Little Nightmares 2: piccoli incubi crescono

Abbiamo trascorso mezz'ora in compagnia dell'avventura horror di Tarsier Studios, tra manichini animati e tenebre inquietanti.

Little Nightmares 2
Anteprima: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Stadia
  • Xbox Series X
  • Il primo Little Nightmares, pubblicato nella primavera 2017 da Bandai Namco, è per me un gioco speciale. Non uno di quei capolavori ambiziosissimi che ti sconvolgono con mezzi hollywoodiani e fuochi d'artificio, e neppure uno di quegli indie capaci di rapirti facendoti perdere il conto delle ore (leggete la nostra recensione di Hades, tanto per capirci). Little Nightmares si è dimostrata una produzione piccola ma dannatamente intelligente, che a dispetto di qualche spigolo di troppo ha comunque saputo lasciarmi qualcosa.

    Un dettaglio che fa la differenza, perché - specie se come me giochi moltissimo - sono rari i titoli che in qualche modo ti restano davvero dentro. Insomma, un diamante grezzo che ha ancora una volta dimostrato la bravura degli Svedesi di Tarsier Studios, team di Malmo che si era fatto notare già nel 2005 per il mai realizzato The City of Metronome e più recentemente per l'ottimo puzzle in realtà virtuale Statik (a proposito, eccovi la recensione di Statik).

    Nuove facce, nuova inquietudine

    L'aspetto che più colpisce di Little Nightmares 2 è la costante sensazione di trovarsi dentro a un incubo. Una dimensione asfissiante, rarefatta e difficile da decifrare, proprio come soltanto i "migliori" brutti sogni sanno essere. Si avverte una snervante ansia di fondo che puoi provare a scrollarti di dosso, senza però assolutamente mai riuscirci.

    In questo senso, per quanto ho avuto modo di vedere godendomi una demo esclusiva della durata di una mezz'ora abbondante, questo seguito diretto non ha paura di abbracciare in tutto e per tutto l'orrore puro. Se l'originale giocava infatti in equilibrio sul limite, esprimendo una sinistra inquietudine strisciante per concedersi soltanto occasionalmente incursioni in un grottesco a tratti sublime (vedasi quell'indimenticabile tsunami di carne sul finale...), qui le cose si fanno un po' diverse.

    Pur senza eccedere nello splatter, Little Nightmares 2 sembra voler mettere in scena la sua anima oscura, lasciandosi andare con maggior convinzione alla sua natura horror. L'inquietudine sfocia così apertamente nell'angoscia, nella sensazione non più di essere fuori posto, bensì di essere letteralmente braccati, alla mercé di qualcosa che stavolta prova davvero ad afferrati invece di rimanere quasi sempre nell'ombra.

    Nella demo, l'incappucciata Six e Mono, il nuovo silente protagonista con il volto coperto da un sacchetto, si risvegliavano in una sorta di manicomio psichiatrico, di fronte e una vecchia TV con un effetto di rumore bianco in stile The Ring. Intorno ai due personaggi, in un ambiente malsano e logoro in cui tutto fa presagire una forte sensazione di abbandono e di degrado, dei manichini. O, per meglio dire, dei pezzi di manichini.

    Il silenzio teso e fastidiosamente ossessivo, interrotto solo dallo scalpiccio dei piedini dei protagonisti e dalle note di sporadici archi, rende la situazione difficile da sopportare. C'è una palpabile (e, per quanto mi riguarda, deliziosa...) tensione nell'aria, acuita da scelte registiche non banali. tra sfocature di campo che enfatizzano alcuni dettagli celandone altri e inquadrature che danno il giusto carattere all'azione.

    Senza contare il sapiente uso delle luci - poche, rarefatte, impotenti - e delle ombre, che invece ammantano ogni cosa di un malevolo alone mortifero. Sulla scia del predecessore, Little Nightmares 2 si dimostra infatti un gioco riuscitissimo dal punto di vista visivo: un invidiabile connubio tra tecnica e arte, capace di mettere in scena situazioni e momenti davvero degni di nota. L'Unreal Engine 4 viene messo al servizio di una direzione artistica dal fascino innegabile, per un colpo d'occhio che lascia decisamente il segno.

    Braccati nel buio

    Ancora una volta, Little Nightmares 2 è un platform con elementi puzzle sul modello dello stile di Playdead (vi ricordiamo in merito la nostra recensione di Inside): un'avventura completamente priva di testi in cui dovrete esplorare, risolvere piccoli enigmi e più in generale fuggire da un mondo distorto ed estremo, che sembra non darvi alcuna via di scampo.

    Durante la mia prova mi sono ritrovato a dover cercare dei generatori di energia: capsule che servivano per azionare un ascensore che avrebbe permesso ai due bambini di fuggire da un dedalo di letti rotti, lampadari fulminati, tavoli operatori e archivi contenenti chissà quali amenità. Attorno ai protagonisti - ricordiamo che Little Nightmares 2 non è un'avventura cooperativa, bensì un'esperienza single player in cui è il computer a gestire le azioni di cappuccetto giallo Six - nessuna traccia apparente di esseri viventi.

    È bastato comunque poco per scoprire di non essere solo. Come già accaduto in un memorabile livello dell'ottimo Condemned: Criminal Origins, i manichini (anzi, per dirla tutta soltanto alcuni manichini, giusto per aumentare ulteriormente la sensazione di incertezza e precarietà) hanno iniziato a prendere vita, animati in modo disturbante da un instancabile furore da marionette omicide.

    Impossibile pensare di sconfiggere direttamente avversari rapidi, scattanti e fisicamente imponenti rispetto a Six e Mono. L'unico modo per tenerli a bada, con una meccanica a metà strada tra Luigi's Mansion e la gestione dei Boo di Super Mario, diventa allora quello di colpirli con la luce della torcia - uno strumento sempre a disposizione premendo il tasto B. Così facendo i feroci avversari non possono fare altro che immobilizzarsi, cristallizzati in pose oscenamente minacciose e ben poco umane. Come anonimi spaventapasseri senza volto imprigionati in un disturbante regno di terrore e sofferenza medica.

    Bisogna a questo punto aprire una doverosa parentesi sul gameplay: la mia mezz'ora di test è stata contraddistinta da un numero a volte quasi estenuante di tentativi, col gioco capace di mettermi in seria difficoltà in alcuni momenti di trial & error un po' ostico. Difficile stabilire se io sia stato particolarmente scarso (per carità, può essere e sono pure una frana con situazioni un po' stealth...) o se Little Nightmares 2 richieda un grado di precisione un filo puntigliosa. Potrebbero pure essere vere entrambe le ipotesi, anche se vista la tipologia di esperienza avrei gradito un approccio leggermente meno impietoso.

    Niente di troppo fastidioso ad ogni modo, per una mezz'ora che è anzi volata in un batter d'occhio. Nel mezzo, tra sfuggenti mani-ragno pronte a saltarti in faccia come fossero Facehugger, citazioni dotte da Il Giorno degli Zombi di Romero e almeno un enigma nient'affatto banale, tantissima sostanza e le inebrianti sensazioni al cospetto di un gioco che promette di fare faville.

    L'appuntamento con Six e Mono è fissato per il prossimo 11 febbraio su PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, con le versioni next-gen PS5 e Series X in arrivo più avanti nel corso del 2021. Personalmente non vedo l'ora di tornare a farmi ossessionare dai piccoli incubi di Tarsier Studios, specie ripensando all'angosciantissimo finale della demo: l'incontro fugace con un essere orribile che aspetto di scoprire più a fondo. Un'entità che, sono certo, tormenterà il sonno di non pochi appassionati.

    Little Nightmares 2 Ritrovare sul mio cammino Little Nightmares si è rivelata una deliziosa scampagnata nel terrore, per un ghiotto antipasto di qualcosa che desidero divorare in un sol boccone. In questo seguito gli sviluppatori sembrano aver deciso di spingere con ancora più convinzione sulla componente horror, rendendo i Piccoli Incubi ancora più ansiogeni e spaventosi. Sentirsi sperduti, confusi e indifesi, prede inesorabili di un'ambientazione famelica, non è mai stato così piacevole. Ben fatto, Tarsier Studios: la speranza è che questa possa essere la definitiva e meritatissima consacrazione. Adesso incrociamo tutti le dita, e prepariamoci a un salto nel buio che fa più paura.

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