Killzone Mercenary: testato con mano il nuovo capitolo portatile

Finalmente testato con mano il nuovo capitolo della saga di Killzone

Killzone Mercenary: testato con mano il nuovo capitolo portatile
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  • PSVita
  • Dopo una conferenza Sony pre-E3 piuttosto deludente sul fronte PS Vita, i possessori dello sfortunato portatile hanno ben poco di cui essere allegri. Se si escludono porting e remake, comunque graditi sia chiaro, non sono stati fatti annunci degni di nota. Di nuove IP neanche l'ombra e non si è nemmeno parlato di graditi ritorni (chi ha detto Gravity Rush 2?).
    Non ci resta che piangere? Ancora no, per fortuna. Se del bellissimo Tearaway vi abbiamo già parlato, l'altra grande speranza si chiama Killzone Mercenary. Brand piuttosto famoso tra gli amanti di FPS, questo spin-off cercherà in tutti i modi di tradurre in forma portatile le qualità e punti di forza tanto apprezzati prima su Playstation 2 e poi su Playstation 3.
    Dopo la fumosa presentazione durante la GamesCom del 2012, allo stand Sony ci siamo potuti fare un'idea piuttosto precisa del prodotto grazie a una demo. Finalmente lo sparatutto definitivo per PS Vita? Sperarci potrebbe non essere del tutto vano.

    Né amici, né nemici

    La missione che si sono imposti gli sviluppatori nella realizzazione del gioco è semplicissima: offrire un prodotto che abbia ben poco da invidiare ai capitoli regolari della saga in ogni ambito. Grafica e varietà d'azione in primis.
    Fin'ora il rapporto tra PS Vita e FPS è stato difficile e avaro di gioie. Né Call of Duty Black Ops: Declassified, né Resistance: Burning Skies sono riusciti a proporre un gameplay convincente, affossati da limiti creativi e connaturati alla console ospitante stessa.
    Perché non dovrebbe andare ugualmente con Killzone Mercenary?
    Ambientata tra Killzone e Killzone 2, la campagna principale vedrà come protagonista Arran Danner: un mercenario che in tempo di guerra ha deciso di non schierarsi con nessuno se non con sé stesso. Accetta missioni alleandosi ora con l'ISA, ora con gli Helghast, cercando di fare casa e sopravvivere in tempi così drammatici. Altri dettagli sono attualmente sconosciuti, ma a sentire uno degli sviluppatori la trama dovrebbe affrontare temi piuttosto delicati proprio a partire dalla professione di Arran e la sofferenza causata da una guerra sempre più brutale.
    Il livello di prova ci vedeva impegnati all'interno di una struttura Helghast costruita sul pendio di una montagna. Raggiunta la location a bordo di un motoscafo, oltre ad espugnare il fortino, dovevamo preoccuparci di garantire la sicurezza di un bambino sul quale attualmente non si hanno dettagli a riguardo.
    Armati di fucile a pompa e sniper rifle abbiamo potuto saggiare sin da subito la bontà del level design. Memori della carenza totale in quest'ambito di Resistance: Burning Skies, la felicità è stata doppia nell'accorgerci che, sebbene lo scenario non presentasse chissà quante biforcazioni, era possibile affrontare il livello sia sparando all'impazzata a qualsiasi cosa si muovesse, sia muovendosi nell'ombra e cercando di eliminare i nemici silenziosamente senza farsi scoprire.
    Entrambi gli approcci erano incoraggiati e supportati da una serie di oggetti e abilità del personaggio. Da una parte, interagendo con il touch-screen, Arran è in grado di esibirsi in silenziosi e letali attacchi corpo a corpo. Il fucile di precisione gli permetteva di eliminare da distanza siderale i suoi avversari, senza che questi si accorgessero della sua presenza. Come se non bastasse, il nostro era equipaggiato di una sorta di drone, controllabile a distanza, che svolazzando per l'ambientazione poteva abbattere le sue inconsapevoli vittime piombandogli addosso. Incalzati sull'argomento gli sviluppatori ci hanno confermato che nel corso dell'avventura Arron entrerà in possesso di altri gadget simili e il loro utilizzo sarà comunque vincolato al riempimento della rispettiva barra.

    Dall'altra parte l'avatar era munito di tutto ciò che gli serviva per scatenare il più classico degli inferni sullo schermo. Il fucile a pompa non lascia scampo a distanza ravvicinata. Le bombe sono sempre la miglior risposta a un gruppo di brutti ceffi che procede a pistole spianate. La rapidità di spostamento di Arron è utile per rapidi e mirati raid, seguiti da ritirate strategiche.
    A beneficiare di una tale impostazione di gioco è naturalmente il ritmo: piuttosto vario e sempre pronto ad alternare momenti in cui procedere con molta lentezza, ad altri in cui solo la prontezza di riflessi può fare la differenza tra vivere e morire.
    Purtroppo non mancano alcune perplessità. La prima va presa con le pinze e riguarda l'intelligenza artificiale. Nella demo gli Helghast non erano molto svegli: si lasciavano raggirare facilmente e la totale mancanza di organizzazione li rendeva avversari facili da separare e affrontare uno alla volta. Trattandosi di un livello di prova immaginiamo che la relativa stupidità degli avversari fosse voluta e proprio per questo non ci sentiamo di dare un giudizio troppo definitivo sulla cosa.
    L'altra perplessità è invece relativa a una certa mancanza di feedback nelle sparatorie. Ci rendiamo conto che su un portatile è impossibile replicare le stesse sensazioni esperite su PS3, dove vibrazione e un buon home theater fanno da soli tutta la differenza del mondo, ma non possiamo nascondervi che ci sembrava di sparare con una cerbottana, invece che con un potentissimo fucile a pompa. La mancanza di fisicità è un problema già lamentato sia in Call of Duty Black Ops: Declassified che in Resistance: Burning Skies e riscontrarlo nuovamente in un titolo della saga di Killzone non ci ha fatto per niente piacere.
    Ciononostante, una volta raggiunto il nostro obiettivo e terminata la demo, siamo rimasti comunque soddisfatti. Supportati da un sistema di controllo forse troppo interessato a tirare in ballo touch-screen e touch-pad, ma comunque sufficientemente preciso, abbiamo sterminato intere ondate di Helghast con gusto.
    Un plauso va assolutamente fatto al maestoso impianto grafico. Senza mezzi termini siamo di fronte a uno dei migliori prodotti per PS Vita sotto questo punto di vista, tanto che ad un primo (e frettoloso) sguardo lo si potrebbe tranquillamente scambiare per Killzone 3.
    Interrogati in merito gli sviluppatori, prima di congedarci, hanno confermato la presenza di una modalità multiplayer online. Sino a otto giocatori, quattro per team, potranno sfidarsi in sei mappe dalle dimensioni volutamente ridotte per incrementare al massimo il ritmo di ogni match. Tre le modalità presenti: deathmatch, la sua variante a squadre e l'immancabile re della collina. Sia in single player che in multiplayer, partita dopo partita accumulerete denaro che potrete spendere per comprare nuovo equipaggiamento e armi sempre più affidabili e potenti.

    Killzone Mercenary Killzone Mercenary ha tutte le carte in regola per essere il primo FPS davvero convincente a debuttare su PS Vita. Il livello testato è stato più che sufficiente per lasciarci intravedere un prodotto curato, dotato di una certa varietà e arricchito da un eccelso ritmo d'azione. Il multiplayer inoltre, ancora tutto da testare, sembra un'interessantissima aggiunta tutt'altro che secondaria vista la natura del gioco. Purtroppo allo stato attuale, manca ancora quel pizzico di fisicità in più che mai dovrebbe mancare in uno sparatutto in prima persona, tanto più se si tratta di un Killzone. La pubblicazione del gioco è prevista per il prossimo settembre: siamo quasi sicuri che prima di quella data torneremo nuovamente a parlarvi del gioco con un altro hands-on.

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