Red Solstice 2 Survivors: mutanti su Marte, seconda parte

Abbiamo provato lo strategico di Ironward, sequel del discreto gioco tattico uscito la bellezza di sette anni fa su PC. Cosa ci dobbiamo aspettare?

Red Solstice 2 Survivors: mutanti su Marte, seconda parte
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  • Sette anni ci separano dalla prima installazione della serie strategica creata da un minuscolo studio con base a Zagabria. Fondata nel 2013, la piccola casa di sviluppo Iroward riuscì a ritagliarsi uno spazio nell'affollato panorama videoludico internazionale con Red Solstice: il titolo, davvero peculiare, proponeva una mescolanza di generi diversi (non a caso il team si vanta di esser l'inventore della denominazione "Real Time Tactical Battlefield") e si votava anima e corpo al cooperativo. A questa prima esperienza si aggiunse, nel 2017, uno spin off (Red Solstice: M.I.A.) che andava ad approfondire le meccaniche tipiche dei twin stick shooter. Ora, a cinque anni di distanza, è giunto il momento di tornare a sterminare mutanti su Marte. Come se la cava questo sequel? Noi l'abbiamo testato a poco più di un mese dalla pubblicazione ufficiale (prevista per il 17 giugno). Ripulita l'esotuta dal sangue mutante di cui si è impregnata nelle lunghe ore passate sulla superficie marziana, ci siamo seduti a scrivere le nostre impressioni.

    Marte, la nostra casa

    Gli eventi che verranno narrati in Red Solstice 2: Survivors prenderanno piede pochissimo tempo dopo i fatti accaduti nel precedente capitolo.

    Le vicende di questo sequel, infatti, si svolgono nell'anno 117 AT (o After Earth). Il giocatore assumerà il controllo di un Executor, un soldato potenziato, questa volta ridestato dal sonno criogenico da una misteriosa corporazione chiamata "Founders", proprietaria - per così dire - di Cell, una task force segreta di intervento rapido, in grado di intervenire tempestivamente in ogni punto del pianeta, grazie all'aeronave sfruttata come base operativa. Il compito del giocatore appare abbastanza chiaro: assumere il comando di questa task force, gestirne i componenti e guidarli sul campo di battaglia. Tutto questo per un bene superiore: trovare una cura alla mutazione e salvare gli ultimi scampoli dell'umanità, ormai ridotta a brandelli dall'invasione di aberrazioni aliene che infestano il Pianeta Rosso. Su questo canovaccio, adagiato interamente alle esigenze del gameplay, Ironward punta a innestare una campagna che, stando a quanto promesso, si dovrebbe estendere progressivamente sull'intera superficie marziana attraverso più di quindici missioni principali e oltre una ventina di secondarie.

    La proposta ludica non sarà comunque "limitata" a simili incarichi, quantomeno secondo le informazioni in nostro possesso. Man mano che il globo devastato dall'infestazione verrà esplorato, infatti, diverranno disponibili quest inedite che consentiranno di scandagliare nuove porzioni del pianeta, fondare degli avamposti "liberi" dalla mutazione e raccogliere risorse preziose con cui potenziare la squadra (in caso di single player) e il proprio soldato.

    Queste attività, come anticipavamo poco fa, saranno funzionali non solo al prosieguo della campagna ma anche alla gestione del team di super soldati, dall'upgrade di armi e corazze allo sblocco di abilità e caratteristiche ulteriori e più potenti, sino alla personalizzazione estetica.

    Un assaggio di campagna

    Le tre missioni (più una sortita in skirmish) proposte nell'hands on lasciano gran poco spazio al comparto narrativo, relegandolo sullo sfondo di una proposta ludica ossequiosamente votata all'azione. Sfruttando proprio quest'ultima il team croato cerca di far risaltare tutte le qualità della sua scommessa.

    Tralasciando i pretesti che portano il giocatore a scendere sulla superficie del Pianeta Rosso, Red Solstice 2: Survivors mette sin da subito in chiaro i suoi intenti: offrire al giocatore un gameplay tutt'altro che leggero ed anzi a tratti addirittura punitivo. Di sicuro, da quanto abbiamo visto, l'esperienza è poco permissiva e sembra studiata per non lasciare molto margine all'errore.

    L'avventura in compagnia di Red Solstice 2 viene scandita in diverse fasi. Prima di mettere piede sulla terra marziana si deve passare, ad esempio, attraverso un'attenta sequenza preliminare, dedicata alla pianificazione della squadra. Un iter da non sottovalutare, in quanto ogni scelta operata, dalle abilità del party all'arsenale, può fare la differenza tra la sopravvivenza e una morte atroce in mezzo alle spire dell'orda mutante.

    Inoltre, l'ampio ventaglio di classi a disposizione amplia in maniera decisiva le possibilità tattiche e strategiche su cui incardinare la fase successiva. Le classi sono ben sei: Assalto (il classico marine, esperto nel combattimento da prima linea), il Medico, l'Heavy Support (in pratica un compagno specializzato nel fuoco di soppressione e nel crowd control), il Cecchino, il Demolitore (esperto di esplosivi e di qualsiasi cosa possa esser fatta saltare in aria) e il Ricognitore (dedicato alle manovre stealth).

    Ogni soldato, ovviamente, possiede punti di forza e debolezza che possono essere esaltati solo attraverso una gestione certosina. All'interno della nave, quindi, una capiente armeria permette di personalizzare ogni aspetto dell'alter ego del giocatore e del team di sodali che lo seguono fedelmente in battaglia, dalle abilità attive e passive fino all'armamento e così via. Nella modalità single player è possibile assumere il controllo solo di un personaggio e impartire ordini al resto della squadra con la consueta ghiera tattica, la quale racchiude l'intero ventaglio di azioni che i compagni gestiti dall'IA possono eseguire.

    Una volta scesi sul campo, fa il suo trionfale ingresso l'anima action della produzione. La visuale isometrica e la mappatura dei comandi, egregiamente adagiata sull'accoppiata mouse (movimento e mira, in stile RTS) e tastiera (utilizzo abilità, in maniera molto simile ai MOBA), ci consentono di esplorare in tempo reale l'ambiente di gioco e adattare rapidamente la tattica al mutare delle condizioni.

    Queste, infatti, ci mettono davanti a imprevisti di tipo meteorologico e di orde di aberrazioni in costante agguato. Serve dunque procedere con cautela, studiare le possibilità offerte dal peculiare design di ogni location e comprendere in che modo sfruttarlo a proprio vantaggio.

    Nonostante gli obiettivi delle missioni possano cambiare, il leitmotiv rimane sostanzialmente il medesimo: orde di mutanti si lanceranno contro la squadra con cieca furia e aumenteranno con il passare del tempo lasciandoci sempre meno respiro. Tutto è studiato in modo da impegnare sin da subito il giocatore e la formula funziona, in grado com'è di donare un buon grado di soddisfazione, anche se al momento abbiamo qualche riserva.

    Soddisfacente ma...?

    I nostri dubbi potranno unicamente essere fugati una volta che metteremo le mani sulla versione completa di Red Solstice 2: Survivors, questo è chiaro.

    Attualmente, però, ci troviamo davanti a una marcata contrapposizione tra un gameplay solido, impegnativo e soddisfacente (anche se la fase gestionale è comunque tutta da verificare) e il concreto rischio che il titolo possa diventare rapidamente noioso e monotono, se fruito in single player. Per questo, a nostro avviso, sarà fondamentale il supporto della community: Red Solstice 2 non fa alcun mistero di trarre la propria forza dalla cooperazione e siamo sicuri che, sotto questo profilo, riuscirà a dare il meglio di sé e a ricompensare i giocatori con lunghe sessioni in compagnia. Non dobbiamo far altro che attendere il 17 giugno per capire se Red Solstice 2 avrà la forza di uscire dalla nicchia che ha già deciso di occupare e conquistare il grande pubblico.

    Red Solstice 2 Survivors Red Solstice 2: Survivors possiede indubbiamente del potenziale. Sotto il profilo del mero gameplay, il titolo appare già solido e in grado di offrire una sfida più che soddisfacente agli amanti del genere. Il team di sviluppo sembra aver puntato tutto sulla co-op tra i giocatori e saranno dunque proprio gli utenti a decretarne l’effettivo successo. La creatura dei ragazzi di Ironward, infatti, non sembra in grado di catturare per lungo tempo i lupi solitari. Su quest'ultimo punto, tuttavia, speriamo di essere smentiti in sede di recensione.

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