Mortal Kombat: testata la nuova build del picchiaduro

Mortal Kombat risorge a nuova vita. Testata una nuova build

Mortal Kombat: testata la nuova build del picchiaduro
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  • Xbox 360
  • PS3
  • PSVita
  • Pc
  • Tutto da rifare per Mortal Kombat. Con un tratto di penna gran parte delle certezze degli ultimi capitoli della serie sono state cancellate. Via il suffisso numerico (teoricamente un IX in numeri romani) e via grotteschi sottotitoli. Semplicemente: Mortal Kombat.
    Il nuovo capitolo del violentissimo picchiaduro metterà da parte arene e telecamere 3d per riportare in auge lo stile bidimensionale dei capitoli d'esordio. E poi la serie passa da mamma Midway, fallita l'anno passato, per affidarsi alle cure di Warner Bros. Tutto daccapo per davvero.
    E proprio presso gli uffici milanesi dei fratelli Warner abbiamo avuto modo di testare un codice prossimo al completamento di Mortal Kombat, atteso per il 21 Aprile su Playstation 3 e Xbox 360.

    Have an ice day

    Erin Piepergerdes, Associate Producer di Mortal Kombat in NetherRealm Studios, scruta guardingo la marea di giornalisti. Chiede anzitutto chi ha giocato i primi capitoli della serie. Su, su, non siate timidi! A chi alza la mano quindi rassicura: "il prossimo capitolo della serie vi sarà molto familiare", a cominciare dal rooster e dalle arene fino all'elevato tasso di violenza e sadismo.
    Il precedente cross-over Mortal Kombat vs DC Universe per quanto abbastanza valido sul piano di gameplay, sacrificava, per ovvio ragioni di licenza, le temibili fatality, autentico marchio della serie firmata da Ed Boon. Il fatto che gli scontri con Batman e Superman dovessero rivolgersi a un pubblico di adolescenti (Rated T for Teen) precluse agli sviluppatori non poche censure e non poche soluzioni alternative. A loro dire un vero peccato, una micidiale diluizione dell'appeal del picchiaduro.
    Ma non disperate. Quanto mancava nel predecessore, ritorna con enfasi e rinnovata invettiva all'interno di Mortal Kombat nove. Qui si trova molto più sangue, molti più colpi proibiti e molte più fatality. Ogni combattente disporrà sin dall'inizio di una mossa per chiudere la sfida con la dolorosa morte dell'avversario, ma giocando le varie modalità se ne renderanno disponibili altre. Alcune ritorneranno dagli episodi precedenti, altre saranno del tutto inedite, altre ancora si presteranno ad interazioni mai viste con lo scenario di gioco (alberi che fagocitano corpi privi di vita, crani spappolati contro i vagoni della metropolitana, eccetera). Nel corso del nostro hands on ne abbiamo viste di ogni tipologia, abbiamo saggiato tutti i livelli, dal grottesco ("Non è sufficiente spappolargli la testa, occorre anche strappargli le braccia") all'autentico lac ti sancue di corpi lacerati e copiosi schizzi rossi ma non solo. Per arrivare all'agognato Finish Him bisogna passare comunque per i canonici due match vinti ed in questo Mortal Kombat si dimostra interamente proteso a rispolverare i primi capitoli della serie, che ormai posseggono l'autentico sapore di leggenda tra i videogiocatori cresciuti nei primi anni '90. Pad in mano il gioco si dimostra molto solido, costruito non sullo svolazzare in lungo e in largo come la genia nipponica (Street Fighter IV e Blaz Blue) ma su una viscerale sensazione di fisicità che ben si confà a un comparto tecnico tridimensionale. Non è necessario che la fluidità di gioco sia ai massimi livelli, Mortal Kombat mantiene molto basso il numero delle combo e non esalta sino allo spasimo la concatenazione delle stesse. Questo si evince peraltro dalle Special Moves, interamente connaturate a una barra posta nella parte inferiore dello schermo. Divisa in tre parti permette di sprigionare man mano che si carica altrettante mosse speciali dall'intensità crescente. Nulla di particolarmente raffinato sia nell'impostazione che nell'esecuzione (una pressione congiunta di L2 ed R2): la prima di solito è soltanto una versione potenziata di una combo ordinaria, la seconda denominata "combo breaker" di deceptioniana memoria per spezzare la combo avversaria e infine, una volta completata la barra, si potrà sprigionare l' "X-Ray" una dolorosissima radiografia di ossa rotte, arti spezzati, muscoli sventrati ed organi devitalizzati.

    Kombattenti

    All'interno del gioco ci saranno ben 26 combattenti, in gran parte provenienti dagli episodi sino a Ultimate Mortal Kombat III. La versione Playstation 3 vanta l'esclusiva del Kratos di God of War, già presente nel picchiaduro Soul Calibur Broken Destiny per PSP. Tutto tace (al momento) per quanto concerne la versione Xbox 360 se avrà o meno personaggi in esclusiva.
    Hans Lo, Senior Producer, ha menzionato l'intenzione di pianificare DLC post-lancio: a suo dire non si tratterà di banali costumi o di una nuova palette di colori, bensì di inediti combattenti completi di mosse speciali, Fatality e di un solido background narrativo.

    Senza mani, senza braccia, senza testa!

    Se la sostanza di Mortal Kombat resta ancorata al canone dei picchiaduro a incontri dei primi anni '90, l'avarizia di opzioni e modalità resta a debita distanza dal lavoro di NetherRealm. Per un titolo nato e pensato con in mente l'utenza casalinga è necessario mantenere elevata la longevità anche se si gioca solamente in singolo. La Challenge Tower o Torre della Sfida sopperisce degnamente ad amici e vita sociale estraendo dalla manica ben 300 missioni per una durata di circa 8-10 ore, a detta degli sviluppatori. In realtà sembrerebbero molte di più visto che sin dalle prime missioni la difficoltà delle sfide proposte mette a dura prova i nervi del videogiocatore.
    Alla base di tale poderosa modalità ci sarebbe una storia raccontata attraverso sprazzi di dialoghi e sprazzi scene d'azione. Una storia che parla di riorni nel passato e vendetta. Ma ce ne siamo bellamente fregati perchè in un picchiaduro non è mai interessante sapere perchè pestare l'avversario. A noi fremono già le mani di menare qualche calcione sin da quando ci viene consegnato il pad. E la Torre della sfida di occasioni ne proporrà tantissime: si va dalla pratica di attacco e difesa al colpire almeno una volta un'indemoniato Baraka, da lotte a testa in giù a scontri in cui l'immagine sullo schermo vira verso il nero pece con frequenze di 15 secondi, dal combattere senza braccia ad avere la testa mozzata. Robe così.
    Qua e là, tra una missione e l'altra, fanno capolino alcune sfide che poco hanno a che vedere con il combattimento uno contro uno: Test Your Might propone una sfilza di QTE la cui finalità è quella di spaccare blocchi di pietra con un serie di pugni ben assestati, Test Your Sight ricorda lontanamente il truffaldino gioco delle tre carte, Test Your Strike richiede di distruggere alcuni oggetti impilati uno sopra l'altro e infine Test Your Luck lancia una sfida contro uno sfidante secondo regole speciali definite da una apposita roulette.
    L'utilità di tutto ciò? Raggranellare monete da spendere poi in un non meglio precisato shop per non meglio precisati contenuti aggiuntivi. Maggiori informazioni nelle settimane a venire...
    Altra novità assoluta sono gli scontri in Tag team, due contro due. Invidiando la formula dei cross-over Capcom anche Mortal Kombat ipotizza alcune varianti al classico faccia a faccia. Durante il Tag Assist il partner si materializza nella lotta per un attacco singolo e poi se ne ritrae in disparte, mentre con il Tag Attack questo si affianca fintantochè non si effettua la sostituzione dei due personaggi.
    Alla prova dei fatti Mortal Kombat lascia sorpresi: sarebbe falso ammettere che i capitoli tridimensionali dal 4 al Dc Universe erano titoli di bassa caratura e men che meno privi della necessaria cura. E tuttavia il ritorno al gameplay delle origini e sopratutto a nessuna forma di compromesso con il mass market induce la community tutta (e gli sviluppatori di NetherRealm con loro) ad entrare in fibrillazione. La prospettiva bidimensionale (anche se il gioco, almeno su Playstation 3, supporta le ultime tecnologie in fatto di stereoscopia e 3d domestico), la difficoltà di gioco sostenuta, le opzioni ridotte all'osso e sfoltite dai molti fronzoli degli ultimi episodi, regalano un quadro appetitoso tutto da gustare a partire da Aprile.

    Sangue e sabbia

    Sul fronte grafico il risultato è davvero degno di nota. Mortal Kombat vs DC Universe era apparso molto acerbo, sfoderando texture slavate e cromie assai scure. Mortal Kombat ne è un deciso passo avanti: sebbene entrambi i titoli si appoggino all'Unreal Engine 3, la manipolazione dell'engine Epic è più consapevole nell'anno 2011. Le potenzialità precedentemente impiegate nella calibrazione della telecamera ora vanno tutte a vantaggio del frame rate e dei modelli poligonali. Il parto visivo si carica di una miriade di varianti calcolate in tempo reale ai dettagli delle arene e ai costumi indossati dai combattenti. Gli stage dimostrano una profondità vasta popolati da molti elementi: ai rami degli alberi oscillano cadaveri impiccati mentre ombre sinistre compaiono sui corpi dei lottatori, la metropolitana sfreccia a gran velocità agitando fogliame e cartacce depositato sulla banchina, la pioggia picchietta insistentemente il dojo di Shang Tsung, tempeste di sabbia deformano continuamente le dune del deserto, i profili dei lottatori raggiungono le pareti delle prigioni grazie a flebili torce.
    Altrove è tutto una macchia di sangue ad insozzare i pavimenti, i paramenti e gli abiti dei lottatori. Il liquido ematico fuoriesce in maniera copiosa e si deposita un po' qua e un po' là secondo una fisica tutto sommato verosimile. Sulle vesti si possono inoltre ritrovare altro genere di schifezze. Ad esempio l'X-Ray di Noob si conclude con un severo colpo allo stomaco il quale induce il malcapitato che lo subisce a rimettere la quasi totalità dell'ultimo pasto consumato. Il vomito aspergerà in parte le vesti del Sub-Zero risorto.
    Tra le caratteristiche più intriganti del comparto grafico vi è la deformazione in tempo reale di ossa e organi: un modo originale di coniugare la potenza delle Special Moves con la cruda presentazione di Mortal Kombat. In occasione dei già menzionati colpi speciali il modello poligonale dell'inerme tapino sarà visualizzato come se si trovasse dal medico per una radiografia: in questo modo sarà possibile gettare uno sguardo in primissimo piano alla zona danneggiata. Ci sarebbe piaciuto, tuttavia, che simili colpi avessero avuto reali conseguenze sul gameplay.

    Mortal Kombat Il reboot di Mortal Kombat passa per un ritorno alle origini e per una valorizzazione dell'ossatura della serie. Il gameplay riacquista la visione laterale dei primi tre episodi, ancora oggi molto apprezzati nelle continue riproposizione sulle console dell'attuale generazione: il gameplay rasenta così le dinamiche di un picchiaduro bidimensionale sfoderando però un parco mosse rinnovato, le temibili Fatality e una inquadratura a raggi-X delle Special Moves. La longevità si prospetta ottima grazie alla Torre della sfida, 300 missioni l'una diversa dall'altra la cui difficoltà crescente rappresenterà una sfida importante per tutti i giocatori. Appuntamento per i fan storici e non al 21 aprile, giorno d'uscita su Playstation 3 e Xbox 360.

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