Lysfanga: un hack n slash con combattimenti veloci e un gameplay originale

Negli studi di Quantic Dream abbiamo avuto modo di provare una demo di Lysfanga The Time Shift Warrior e vivere i suoi peculiari combattimenti.

Lysfanga: un hack n slash con combattimenti veloci e un gameplay originale
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  • Il timore di Quantic Dream è che Lysfanga: A time Shift Warrior, di primo acchito, venga scambiato per un gioco che ricalca pigramente le orme di Hades, l'eccellente lavoro di SuperGiant (qui l'anteprima di Hades 2). Sarebbe un paragone ingiusto nei confronti del titolo d'esordio del giovanissimo team Sand Door, non per questioni strettamente qualitative, bensì per ragioni legate al concept di gioco: Lysfanga non è un rogue-like, bensì un action Hack'N'Slash con elementi tattici, sorretto da un'idea sulla carta decisamente vincente.

    Nel gioco, infatti, dovremo "cooperare con noi stessi". In che modo? Ve lo spieghiamo subito, del resto nel corso del nostro studio tour parigino abbiamo avuto modo di provare una demo dell'avventura, nata inizialmente come un progetto universitario e ora pronta a fregiarsi del supporto dell'etichetta QD Spotlight.

    Quando l'idea fa la differenza

    La scintilla di unicità di Lysfanga consiste nella meccanica principale che sorregge la struttura ludica. La protagonista Ime è stata benedetta dalla dea del tempo Qhomera, ed è pertanto capace di creare delle copie di se stessa, chiamate Remnants. All'inizio di ogni arena, il giocatore può osservare il campo di battaglia, valutare la posizione dei nemici, la loro tipologia e la disposizione delle trappole, dopodiché partire all'attacco. Il tutto entro un tempo limite, ben segnalato da un indicatore a schermo che, una volta esaurito, riavvolge l'azione, e ci riporta all'ingresso dell'area.

    Sulla scena, però, resta ancora attivo lo spirito della guerriera, che ripete esattamente le stesse mosse che abbiamo compiuto in precedenza. Il gameplay loop così riparte: cooperando con la nostra copia dal passato, insomma, dovremo eliminare tutti gli avversari entro lo scadere dei secondi. Minor tempo impiegheremo, più alta sarà la valutazione finale, e maggiori le risorse ottenibili, che ci daranno modo di acquistare sempre più proiezioni della protagonista.

    In base alle dichiarazioni del team, entro la fine del gioco possiamo aspettarci un totale di circa 20 Remnants da usare per superare le diverse arene, in un crescendo di complessità che arricchisce la formula ludica di stampo action con elementi tattici e di puzzle solving.

    Negli stage più complessi, quelli maggiormente ricchi di bestie coriacee e sentieri ostruiti da ostacoli di varia natura, occorreranno differenti spiriti residui per superare ogni minaccia: spetterà quindi al nostro acume strategico agire di volta in volta in funzione delle nostre mosse future. Per esempio, potremo usare un Remnant per aprire una porta magica serrata e iniziare a indebolire i mostri lì nascosti, così da spianare la strada alla nostra proiezione futura e velocizzare i tempi di completamento. Oppure potremo distrarre un orco armato di scudo e vulnerabile solo alle spalle, affinché la nostra copia successiva possa colpirlo e mandarlo al tappeto in pochi secondi. Le variabili e le tecniche per completare un singolo stage ci sono parse piuttosto numerose già nella demo, e per questo siamo decisamente fiduciosi sulla riuscita della versione finale, a patto che la varietà di ostacoli proponga un crescendo sempre stimolante. È importante riempire ogni arena con tipologie di nemici che, in qualche maniera, favoriscano l'approccio strategico e cooperativo. Nella versione di prova, a tal proposito, c'erano due creature, chiamate Twins, legate da un filo di energia che le curava costantemente: per eliminarle, dunque, occorreva abbatterle in maniera simultanea.

    Contro avversari di questo tipo, il giocatore è obbligato a usare una proiezione per avventarsi su uno dei due bersagli nel corso del primo tentativo, per poi prendere di mira il secondo mostro durante l'azione successiva. Immaginate uno scenario simile moltiplicato per sei, per otto, per dieci, in cui ciascuna copia compie una serie di mosse in funzione di quelle future. È un'idea molto stimolante, che invita a mettere alla prova se stessi, a valutare gli giusti spostamenti, a giocare con il tempo e la propria abilità.

    Sul piano pratico, pad alla mano, il gameplay funziona e nella demo, orchestrata ad hoc, le varie prove in cui ci siamo cimentati apparivano stuzzicanti al punto giusto, mai troppo semplici né frustranti. Il bilanciamento tra varietà e complessità sarà fondamentale nel titolo completo, che - in base alle dichiarazioni del team - dovrebbe impegnarci per circa 9 ore. Tra un'area e l'altra, un po' di spazio verrà concesso anche all'esplorazione, con zone secondarie dove raccogliere materiali e risorse per ottenere nuovi incantesimi, rune e mosse Ultimate da equipaggiare. Oltre che sulle sue lame, Ime può contare anche su poteri come la stasi, utile a bloccare i bersagli, e colpi ad ampio raggio.

    Non ci sarà una costruzione della build propriamente detta, dal momento che sono assenti elementi tipicamente ruolistici, ma il giocatore dovrà comunque considerare quali talenti equipaggiare in base all'approccio strategico che intende adottare. Ciascuna arena potrà poi essere rigiocata anche dopo il primo completamento, in maniera tale da permetterci di battere i nostri record e sfruttare le nuove abilità di Ime per ambire a un punteggio sempre più alto.

    Uno stile ibrido

    Lysfanga è un nome che deriva dal norvegese "lysfanger", che significa "portatore di luce". Il gioco però non si basa su alcuna mitologia specifica, e anzi risulta un ibrido tra varie suggestioni artistiche, da quella greca a quella indiana.

    Il team ha dato dunque forma a un proprio mito, in cui un antico male sta per risorgere e alla guerriera Ime - con la benedizione della dea del tempo - è stato chiesto di riportare la pace. Le premesse della storia non sono certo delle più intriganti, e sulle prime potrebbe sembrare che il sostrato narrativo sia solo un pretesto per sorreggere il gameplay.

    Il collettivo ci ha tenuto però a sottolineare come il racconto rivestirà un ruolo di una certa importanza in Lysfanga, con tanto di cinematiche in stile fumetto a corredo dell'esperienza. Non abbiamo avuto contatti con la trama del gioco, dal momento che la demo si basava solo su un susseguirsi di arene pensate per testare le abilità della protagonista, e per ora non possiamo far altro che riportare le dichiarazioni degli autori, nella speranza che corrispondano al vero.

    In tutta onestà, in un prodotto come Lysfanga, saremmo ben disposti a chiudere un occhio su eventuali mancanze e leggerezze narrative. D'altronde, è legittimo che gli sforzi produttivi si focalizzino sul gameplay: sarebbe in fondo un gran peccato non proporre sufficiente varietà ludica e un grado di sfida ben equilibrato che valorizzino appieno un'idea tanto ingegnosa.

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