameplay vero e proprio, la scena di Jak che apre il portone sulla città devastata dalla guerra dovrebbe ben lasciar intendere il livello qualitativo della presentazione visiva in-game, che vanta un texturing generalmente solido e un'ottima effettistica relativa alle magie.

    Alcune animazioni dei nemici, grandi e piccoli, non sono prive di qualche sbavatura, ma il fatto che un team di queste dimensioni sia riuscito a raggiungere tali risultati è già di per sé notevole. Sappiate inoltre che gli addetti ai lavori stanno lavorando proprio in questo periodo per ottenere i 60 fps su console, così da unire l'azione fluida a un comparto audiovisivo di livello. A tal proposito, in aggiunta all'efficace sonorizzazione delle magie, aspettatevi un accompagnamento musicale a metà tra i toni epicheggianti e una dimensione hip-hop, assieme a un doppiaggio italiano che però non abbiamo avuto modo di ascoltare.

    Immortals of Aveum Ambizioso tanto sul fronte narrativo quanto su quello ludico, Immortals of Aveum offre un combat system all’insegna dello shooting magico che, nell’ambito della nostra prova, ha saputo soddisfarci pienamente. In attesa di poter testare il cuore pulsante del gameplay sino ai suoi limiti - si pensi ad esempio agli assetti offensivi legati ai Talenti e ai Sigilli - siamo rimasti colpiti in positivo anche dal mondo di Aveum, pieno di antichi segreti da svelare e impreziosito da una profonda lore, nonché da personaggi che potrebbero rivelarsi interessanti. L’Everwar combattuta dal prode Jak lascerà spazio anche all’esplorazione delle ambientazioni, alla risoluzione di enigmi, e alle battaglie contro potenti boss secondari, complice una componente metroidvania con un numero buono ma non soverchiante di contenuti al seguito. Della prima opera di Ascendant Studios abbiamo ancora molto da vedere ma questa prima prova non ha fatto che acuire la nostra curiosità, trattandosi peraltro di un’esperienza che potrebbe costituire la prima pietra di un nuovo franchise.

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