Nintendo Switch OLED alla prova: design, schermo e retrocompatibilità

Abbiamo provato per circa un'ora il nuovo modello di Nintendo Switch con schermo OLED e siamo pronti a darvi le nostre impressioni sulla console.

Nintendo Switch OLED: provato!
Anteprima: Nintendo Switch
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A inizio luglio l'annuncio di Switch OLED ha colto di sorpresa il pubblico dei giocatori, che aspettavano sì un nuovo modello della console ibrida di Nintendo, ma speravano più che altro in un aggiornamento prestazionale. L'idea che serpeggiava in rete era quella di una versione per così dire "mid-gen", che scacciasse una volta per tutte quelle limitazioni tecniche con cui Switch deve di tanto in tanto misurarsi. Diciamo la verità: un incremento della risoluzione nativa in modalità dock e un framerate più stabile per i prodotti che spingono sul profilo grafico sarebbero stati non solo graditi, ma forse anche opportuni.

E invece sotto la scocca di Switch OLED batte lo stesso cuore della versione base, e come il suo nome lascia intendere la pietra angolare del nuovo hardware è rappresentata dallo schermo: più grande, con un contrasto migliore e colori più naturali. Ci sono anche altre migliorie (alle casse, al dock, al sostegno posteriore), ma sono sufficienti pochi minuti in compagnia della macchina per capire che la "star" di questo modello è il pannello da 7'', vettore di un'esperienza visiva che non esitiamo a definire straordinaria, se confrontata con quella classica. La nostra prova, durata circa un'oretta, si è svolta su tre classici indelebili dell'epoca Switch (Mario Kart 8 Deluxe, Zelda Breath of the Wild e Super Mario Odyssey), e ci ha permesso di comprendere più concretamente caratteristiche e posizionamento della console.

Forme, ergonomia, retrocompatibilità

A livello di forme ed ergonomia, Switch OLED è un modello in continuità con il precedente (su Everyeye.it vi abbiamo già illustrato le differenze tra Nintendo Switch e Switch OLED). Le dimensioni sono pressoché identiche, il peso del corpo centrale varia di appena 20grammi, per un'esperienza che resta sostanzialmente invariata rispetto a quella di Switch. Il modello che Nintendo ci ha fatto provare è quello bianco, che risulta molto elegante e trasmette, grazie alla piacevole bicromia, la sensazione di un prodotto premium. Lo stesso effetto, anche per merito dei materiali costruttivi, lo veicola il Dock, molto elegante e finalmente meno "giocattoloso."

Molti interventi di "restauro" interessano proprio la base di collegamento alla TV, che è per altro compatibile con il vecchio modello e potrà essere acquistata separatamente. Il dock ha uno sportello senza cardini, che può quindi essere rimosso completamente, una scanalatura pensata per migliorare il cable management, e finalmente una porta ethernet, dettaglio prezioso non solo per chi gioca abitualmente online, ma anche per gli organizzatori di tornei competitivi. Un piccolo particolare che abbiamo notato è che lo spazio in cui collocare la console è leggermente più largo, in modo che le guide in plastica non sfreghino o si appoggino sullo schermo, rischiando di rigarlo. Sia la Switch tradizionale che il modello OLED, una volta collocate nel Dock, "tentennano" un po', avendo qualche millimetro di spazio extra. Ovviamente è impossibile valutare se questa trovata escluderà del tutto graffi occasionali, e bisognerà comprenderlo dopo un utilizzo un po' più esteso.

Restando in termini di "retrocompatibilità hardware", oltre al Dock anche i Joy-Con di Switch OLED sono interscambiabili con quelli dell'edizione base, e viceversa. Questo dettaglio proietta un'ombra sul nuovo modello, relativa ovviamente alla possibilità che continui a verificarsi il fenomeno del drifting, davvero troppo esteso per essere ignorato.

Nintendo non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull'eventualità che ci siano modifiche al processo costruttive dei Joy-Con; d'altro canto sembra che qualcosa si sia mosso "in silenzio", dal momento che nei controller Switch dedicati a Zelda Skyward Sword sembra presente una piccola linguetta che dovrebbe risolvere il problema. Se questa accortezza abbia un qualche effetto sulla lunga distanza, e soprattutto se verrà utilizzata anche per i Joy-Con di Switch OLED lo potremo scoprire soltanto fra qualche mese.

Lo schermo OLED

Raccontare l'esperienza visiva di Switch OLED a chi non ha dimestichezza con le caratteristiche dei vari tipi di schermo non è un compito facile. All'opposto, chi già conosce le differenze fra pannelli LED e quelli OLED avrà un'idea ben chiara di cosa lo aspetta: i colori dello schermo OLED sono più naturali, meno "sparati" e saturi, per un colpo d'occhio morbido, realistico, piacevole.

Sia negli ambienti coloratissimi di Mario Kart che nei paesaggi naturali di Breath of the Wild, il miglioramento è netto e immediatamente percepibile. Lo schermo di Switch OLED può raggiungere un maggior numero di Nits, l'indice che misura il valore massimo della luminosità, tanto che impostando al massimo questo parametro è possibile persino ridurre l'impatto dei riflessi del sole o delle luci artificiali sullo schermo.

Peculiarità di ogni pannello OLED che si rispetti è poi un contrasto inarrivabile per gli LCD, e una qualità dei neri impressionante (i pixel degli schermi OLED sono autoilluminanti, indipendenti l'uno dall'altro, e riescono a spegnersi completamente, a differenza della tecnologia LED che prevede sempre e comunque una retroilluminazione che "sporca" i neri e le zone buie).

Se non volete perdervi in dettagli troppo tecnici, sappiate soltanto che per la fruizione di contenuti videoludici e multimediali, l'esperienza visiva dell'OLED è impareggiabile, e questo scarto qualitativo si avverte sulla nuova Switch fin dalla navigazione dei menù. Se questa differenza basti a giustificare il passaggio al nuovo modello per chi già utilizza regolarmente la versione classica di Switch, è una considerazione che ciascun giocatore dovrà fare in autonomia. Ma vista la differenza di prezzo molto contenuta rispetto a Switch base, chi volesse entrare solo ora nell'ecosistema Nintendo non dovrebbe avere nessun dubbio, e orientarsi senza indugio verso l'edizione OLED. Tra le altre questioni tecniche bisogna citare la durata della batteria, che Nintendo promette essere allineata a quella di Switch base, nella versione del 2019 segnalata dalla sigla HAC-001(-01). Ci riserviamo di fare test più approfonditi quando, a partire dal prossimo 8 ottobre, Switch OLED arriverà sul mercato.

Dovremo anche valutare eventuali problemi legati al fenomeno del Burn-In: con questo termine si indica la tendenza dei pannelli OLED di restare in qualche modo "marchiati" dagli elementi visualizzati a schermo. I loghi di un'interfaccia che rimangono fermi nella stessa posizione per ore potrebbero "imprimersi" sul display e lasciare un fastidioso alone.

I moderni televisori integrano tecnologie avanzate che riducono in maniera tutto sommato efficace questo problema, "rinfrescando" i pixel a intervalli regolari, mentre Switch OLED non sembra avere le stesse accortezze, con Nintendo che suggerisce semplicemente di lavorare sullo spegnimento automatico per arginare il fenomeno. Una prospettiva non troppo rassicurante, a dirla tutta, ma anche in questo caso le valutazioni andranno fatte a qualche mese dal lancio.

Altre migliorie

Ci sono altri due aspetti che ci hanno colpito, durante la nostra prova di Switch OLED. Il primo riguarda il miglioramento del reparto sonoro. Gli speaker montati sul nuovo modello sono più larghi e più potenti, e sebbene al momento non ci siano specifiche ufficiali si distinguono immediatamente per chiarezza, potenza e tridimensionalità del suono.

In una stanza non particolarmente rumorosa, giocare con il volume al massimo può diventare persino eccessivo, tanto sono efficaci le casse montate sulla parte inferiore della console. Chiaramente l'esperienza in cuffia resta sempre più immersiva, ma Nintendo ha lavorato bene per valorizzare al massimo il gioco in portabilità.

A tal proposito, il supporto che sostiene Switch OLED permettendo di appoggiarla su una superficie piana è forse uno dei miglioramenti più inaspettati di questa riedizione. Al posto di una fragile linguetta che sembra pronta a cedere ad ogni apertura, qui c'è una fascia di plastica dura che si estende per tutta la superficie posteriore della macchina.

Si apre trasmettendo una buona sensazione di solidità (e rivelando, come sempre, l'alloggiamento per la scheda di memoria Micro SD), e le cerniere che permettono di regolarne l'angolazione sembrano salde e resistenti. Probabilmente non si tratterà di una modifica che inciderà molto sull'esperienza d'uso di tutti i giocatori, ma chi è abituato ad usare Switch in compagnia, per organizzare una partita al volo fra amici anche senza avere il Dock a portata di mano, gradirà sicuramente questa novità.

Nintendo Switch OLED La strategia di Nintendo con Switch OLED è ben chiara. L'idea è quella di “sostituire” il modello base con una versione che si distingue per una qualità costruttiva premium e un'esperienza visiva indiscutibilmente migliore. Se non avete una Switch e state pensando di acquistarne una, non c'è nessun buon motivo per non suggerirvi di aspettare il nuovo modello (ricordandovi al contempo che le valutazioni su fenomeni di drifting e burn-in andranno fatte dopo settimane di test). Lo schermo OLED da 7'' è la star di questa riedizione: ottimo contrasto, vividi e naturali i colori, e pure quei pochi centimetri in più influiscono positivamente sull'esperienza d'uso. La diagonale è leggermente più ampia, quanto basta per navigare con più serenità nell'interfaccia e percepire la differenza durante le sessioni di gioco, ma non a sufficienza perché la risoluzione della console metta in mostra qualche difetto di troppo o renda più avvertibile l'aliasing. Switch OLED è insomma un modello che migliora in tutto e per tutto la versione di base, mantenendo tuttavia le stesse caratteristiche tecniche e trattenendosi anche sul fronte della memoria interna (avremmo preferito un taglio maggiore rispetto ai 64GB, raddoppiati rispetto a Switch ma non certo in linea con gli standard attuali). Se il consiglio per i potenziali nuovi utenti è uno soltanto, chi già possiede la console Nintendo dovrà invece valutare con attenzione, magari dopo una prova diretta. Il salto qualitativo c'è, soprattutto a livello visivo (o meglio: sensoriale, se consideriamo anche i nuovi speaker), ma non per tutti potrebbe essere sufficiente a valutare l'acquisto. A fronte di interessanti offerte di trade-in e buone valutazioni dell'usato, o se Switch è da molti anni la vostra unica console e non vi dispiace l'idea di un ammodernamento anche solo parziale dell'hardware, potreste “cedere” e soppesare un passaggio a questa edizione.