Need for Speed Heat: il nuovo NFS sfreccia alla Gamescom

Annunciato a inizio agosto, Need for Speed Heat è uno dei protagonisti della lineup Electronic Arts per la Gamescom 2019.

Need for Speed Heat
Anteprima: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Durante l'E3 di qualche mese fa Electronic Arts aveva annunciato ufficialmente un nuovo capitolo di Need For Speed, confermando tra le altre cose l'uscita entro l'anno in corso. Il publisher americano aveva però deciso di non mostrare il racing game alla fiera losangelina, rimandando di qualche mese il reveal completo del gioco griffato Ghost Games.
    Proprio qualche giorno prima della Gamescom, grazie ad un breve trailer, abbiamo scoperto i primi dettagli sulla produzione, titolata Need for Speed Heat: il filmato lasciava intendere che l'obiettivo dello studio fosse quello di recuperare le caratteristiche degli episodi più apprezzati, coniugando una personalizzazione estrema delle vetture, le gare clandestine dei migliori capitoli, e persino le competizioni "sportive" che di tanto in tanto hanno incrociato il percorso della serie.
    Agli occhi di molti fan il progetto è sembrato abbastanza disorganico, costruito a tavolino e senza un'identità ben precisa. Dopo aver provato una breve demo nel padiglione di EA, dobbiamo purtroppo confermare che Heat appare un titolo con poca verve creativa, ed al contempo evidenzia qualche falla nel sistema di guida e nell'ottimizzazione tecnica.

    Asfalto bollente

    Need for Speed Heat si ambienta a Palm City, una metropoli digitale che recupera le atmosfere delle città costiere degli Stati Uniti. Nei panni di un pilota deciso a scalare le gerarchie dei racer urbani potremo aggirarci liberamente fra le sue strade, prendendo parte ad attività di vario genere. Purtroppo la fase free roaming non era accessibile nella versione di prova, di conseguenza ci sfuggono per il momento i dettagli sull'estensione della mappa, sulla struttura della campagna e sulla densità di gare. Non abbiamo idea di quanto accattivanti possano essere le atmosfere di Palm City, quali siano i suoi "landmark" distintivi e quali gli scorci memorabili che ci offrirà, e sappiamo bene che in un prodotto del genere anche questi aspetti hanno un peso specifico importante.

    Sperando quindi di poter fare al più presto un giro turistico approfondito, per il momento ci limitiamo a condividere le impressioni sulle tre sezioni della build.
    La nostra esperienza con Need For Speed, a dirla tutta, è cominciata nel migliore dei modi. Una capatina all'interno del garage ci ha permesso non solo di personalizzare il nostro avatar (grazie ad un editor traboccante di capi d'abbigliamento discretamente tamarri), ma anche di modificare letteralmente ogni parte della vettura. Dal punto di vista della customizzazione estetica Heat è puro "car porn", un sogno per tutti gli appassionati di auto virtuali.
    Il numero di opzioni per cambiare il look del proprio bolide è impressionante, se confrontato con quello di altri concorrenti. Spoiler, specchietti, paraurti, cromature del lunotto, scarichi, fanali, minigonne e ovviamente cerchioni e pneumatici: tutto può essere modificato ad un livello di dettaglio maniacale, e forse soltanto l'editor delle livree non raggiunge i risultati visti ad esempio nei capitoli della serie Forza. Per lasciarvi intuire la profondità dell'editor vi diciamo che in Need for Speed Heat è possibile personalizzare anche il rombo del motore, agendo su quattro parametri per modulare il "canto" del nostro mezzo.
    Speriamo che una cura altrettanto minuziosa venga riposta nella costruzione di un editor "prestazionale", visto che al momento abbiamo smanettato soltanto con modifiche estetiche e non meccaniche. Sappiamo benissimo, del resto, che in un racing di questo tipo il senso di progressione arriva anche dalla possibilità di migliorare l'assetto delle vetture.

    Scesi in pista si cominciano purtroppo ad avvertire i primi limiti della produzione. Quello più preoccupante, al momento, riguarda il sistema di guida, tutt'altro che snello ed anzi appesantito e poco reattivo. Heat, lo mettiamo in chiaro fin da subito, vuole rimanere quanto più distante possibile dalla simulazione: il suo spirito è spiccatamente arcade, fatto di derapate improbabili e accelerate sopra le righe. Nonostante la scelta di prediligere immediatezza e accessibilità le sensazioni al volante lasciano perplessi: la vettura rimane troppo pesante, sterza con fatica e sembra quasi ostacolata da un'inerzia eccessiva.

    Nella speranza che si tratti di un problema relativo soltanto all'auto che ci è stata concessa, magari meno guizzante di altre vetture, le nostre riserve non finiscono qui. Siamo rimasti interdetti anche dall'uso dell'interazione ambientale e della fisica: in Need for Speed Heat è possibile travolgere e distruggere proprio tutto: qualsiasi elemento a bordo pista si spacca brutalmente se investito dalla nostra auto, compresi blocchi di cemento, muretti e - addirittura - alberi e lampioni. Al momento non c'è un sistema di danni estetici che mostri in maniera convincente le conseguenze di questi impatti, e la possibilità di disintegrare tronchi massicci e paracarri come fossero di cartone ci è parsa quantomeno surreale.

    Siamo sempre pronti ad apprezzare chi punta sull'interattività degli ambienti (anzi crediamo che questa diventerà un fattore sempre più importante in futuro), ma i ragazzi di Ghost Games hanno calcato troppo la mano. Fra elementi che piombano sulla carreggiata e guard rail che si piegano come sottili fogli di alluminio, questa scelta nuclearizza realismo ed immersione.

    Pesando, fra le altre cose, sulle prestazioni dell'engine, che fa fatica persino a gestire i 30 frame al secondo. Considerando che i racing game sono uno dei generi che dovrebbero puntare ad una fluidità impeccabile, con la voglia di ambire sempre e comunque ai 60fps, vedere un rendering che perde qualche colpo non fa certo una bella impressione.

    Resta vero che il colpo d'occhio è comunque sontuoso, vista la qualità della modellazione poligonale e degli shader, ma avremmo preferito che il team di sviluppo si concentrasse di più sull'ottimizzazione che sulla spettacolarità. Al netto della quantità di dettagli visualizzati a schermo, bisogna infatti mettere in conto anche un vistoso pop-in di alcuni elementi, e vistosi ritardi nel loading delle texture.

    In notturna le prospettive di Palm City si riempiono poi di riflessi al neon e scie luminose, per un colpo d'occhio a suo modo magnetico; sporcato però da un aliasing marcato e da un utilizzo del blur poco attento, che non riesce a veicolare il giusto senso di velocità ma invece rischia di impastare troppo la scena.
    Restando in tema di corse notturne, l'ultima parte della demo si è focalizzata su una gara clandestina organizzata dopo il tramonto, in cui oltre agli avversari era necessario tenere d'occhio le volanti della polizia, pronte a buttarci fuori strada con un'inedita aggressività.

    Il sottotitolo di questo capitolo, Heat, si riferisce del resto alla temperatura segnalata sul "termometro" delle forze dell'ordine: più spericolata sarà la nostra guida, e più ingenti i danni procurati alla comunità di Palm City, più i tutori dell'ordine saranno determinati nei loro tentativi di catturarci. Al di fuori delle fasi free roaming, in cui le scaramucce con la polizia possono risultare divertenti, la presenza della polizia sul tracciato rappresenta invece un elemento di disturbo addirittura eccessivo, soprattutto se si considera la pesantezza delle auto ed un sistema di guida un po' ingessato. Gli impatti rallentano ulteriormente la corsa verso il traguardo, mentre i movimenti di camera sottolineano ad ogni urto quanto la macchina sia inchiodata e poco scattante.

    Need for Speed Heat A poco più di due mesi dalla data d'uscita, fissata per l'8 novembre, Need for Speed Heat ha ancora bisogno di lavorare sul suo assetto. Il nuovo capitolo ci è sembrato troppo generico in quanto a stile e ambientazione, e poco prestante una volta sceso in pista. A fronte di una grafica d'impatto e di una simulazione fisica a tratti impressionante si registrano problemi di ottimizzazione, un framerate tutt'altro che impeccabile ed un modello di guida un po' troppo appesantito. Troppo ingessato per un arcade, troppo poco realistico per essere invece uno dei cosiddetti sim-cade, Heat è un prodotto che per il momento non riesce a trovare la sua via. Potrebbe farlo grazie alla componente free roaming, al sistema di progressione della campagna, alla varietà di gare ed eventi, ma al momento sono proprio le fondamenta dell'esperienza che traballano pericolosamente. Vedremo se Ghost Games riuscirà a farci cambiare idea in così breve tempo.

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