Provato kooltool

Un tool che più "figo" non si può.

Provato kooltool
INFORMAZIONI GIOCO
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  • Pc
  • Gli “editor” non sono una novità nel mondo dei videogiochi: i “tool” pensati per permettere all'utente di creare i propri contenuti sono molti, e portano con sé una filosofia ludica piuttosto interessante. Utilizzare uno “strumento” per la creazione di immagini, corti animati (come dimenticare Mario Paint e, in tempi più recenti, opere quali Inchworm Animation per Dsi) e musica (basti pensare a Korg DS-10, a Rytmik di Cinemax e ai vari software per la composizione di brani chiptune, come i mitici Famitracker, Little Sound Dj e PulseBoy) trasforma in gioco l'attività produttiva stessa. Il concetto appena espresso risulta ancora più chiaro chiamando in causa i vari giochi che hanno integrato, in tempi più o meno recenti, varie funzioni di modifica dei contenuti multimediali all'interno dei titoli stessi: sono diversi i giochi che hanno offerto e offrono la possibilità all'utente di intervenire su vari elementi, come personaggi, mappe e livelli (si vedano, a titolo esemplificativo, i vari Drawn to Life e Scribblenauts, passando per VVVVVV, Little Big Planet e gli oggetti “modificabili” nella serie di Animal Crossing). Un discorso a parte meriterebbero poi le diverse periferiche che hanno permesso l'intervento del giocatore nel mondo da “editare”, partendo dal mouse per SNES e arrivando a uDraw...
    Ancora più lampante è il caso di quei titoli che consentono di creare “da zero” un gioco (Dream Studio per Dreamcast, Blast Works per Wii -ispirato a Tumiki Fighters di Kenta Cho-, Wario Ware: D.I.Y e, in un certo senso, anche l'interessantissimo Garry's Mod di Facepunch Studios): qui le attività ludiche del giocatore e dello sviluppatore vengono a coincidere, e la produzione viene riscoperta come occasione di gioco e divertimento. È una tendenza che è forse da ricondurre alla natura stessa dei media digitali, come sottolinea Laura Cassarà nel suo ottimo Self Design, saggio in cui l'autrice tira in ballo lo “spirito di partecipazione” e il concetto di “personalizzazione di massa”, idee non lontane dal famoso Workshop di Steam.
    Tutti questi elementi si ritrovano in uno strumento di sviluppo videoludico pubblicato di recente da Mark Wonnacott (già autore di tanti piccoli capolavori: le “mod” di sfxr, candy saga 2: turbo edge, Porthole, che riporta alla mente il dimenticato AfterZoom, ma anche cute train, sviluppato con lo straordinario PuzzleScript) e ancora in fase di sviluppo: kooltool.

    IL BLOCCO DELLO SCRIPTORE

    kooltool è uno strumento votato alla semplicità. Lo si capisce subito studiando il tutorial, organizzato come un livello in fase di progettazione: qui sono disponibili tutte le informazioni necessarie per iniziare a sviluppare piccole avventure “sconnesse”, usando le parole dello sviluppatore. Tutti i personaggi e i “tile” che compongono lo scenario sono editabili grazie a una semplice ed efficace strumentazione grafica, che permette di creare strani mondi in una pixel art “grezza”, semplice e diretta. E già dalla parte grafica del tool è possibile notare il vero e proprio leitmotiv della produzione: kooltool sceglie la strada della limitazione, stimolando la creatività dei giocatori/sviluppatori proprio a partire dalla “povertà” (in senso positivo) dei mezzi a disposizione. Basta un attimo per accorgersi, ad esempio, che tra i colori non figurano il bianco e il nero. Tutto molto semplice, si diceva, ma anche tutto estremamente funzionale. La disposizione dei comandi su mouse e tastiera è da applausi, e la comodità la fa da padrona. Disegnare e cancellare è un piacere, così come disporre i tile e scegliere le superfici attraversabili dal giocatore. La filosofia del “drag and drop” e del “what you see is what you get” hanno permesso a Wonnacott di sviluppare uno strumento versatile nella sua essenzialità, anche grazie a un intelligentissimo e immediato sistema di scripting: cambiare le istruzioni, i comandi e il comportamento dei personaggi richiede solamente la lettura di un breve documento, e la “fatica” è veramente ridotta all'osso.

    Occorre ricordare che il gioco/tool è attualmente in fase di sviluppo, e quindi le funzioni integrate non sono moltissime: con poche e semplici frasi è comunque possibile implementare comandi riguardanti l'interazione con l'ambiente, oppure lo spostamento e i dialoghi con i PNG (con tanto di scelte e di possibili conseguenze nell'interazione con un dato personaggio!).
    kooltool, tra l'altro, è costantemente aggiornato, e nuove “feature” vengono aggiunte di volta in volta: qualche giorno fa lo sviluppatore ha implementato la possibilità di inserire diversi effetti sonori all'interno del gioco!

    QUESTIONI AMBIENTALI

    L'argomento delle limitazioni videoludiche porta a una concezione interessante dell'interazione: l'accento è posto sullo spostamento all'interno del mondo di gioco e sulla rappresentazione dell'ambiente stesso. kooltool porta naturalmente a creare giochi incoerenti e casuali, aleatori come la musica di Cage. O come gli esperimenti ludici dello sviluppatore irlandese Thecatamites, raccolti in una magnifica collezione, ovvero 50 Short Games. Sperimentando con lo strumento di Wonnacott nascono insomma folli avventure senza obiettivi, avventure in cui la fine non esiste e in cui si entra senza tanti preamboli, come se anche l'inizio non esistesse. Sono spunti, o meglio appunti di game design “semplificato” e immediato, diretto. kooltool è, ancora una volta, uno spazio da abitare e costruire, un mondo sgangherato in cui non esistono confini (se non quelli imposti dallo “sviluppatore” di turno) e in cui anche lo “sfondo” nero non è altro che un mondo liberamente esplorabile, un abisso che, in assenza di riferimenti, appare immobile anche quando si è in movimento. Basta un click su “playtest” per provare la propria creazione... E uno su “export” per ottenere la versione giocabile e liberamente redistribuibile del gioco. Insomma, anche così, con tutti i vincoli e le mancanze di cui gode, kooltool è un esperimento semplicemente imperdibile.


    kooltool kooltool è un semplice strumento per creare videogiochi “sgangherati” e un po' folli. Con pochi tratti di pixel art e qualche nota di scripting è possibile creare avventure “ambientali” votate all'esplorazione di spazi “virtuali” allucinati e non molto distanti dai giochi 2D di Thecatamites. In definitiva, si tratta di un tool caratterizzato da una facilità d'uso straordinaria e dalla sorprendente versatilità, soprattutto se si considera che siamo davanti a uno strumento ancora in fase di sviluppo: molte sono le funzioni che lo sviluppatore ha intenzione di implementare nel tempo, e i costanti aggiornamenti lasciano ben sperare per il futuro della sua creazione. Insomma, kooltool è una scelta “obbligata” per chi è interessato a cimentarsi con le positive limitazioni di un editor immediato ed efficace, complici il prezzo inesistente e il fatto di poter accedere liberamente al codice sorgente del progetto.

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