Pro Evolution Soccer 2018 Provato: Konami scende in campo all'E3

Konami scende in campo e approfitta dell'E3 2017 di Los Angeles per mostrare Pro Evolution Soccer 2018, in arrivo a settembre.

Pro Evolution Soccer 2018
Anteprima: PlayStation 4
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Il fischio di inizio del campionato calcistico videoludico di questo 2018 avviene sul campo dell'E3 di Los Angeles. Mentre Electronic Arts ha già schierato la sua formazione, mostrando un FIFA 18 agguerrito e parecchio rinnovato nelle sue strategie di gameplay, ora tocca a Konami presentare la sua squadra plurititolata, cercando di allestire un team che possa da un lato tenere fede agli ideali della saga, composti da un miscuglio di accessibilità e realismo, e dall'altro di aprirsi ad una rifinitura sempre più oculata dei suoi meccanismi ludici. Pur senza modificare il ritmo della partita né stravolgere l'archetipo "simulativo" cui ambisce, PES 2018 sembra essersi allenato duramente per iniziare questa stagione in forma smagliante. Invece di rimanere sugli spalti ad assistere alla competizione, noi di Everyeye abbiamo deciso di entrare direttamente negli spogliatoi, precisamente al Booth che Konami ha allestito alla convention losangelina, e questa che state per leggere è la nostra telecronaca della prima partita di riscaldamento.

    Dove nascono (e crescono) le leggende

    Appena entrati nella saletta dello stand Konami, ci ha accolti l'immancabile Adam Bhatti (ormai il vero volto della serie), ancora una volta entusiasta di poterci mostrare la concreta evoluzione di un gioco che riassume, in sé, anni ed anni di crescita e sviluppo del progetto, il quale rappresenta quindi la summa qualitativa di un brand ultra decennale. Ma non solo: Pro Evolution Soccer 2018 è un calcistico che aggiunge alla formula di partenza i più grandi cambiamenti mai introdotti sin dall'esordio su PS4 ed XboxOne, gettando, al contempo, anche le basi per il proprio futuro. Un capitolo di rifondazione, insomma, che erige un'architettura inedita sulle già solide basi di quella passata: nei desideri di Bhatti, PES 2018 è pertanto una rivoluzione e, al contempo, una rielaborazione degli stilemi tipici del franchise. Al di là di informazioni legate alle (peculiari) nuove partnership strette da Konami (è il caso del centometrista Usain Bolt, grande appassionato di calcio e ora reinventato nel ruolo di agente per la modalità MyClub come bonus per il pre-ordine), la presentazione a porte chiuse ha insistito, giustamente, sulle migliorie apportate in termini di gameplay.

    Anzitutto, il sistema di controllo ha conosciuto una considerevole rivisitazione, che permette ai giocatori di reagire diversamente non solo al contatto con la palla, ma anche alla fisicità degli altri atleti con cui entreranno in contrasto. In questo modo l'inclinazione del corpo, il movimento palla al piede ed il sistema di reattività variano di volta in volta, seguendo un modello della fisica decisamente perfezionato. Tutto ciò è reso possibile soprattutto grazie al Real Touch+, versione evoluta di una delle feature di punta dello scorso capitolo, che ovviamente mira a gestire in modo più approfondito le varie parti del corpo del calciatore.
    È chiaro che anche il pallone, all'urto con il piede o il petto della star, subisce rotazioni e traiettorie rinnovate, che dovrebbero - almeno sulla carta - renderlo molto più vicino a quanto ammirabile nella realtà. Stando alle parole di Bhatti, in sostanza, tutte le caratteristiche più avanzate del passato episodio hanno subito un "upgrade" tale da rendere questo PES 2018 un capitolo conservativo e profondamente innovativo allo stesso tempo. Come se non bastasse, tenendo fede alla filosofia di verosimiglianza estetica che ha da sempre contraddistinto il franchise, anche la resa grafica dei calciatori è stata ricreata con una minuziosità mai vista prima (specialmente per quel che riguarda le superstar), che comprende persino un differente reazione dei tessuti delle magliette e dei pantaloncini a seconda della corporatura di ogni atleta.

    La paura, a questo punto, è che Konami possa ricadere nel (forse inevitabile) difetto del precedente PES, in cui lo stacco qualitativo tra i giocatori "Premium" e quelli "Standard" è così marcato da risultare un po' straniante e fastidioso. Ma per quanto l'eloquente sorriso di Bhatti ci abbia rincuorato sulle intenzioni del team, nulla è stato più efficace - per smuovere (almeno in parte) qualche dubbio - di una pur brevissima sessione di hands-on che ha confermato tutte le promesse elencateci con tanta sicurezza.
    Ebbene, pad alla mano Pro Evolution Soccer 2018 si è dimostrato un calcistico concretamente rimodellato in confronto ai più che discreti predecessori: il ritmo si fa ancor più lento e ragionato, i passaggi più precisi, i contrasti più ruvidi ed il controllo della sfera parecchio più realistico. Quello che ne deriva è l'esaltazione di un gameplay corposo, che enfatizza la prepotenza dei contrasti, l'eleganza dei dribbing, l'efficienza delle animazioni. L'anima più "tattica" delle ultime incarnazioni della saga torna in questo capitolo con la ferrea ambizione di dar vita a partite in cui il divertimento corre di pari passo con il tatticismo. Le velleità arcade stanno lentamente sparendo, senza però lasciare spazio in modo eccessivo ad inutili complessità sul fronte della padronanza degli 11 giocatori in campo. È vero che - purtroppo - un solo match non può fugare tutte le perplessità né permetterci di saggiare a fondo ogni singola limatura ludica, ma l'impatto iniziale è più che positivo, mettendoci dinanzi ad un PES familiare ma non pigro, in grado di trasmettere un feeling davvero soddisfacente. Il neonato di Konami s'invola quindi sulla fascia, pronto a bucare la rete grazie ad una sistema fisico che rende il controllo di ogni giocatore un'esperienza quasi palpabile e - oseremmo dire - "sinestetica". La forza degli urti è tangibile, così come la diversa responsività dei giocatori in base alla loro stazza, alla loro velocità ed al loro stile di gioco. Resta ancora qualche limitazione nei moveset di contorno, degli atleti in mischia ed in quelli senza palla, non sempre fluidi e ben connessi, sebbene ci siano parsi - ad uno sguardo superficiale - molto più smussati. Plauso anche alla "bravura" virtuale dei portieri, i cui tuffi e i cui riflessi dispongono di una inusitata naturalezza. Quando avremo l'opportunità di testare per più tempo sia le capacità degli estremi difensori sia l'"onestà" sportiva degli arbitri, potremo comprendere se anche queste annose problematiche siano state limate a dovere, in linea con il resto dei numerosi perfezionamenti.

    Tra questi - com'era prevedibile - s'annovera altresì un comparto tecnico che spreme il FOX Engine fino al midollo: i modelli dei calciatori più famosi sono riprodotti magnificamente, al pari delle espressioni facciali, forse a tratti ancora un tantino "plasticose", ma dettagliate in ogni minima venatura del viso. Allo scopo di ricreare un'atmosfera calcistica quanto più coinvolgente possibile, infine, anche la folla è stata arricchita da inedite reazioni che variano dipendentemente dagli avvenimenti in campo. In egual modo, gli stadi, gli spalti, gli ingressi delle star ed il tappeto erboso sono ammantati di un realismo quasi fotografico, in piena armonia con il nuovo HUD del titolo, che propone in sovraimpressione i volti reali dei calciatori durante il briefing pre-partita, che fornisce all'insieme un tocco più "televisivo". In attesa di scoprire quali sono le più interessanti aggiunte per quanto concerne i contenuti, le sponsorizzazioni e le modalità di gioco, siamo rimasti piacevolmente colpiti dall'introduzione dei match 3vs3 e 2vs2, presenti sia nel MyClub sia nella PES League, eccellenti per dare nuova linfa alla natura cooperativa di PES 2018. Ma nei minuti di recupero, poco prima del fischio finale, arriva alle nostre orecchie di tifosi una notizia che ha più clamore di un rigore fischiato all'ultimo secondo: la versione PC del titolo raggiungerà finalmente la medesima bellezza dell'edizione console, sviluppata utilizzando gli stessi assets "current gen" delle controparti, nonché dotata finanche di un reparto visivo addirittura più potente. Dopo una news del genere, siamo convinti che gli abbonamenti stagionali della squadra di Konami saliranno alle stelle.

    Pro Evolution Soccer 2018 Pro Evolution Soccer 2018 potrebbe davvero rivelarsi il “luogo dove nascono le leggende”. O meglio: quello in cui il campione di Konami torna a brillare di luce propria, riprendendosi vigorosamente le luci dello spotlight dopo un lungo periodo in zona retrocessione. Senza sconvolgere il gameplay, senza mutare le sensazioni cui la serie ci ha abituati fino ad ora, il team confeziona però un prodotto fresco e genuino, sufficientemente simulativo da non abbandonare del tutto l'immediatezza del sistema di controllo. A Los Angeles abbiamo però potuto provare solo una versione preliminare, con la speranza che il gioco riesca a resistere senza affanno per tutta la durata del campionato 2018/2019. Nei prossimi mesi torneremo a seguire la squadra in ogni partita, sia in casa che in trasferta: d'altronde, Konami non desidera altro che riconquistare quello scudetto che gli manca ormai da troppo tempo, e la sfida con FIFA - siamo pronto a scommetterci - sarà davvero spettacolare.

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