Lust for Darkness: un'avventura ispirata alle opere di Lovecraft

L'orrore di Lovecraft si mescola a tematiche erotiche in Lust for Darkness, un'avventura perversa ed inquietante: l'abbiamo provata per voi.

Lust for Darkness: un'avventura ispirata alle opere di Lovecraft
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  • L'immaginario che H.P. Lovecraft ha creato nel corso del ‘900 è una costante fonte d'ispirazione per tutti gli autori che si occupano di horror psicologici con un forte accento sull'atmosfera. Negli ultimi anni, poi, la popolarità dello scrittore americano ha investito con violenza il mondo dei videogiochi: è difficile che passi troppo tempo senza assistere all'annuncio di un titolo con tematiche lovecraftiane, ispirato al mito di Cthulhu e a quello degli Antichi. Lust for Darkness, avventura orrorifica in prima persona sviluppata dai polacchi di Movie Games, non rappresenta quindi una novità: la follia mostruosa tanto cara al maestro dell'orrore c'è tutta, da creature tentacolari dall'aspetto inquietante, fino a dimensioni alternative (che prendono spunto, visivamente, dai lavori del pittore polacco Zdzislaw Beksinski) distorte ed indecifrabili. Come ci suggerisce il titolo, tuttavia, insieme all'universo vergato dalla creativa penna di Lovecraft, nel gioco trovano posto anche temi erotici e sadomaso. Sebbene le premesse alla base di Lust for Darkness siano più che intriganti, una demo rilasciata di recente - e disponibile per chi ha finanziato il progetto su Kickstarter - ha smontato tutte le nostre aspettative. Non si percepisce, almeno per ora, un'atmosfera tanto riuscita da enfatizzare l'unione di elementi lovecraftiani con l'erotismo più spinto. Dal punto di vista ludico, invece, il titolo si è dimostrato piatto e banale, senza nessuna idea che non sia già stata esplorata negli anni da numerosissimi congeneri. Manca ancora molto prima dell'uscita di una versione definitiva, ma, purtroppo, le premesse sono tutto meno che incoraggianti.

    Terrore e voluttà

    Jonathan Moon riceve una lettera da sua moglie ad un anno dalla sua scomparsa, un invito in una lugubre magione dove si sarebbe dovuta tenere una cerimonia occulta. La villa, e lo sappiamo grazie ad una sequenza, che funge da prologo, nei panni della dolce metà del protagonista, racchiude brandelli d'umana follia ed è popolata da cultisti che sembrano venerare sordide divinità di una dimensione alternativa. Il Lusst'gaah è un luogo dove tutte le pulsioni sessuali, anche quelle più violente e sadiche, fuoriescono con esplosivo vigore. Chi ambisce ad accedervi getta da parte ogni inibizione e si unisce in orge confuse, entra in una trance fatta di sesso e dolore. Il maniero è quindi tappezzato da tonnellate di raffigurazioni dai temi erotici, da strumenti per l'autogodimento ed altra accozzaglia sadomaso che sembrano quasi evocare una schiera di gemiti, non sapremmo dire se di piacere o sofferenza. Il potenziale immaginifico sprigionato da queste immagini che ci investono nei primi minuti dell'avventura, però, si affievolisce pian piano. Il secondo livello è infatti ambientato nel fin troppo "normale" appartamento di Jonathan, ed è il setting di una sezione d'eccessiva lunghezza in cui il protagonista scopre l'ubicazione di sua moglie Amanda e decide di raggiungerla per far luce sul mistero. Non c'è un reale "perché" nell'esistenza di questo livello, visto che, a parte per compiere piccole mansioni molto semplici e di rapida esecuzione, vagare per le stanze dell'appartamento è un'operazione fine a se stessa. Forse il team di sviluppo amplierà questo frangente con l'inserimento di testi in grado d'approfondire la backstory, e magari fornire qualche dettaglio in più sull'anonimo "eroe" dell'avventura. Ma se la sequenza in questione ci aveva solo fatto sospettare della presenza di problemi di ritmo, giunti nel giardino della villa ci siamo convinti sempre più che l'incedere singhiozzante di Lust for Darkness è una reale seccatura. Il terzo livello può esser superato solo senza essere individuati dalle sentinelle in maschera che pattugliano l'esterno della lugubre dimora.

    Anche qui le tempistiche appaiono troppo dilatate, ancor di più se si considera che le dinamiche stealth raffazzonate e la rigidità dei movimenti delle ronde sono fonte di noia. Entrati nella villa la situazione migliora. Pure in questo caso ci si muove tra alti e bassi, è vero, ma almeno l'atmosfera si risolleva un pochettino - senza mai spiccare il volo -, contribuendo a rendere l'esplorazione della struttura un po' più piacevole. Eppure, è un peccato che a livello d'interazione ci sia così tanto da fare (è possibile ispezionare oggetti ed aprire qualsiasi cassetto), ma che l'ambientazione sia così povera di elementi di reale interesse. Inoltre vedere sculture falliche, statue dalla sessualità distorta, balbettanti fanatici nascosti dietro maschere inquietanti calati in un setting che non li valorizza abbastanza è un immenso dispiacere. Non funziona il gioco di luci e di ombre, l'efficacia del sound design è minima e le soluzioni per imprimere inquietudine sono goffe, mal calibrate. Nella penultima parte si assiste invece ad un'orgia sulle note del requiem di Mozart.

    Gli sviluppatori non si sono risparmiati sul realismo visivo, e tra le ombre si distinguono voluttuose figure maschili e femminili impegnate in diverse pratiche sessuali. Anche qui l'atmosfera lascia un senso d'insoddisfazione: laddove avrebbe dovuto esserci un'attenzione maggiore al design sonoro e alla cura estetica, si scorgono solo anonimi modelli poligonali animati meccanicamente. Il piacere carnale di fantasiose posizioni del Kamasutra non si riescono a percepire: un peccato mortale per chi, come Lust for Darkness, inserisce tematiche erotiche nel suo biglietto da visita. La fine della demo era tutta ambientata nella dimensione del Lusst'gaah: è qui che l'estetica raggiunge buoni livelli, grazie ad una rappresentazione di un orrore "solido" reso come un ammasso canceroso in continua espansione. Non mancano i riferimenti alla sessualità. I portali interdimensionali hanno l'aspetto di una vagina, nei saloni si stagliano enormi figure rassomiglianti a peni in erezione. Insomma, nel contorto mondo di Lusst'gaah il titolo di Movie Games riesce ad incutere un po' di ripugnanza. A livello ludico, tuttavia, non ci sono balzi avanti: un enigma molto semplice e la fuga da una mostruosa creatura aggressiva ci hanno lasciato un retrogusto poco gradevole. L'unica cosa che ci ha colpito è stata una speciale maschera che, una volta indossata, ha reso possibile l'accesso a passaggi altrimenti impraticabili. L'artefatto in questione, però, conduce alla pazzia chi ne fa un uso troppo prolungato: l'idea non è malvagia, ma bisogna attendere l'uscita per capire quanto peso avrà nell'economia di gioco.

    Lust for Darkness Ci duole dire che molte delle nostre aspettative per Lust of Darkness sono state spazzate via da una demo in cui non c’è quasi traccia dell’atmosfera di quella che, potenzialmente, avrebbe potuto essere una fusione intrigante. Erotismo e Lovecraft, sessualità e occulto: temi interessanti che però esigono una cura estetica d’eccezione. Siamo consapevoli che il lavoro da fare sia ancora molto, eppure mancanze così pesanti e l'assenza di solide idee di gameplay farebbero insospettire chiunque. Lust for Darkness è un progetto che continueremo a seguire con interesse, ma senza quel bagliore che illuminava i nostri occhi quando l’hanno visto per la prima volta.

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