L'abbiamo già ripetuto diverse volte su queste pagine: Persona 5 Strikers non è solo un altro musou su licenza. Anzi, a voler essere del tutto onesti, sarebbe parecchio ingiusto e riduttivo bollare il prodotto come un semplice musou, in quanto l'incontro tra il capolavoro targato Atlus e il popolare franchise di Omega Force si è tradotto in un action RPG a tutti gli effetti. Così come il recente Hyrule Warriors: Age of Calamity ha presto in prestito buona parte delle meccaniche vantate da The Legend of Zelda: Breath of the Wild (per tutti i dettagli consultate il nostro speciale sul sistema di combattimento di Hyrule Warriors: L'era della Calamità), Persona 5 Strikers ha ereditato e rielaborato quasi tutte le caratteristiche più apprezzate del quinto episodio di Persona, a cominciare dalla ricca componente narrativa.
Nonostante manchino ancora sei settimane circa all'esordio del titolo in Occidente, i Fantomatici Ladri di Cuori si sono già intrufolati in redazione, allo scopo di rubare di nuovo i nostri desideri distorti e portare avanti la lotta alla corruzione già iniziata in Persona 5 e Persona 5 Royal (qualora abbiate un improvviso vuoto di memoria rileggete la nostra recensione di Persona 5 Royal). In attesa di poter emettere un verdetto definitivo su quella che dovrebbe passare alla storia come l'ultima avventura di Joker, Skull, Panther e tutti gli altri Phantom Thieves, vi raccontiamo con largo anticipo le impressioni maturate dopo aver portato a termine il primo capitolo (di otto) di Persona 5 Strikers, che a partire dal prossimo 23 febbraio sarà disponibile - con sottotitoli anche in italiano! - su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC.
Non chiamatelo Musou
Quando Atlus, esattamente un anno fa, pubblicò sul PlayStation Store nipponico la demo di P5S fu subito chiaro a tutti che il sequel ufficiale e diretto di P5 non sarebbe stato un Warriors qualsiasi (non a caso in Giappone il prodotto è conosciuto come Persona 5 Scramble: The Phantom Strikers e, diversamente da qualsiasi altro esponente del longevo franchise di Koei Tecmo Games, non presenta la parola Musou nel titolo). Al contrario, la versione di prova rivelò l'esistenza di un impianto narrativo piuttosto promettente - ve ne abbiamo parlato nel dettaglio nel nostro precedente provato di Persona 5 Strikers - in quanto riprendeva le delicate e complesse tematiche sociali affrontate dal fortunato blockbuster di Atlus.

Terminata la demo nipponica, tuttavia, una domanda alquanto insidiosa non riuscì a trovare una risposta, in quanto i sessanta minuti circa previsti dalla build non ci permisero di capire con esattezza come sarebbe stata strutturata la campagna principale del gioco. Un anno più tardi, col codice finale di P5S ormai tra le nostre mani, quel dubbio a lungo rimasto in sospeso ha trovato una risposta, meravigliandoci oltre l'immaginazione. Questo perché la formula sintetizzata dai ragazzi da Omega Force è andata ben oltre le nostre aspettative, consegnandoci un prodotto molto diverso da come ce lo aspettavamo.
Prima di svelare anche a voi l'arcano, è il caso di riepilogare brevemente le informazioni essenziali circa l'intreccio di Persona 5 Strikers. Sono trascorsi diversi mesi da quando Joker e i Fantomatici Ladri di Cuori hanno sconfitto la corruzione che albergava nella società giapponese e che si apprestava a condurre al collasso l'intero paese del Sol Levante. Scontato l'anno di riabilitazione cui era stato ingiustamente condannato, Joker ha fatto ritorno nella propria città natale, ma con l'avvento della stagione estiva è giunto il momento che i Phantom Thieves si riuniscano ancora una volta, al fine di recuperare i mesi perduti e trascorrere assieme la più memorabile delle vacanze.

P5S inizia pertanto col ritorno a Tokyo del nostro amato Ren Amamiya (il nome ufficiale che Atlus ha dato al Joker in varie opere derivate di P5 e soprattutto nell'omonima serie d'animazione) e con la festa a sorpresa organizzata nei pressi del Café Leblanc, che al tempo fungeva sia da dimora per il ragazzo che da covo per la sua spericolata combriccola. Determinati a partire per il campeggio e a visitare le più importanti città della nazione, durante la sentita rimpatriata Ren e compagni sono costretti a fare i conti con una dura verità che a lungo hanno del tutto ignorato: sebbene i ragazzi abbiano difatti rimesso sulla retta via gli adulti e la società nipponica, gli inspiegabili incidenti apparentemente legati al Metaverso sono purtroppo ricominciati.
Per di più, gli improvvisi e radicali mutamenti di personalità riscontrati negli individui coinvolti nei suddetti incidenti ha portato la polizia a sospettare che questi siano il risultato di una qualche influenza esterna, come appunto i Phantom Thieves. Conoscendo sia la vera identità del Joker che i suoi precedenti - ossia il numero di volte in cui Ren e i suoi hanno costretto i loro avversari a ravvedersi radicalmente - è solo una questione di tempo prima che le forze dell'ordine trovino una scusa per arrestare il ragazzo e incolparlo di quanto stia accadendo. A ragion veduta, i Ladri di Cuori sono quindi costretti a posticipare a data da destinarsi i propri programmi estivi e a dedicarsi anima e corpo nella soluzione dell'ennesimo caso misterioso.
Si torna in azione
Come spiegato nella nostra precedente anteprima di Persona 5 Strikers, la vicenda costringerà i Phantom Thieves ad adottare la loro vecchia routine, che appunto li portava a raccogliere preziose informazioni durante il giorno e a introdursi nel Metaverso al calare del sole. È fondamentalmente questa la ragione per cui nei dodici mesi passati abbiamo continuato a domandarci quale soluzione i ragazzi di Omega Force avessero escogitato per innestare l'anima e lo stile narrativo di P5 a un prodotto così distante come il musou.
Chiunque abbia giocato almeno una volta un titolo della serie Warriors saprà senz'altro che questi sono soliti mettere in secondo piano la storia e focalizzare l'attenzione del giocatore nel combattimento compulsivo e frenetico contro orde infinite di nemici tutti uguali e caratterizzati da una scarsa intelligenza artificiale.
Oltretutto, la trama dei Warriors originali e di quelli su licenza, come il già menzionato Hyrule Warriors: Age of Calamity, è in genere raccontata attraverso una lunga sequenza di missioni sbloccate di volta in volta e quasi mai intrecciate in maniera convincente. Un modello, insomma, che seguendo la tradizione del brand di Koei Tecmo Games rischiava davvero di alternare brevi cutscene coi Phantom Thieves a lunghe missioni finalizzate alla conquista di settori e altre attività per niente consone al modus operandi di Joker e compagnia cantante.
Per la gioia dei fan, lo sviluppatore non ha innestato lo stile narrativo di P5 alla tipica formula dei Warriors, ma al contrario ha preferito confezionare un vero e proprio action RPG con elementi musou. Di conseguenza, giocando a Persona 5 Strikers si tende a dimenticare facilmente la vera natura del prodotto, che al di fuori delle battaglie è quasi identico al capolavoro Atlus.
Dal momento che il racconto è ambientato durante le vacanze estive i nostri beniamini non andranno a scuola e la maggior parte dei Confidenti sparsi per tutta Tokyo non sarà reperibile, ma Ren e gli altri ci intratterranno ancora una volta con abbondanti dialoghi nel covo della banda, l'immancabile raccolta di indizi per le strade di Shibuya (e non solo), le visite ai negozi per recuperare oggetti rari e strumenti curativi, e quasi tutte le altre attività che a suo tempo rendevano assuefacente la ricca componente slice of life di Persona 5.

Una volta terminata la raccolta di informazioni sui bersagli di turno, poi, i nostri eroi ricorreranno al nuovo navigatore per cellulari per accedere al Metaverso e farsi strada nelle cosiddette Prigioni, che a questo giro prenderanno il posto dei vecchi Palazzi. Se in passato Joker e il resto della banda erano soliti intrufolarsi in pittoreschi edifici che riflettevano i desideri distorti degli individui particolarmente malvagi e corrotti, al fine di rubare loro il Tesoro e costringerli a confessare i propri crimini, stavolta i Phantom Thieves lotteranno direttamente tra le strade di Shibuya e delle altre città visitate durante il loro viaggio estivo.
Un ibrido ben riuscito
Pur trovandosi all'esterno, la progressione tipica di Persona 5 rimarrà inalterata, in quanto i giocatori non si ritroveranno all'interno di una mappa suddivisa in settori come quelle di un qualsiasi Warriors, né saranno costretti ad aprirsi costantemente un varco tra migliaia di nemici tutti uguali. Al contrario, gli utenti si muoveranno all'interno di veri e propri labirinti, spesso su più livelli e colmi di tesori nascosti, e come nel gioco originale avranno la facoltà di avanzare in stealth. Questo significa che in P5S torneranno le imboscate ai danni delle Ombre, gli enigmi ambientali necessari ad attivare determinati percorsi, le scorciatoie per tornare di tanto in tanto nel mondo reale e rifocillarsi, e così via.
Rispetto a P5, Persona 5 Strikers è privo delle limitazioni temporali che costringevano a programmare anzitempo le attività giornaliere di Ren, non vi sono i Tarocchi che in passato sbloccavano le abilità dei Confidenti e soprattutto è stato rimosso il pentagono delle statistiche sociali che influenzavano enormemente le reazioni e le risposte utilizzabili di volta in volta dal nostro Joker.
Come prevedibile, la differenza principale è comunque rappresentata dagli scontri in chiave musou che in questo caso hanno rimpiazzato il sistema di combattimento a turni della serie Atlus: una volta entrati in contatto con le Ombre, queste si trasformeranno in bizzarri mostriciattoli e invaderanno lo schermo, così da circondare i Ladri di Cuori e tenerli impegnati in frenetici scambi di colpi a base di combo fisiche, tecniche speciali, attacchi Showtime (come quelli ammirati in Persona 5 Royal) e via discorrendo.