Lara Croft and the Temple of Osiris Provato: Lara torna in una veste inedita

L'archeologa più famosa del mondo torna in veste classica con uno spin off cooperativo per 4 giocatori.

Lara Croft and the Temple of Osiris Provato: Lara torna in una veste inedita
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Nome: Lara Croft. Professione: Archeologa. Prima apparizione: 1995, su PC, Playstation e Sega Saturn. L’archeologa d’azione che strizza l’occhio all’Indiana Jones del cinema, è un personaggio videoludico amatissimo dai videogiocatori, anche dai più giovani grazie al recente rilancio del franchise, con una Lara completamente ridisegnata, ventunenne e neo-laureata. La miscela di azione, esplorazione ed enigmi, unita al grande fascino per la storia e l’archeologia hanno fatto della serie Tomb Raider un vero e proprio fenomeno mondiale, un punto di riferimento non solo per i videogiocatori, ma anche per l’industria (lo stesso Assassin’s Creed deve moltissimo alla saga partorita da Core Design).
    Ma parallelamente al reboot della saga, Square Enix ci propone un interessante spin off in salsa arcade dal titolo Lara Croft and the Temple of Osiris, sequel ufficiale di Lara Croft and the Guardian of Light uscito ormai 4 anni fa su piattaforme old generation.
    Dopo il rapidissimo assaggio alla scorsa edizione dell’E3, finalmente abbiamo provato con più calma (e in modalità cooperativa a quattro giocatori) il nuovo arcade game di Crystal Dynamics dedicato all’eroina videoludica più famosa di sempre. Direttamente dagli uffici di Koch Media a Milano, ecco il riassunto dei nostri 30 minuti di giocato.

    A SPASSO IN EGITTO

    Nell’avventura del Tempio di Osiride troviamo una Lara Croft ancora legata ai vecchi stilemi; prosperosa, vestita di una maglietta aderente azzurra e pantaloncino corto, cinturone e pistole saldamente ancorati in vita, proprio come vuole la tradizione. Al suo fianco un nuovo compagno d’avventure, Carter Bell, e le due divinità del pantheon egiziano imprigionate a forma umana, Horus e Isis. Il Dio del Cielo era già comparso altre volte nella saga Tomb Raider, ma ora torna sotto forma di personaggio giocabile, pronto a tutto pur di combattere il suo acerrimo nemico e fratello Set.
    Ognuno dei quattro personaggi ha poteri specifici. Lara e Carter vantano un fucile grapling con il quale appendersi e dondolarsi dalle sporgenze, strumento che risulta particolarmente utile per superare gli ostacoli ma anche per recuperare oggetti sparsi lungo il percorso e altrimenti inaccessibili;

    "Il fascino della nuova avventura di Lara risiede proprio nella sua modalità co-op, e nel sapiente mix di azione adrenalinica e posata dedizione agli enigmi."

    Horus e Isis dispongono invece di uno scudo magico che protegge dai colpi inferti dai nemici. Tutti naturalmente utilizzano degli strumenti offensivi, chi un’arma da fuoco e chi un bastone che scaglia raggi di luce divina. La schermata di selezione dei personaggi ricorda quella dei classici coin-op arcade (come Metal Slug) e si ripresenta medesima in qualità d’inventario e gestione d’oggetti/armi. Nel corso dell’avventura troveremo infatti nuove armi e item per potenziare e proteggere il personaggio durante i furiosi combattimenti.
    In quanto titolo cooperativo, i personaggi e quindi i giocatori dovranno aiutarsi l’un l’altro per superare i puzzle e gli enigmi situati lungo il cammino. La formula è la stessa già saggiata 4 anni fa con Lara Croft and the Guardian of Light, così come le dinamiche di gioco arcade e la visuale a volo d’uccello. Rispetto al precedente capitolo spin-off ora il cooperativo si fa più interessante, passando da due a quattro giocatori. Il fascino della nuova avventura di Lara risiede proprio nella sua modalità co-op, e nel sapiente mix di azione adrenalinica e posata dedizione agli enigmi. In alcuni momenti siamo costretti a correre per evitare gli insidiosi ostacoli e le numerose trappole (anche se manca il macigno rotolante, à la Indiana Jones), in altri frangenti dobbiamo lavorare di logica per risolvere - meglio se in cooperazione con gli altri giocatori - i puzzle e gli strambi meccanismi per sbloccare il percorso: tra tutto questo non mancherà di combattere orde di nemici che, come non morti e zombie, fuoriescono dal terreno e dalle pareti dei sabbiosi dungeon dell’antico Egitto. Il sistema di controllo si rivela ottimo, nonostante l’insolita mappatura tasti; il controller Xbox 360 usato per il test ha risposto bene ad ogni tipo di input.

    Rispetto ai capitoli classici e al reboot del 2013, questo arcade game con protagonista la bella Lara è meno cupo sia nelle atmosfere che nelle ambientazioni, con una palette cromatica decisamente più ricca e un design senza dubbio più fumettoso. Il gioco di Crystal Dynamics è piuttosto semplice dal punto di vista tecnico, tuttavia notiamo alcuni significativi miglioramenti come una grafica FullHD discretamente pulita, immagine stabile grazie ai 60 frame per secondo e infine filtri ed effetti di buona qualità. Nelle inquadrature ravvicinate si perde purtroppo qualche dettaglio, esattamente come avviene in Diablo 3 o Sacred 3, niente comunque che inifici giocabilità e fruibilità del software. Le location sono discretamente interattive, sebbene la distruttibilità ambientale non possa essere considerata un vero e proprio marchio di fabbrica della produzione. Non è ancora chiaro quanto sarà longevo questo secondo spin-off, ma in riferimento al primo capitolo del 2010 possiamo supporre circa 7-8 ore in single player e un po’ meno se affrontato con un gruppo di amici.

    Lara Croft and the Temple of Osiris Lara Croft and the Temple of Osiris non sembra portatore di nuove o particolari innovazioni rispetto allo spin off rilasciato nel 2010, se non forse per la nuova modalità cooperativa a quattro giocatori ed una parziale revisione del sistema di risoluzione degli enigmi, ora più ricco e corposo. Il punto di forza del nuovo titolo è senza dubbio la possibilità di essere approcciato con un massimo di 3 giocatori, all’insegna di un gioco scanzonato e divertente, seduti sul divano con pad alla mano. Persistono i dubbi circa la difficoltà degli enigmi (quelli saggiati nei 30 minuti di prova si sono rivelati fin troppo semplici da portare a termine) e la varietà degli stessi. Dovremo purtroppo attendere ancora un po’ anche per scoprire ulteriori dettagli sulla varietà delle ambientazioni e la longevità del prodotto.

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