La Gamescom 2023 è stata la fiera dei soulslike provenienti da ogni parte del mondo. Black Myth Wukong dalla Cina (qui trovate la nostra prova di Black Myth Wukong), Enotria The Last Song dall'Italia e Lies of P dalla Corea: tutti e tre hanno qualcosa da dire; tutti e tre reinterpretano a modo loro la lezione di FromSoftware; tutti e tre sono stati fra i migliori prodotti testati alla Koelnmesse. Nel terzetto, l'avventura action ispirata (molto liberamente!) al Pinocchio di Collodi sarà la prima ad arrivare.
Il team Neowiz ha messo a nostra disposizione una versione praticamente definitiva, permettendoci di giocare una fase più avanzata dell'esperienza. L'armamentario in dotazione era quindi molto più ampio, il protagonista dotato di più talenti e le ambientazioni erano popolate da una maggiore varietà di nemici. Tutto ciò che abbiamo vissuto finora ha contribuito a far decrescere i nostri dubbi e a rafforzare le nostre convinzioni. Lies of P vuole essere uno dei migliori esponenti del filone "souls", e non è una ambizione così lontana dalla sua portata.
Una città tanto bella quanto pericolosa
Krat è un luogo bellissimo. Si può disquisire a lungo sulla somiglianza tra Lies of P e Bloodborne, ma la verità è che, a prescindere dalla fonte di ispirazione, la rivisitazione in salsa steampunk della belle époque è artisticamente ammaliante, caratterizzata da una eleganza decadente eppure ancora sontuosa.
Ne è un esempio l'area di Rosa Bella Street, dove si intravedono ancora i rimasugli di quello che un tempo fu un quartiere intriso di raffinatezza. Ora di quella bellezza resta l'eco ovattata dalla violenza. Corpi impalati sulle lance, cadaveri che marciscono lungo le strade, ruote panoramiche su cui campeggiano, infilzate, le carcasse di altre "marionette". Lies of P è un'altalena che dondola tra opulenza e violenza. Le note di violino che accompagnano i nostri passi stridono volutamente con alcune sequenze di matrice persino orrifica. Negli angoli più buie delle dimore esplorabili, nei vicoli oscuri e negli anfratti meno visibili a volte si trascinano i busti meccanici di automi dal viso di bambino, infiocchettati a dovere come fossero la prole di chissà quale nobile famiglia, ma talmente lerci e "arrugginiti" da generare profonda inquietudine. Ogni nemico di Lies of P sembra avere un suo ruolo sociale: dai gendarmi che ci bersagliano dalla distanza fino alle cameriere che provano ad assaltarci con la scopa con cui, poco prima di avvistarci, simulavano la pulitura del pavimento. Si nota come Lies of P sia stato sviluppato con una cura per il dettaglio sopra la media, che rende Krat un luogo tanto pericoloso quanto stimolante da esplorare. Tutta la porzione ambientata tra le vie di Rosa Bella Street è culminata con una boss fight situata al centro di un piccolo anfiteatro all'aperto, dove - stando all'art design - probabilmente si esibivano teatranti da strada.
Qui abbiamo affrontato una spadaccina, chiamata "White Lady", che attaccava con grande rapidità, affondando i colpi con il suo affilatissimo fioretto. La velocità dello scontro ci ha costretto a sfruttare la schivata: abbiamo avuto l'impressione che lo scatto laterale conceda ora un maggiore margine di manovra e invulnerabilità rispetto alla precedente demo, e che il team abbia quindi effettivamente dato ascolto al feedback di chi lamentava (legittimamente) la scarsa efficienza della manovra elusiva.
Conclusa in maniera trionfante la battaglia contro la White Lady, abbiamo scoperto che questa gentildonna era soltanto un "mid boss". Lo scontro veramente arduo sarebbe arrivato solo più avanti.
La battaglia dei pupazzi
Prima di giungere nei pressi del vero nemico della build di Colonia, era necessario addentrarsi in una villa, la Estella Opera House, un luogo tracotante, dove strabordavano lusso e arte, forse un tempo dimora di una famosissima attrice.
È tra i suoi labirintici corridoi che abbiamo fatto la conoscenza di un altro tipo di avversario: una sorta di aracnide meccanico, il cui busto - quello di una impomatata cantante lirica - era connesso a gigantesche zampe da ragno. Non è un nemico troppo arduo da abbattere, nonostante sia dotata di gran velocità e possegga una rognosa caparbietà nell'inseguirci praticamente ovunque. È però un avversario che mette soggezione, vuoi per la sua mole, vuoi per la sua zampettante ostinazione. Tra cunicoli sotterranei, stanze segrete e missioni secondarie offerte dagli NPC (che però non abbiamo avuto la possibilità né il tempo di completare), il nostro tour della Estella Opera House si è concluso nelle vicinanze di una porta, oltre la quale ci ha atteso il King of Puppets. Prima di valicare la soglia, ci viene data - come nei Souls - la facoltà di evocare uno Spettro, a patto di usare una risorsa chiamata Star Fragment, che ci supporti in battaglia. Mossi da un impeto di coraggio, ci siamo cimentati in solitaria contro un boss piuttosto imponente: un automa che sembrava in qualche modo legato al protagonista. Durante la sua cinematica di ingresso, infatti, ha teso la mano al nostro burattino, il quale però l'ha respinta con disprezzo.
Ecco che l'azzurro dei suoi occhi ha lasciato il posto al rosso della rabbia e il duello ha avuto in inizio. In caso P venga abbattuto, la creatura meccanica comincerà anche a disperarsi, prima che la schermata di game over lasci spazio alla rinascita del protagonista.
Quale storia si nasconde dietro al King of Puppets? Ci sarà in Lies of P un'adeguata commistione tra lore sottesa e narrazione esplicita? Lo scopriremo il 19 settembre, e per il momento non abbiamo potuto far altro che allontanarci dalla postazione del gioco con una certa dose di soddisfazione.
Il soulslike di Neowiz sembra mostrare una qualità capace persino di fargli scrollare di dosso il retaggio delle opere di Miyazaki, e già questo è un gran risultato per il team coreano. Il cambio di moveset in base alle armi imbracciate (dalle spade, alle mazze, passando per le asce...), una direzione artistica in stato di grazia e una narrativa che pare molto stratificata, capace di condurre a tre finali diversi, sono dunque i punti di forza di un souls potenzialmente tra i migliori sulla piazza. Manca poco e Krat aprirà i propri cancelli: prepariamoci ad attraversarli anche a costo di morire, più e più volte. Perché potrebbe valerne la pena.
Lies of P sta arrivando ed è sempre più bello!
Alla Gamescom abbiamo potuto provare una demo estesa di Lies of P, ricavandone buone sensazioni in vista dell'uscita del gioco completo a settembre.
La Gamescom 2023 è stata la fiera dei soulslike provenienti da ogni parte del mondo. Black Myth Wukong dalla Cina (qui trovate la nostra prova di Black Myth Wukong), Enotria The Last Song dall'Italia e Lies of P dalla Corea: tutti e tre hanno qualcosa da dire; tutti e tre reinterpretano a modo loro la lezione di FromSoftware; tutti e tre sono stati fra i migliori prodotti testati alla Koelnmesse. Nel terzetto, l'avventura action ispirata (molto liberamente!) al Pinocchio di Collodi sarà la prima ad arrivare.
Il team Neowiz ha messo a nostra disposizione una versione praticamente definitiva, permettendoci di giocare una fase più avanzata dell'esperienza.
L'armamentario in dotazione era quindi molto più ampio, il protagonista dotato di più talenti e le ambientazioni erano popolate da una maggiore varietà di nemici. Tutto ciò che abbiamo vissuto finora ha contribuito a far decrescere i nostri dubbi e a rafforzare le nostre convinzioni. Lies of P vuole essere uno dei migliori esponenti del filone "souls", e non è una ambizione così lontana dalla sua portata.
Una città tanto bella quanto pericolosa
Krat è un luogo bellissimo. Si può disquisire a lungo sulla somiglianza tra Lies of P e Bloodborne, ma la verità è che, a prescindere dalla fonte di ispirazione, la rivisitazione in salsa steampunk della belle époque è artisticamente ammaliante, caratterizzata da una eleganza decadente eppure ancora sontuosa.
Ne è un esempio l'area di Rosa Bella Street, dove si intravedono ancora i rimasugli di quello che un tempo fu un quartiere intriso di raffinatezza. Ora di quella bellezza resta l'eco ovattata dalla violenza. Corpi impalati sulle lance, cadaveri che marciscono lungo le strade, ruote panoramiche su cui campeggiano, infilzate, le carcasse di altre "marionette". Lies of P è un'altalena che dondola tra opulenza e violenza. Le note di violino che accompagnano i nostri passi stridono volutamente con alcune sequenze di matrice persino orrifica. Negli angoli più buie delle dimore esplorabili, nei vicoli oscuri e negli anfratti meno visibili a volte si trascinano i busti meccanici di automi dal viso di bambino, infiocchettati a dovere come fossero la prole di chissà quale nobile famiglia, ma talmente lerci e "arrugginiti" da generare profonda inquietudine. Ogni nemico di Lies of P sembra avere un suo ruolo sociale: dai gendarmi che ci bersagliano dalla distanza fino alle cameriere che provano ad assaltarci con la scopa con cui, poco prima di avvistarci, simulavano la pulitura del pavimento. Si nota come Lies of P sia stato sviluppato con una cura per il dettaglio sopra la media, che rende Krat un luogo tanto pericoloso quanto stimolante da esplorare. Tutta la porzione ambientata tra le vie di Rosa Bella Street è culminata con una boss fight situata al centro di un piccolo anfiteatro all'aperto, dove - stando all'art design - probabilmente si esibivano teatranti da strada.
Qui abbiamo affrontato una spadaccina, chiamata "White Lady", che attaccava con grande rapidità, affondando i colpi con il suo affilatissimo fioretto. La velocità dello scontro ci ha costretto a sfruttare la schivata: abbiamo avuto l'impressione che lo scatto laterale conceda ora un maggiore margine di manovra e invulnerabilità rispetto alla precedente demo, e che il team abbia quindi effettivamente dato ascolto al feedback di chi lamentava (legittimamente) la scarsa efficienza della manovra elusiva.
Conclusa in maniera trionfante la battaglia contro la White Lady, abbiamo scoperto che questa gentildonna era soltanto un "mid boss". Lo scontro veramente arduo sarebbe arrivato solo più avanti.
La battaglia dei pupazzi
Prima di giungere nei pressi del vero nemico della build di Colonia, era necessario addentrarsi in una villa, la Estella Opera House, un luogo tracotante, dove strabordavano lusso e arte, forse un tempo dimora di una famosissima attrice.
È tra i suoi labirintici corridoi che abbiamo fatto la conoscenza di un altro tipo di avversario: una sorta di aracnide meccanico, il cui busto - quello di una impomatata cantante lirica - era connesso a gigantesche zampe da ragno. Non è un nemico troppo arduo da abbattere, nonostante sia dotata di gran velocità e possegga una rognosa caparbietà nell'inseguirci praticamente ovunque. È però un avversario che mette soggezione, vuoi per la sua mole, vuoi per la sua zampettante ostinazione. Tra cunicoli sotterranei, stanze segrete e missioni secondarie offerte dagli NPC (che però non abbiamo avuto la possibilità né il tempo di completare), il nostro tour della Estella Opera House si è concluso nelle vicinanze di una porta, oltre la quale ci ha atteso il King of Puppets. Prima di valicare la soglia, ci viene data - come nei Souls - la facoltà di evocare uno Spettro, a patto di usare una risorsa chiamata Star Fragment, che ci supporti in battaglia. Mossi da un impeto di coraggio, ci siamo cimentati in solitaria contro un boss piuttosto imponente: un automa che sembrava in qualche modo legato al protagonista. Durante la sua cinematica di ingresso, infatti, ha teso la mano al nostro burattino, il quale però l'ha respinta con disprezzo.
Ecco che l'azzurro dei suoi occhi ha lasciato il posto al rosso della rabbia e il duello ha avuto in inizio. In caso P venga abbattuto, la creatura meccanica comincerà anche a disperarsi, prima che la schermata di game over lasci spazio alla rinascita del protagonista.
Quale storia si nasconde dietro al King of Puppets? Ci sarà in Lies of P un'adeguata commistione tra lore sottesa e narrazione esplicita? Lo scopriremo il 19 settembre, e per il momento non abbiamo potuto far altro che allontanarci dalla postazione del gioco con una certa dose di soddisfazione.
Il soulslike di Neowiz sembra mostrare una qualità capace persino di fargli scrollare di dosso il retaggio delle opere di Miyazaki, e già questo è un gran risultato per il team coreano. Il cambio di moveset in base alle armi imbracciate (dalle spade, alle mazze, passando per le asce...), una direzione artistica in stato di grazia e una narrativa che pare molto stratificata, capace di condurre a tre finali diversi, sono dunque i punti di forza di un souls potenzialmente tra i migliori sulla piazza. Manca poco e Krat aprirà i propri cancelli: prepariamoci ad attraversarli anche a costo di morire, più e più volte. Perché potrebbe valerne la pena.
Che voto dai a: Lies of P
Voti: 41
Altri contenuti per Lies of P