Rainbow Six Siege: rotolando verso sud, la prova della terza stagione

Siamo volati in Nord America per testare ciò che ci attenderà nella terza stagione dello shooter tattico Ubisoft.

Rainbow Six Siege: rotolando verso sud, la prova della terza stagione
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  • Warden e Nokk sembrano ormai un lontano ricordo. Sono passati poco più di due mesi ma la voglia di tutti gli appassionati di poter avere qualcosa di nuovo per le mani è incontenibile. I leak si sono susseguiti sin dai primi giorni di vita dei due nuovi innesti. I cacciatori di indizi hanno fatto nuovamente le pulci al pannello che Harishva "Harry" Pandey espone fieramente dietro la propria scrivania.
    In effetti, quella bacheca ha rappresentato una una miniera inesauribile di informazioni per le novità legate al futuro dello shooter tattico di Ubisoft. A questo si sono aggiunte fonti affidabili che, puntualmente, elargiscono all'affamata community screenshot "rubati" i quali si rivelano spesso precisi e assolutamente corrispondenti alla verità.
    Gli ultimi, in ordine di tempo, hanno svelato al mondo quelli che saranno i due nuovi operatori della squadra Rainbow: i sudamericani Goyo e Amaru. Nella terza stagione, però, non ci saranno solo i due combattenti. Ci attenderanno diverse novità e anche qualcosa che, di sicuro, non mancherà di creare dibattito nella community. Vediamo, dunque, quello che ci siamo trovati per le mani nella calura agostana del Nord Carolina.

    Tu mataste a mi padre... ¡prepárate a morir!

    I due operatori rappresentano, come di consueto, solo la punta dell'iceberg di questa nuova espansione. Come dicevamo, si tratta di combattenti provenienti dal sudamerica: un messicano dal passato burrascoso, Goyo, e una civile peruviana, Amaru, che ha passato la vita a combattere i predatori di reperti archeologici. Niente a che vedere con i cartelli della droga almeno per questa stagione, scelta forse troppo scontata. In questo senso, il team che si occupa di plasmare l'universo di Rainbow Six: Siege, si dimostra ancora una volta creativo al punto giusto.
    Ad ogni modo i due, sin dalle prime battute in loro compagnia, si sono presentati come delle aggiunte assolutamente affascinanti rispetto all'ormai sconfinato roster della squadra Rainbow. Talmente interessanti da far impallidire i precedenti innesti di Operazione Phantom Sight, la cui popolarità è decisamente calata col passare delle settimane.

    Invece, Operazione Ember Rise sembra promettere una stagione davvero ricca di soddisfazioni (ma anche qualche polemica come vedremo), grazie ai gadget che i nuovi innesti porteranno in dote.
    Iniziamo da quello più innovativo: l'uncino che Amaru si ritrova nell'equipaggiamento. Una vera e propria novità nel gameplay, quest'ultima, che ci ha subito conquistati.
    Certo, i rampini esistono da sempre in Rainbow Six: Siege ma, credeteci, non avete ancora visto niente. Messa da parte la "statica" verticalità di quelli tradizionali, Amaru rivoluziona il concetto di movimento.
    L'uncino che ha in dotazione permette all'operatrice di spostarsi a una velocità che agli altri suoi colleghi è preclusa. Tanto all'esterno quanto all'interno della mappa di gioco.
    In fase di avvicinamento all'edificio, l'operatrice peruviana può puntare una finestra (ovvio, a patto che non sia rinforzata) o un qualsiasi altro potenziale appiglio e lanciarsi - letteralmente - verso quest'ultimo. Il gadget, inoltre, può rivelarsi estremamente utile anche per sfruttare in maniera innovativa la verticalità interna degli stage. Scordatevi la necessità di passare da un piano all'altro usando delle banalissime scale. Una volta rotta una botola, ad esempio, la combattente può utilizzare il rampino per passare rapidamente da un piano all'altro magari riuscendo a sorprendere alle spalle il team avversario.
    Insomma, Amaru sembra proprio voler proporsi come un flanker di nuova concezione.

    Bisogna, però, prestare molta attenzione soprattutto in fase di breach ed evitare di irrompere direttamente in trappole poco amichevoli. Il rampino, infatti, nel riavvolgimento, produce rumore che può esser facilmente captato da orecchie nemiche e farsi freddare mentre ci butta a testa bassa contro una finestra. Bisogna quindi prima di tutto sondare il terreno con una buona fase di droning e, soprattutto, cercare di non scegliere le finestre più vicine all'obbiettivo.
    È ovviamente prematuro immaginare se questo operatore avrà il carattere necessario per entrare di diritto nel meta competitivo, rendendosi protagonista di strategie del tutto nuove. Certo è che, con le sue statistiche versatili(due punti velocità e due punti corazza) e grazie al suo equipaggiamento (carica da irruzione e claymore), potrà fare la gioia dei giocatori di ogni grado di abilità.

    C'era una volta in Messico

    Goyo, comunque, in quanto a fascino non è da meno. Il difensore, anch'esso caratterizzato come la collega da due punti velocità e due di corazza, possiede un gadget di tutto rispetto: lo scudo mobile Vulkan. Cosa lo differenzia dai normali scudi già in dotazione? Una bella sorpresa dalla doppia efficacia: una carica esplosiva, installata nella parte concava. Da un lato la deflagrazione è in grado di scaraventare in aria i poveri malcapitati che dovessero trovarsi nelle sue vicinanze (ponendo fine alle loro caduche esistenze) e, dall'altro, un effetto AoE incendia e rende impraticabile l'area coinvolta. Per ben dodici secondi.
    E Goyo può schierare tre di questi letali gioiellini. Alla nostra obiezione sul fatto che il messicano appare già leggermente OP, ci hanno assicurato che gli innumerevoli play test hanno dato i necessari feedback positivi. Sarà ma, al momento, i nostri dubbi rimangono.

    Ad ogni buon conto, gli scudi Vulkan rappresentato una utility spaventosa a disposizione dell'intero team. Anzitutto possono essere posizionati all'ingresso delle principali vie d'accesso ai siti. In secondo luogo, la detonazione può esser innescata da qualunque difensore, oltre che - incautamente o furbescamente - dagli avversari. Le fiamme che si propagano al suolo per dodici secondi infatti possono scongiurare un push o un defuse. Inutile dire che, per quello che abbiamo visto, l'operatore è molto divertente da usare e gli scudi Vulkan hanno un potenziale di sfruttamento di tutto rispetto. Vedremo se le nostre impressioni verranno confermate quando Goyo andrà live.

    Le armi

    Parliamo, ora, delle armi in dotazione ai due operatori, ovvero il pomo della discordia che già nel recente passato ha fatto discutere, e non poco. Goyo può contare su di un Vector 45ACP (sì, lo stesso di Mira) e di uno shotgun TCSG12, già in dotazione del buon, vecchio Kaid. Amaru, invece, arriverà anch'essa dotata di uno shotgun e di un G8A1, una light machine gun già vista nelle mani di IQ. Per i giocatori più accaniti e fedeli l'equipaggiamento è qualcosa di già visto, esattamente come accaduto in Operazione Phantom Sight. Nessuna nuova arma, dunque. Nessuna novità sotto questo punto di vista.
    Prima di gridare allo scandalo (sarebbe ovviamente molto bello avere sempre armamenti nuovi da provare) ci sono delle ragioni assolutamente pratiche - e condivisibili - dietro alla scelta fatta dal team di sviluppo. Il pool di operatori è oramai mastodontico, così come il loro equipaggiamento.

    Come ci ha confermato anche Alexander Karpazis, la volontà di concentrarsi (almeno per il momento) sulle armi già esistenti è dovuta principalmente al fatto che con una novantina di bocche da fuoco diverse nelle rastrelliere vi è la necessità di mantenere il più intatto possibile il bilanciamento del titolo. Introdurre nuove armi, in effetti, porterebbe a inevitabili interventi di aggiustamento che potrebbero destabilizzare l'equilibrio attuale e sottrarrebbero risorse ad altri update più urgenti. Ovviamente nulla preclude l'entrata in scena di nuovi strumenti di morte in un prossimo futuro ma, in questo momento, il team ha preferito concentrarsi su ciò che già esiste, per evitare ripercussioni sull'esperienza di gioco.

    ...e poi?

    La stagione autunnale vedrà anche l'arrivo della "nuova" Kanal e di una discreta quantità di novità estetiche (c'è anche la nuova Mira Élite!), legate alla ranked, all'intuitività dello shop, alla razionalizzazione del menu operatori e al player behaviour (peraltro già oggetto di radicali modifiche nei mesi scorsi).
    Riguardo al mappa tedesca, quest'ultima ha subito un restyling deciso ma rispettoso dell'eredità precedente.

    I due edifici principali rimangono sempre connessi da un ponte ma sono state aperte due vie (due rampe di scale) per favorire la verticalità. Sono stati rivisti gli spawn point così come i siti bomba e una nuova via d'accesso sotterranea che potrebbe dare luogo a interessanti varianti tattiche per i roamer.
    La mappa, seguendo coerentemente lo stile adottato in altre occasioni, può vantare una miriade di migliorie non solo estetiche ma anche funzionali: i colori, come al solito, permettono di avere riferimenti più chiari e rapidi in fase di comunicazione.
    Oltre a questo arriverà anche un nuovo scalino nella modalità ranked: il grado di Campione, inserito alla sommità della piramide competitiva dopo Diamante, riservata ai giocatori con MMR superiore a 5000. Ovviamente stiamo parlando di pochi eletti, anche se la volontà del team è quella di dare non solo un senso di progressione alla carriera di ogni giocatore ma anche di avere un obbiettivo ulteriore (e alquanto soddisfacente) da raggiungere.

    Riguardo alla tossicità, invece, il team interverrà in diversi modi. Prima di tutto, per evitare che il giocatore con il disinnescatore decida di andare afk o intenzionalmente resti fermo impedendo di fatto alla squadra di giocare, dopo qualche secondo di immobilità il defuser viene automaticamente lasciato cadere a terra.
    In secondo luogo, per i simpaticoni che lasciano il match prima del tempo, il nuovo sistema di "sospensione" impedirà ai disertori di cercare un'altra partita, almeno finché il match che hanno lasciato non si sia concluso. Infine, il reverse friendly fire diverrà "di squadra". Ciò significa che se più giocatori si rendono complici di comportamenti scorretti nei confronti di un altro compagno, l'intera squadra verrà sanzionata.
    Come ciliegina sulla proverbiale torta, anche in Rainbow Six: Siege arriverà il Battle Pass. Il sistema di di progressione appare molto simile a quello già visto in molti altri casi e permetterà al giocatore di sbloccare contenuti aggiuntivi dedicati come oggetti cosmetici e altre aggiunte. L'introduzione avverrà in maniera soft proprio con Ember Rise. Come prima prova, tutti potranno avere accesso a un Battle Pass ridotto, diviso in sette livelli, gratuito e sfruttato da Ubisoft come placement test per capire come modularlo per il futuro. Dall'ultima stagione, invece, arriverà il Battle Pass vero e proprio con i due percorsi canonici: uno gratuito e l'altro riservato a chi lo acquisterà. Gli oggetti, anche in questo caso saranno di vario tipo e ce ne saranno anche di esclusivi che andranno ad approfondire addirittura la storia e il background degli operatori.

    Rainbow Six Siege Operazione Ember Rise promette agli utenti un piatto bello ricco di succose novità. Di sicuro più di quello che ci ha offerto Phantom Sight. Non lasciatevi accecare dall'assenza di una mappa nuova, o del loadout già ampiamente visto. I due operatori sudamericani possiedono il carattere e il fascino necessari per entrare nel cuore dei giocatori. Lo stesso possiamo dire anche per la nuova Kanal. Solo a lavoro ultimato ci siamo accorti quanto quella mappa avesse bisogno di una ristrutturazione. Le molteplici innovazioni che arriveranno relative alla qualità della vita, poi, promettono di migliorare l'esperienza di gioco generale. Non ci resta che attendere il debutto ufficiale di Goyo e Amaru nel roster della squadra Rainbow.

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