L.A. Noire provato su Nintendo Switch e in Realtà Virtuale su HTC Vive

In attesa del lancio previsto per la prossima settimana, abbiamo provato L.A. Noire su Nintendo Switch e in VR su HTC Vive.

L.A. Noire provato su Nintendo Switch e in Realtà Virtuale su HTC Vive
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Adoro Rockstar Games, e adoro visitare i suoi offici londinesi. Li trovo particolarmente piacevoli perché mi danno l'idea di essere abitudinari, un po' come me: alla fine si finisce sempre al solito ottimo bistrot; spesso, se il tempo a disposizione lo permette, al solito ristorante. C'è poi questo "minigioco" che faccio sempre, in cui chiedo di scattare foto di alcuni particolari dell'ingresso, come un poster o un tavolino, all'uomo-bulldog che da sempre lavora alla reception. Il tizio sarebbe un caratterista nato, e dice no a tutto, ma a volte arriva persino il PR che immancabilmente ti racconta di quella volta che un giornalista ha scattato la foto che volevi fare te ed "è successo un casino".

    A quanto pare, stando ai racconti, non c'è angolo di quegli uffici in cui non "è successo un casino", ed è una roba che ti fa sentire a casa, anche se in quel momento non sei altro che il corpo più estraneo che possa esistere in natura, e in fondo lo percepisci anche tu. Però hanno smesso di farti entrare dal retro, è un passo avanti.
    La cosa più divertente di tutte è che se mai leggeranno questa introduzione, anche se non c'è scritto poi nulla di che, un po' se la prenderanno davvero. Ultimamente, però, in casa Rockstar le cose sembrano essere leggermente cambiate, c'è un po' di apertura in più: hanno persino fatto entrare negli uffici di New York, che sono praticamente protetti come quella struttura che nel Polo Nord conserva tutti i semi esistenti al mondo, uno YouTuber. Fino a qualche anno fa sarebbe stato folle anche solo immaginarla una cosa del genere, ma per l'incredibile GTA Online ed il suo successo inesauribile questo e altro, no?

    Arriviamo comunque al motivo di questa ultima visita, ovvero il ritorno di L.A. Noire, questa volta su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e -a sorpresa- in una versione riveduta e corretta, in esclusiva (temporale?) per il visore HTC Vive. Una prima volta, quella di Rockstar con la realtà virtuale, sorprendente a prescindere dai risultati.

    L.A. VR

    Appena entriamo nella sala prove notiamo subito i sensori per il Room Scale di Vive, ed è infatti da questa versione che partiamo.

    L.A. Noire per realtà virtuale non è il gioco completo, ma un sunto che comprende sette dei casi presenti nel titolo originale, che Rockstar ha ritenuto più adatti alla tecnologia. Indossato il visore notiamo subito che c'è ancora qualcosa da limare nella versione appena caricata, ma nulla che possa pregiudicare la gioia di trovarsi nell'ufficio di Cole Phelps in "primissima" persona.
    È un momento d'atmosfera che non ha fini di gameplay se non quello di calarci nell'ambientazione, ma che a un Trekkie come me (che non è un amante del trekking, bensì di Star Trek), ha subito ricordato le peripezie del Capitano Jean-Luc Picard di Star Trek Next Generation sul ponte ologrammi.
    Un ricordo che riemerge non a caso, visto che la realtà virtuale sembra funzionare molto bene con esperienze più pacate dal punto di vista dell'azione, e più elaborate per quel che riguarda l'interazione con scenario e personaggi: proprio quel tipo di avventure che amava il cast della famosa serie TV.
    Grazie alla realtà virtuale guardare negli occhi un attore digitale ha una forza che inizialmente può sconquassare, persino intimorire; per questo, mentre provavo i cappelli sulla rastrelliera e mettevo un disco jazz cercando di guardare fuori dalla finestra, non vedevo l'ora di trovarmi davanti al primo volto di L.A. Noire.

    Chi conosce il gioco già saprà che uno dei suoi maggiori punti di forza era un sistema di telecamere pensato e costruito proprio per registrare in tempo reale le performance facciali di attori veri, permettendo successivamente l'uso del girato in un ambiente totalmente virtuale come la Los Angeles riprodotta dal team di sviluppo.
    Il risultato fu - ai tempi - prodigioso. Così, già prima di iniziare il test mi ero chiesto cosa avrei provato la prima volta che quei volti li avrei incontrati in realtà virtuale, in un contesto tangibile o quasi. Beh, devo ammettere che il passaggio del tempo si vede, e che da così vicino alcuni dettagli come le texture li rendono più piatti di quanto non lo fossero in precedenza. Eppure, quando si muovono, quando roteano gli occhi, quando per puro caso il loro sguardo coincide col nostro, l'esperienza diventa incredibile, ed L.A. Noire dà il meglio di sé. All'interno degli ambienti è possibile spostarsi utilizzando tre diversi sistemi di controllo, tutti e tre attivi contemporaneamente in modo che si possa scegliere liberamente l'opzione più congeniale in quel momento, senza dover per forza entrare nei menù.

    Mentre gli altri due movimenti sono di tipo canonico (punta e teletrasportati, per esempio), quello libero ha un twist: per spostarsi, in questo caso, non si utilizzano leve, ma si muovono le braccia proprio imitando la loro oscillazione durante una normale camminata. Funziona, ed è anche moderatamente divertente.
    Il caso è praticamente identico a quello originale, con adattamenti più o meno pesanti a seconda delle circostanze: c'è ad esempio un inseguimento a piedi che è stato "frammentato" in diverse scene. A spiccare di più, oltre che le fasi investigative vere e proprie (dove è possibile persino scarabocchiare liberamente sul taccuino... tanto lo sappiamo quale sarà la prima cosa che disegnerete) sono le sezioni di guida. In L.A. Noire per Vive è possibile guidare liberamente per l'intera mappa di gioco e l'effetto è letteralmente meraviglioso: è bellissimo ritrovarsi per la prima volta in un mondo tanto vasto e vivo, tenuti per mano dalla realtà virtuale. Anche qui, certo, a spiccare è la semplicità poligonale del gioco originale, ma l'effetto generale non è affatto male. Molto intelligenti anche i comandi, con le mani che si attaccano e staccano dal volante per poter per esempio attivare il freno a mano o suonare il clacson. È stata dura staccarsi dal visore, anche perché le due sequenze di combattimento a mani nude hanno lasciato il segno, e non solo sul mio corpo: che sudata pazzesca. Nel gioco completo saranno anche presenti scontri a fuoco, speriamo solo che riescano a risolvere in tempo certe imperfezioni. Ciò che incoraggia è che questo primo tentativo Rockstar, per quanto forse un po' troppo timido secondo i loro standard, rivela un interesse verso questa tecnologia spontaneo e concreto.

    Un Noir in tasca

    Tolto il visore, ci ritroviamo con un Nintendo Switch in tasca. Qui il gioco brilla anche tecnicamente, visto che le ridotte dimensioni dello schermo portatile nascondono gli acciacchi e fanno vibrare di un'altra luce le poche ma efficaci novità grafiche introdotte.
    Su Switch, in modalità handheld, L.A. Noire sembra a tutti gli effetti un gioco uscito pochi giorni fa.

    Ma il meglio lo danno i controlli che in questo caso sono sia classici che touch, e come nella VR tutti sempre attivi: può sembrare una cosa da poco, ma dopo trenta minuti, invece di preferirne uno, mi sono riscoperto ad utilizzare entrambi.
    La versatilità della console Nintendo mi ha immediatamente e inconsciamente insegnato a giocare ad L.A.Noire aggrappato ai normali comandi da gioco nelle situazioni più action, e a mo' di libro, con la console tenuta nel palmo di una mano e l'altra a toccare lo schermo, durante gli interrogatori.
    I comandi touch replicano in parte quelli ottenibili con i due Joycon separati, set-up che permette di interagire con i cadaveri e gli oggetti con semplici quanto intuitivi movimenti, oltre che a farci mirare in tempo reale direttamente muovendo il pad apposito e, ancora una volta proprio come con la VR, per le indiavolate scazzottate.

    Anche in questo caso non c'è nessuna costrizione: se non avete voglia di aprire la giaccia di un cadavere agitando il Joycon, potete sempre farlo con il vecchio sistema.
    La versione Switch può contare anche su una nuova visuale più lontana, attivabile a piacimento, molto utile nelle fasi investigative e che pare donare al gioco un affascinante stile da avventura grafica anni '90. Un'ultima cosa, prima di darci appuntamento per la recensione: in tutte queste nuove versioni, incluse quelle per PlayStatione Xbox, le diverse risposte che era possibile dare durante gli interrogatori sono state sostituite da tre opzioni sempre uguali: verità, dubbio e menzogna. Un cambiamento a detta degli sviluppatori necessario per fare in modo che le risposte coincidessero meglio con gli eventi del gioco.

    Del perché L.A. Noire rimane ancora oggi un titolo particolarmente prezioso ne abbiamo parlato in un recente articolo, scritto proprio in concomitanza dell'annuncio relativo a queste ricche versioni remastered, quindi è inutile dilungarci oltre (ma potete sempre rileggerlo!). Non nascondiamo però che siamo contenti che a un progetto così particolare venga concessa quella che parrebbe essere una seconda, meritata possibilità. Al netto delle sue imperfezioni, come L.A. Noire non ce ne sono mai più stati... e questo non è affatto poco.

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