Abbiamo lasciato il Principe di Persia nell'oblio de Le Sabbie Dimenticate. È riapparso sì di sfuggita, alcuni anni fa, con l'annuncio del remake de Le Sabbie del Tempo, ma poco dopo è scomparso di nuovo. A causa dell'accoglienza tutt'altro che calorosa da parte di pubblico e critica, lo sviluppo ha infatti subito una ripartenza integrale. A sorpresa, sul palco del Summer Game Fest è stato però rivelato un altro episodio della serie: che sia l'occasione per rivedere finalmente il nostro eroe del tempo?
Ebbene, no. In The Lost Crown non interpreteremo un principe di Persia, bensì un condottiero al suo servizio, in un action a scorrimento orizzontale che non manca di stile, bisogna ammetterlo, eppure in cui non tutto sembra amalgamarsi nel modo giusto. All'Ubisoft Forward abbiamo provato una demo di circa 30 minuti, e abbiamo scoperto che il tempo viene utilizzato, ancora una volta, come uno dei cardini ludici e narrativi della saga.
Esplorazione e platform
Secondo la mitologia araba, il Monte Qaf è il luogo più distante della Terra, dove il sovrannaturale si mescola con ciò che è umano. Qui parte l'avventura di Sargon, il più giovane e il più inesperto dei sette Immortali, straordinari guerrieri protettori del Regno, e ora chiamati in servizio per porre rimedio al rapimento del figlio della Regina di Persia.
Per leggende del calibro degli Immortali, un simile incarico dovrebbe rivelarsi una passeggiata di routine, e invece la situazione si complica considerevolmente: il tempo ha infatti smesso di scorrere come dovrebbe e inoltre una maledizione ha trasformato gli uomini in creature profondamente coriacee ed aggressive. Per fortuna il nostro eroe sa combattere con un'agilità invidiabile e con un potere formidabile, benedetto com'è da Simurgh, dea del tempo e della conoscenza. In The Lost Crown, dunque, il principe di Persia è l'obiettivo da salvare, non il protagonista da controllare. Per farlo, Sargon si avventurerà a capofitto in un reame tanto accattivante da vedere quanto zeppo di pericoli, seguendo una formula ludica tripartita, fatta di esplorazione, platform e combattimento. La mappa di The Lost Crown si sviluppa su più strati, e possiede molteplici sentieri percorribili, in mezzo ai quali, di tanto in tanto, fanno capolino degli squarci temporali che, se colpiti, modificano lo scenario circostante: ripristinando l'ambiente alla sua antica bellezza, si aprono nuove strade, altri supporti sui quali arrampicarsi e, più in generale, si spalanca la via per proseguire.
Il superamento di trappole rotanti e spuntoni mortali si alterna quindi alle fasi platforming e a quelle esplorative, per una commistione abbastanza tipificata. Nella demo testata, la resa del level design ci ha lasciato moderatamente soddisfatti, da una parte per ragioni legate a una componente artistica non certo parca di stile, e dall'altra per una conformazione che a tratti ci è sembrata labirintica e ben interconnessa.
Un dettaglio che ci spinge a credere che, nel gioco completo, l'esplorazione possa farsi adeguatamente stimolante. Anche in questo aspetto, tuttavia, The Lost Crown è altalenante, e a situazioni che hanno saputo convincerci ha affiancato scelte che fatichiamo ad apprezzare.
Su tutte, il fatto che il modello di Sargon possa attraversare le superfici solide poste sopra e sotto di lui, senza attivare alcun potere e senza che l'animazione suggerisca in qualche modo l'utilizzo di un talento apposito. Anche se questa dote verrà eventualmente giustificata sul piano narrativo (ancora non ci è dato saperlo), a livello visivo appare come una banale compenetrazione poligonale, non particolarmente elegante da osservare.
Combattere con agilità
Quando si passa all'azione Prince of Persia: The Lost Crown mescola semplicità e spettacolarità, senza però scadere nella banalità. Gli attacchi con le lame si alternano alle frecce dalla distanza, all'uso essenziale del parry, alle scivolate salvifiche per schivare i colpi, ai dash aerei e alle mosse speciali da attivare previo consumo di una barra che si ricarica a suon di ferite inferte.
Il cuore del gameplay non mostra chissà quale guizzo di originalità e complessità, ma è nella combinazione degli approcci offensivi che si annida la sua scintilla: scagliare in aria un avversario con un calcio in corsa, mantenerlo sospeso con le frecce e poi continuare ad affettarlo con le lame è un'operazione molto intuitiva, che offre una buona dose di divertimento acrobatico. A dare la spinta al dinamismo dell'esperienza ci pensa una fluidità impeccabile, che anche su Nintendo Switch (dove lo abbiamo provato per una ventina di minuti) viaggia a 60 frame al secondo. Nella demo non abbiamo percepito la necessità di ricorrere a chissà quale stratagemma tattico per avere la messo sui diversi archetipi di nemici, eppure ci siamo divertiti a sufficienza nel variare lo stile d'attacco, ricorrendo anche ai poteri del protagonista. Tra questi spicca la capacità di creare "un'ombra cristallizzata" in qualsiasi luogo dello scenario che funge da punto di aggancio, al quale è possibile ritornare quasi istantaneamente alla pressione di un tasto.
Siamo curiosi di sperimentare la portata di simile capacità per comprenderne le applicazioni pratiche sia in combattimento, sia durante l'esplorazione. Bisognerà anche valutare l'efficacia del sistema di amuleti da equipaggiare, ognuno dei quali offre specifici tipi di bonus: potremo rendere Sagorn un condottiero praticamente invincibile o il grado di sfida saprà mantenersi bilanciato quanto basta? Meno soddisfacente è stata di contro la battaglia di fine demo contro un boss ferino, dai pattern flemmatici e con routine d'attacco molto ripetitive.
Persino la direzione artistica ci è parsa disomogenea: mentre l'ispirazione degli scenari e della mitologia mantiene un certo fascino, il character design di protagonista e comprimari lascia - a nostro avviso - alquanto a desiderare. Volendo dunque tirare le somme dopo questo primo contatto, potremmo dire che Prince of Persia: The Last Crown è un pendolo ludico che oscilla costantemente tra qualche approssimazione di troppo e buone idee che speriamo vengano valorizzate il più possibile.
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Prince of Persia The Lost Crown: il principe ha perso la sua corona?
Prince of Persia The Lost Crown: il principe ha perso la sua corona? Lo abbiamo provato e siamo pronti a parlarvene.
Abbiamo lasciato il Principe di Persia nell'oblio de Le Sabbie Dimenticate. È riapparso sì di sfuggita, alcuni anni fa, con l'annuncio del remake de Le Sabbie del Tempo, ma poco dopo è scomparso di nuovo. A causa dell'accoglienza tutt'altro che calorosa da parte di pubblico e critica, lo sviluppo ha infatti subito una ripartenza integrale. A sorpresa, sul palco del Summer Game Fest è stato però rivelato un altro episodio della serie: che sia l'occasione per rivedere finalmente il nostro eroe del tempo?
Ebbene, no. In The Lost Crown non interpreteremo un principe di Persia, bensì un condottiero al suo servizio, in un action a scorrimento orizzontale che non manca di stile, bisogna ammetterlo, eppure in cui non tutto sembra amalgamarsi nel modo giusto. All'Ubisoft Forward abbiamo provato una demo di circa 30 minuti, e abbiamo scoperto che il tempo viene utilizzato, ancora una volta, come uno dei cardini ludici e narrativi della saga.
Esplorazione e platform
Secondo la mitologia araba, il Monte Qaf è il luogo più distante della Terra, dove il sovrannaturale si mescola con ciò che è umano. Qui parte l'avventura di Sargon, il più giovane e il più inesperto dei sette Immortali, straordinari guerrieri protettori del Regno, e ora chiamati in servizio per porre rimedio al rapimento del figlio della Regina di Persia.
Per leggende del calibro degli Immortali, un simile incarico dovrebbe rivelarsi una passeggiata di routine, e invece la situazione si complica considerevolmente: il tempo ha infatti smesso di scorrere come dovrebbe e inoltre una maledizione ha trasformato gli uomini in creature profondamente coriacee ed aggressive. Per fortuna il nostro eroe sa combattere con un'agilità invidiabile e con un potere formidabile, benedetto com'è da Simurgh, dea del tempo e della conoscenza. In The Lost Crown, dunque, il principe di Persia è l'obiettivo da salvare, non il protagonista da controllare. Per farlo, Sargon si avventurerà a capofitto in un reame tanto accattivante da vedere quanto zeppo di pericoli, seguendo una formula ludica tripartita, fatta di esplorazione, platform e combattimento. La mappa di The Lost Crown si sviluppa su più strati, e possiede molteplici sentieri percorribili, in mezzo ai quali, di tanto in tanto, fanno capolino degli squarci temporali che, se colpiti, modificano lo scenario circostante: ripristinando l'ambiente alla sua antica bellezza, si aprono nuove strade, altri supporti sui quali arrampicarsi e, più in generale, si spalanca la via per proseguire.
Il superamento di trappole rotanti e spuntoni mortali si alterna quindi alle fasi platforming e a quelle esplorative, per una commistione abbastanza tipificata. Nella demo testata, la resa del level design ci ha lasciato moderatamente soddisfatti, da una parte per ragioni legate a una componente artistica non certo parca di stile, e dall'altra per una conformazione che a tratti ci è sembrata labirintica e ben interconnessa.
Un dettaglio che ci spinge a credere che, nel gioco completo, l'esplorazione possa farsi adeguatamente stimolante. Anche in questo aspetto, tuttavia, The Lost Crown è altalenante, e a situazioni che hanno saputo convincerci ha affiancato scelte che fatichiamo ad apprezzare.
Su tutte, il fatto che il modello di Sargon possa attraversare le superfici solide poste sopra e sotto di lui, senza attivare alcun potere e senza che l'animazione suggerisca in qualche modo l'utilizzo di un talento apposito. Anche se questa dote verrà eventualmente giustificata sul piano narrativo (ancora non ci è dato saperlo), a livello visivo appare come una banale compenetrazione poligonale, non particolarmente elegante da osservare.
Combattere con agilità
Quando si passa all'azione Prince of Persia: The Lost Crown mescola semplicità e spettacolarità, senza però scadere nella banalità. Gli attacchi con le lame si alternano alle frecce dalla distanza, all'uso essenziale del parry, alle scivolate salvifiche per schivare i colpi, ai dash aerei e alle mosse speciali da attivare previo consumo di una barra che si ricarica a suon di ferite inferte.
Il cuore del gameplay non mostra chissà quale guizzo di originalità e complessità, ma è nella combinazione degli approcci offensivi che si annida la sua scintilla: scagliare in aria un avversario con un calcio in corsa, mantenerlo sospeso con le frecce e poi continuare ad affettarlo con le lame è un'operazione molto intuitiva, che offre una buona dose di divertimento acrobatico. A dare la spinta al dinamismo dell'esperienza ci pensa una fluidità impeccabile, che anche su Nintendo Switch (dove lo abbiamo provato per una ventina di minuti) viaggia a 60 frame al secondo. Nella demo non abbiamo percepito la necessità di ricorrere a chissà quale stratagemma tattico per avere la messo sui diversi archetipi di nemici, eppure ci siamo divertiti a sufficienza nel variare lo stile d'attacco, ricorrendo anche ai poteri del protagonista. Tra questi spicca la capacità di creare "un'ombra cristallizzata" in qualsiasi luogo dello scenario che funge da punto di aggancio, al quale è possibile ritornare quasi istantaneamente alla pressione di un tasto.
Siamo curiosi di sperimentare la portata di simile capacità per comprenderne le applicazioni pratiche sia in combattimento, sia durante l'esplorazione. Bisognerà anche valutare l'efficacia del sistema di amuleti da equipaggiare, ognuno dei quali offre specifici tipi di bonus: potremo rendere Sagorn un condottiero praticamente invincibile o il grado di sfida saprà mantenersi bilanciato quanto basta? Meno soddisfacente è stata di contro la battaglia di fine demo contro un boss ferino, dai pattern flemmatici e con routine d'attacco molto ripetitive.
Persino la direzione artistica ci è parsa disomogenea: mentre l'ispirazione degli scenari e della mitologia mantiene un certo fascino, il character design di protagonista e comprimari lascia - a nostro avviso - alquanto a desiderare. Volendo dunque tirare le somme dopo questo primo contatto, potremmo dire che Prince of Persia: The Last Crown è un pendolo ludico che oscilla costantemente tra qualche approssimazione di troppo e buone idee che speriamo vengano valorizzate il più possibile.
Quanto attendi: Prince of Persia The Lost Crown
Hype totali: 20
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