RIVE - Abbiamo provato una nuova demo

Abbiamo messo le mani su una breve demo di RIVE, nuovo, frenetico Twin Stick Shooter di Two Tribes, lo studio di sviluppo della serie Toki Tori.

RIVE - Abbiamo provato una nuova demo
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Disponibile per
  • Wii U
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Chi è solito sostenere che chi nasce tondo non possa morire quadrato, evidentemente, non ha mai sentito parlare né di RIVE né dei suoi sviluppatori. Alla mancata conoscenza di questi ultimi, i Two Tribes, non avrà peraltro molte occasioni di rimediare in futuro, in quanto è oramai ufficiale che, dopo ben sedici anni di onorato servizio, il prossimo settembre sancirà l'effettiva uscita della software house dalle scene videoludiche, per stanchezza e - verosimilmente - qualche problema economico di troppo. Fatto sta che questi ragazzi neerlandesi, nati tondi, ne hanno tutte le intenzioni, di morire quadrati. Perché è questo che vuol dire, di fatto, basare una carriere sulla creazione di puzzle game sbarazzini e decidere infine di salutare il pubblico con un vero e proprio coup de théâtre, dando alla luce uno sparatutto twin-stick testosteronico e fracassone com'è RIVE fin dalla prima cinematica introduttiva. Poi, sorpresa delle sorprese, impugni il controller, completi i primi tre stage di anteprima e ti rendi conto che l'operazione gli sta riuscendo pure piuttosto bene. E l'hype sale, sale tantissimo.

    Hello gravity, my old friend

    Dunque, scordatevi pulcini a caccia di uova - Toki Tori - o buffi vichinghi dal simpatico look cartoonesco - Swords and Soldiers - a fare da protagonisti di questo viaggio che tutto ha meno che il piglio disteso dei prodotti che l'hanno preceduto. RIVE è infatti la scatenata, rumorosissima epopea intergalattica di un rude pilota dalla folta barba, chiamato a guidare una navicella aracnoide predisposta per l'offensiva più brutale, dotata com'è di mitragliatrice reclinabile in grado di sparare proiettili a raffiche continue. La prima delle pochissime missioni che i dev ci hanno sottoposto basta da sola a mettere in chiaro un po' tutti gli aspetti che caratterizzeranno quest'esperienza dai toni rocamboleschi. Buttato senza complimenti tra le stelle dello spazio profondo, il mezzo meccanico da noi manovrato si troverà subito a dover fronteggiare una pioggia d'asteroidi giganti e razzi a ricerca calorica, e lo farà nel miglior modo auspicabile da tutti i gamer dalla scorza dura, vale a dire distruggendo il più possibile per racimolare un high score da esibire con fierezza nelle leaderboard online. Niente di più diretto e spassoso, pad alla mano: come nel più tradizionale degli shooter 2D a sfondo siderale, l'astronave può spostarsi a piacimento in qualsivoglia direzione, laddove con lo stick analogico destro si deve crivellare di colpi qualsiasi cosa tenti di frenare il nostro incedere indiavolato. Il tutto si traduce in un'esplosione di colori e detriti virtuali perennemente sospinta dalle considerazioni e battutacce del nostro alter ego, un "buddy" dalla voce sexy le cui frasi sembrano sempre perfettamente in linea con uno stile di gioco a dir poco esaltato - "mettiamo su un po' di musica da videogame classica", non tarderà ad affermare, ed eccoci subito proiettati tra le note di un tema alla Gradious e consimili. D'improvviso, poi, il veicolo raggiunge una roccaforte orbitale, vi s'introduce e il gioco, senza che l'utente se ne renda nemmeno conto, vira deciso verso i lidi del platformer a scorrimento orizzontale. A zampe robotiche finalmente poggiate sulla gelida superficie di metallo, il blindato, qui inibito al volo, può compiere adesso salti singoli o doppi alla pressione del trigger sinistro - scelta invero poco comoda, che speriamo di poter modificare nella versione finale del titolo. In queste sezioni bisogna fare soprattutto i conti con frotte di nemici sintetici che piombano minacciosi da ogni lato dello schermo, raccogliendo nel frattempo le viti e i bulloni che essi perderanno quando abbattuti, fondamentali in vista dello score di fine stage nonché per poter ambire ai progressivi upgrade della bizzarra macchina da guerra.

    Non è comunque tutto qui, dato che negli scenari successivi subentrano tante altre dinamiche quali la possibilità di acquisire armi secondarie - per ora abbiamo sperimentato solo i missili a grappolo -, una meccanica per l'hacking di certi terminali e scontri con avversari più resistenti che altro non sembrano se non mid-boss in piena regola. La costante, tanto nei momenti a mezz'aria quanto in quelli dove prevale il platforming, è un mix di ritmo forsennato e di chiasso audiovisivo capace di rendere la sfida di RIVE particolarmente impegnativa, e tuttavia mai demoralizzante perché sostenuta da un sistema di controllo di tutto rispetto. Precisi e responsivi, i comandi dello strano tank multiuso non sembrano provare alcuna pietà per le performance approssimative, col risultato che chi gioca, se minimamente autocritico, non faticherà ad identificare e accettare i propri errori, sempre genuinamente spronato a ritentare per dimostrare di che pasta sia fatto. Non sembra esserci frustrazione, dunque, ma soltanto sano e irrefrenabile divertimento in un prodotto dal retrogusto arcade il cui piccolissimo assaggio ci ha preparato alla portata principale con un languore che, in tutta sincerità, non ci saremmo mai aspettati di avvertire.

    RIVE Chi alle parole preferisce i fatti farebbe bene a prendere una matita e marcare il 13 settembre sul calendario fino a squarciarne la carta. RIVE potrebbe seriamente essere tutto ciò di cui questa tipologia di videogiocatori abbia bisogno, cortesia di una miscela twin stick shooter funzionalissima, furiosa e galvanizzante, che prende un gunplay tutto sommato canonico e lo incastra a dovere su una serie di altre meccaniche - prevalentemente platform - e situazioni sceniche il cui flusso pare impossibile da rallentare. Utenti PC o console che siate, le scuse stanno a zero: l’imperativo è di drizzare le antenne in direzione delle nostre pagine, e prepararsi a far scintille nel giro di qualche settimana.

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