Nier Replicant: il ritorno di un cult, nella sua forma migliore

Abbiamo testato a lungo la riedizione di NieR Replicant, a metà tra remastered e remake: eccovi le nostre impressioni.

NieR Replicant
Anteprima: PlayStation 4 Pro
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • C'è un alone di leggenda che aleggia ormai intorno al primo NieR: il suo status di cult, che si è rafforzato dopo l'uscita di Automata (vi suggeriamo, a tal proposito, di leggere la nostra recensione di Nier Automata), era dovuto principalmente al fascinoso sostrato narrativo e alla sequela di personaggi che ne erano protagonisti. L'opera di Yoko Taro inscenava del resto un racconto monumentale, lirico e criptico, visionario e struggente, scandito da una delle colonne sonore che, senza timore di iperbole, non esitiamo a definire tra le migliori dell'intera storia del videogioco (e lo stesso può dirsi di Automata, come vi raccontiamo nello speciale Nier Automata: i motivi e le canzoni per riscoprire un capolavoro). Il motivo per cui l'originale NieR non è stato accolto all'unanimità come un prodotto imperdibile risiedeva in una struttura ludica e in un combat system considerati - non a torto - imperfetti, vetusti e grossolani. Si potrebbe certo discutere a lungo su quanto il gameplay fosse effettivamente così tanto limitante da renderlo davvero "ingiocabile" ma, a prescindere dalla tolleranza dei singoli, è innegabile che NieR fosse ben lontano dal risultare un Action-RPG soddisfacente, proprio a causa di imperfezioni che - per una certa fetta di pubblico e critica - finivano col divorare le indiscusse doti narrative. Ebbene, con NieR Replicant ver.1.22474487139 gran parte di simili problemi rappresenta solo un lontano ricordo, di quelli sbiaditi e un tempo dolorosi, ma che ora non possono farci più alcun male.

    Fratello NieR

    In un nostro precedente speciale sulle differenze tra NieR Replicant e Gestalt, vi abbiamo già parlato della scelta di Square-Enix di portare in Occidente, nel 2010, soltanto la versione in cui il protagonista era un uomo di mezz'età, padre della piccola Yonah, affetta da un morbo apparentemente incurabile.

    Esiste però un'altra edizione, ritenuta ormai canonica e uscita solo in Giappone, nella quale il personaggio principale è decisamente più giovane, nonché fratello della ragazzina: NieR Replicant ver.1.22474487139 parte proprio dalla variante esclusivamente nipponica per ricostruire l'avventura e adattarla alle regole ludiche della modernità, modificando il combat system in maniera quasi radicale ma lasciando invariata (almeno per quanto abbiamo avuto modo di vedere) la componente narrativa.

    Quello che ne nasce è un peculiare ibrido tra rimasterizzazione e remake, che cerca di essere quanto più possibile fedele all'opera di partenza ma tenta, saggiamente, di massimizzarne tutto il potenziale. La lunga prova a cui abbiamo sottoposto il titolo, in attesa della versione finale, ci ha confermato che il team Toylogic sembra proprio sulla strada giusta per trovare una cura ai mali che affliggevano il primo NieR.

    Un futuro così tanto lontano da sembrare il passato

    In fase di anteprima preferiamo non dilungarci eccessivamente sulla storia che fa da sfondo alle peripezie del giovane NieR, alla disperata ricerca di una cura per la misteriosa malattia contratta dalla tenera Yonah.

    Vi basti sapere che ci troviamo in un futuro distante ben 1400 anni, eppure, nel mondo in cui si muove il protagonista, il tempo sembra essersi fermato: ogni edificio, villaggio e tempio sembra retaggio di un passato ormai lontanissimo, ma di tanto in tanto fa capolino qua e là qualche sprazzo di un inusuale avanguardismo tecnologico. Mentre si prodiga per trovare la soluzione al morbo degenerativo di Yonah, NieR si imbatte sia in un libro parlante, Grimoire Weiss, custode di poteri e segreti arcani, sia nell'ardimentosa Kainé (tanto forte quanto sboccata): due compagni che sceglieranno di seguirlo nel lungo, pericolosissimo e straordinario viaggio che l'attende, e che lo condurrà alla scoperta di atroci verità. Al netto di premesse non del tutto accattivanti, né di un incipit particolarmente movimentato - dal momento che le prime battute del gioco faticano a ingranare la marcia - vi possiamo assicurare che l'arco narrativo di NieR Replicant è un continuo crescendo di intensità, colpi di scena e personaggi che difficilmente dimenticherete. Ne siamo certi perché, in base a quanto sperimentato nelle primissime ore dell'avventura, la storia del titolo originale è stata ricreata con totale fedeltà. Il nuovo NieR Replicant ripropone lo stesso susseguirsi degli eventi, il medesimo ritmo inizialmente assai flemmatico del gioco del 2010 e, per questo, ne riprodurrà anche le deflagrazioni di epicità e struggimento che contraddistinguevano la sceneggiatura di partenza.

    Sarà sufficiente avere un po' di pazienza e la trama di NieR Replicant si manifesterà in tutta la sua carica destabilizzante, che funge poi da base per lo sviluppo dell'altrettanto travolgente racconto di Automata. E mentre le cinematiche sembrano seguire le stesse inquadrature della prima edizione, a mutare è il design di alcuni protagonisti: se NieR e Yonah non hanno subito grosse modifiche, Kainé è cambiata in maniera più evidente, e il suo viso appare piuttosto differente in confronto a quello dell'originale. Prescindendo dai gusti personali, a beneficiarne è stata senza dubbio l'espressività, ora più incline a mostrare il turbinio di emozioni, dalla dolcezza alla rabbia, che si affolla nell'animo della ragazza.

    Un piccolo mondo pieno di guai

    Al pari della storia, anche la struttura di Replicant è rimasta invariata: ci troviamo dinanzi a un Action RPG dalle dimensioni non molto estese, suddiviso in alcune macro-aree liberamente esplorabili ma che, in fin dei conti, non offrono tantissimi spunti di interazione. La frammentazione degli ambienti, separati da deserti e praterie, è la stessa di undici anni fa, e mantiene ancora i tempi di caricamento nel passaggio da una zona all'altra, un fattore che affievolisce un po' il gusto per l'esplorazione.

    C'è di buono che, in questa nuova versione, muoversi lungo il mondo di gioco è assai più piacevole in confronto al passato, dato che la goffaggine del "vecchio" NieR è stata sostituita da un'incredibile agilità, dalla capacità di attivare lo scatto automatico durante la corsa e da una serie di accortezze nei movimenti (come la capriola in salto) che rendono senza dubbio più appagante e scorrevole attraversare questo suggestivo reame in decadenza. Bisogna ammettere, in ogni caso, che l'intelaiatura ludica è la medesima di un GDR di un decennio fa, con tutti i limiti che ne derivano, compresa la sovrabbondanza di fetch quest di dubbia qualità. Nelle ore trascorse in compagnia del giovane NieR abbiamo pescato, cercato uova, raccolto carne di montone, e provato senza successo a trasportare oggetti fragili da un punto all'altro della mappa (basta un solo tocco nemico per distruggere il pacchetto in dotazione, invalidando l'incarico). Ma anche queste missioni fanno parte del NieR originale, pertanto è lecito aspettarsele all'interno di una riedizione che non intende modificarne l'ossatura ludica sin dalle fondamenta.

    Ora NieR sa davvero combattere

    Il cambiamento più significativo, come già accennato anche nella nostra precedente anteprima di NieR Replicant dal Tokyo Game Show, consiste nel lavoro svolto per rendere più appetibile il combat system. Dimenticate la legnosità dell'edizione PS3 e Xbox 360, le combo limitate e la scarsa mobilità del protagonista: ora tutto risulta più dinamico, fluido, virtuoso ed elegante.

    Anzitutto, NieR può finalmente concatenare gli attacchi con precisione e velocità, dar vita a combinazioni più elaborate con la pressione alternata dei diversi input d'assalto, e schivare in maniera fulminea, per poi balzare alle spalle o ai fianchi dei nemici e continuare il susseguirsi di colpi senza interruzioni. Anche la dinamica del parry è valorizzata dal rinnovato dinamismo dell'azione, che di conseguenza migliora in modo notevole la leggibilità degli scontri. Prima di valutare con cognizione di causa il ribilanciamento delle armi e dei moveset annessi, aspettiamo di proseguire lungo l'avventura e testarla nella sua interezza, ma già da ora possiamo sbilanciarci nell'affermare che il team ha edificato un combat system solido e vibrante.

    Un altro elemento fondamentale del sistema di combattimento sono le magie del Grimoire Weiss, il cui equilibrio in termini di efficacia andrà verificato nel tempo. Sin dalle prime fasi di gioco, in ogni caso, è evidente come gli incantesimi abbiano conosciuto un incremento volto a migliorare la qualità della vita del giocatore: ad esempio, mentre in precedenza l'utilizzo del potere Lancia Oscura impediva il movimento del protagonista, adesso NieR può scattare e lanciare i dardi del suo libro fluttuante contemporaneamente, a tutto vantaggio dell'incessante frenesia dei duelli.

    Se a queste accortezze aggiungiamo la graditissima presenza del lock on sui bersagli e di una telecamera che segue adeguatamente i nostri fendenti, quello che emerge è il profilo di un combat system finalmente al passo coi tempi, non ancora paragonabile al virtuosismo inebriante di Automata ma senza dubbio enormemente più rifinito e stratificato del NieR originale. Qualora preferiste godervi soltanto la storia, senza impegnarvi in alcun modo nelle battaglie, sappiate inoltre che - proprio come nel sequel - anche in questa revisione è presente un'opzione che, in modalità Facile, attiva il combattimento automatico. Nella recensione vi racconteremo più a fondo di quanto il sistema si manterrà o meno funzionale per tutta la durata dell'avventura, con la speranza di non incappare in sbilanciamenti di sorta né nelle fasi di combattimento né nelle sequenze da bullet hell che caratterizzano alcuni momenti della campagna, all'interno di un'ibridazione di generi che ha funto da apripista al pot-pourri ludico di Automata. Allo stato attuale, dopo un test generale sull'efficienza del gameplay, ci siamo focalizzati anche sul nuovo comparto tecnico, che - per quanto sia com'è ovvio più convincente di quello della passata edizione - avrebbe meritato un impegno maggiore.

    Suoni e visioni

    A fronte di una fluidità assai stabile della versione PS4 (giocata in retrocompatibilità su PlayStation 5), NieR Replicant non è un gioco visivamente molto appariscente. La resa grafica è sì dignitosa, ma non si allontana molto dai traguardi raggiunti da Automata, sia nel bene che nel male: se la direzione artistica viene valorizzata dall'aumento del livello di dettaglio, nonché dall'aggiunta di scenari sicuramente più densi di particolari, c'è da ammettere che permangono ancora texture abbastanza spoglie, pop up evidente e, nell'insieme, un colpo d'occhio non proprio all'avanguardia.

    Le vociNieR Replicant è sottotitolato in italiano, e presenta due diverse tracce audio, quella inglese e quella giapponese, entrambe ottimamente recitate. A nostro avviso, data l'enfasi posta in alcune scene, il doppiaggio nipponico ci è sembrato più abile nel riproporre l'intensità emotiva dei protagonisti e dei comprimari che incontreremo lungo il cammino.

    Eppure è facile distogliere l'attenzione da qualche inciampo grafico quando è possibile ascoltare le sublimi musiche che accompagnano l'azione: come vi abbiamo già accennato in apertura, la colonna sonora di NieR è un vero capolavoro senza tempo, e ritorna in Replicant ver.1.22474487139 con il medesimo, evocativo e malinconico vigore. Potremmo del resto trascorrere ore e ore ad ascoltare il brano Song of The Ancients, intonato accanto a una fontana, nei pressi della dimora dove riposiamo insieme a Yonah, dimenticandoci di tutto il peso del mondo.

    NieR Replicant Il nostro viaggio all’interno del nuovo NieR è ancora ben lontano dalla fine, e restano ancora molti altri elementi da scoprire. Eppure, sono sufficienti poche ore di gioco per rendersi conto di come Replicant ver.1.22474487139 sia una riedizione ben concepita, che non stravolge l’ossatura ludica di partenza ma perfeziona notevolmente il combat system e migliora la qualità della vita del giocatore. Se escludiamo un gameplay più rifinito e di un’esplorazione più piacevole, resta lo stesso gioco di 11 anni fa, con le sue quest secondarie non proprio riuscite, con la sua struttura un po’ antica, con un ritmo iniziale abbastanza flemmatico e con una cornice narrativa e sonora da inchino. Per il momento, in attesa del verdetto definitivo, ci rimettiamo in cammino nel tentativo di salvare la dolce Yonah: e siamo certi che, nonostante le difficoltà, ne varrà davvero la pena.

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