Nioh 2 demo PS4: analisi del gameplay prima della recensione

Sony e Koei-Tecmo hanno messo a disposizione la Demo Finale di Nioh 2 sul PlayStation Store, disponibile solamente per un periodo limitato.

Nioh 2 demo PS4: analisi del gameplay prima della recensione
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  • PS4
  • PS4 Pro
  • Il primo Nioh, action/RPG targato Team Ninja, mostrò al mondo come sfornare un'opera dal tasso di difficoltà elevato ma dannatamente appagante, senza necessariamente risultare una sbiadita copia della celebre saga di Dark Souls. Le strizzate d'occhio a quanto fatto e "canonizzato" da From Software non sono mai mancate, dalla necessità di tornare nel luogo della propria morte per non perdere definitivamente la preziosa valuta faticosamente accumulata (qui chiamata Amrita), al funzionamento degli altari (l'equivalente dei falò), checkpoint che ripristinano la salute, ma che al contempo riportano in vita tutti i nemici, siano essi umani o demoni.

    A garantire alla produzione un'identità forte e riconoscibile, necessaria a svettare in un panorama sempre più affollato di cloni e "wannabe soulslike", erano da una parte un comparto narrativo meno ermetico e suggestivo ma comunque coinvolgente, e dall'altra un sistema di combattimento molto estremamente profondo e stratificato. Tre differenti impugnature (alta, media e bassa), una tonnellata di abilità da sbloccare e perfezionare, e le Armi Viventi offrivano infatti al giocatore numerose opzioni per farsi strada all'interno di un mondo stracolmo di insidie e spiriti assetati di sangue.

    Una nuova minaccia

    Dopo aver passato qualche ora in compagnia della Demo Finale di Nioh 2, in arrivo il 13 marzo in esclusiva su PlayStation 4, la sensazione è che il team di sviluppo abbia spinto ancor di più l'acceleratore proprio sulla personalizzazione dell'esperienza, complice la scelta di ambientare questo secondo capitolo circa un secolo prima del predecessore (più precisamente nella seconda metà del 1500), smarcandosi così dalla figura di William Adams.

    Il vecchio protagonista è stato infatti rimpiazzato da un avatar che è possibile plasmare da cima a fondo grazie a un potente editor, scegliendo genere, tratti somatici, capelli, voce e persino l'aspetto della forma demoniaca (torneremo sull'argomento tra qualche riga), proprio per non lasciare nulla al caso. La lenta ma soddisfacente costruzione della build del personaggio prende le mosse da una primissima assegnazione di punti alle statistiche che fungeranno da fondamenta per la progressione: una scelta contestuale al tutorial vero e proprio, che permette al giocatore di testare sul campo le 9 tipologie di armi presenti (alle 7 del passato si aggiungono le accette e il falcione, già apprezzato nel corso della nostra precedente prova di Nioh 2).

    Nei panni del demone

    È nella seconda fase del tutorial che si nota una prima, cruciale novità: la forma Yokai. Nel primo Nioh, infatti, gli Spiriti Guardiani concedevano il proprio potere al protagonista dando forma alle Armi Viventi, un sistema che però, alla lunga, "rompeva" l'esperienza, semplificandola in maniera a volte troppo netta.

    In Nioh 2 il Team Ninja proverà a bilanciare il tutto, andando però anche a rendere ancor più significativo ed esaltante l'apporto di queste speciali entità benevole, che verranno suddivise in tre differenti tipologie, ognuna con aspetto, attacchi e bonus differenti: Bruto è sinonimo di lentezza, ma anche potenza; quelle Feroci puntano tutto sulla rapidità degli attacchi e sull'elusività grazie alle schivate, a scapito però del danno inflitto; infine gli Spettri, dall'elevata mobilità grazie alla loro capacità di fluttuare, potranno scagliare incantesimi dalla distanza.
    Scordatevi però di passare la totalità del tempo in forma Yokai: potrete attivarla unicamente dopo aver riempito - e non senza fatica - l'apposita barra, e sulle prime battute la sua durata sarà davvero breve. Starà quindi al giocatore trarre il massimo da tale potere, scatenandolo nei momenti di difficoltà o, meglio ancora, in quei frangenti in cui il Regno Yokai e quello umano collideranno, perlopiù in alcune brevi fasi delle boss fight, o in alcune porzioni di mappa strategicamente posizionate dal team per bloccare temporaneamente l'accesso a un altare.

    In queste zone, contraddistinte da un'aura in bianco e nero particolarmente inquietante, la ricarica del Ki (l'equivalente della stamina, terminata la quale resterete alla mercé dei nemici per alcuni secondi) degli umani viene drasticamente ridotta, e per sopravvivere potrete o trasformarvi, oppure spezzare l'incantesimo eliminando le forze demoniache nell'area.

    Un'altra novità riguarda la possibilità di personalizzare gli Spiriti Guardiani con capacità aggiuntive: ottenendo degli speciali Nuclei dell'anima dai nemici, è infatti possibile trasferire i loro attacchi agli spiriti, in modo da ampliare la gamma delle possibilità in seno al combat system.

    Sfruttando la propria natura demoniaca, inoltre, il protagonista può contrastare gli Attacchi esplosivi dei nemici, colpi devastanti impossibili da parare - segnalati da una diabolica aura rossa - a cui rispondere con appositi contrattacchi che, se eseguiti al momento giusto, si traducono in una perdita di Ki potenzialmente letale per l'avversario.

    Tra danza e scacchi

    Abbiamo speso ben più di qualche riga sul tutorial, ma per un ottimo motivo. Si tratta infatti di una parte fondamentale, perché in Nioh 2 pratica e dedizione sono egualmente cruciali ai fini della sopravvivenza, e le scelte compiute all'inizio del percorso detteranno le linee guida da seguire sin dai primi momenti dell'avventura.

    Sia chiaro, nulla vi vieterà di cambiare equipaggiamento e di scegliere un'altra strada, ma ogni lama possiede un suo specifico albero di abilità su cui investire i punti ottenuti un'uccisione dopo l'altra, e rendersi conto troppo tardi di non essere portati per i tonfa o per le ingombranti odachi non è l'ideale. Di sicuro, indipendentemente da cosa sceglierete, le costanti di ogni combattimento saranno stile ed eleganza. Ogni scontro è infatti, in egual misura, una letale danza e una complessa partita a scacchi: per scamparla, anche contro il più misero e innocuo dei nemici, serviranno velocità e pulizia di esecuzione, ma anche un tempismo estremo, tra i benefici del Ritmo Ki (sorta di ricarica attiva ottenuta premendo R1 al momento giusto dopo aver sferrato un attacco), la necessità di cogliere il momento opportuno per penetrare la guardia avversaria o approfittare di un calo di energia, e soprattutto la capacità di prevedere le mosse dei nemici, studiando i complessi pattern d'attacco e decifrando i segnali emessi.

    In piena tradizione soulslike, che il vostro avversario sia un piccolo Gaki o una terribile Nure-onna, sarà sufficiente abbassare la guardia un attimo per ritrovarsi a vagare alla ricerca della propria tomba (con annesso Spirito Guardiano).

    Non il solito soulslike

    È il caso però di ribadire quanto Nioh 2 sia lontano dalla formula di From Software, a partire da due semplici, quanto cruciali elementi: la struttura del mondo di gioco, ma soprattutto la presenza di vere e proprie missioni. Nei soulslike siamo abituati a un singolo mondo interconnesso, e a una progressione "implicita" e organica, perlopiù priva di paletti; il maggior focus sulla narrazione del gioco di Team Ninja, così come la sua vena spiccatamente ruolistica, ha spinto invece lo studio di replicare la formula del primo Nioh, con un tabellone che funge da world map e vere e proprie missioni, con boss finali e specifiche ricompense, legate a precisi momenti della trama.

    Non che il team respinga del tutto certe influenze, comunque: pur su scala ridotta, la struttura labirintica dei livelli e la presenza di numerose scorciatoie create dal giocatore stesso, abbassando scale o sbloccando portoni chiusi, richiama Dark Souls e soci, e non cambia rispetto a quanto visto in nel primo capitolo. Una soluzione che è una via di mezzo, più canonica e non necessariamente peggiore, che anzi, come detto, dona maggiore personalità al titolo, e che come da tradizione ci pone in contesti in cui fatti storici reali vengono distorti dalla lente del sovrannaturale, in un mix che abbiamo già apprezzato in passato, e che promette di non deludere nemmeno questa volta.

    Nella demo abbiamo potuto fare un giro nella Capanna, vero e proprio hub anch'esso personalizzabile (con tanto di arredamento ad hoc - pergamene da appendere e utensili del tè da posizionare), dotato di deposito, editor dell'avatar sempre accessibile, un dojo in cui allenarsi, e un fabbro presso cui forgiare e temprare tutte le armi e armature trovate (divise per rarità e bonus unici come Diablo, Destiny e Borderlands, tra i tanti, insegnano). Presente anche il Portale Torii, dal quale avviare (o unirsi a) partite online in compagnia di altri due amici (o sconosciuti), più che valida alternativa agli NPC controllati dall'IA evocabili in qualunque momento: oltre ai Redivivi da massacrare, potrete infatti schierare al vostro fianco uno spirito che vi aiuterà nei momenti di difficoltà, il che non guasta di certo.

    Monti e templi

    Protagoniste della demo erano una missione secondaria, nello specifico una boss fight alle pendici del castello di Shigisan contro Matsunaga Hisahide (un daimy? del periodo Sengoku - nella realtà), condottiero umano - ma non troppo - ben più abbordabile dei terribili e imponenti demoni affrontati altrove, e due lunghe missioni principali.

    La prima, ambientata in una versione alternativa della battaglia del Monte Tenno (o di Yamazaki, per gli appassionati di storia) in cui lo scontro (di per sé reale) tra Hideyoshi e Mitsuhide si è combattuto con katane e poteri Yokai, ci ha visti farci strada attraverso le paludi di Yamashiro e condotti sotterranei pullulanti di bestialità, tra possenti demoni e fastidiosi arcieri umani, fino all'avamposto avversario.

    Qui ci siamo scontrati con il gigantesco Ryomen Sukuna, una sorta di Giano Bifronte elementale (un lato di fuoco, armato di ascia e spada, uno di ghiaccio, munito di arco) dalla potenza devastante e dotato di numerosi pattern di attacco, in cui è stato cruciale sfruttare schivate, Contrattacchi esplosivi e dei cristalli elementali (sparsi per tutto il livello) che, una volta distrutti, garantivano un buff elementale per alcuni preziosi secondi, permettendoci di infliggere danni extra.

    La seconda, peraltro caratterizzata da una difficoltà maggiore (quando vengono giocate in versione "notturna", alcune missioni offrono maggiori ricompense, ma anche nemici molto più duri da battere), era invece ambientata in un antico tempio risalente all'epoca Heian, invaso da orde di demoni maledetti.

    Un lugubre cimitero immerso nella foresta ha fatto da apripista a una missione dal level design ben più lineare, ma non per questo avaro di minacce e creature infernali come l'Ippon-Datara, che nonostante fosse munito di un solo occhio e una sola gamba si è rivelato un osso duro, e le Oni-bi, teste fluttuanti e imprendibili. A chiudere le danze, all'interno della sala principale del tempio, c'era una boss fight se possibile ancor più ostica del normale: prima di fronteggiare il terribile Mezuki, sorta di cavallo demoniaco già visto nella demo del Tokyo Game Show, e la sua mannaia fatta di ossa, abbiamo infatti dovuto affrontare una coppia di guerrieri e un ben più duro Karasu Tengu, uno spaventoso demone corvo. Giusto per non farci mancar nulla, insomma.

    Estetica o performance?

    Chiudiamo la disamina parlando del comparto tecnico, anch'esso "personalizzabile", tanto su PS4 standard che su PS4 Pro. Tre le modalità selezionabili: Azione, che stabilizza il frame-rate a 60 fps a scapito della risoluzione (dinamica, dai 1080p in giù); Cinema, che blocca il frame-rate a 30 fps e migliora risoluzione e filtri grafici (anti-aliasing su tutti); infine, una modalità Cinema secondaria, che non stabilizza il frame-rate, ma che garantisce la miglior qualità grafica possibile.

    Data la natura di Nioh 2, il consiglio è di giocarlo al massimo frame-rate possibile: i 60 fps, per quanto non così inamovibili (almeno nei frangenti più concitati, come le boss-fight), si sentono tutti in un gioco dove ogni frame e movimento contano, e vale la pena sacrificare la qualità visiva generale (minata, almeno nella demo, da un pop-up abbastanza vistoso) pur di giocare nelle migliori condizioni possibili.

    Doveste dare più peso all'estetica che alle performance, non aspettatevi miracoli di tecnologia: buono il sistema di illuminazione, così come la qualità delle animazioni di evocazioni e degli effetti particellari, mentre le texture ambientali non risultano così impressionanti. In compenso il comparto artistico risulta ispirato e convincente, e speriamo che il prodotto finale confermi anche una certa varietà in termini di nemici e arsenale.

    Nioh 2 La Demo Finale di Nioh 2 ci ha fatto vacillare, ci ha fatto desistere, ci ha fatto dubitare delle nostre capacità. Eppure, dopo averla terminata, non riusciamo a fare a meno di contare i giorni che ci separano dall'uscita, tra il desiderio di metterci alla prova con nemici ancor più ostici, e la voglia di sperimentare le mille variabili messe a disposizione dal team per creare la build definitiva. La formula a base di mazzate (inferte e subite), di rischi da prendere e di grandi ricompense da ottenere, è la stessa, familiare, del primo Nioh, impreziosita da novità forse non così evidenti, ma sicuramente stuzzicanti, che promettono di regalare non poche soddisfazioni sul lungo termine. Il gioco finale confermerà le buone impressioni restituite da questo ultimo checkpoint prima della recensione? La risposta arriverà tra meno di due settimane.

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