Ronin Two Souls: si torna nel Giappone feudale, in stile Ghost of Tsushima

Abbiamo provato per voi Ronin Two Souls, un titolo ancora acerbo che potrebbe riservarci delle gradite sorprese. A patto che si evolva.

Ronin Two Souls
Anteprima: PC
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  • Pc
  • I lavori su Ronin: Two Souls sono cominciati circa un paio d'anni fa da parte di un team turco, M11 Studio, composto da due persone e da alcuni collaboratori. "Non abbiamo né abbastanza denaro né un ambiente dove lavorare" si legge sulla pagina del negozio di Steam, "ma vogliamo provare che anche in queste condizioni, un piccolo gruppo è capace di produrre un gioco conforme agli standard." Ronin: Two Souls è un GDR ambientato nel Giappone del periodo Muromachi: le coordinate spaziotemporali servono però come semplice linea guida, poiché l'ambientazione ha un gusto quasi fantasy e l'isola dove si svolge il primo capitolo - per ora l'unico disponibile nella versione Early Access (in totale saranno cinque) - è un lembo di terra isolato dal mondo che non corrisponde ad alcun luogo reale. Kenji, il protagonista, è un giovane allievo che ha perso il suo maestro, ma non demorde dall'intento di diventare un abile samurai.

    Genuino ma poco ispirato

    La fonte d'ispirazione primaria per l'aspetto estetico di Ronin: Two Souls è evidente da subito: Ghost of Tsushima (qui la recensione di Ghost of Tsushima).

    Dal gioco di Sucker Punch vengono ereditati un utilizzo vivido dei colori (c'è anche il bianco e nero), l'alternanza repentina di biomi differenti e il vento, che sembra pennellato sullo schermo. Lo stile sfruttato da Ronin: Two Souls è meno fotorealistico e più tendente al cartoon, ma comunque sempre gradevole. La grossa varietà di ambienti, tuttavia, non si sposa perfettamente con una mappa di dimensioni ridotte come quella disponibile nel primo capitolo del gioco. Il passaggio tra un ambiente e l'altro è troppo repentino: in pochi metri quadri si trovano una foresta di bambù e una di aceri, e l'unico villaggio del gioco è a pochi secondi di marcia dall'accampamento di alcuni pirati.

    Le distanze sono insomma troppo ristrette e danno l'impressione che l'isola sia in realtà un grosso parco divertimenti suddiviso in zone tematiche quasi slegate fra loro (ci ha ricordato The Witness, tuttavia lì l'effetto era più coerente con l'ambientazione). Qui, invece, per chi se la fosse persa ecco la nostra recensione di The Witness.L'esplorazione, comunque, è solo una delle attività possibili, peraltro piuttosto gradevole grazie a una mappa relativamente ripulita da indicatori superflui (ci sono i classici punti interrogativi, ma non sono così tanti) e che nasconde qualche segreto non marcato da obiettivi di missione.

    Per il resto, Kenji deve appoggiarsi sulle sue doti sociali e sulle sue capacità di combattimento: i dialoghi sono ancora piuttosto abbozzati e includono sia un sistema di relazioni, anche se non è ben chiaro né quale sia la sua efficacia né il funzionamento che lo regola, sia varie opzioni di diversa tipologia.

    Ci sono poi delle scelte votate all'approfondimento, connotate da un punto interrogativo, altre utili per progredire in una missione e altre ancora che paiono suggerire la presenza di un sistema morale: le opzioni con un tono più benevolo sono caratterizzate da un kanji blu, mentre quelle più aggressive o egoistiche da uno rosso.

    Non si tratta davvero di nulla di nuovo, e anzi parliamo di un sistema da anni superato anche nei giochi che si fondavano sulla netta suddivisione tra "buono e cattivo", un po' come avviene nella saga di Mass Effect. In ogni caso questo approccio suggerisce che, nelle intenzioni degli autori, i dialoghi dovrebbero rivestire un ruolo più importante del previsto. In Ronin: Two Souls le conversazioni si svolgono in prima persona, mentre nel resto del gioco la telecamera è posizionata alle spalle del protagonista. Avremo comunque la possibilità di esplorare il mondo di gioco in soggettiva, il che rende l'avanzamento persino più piacevole, e cela intelligentemente allo sguardo dell'utente animazioni non molto rifinite.

    Il Combat System

    Passando al sistema di combattimento, ogni scontro prende la forma di un duello uno contro uno: in queste fasi l'obiettivo è colpire l'avversario con dei fendenti mentre si parano colpi potenzialmente letali (ne bastano uno o due per morire, se non si ha una buona armatura). Inoltre, va tenuta d'occhio la stamina, che si consuma con azioni sia offensive che difensive. Il sistema è più complesso da spiegare che da giocare: attualmente, infatti, il combat system è un abbozzo senza alcuna vera profondità.

    Per vincere basta avere buon tempismo con i quick time event e poi colpire il nemico ripetutamente, magari ruotando fra tre diverse stance. Queste ultime sono ancora provvisorie: non esiste alcun sistema di combo, promesso con il capitolo 2 insieme allo stealth, e l'intelligenza artificiale non è ancora in grado di vibrare fendenti che non siano dall'alto verso il basso. Probabilmente con qualche mese di sviluppo sulle spalle tale sistema diverrà più simile a quello di For Honor (qui la recensione di For Honor) e richiederà di posizionare la spada in accordo con i movimenti dello sfidante.

    Allo stato attuale Ronin: Two Souls è insomma un gioco ancora molto abbozzato ed essenziale. E ciò non è necessariamente un male: trovare un RPG che elargisce poche informazioni e che promuove un'esplorazione non affidata completamente a indicatori fa sempre piacere.

    Tuttavia al progetto di M11 Studios mancano ancora troppi elementi e rifiniture. Difficile pronunciarsi anche sulla scrittura, perché nonostante i dialoghi siano elementari, pieni di errori grammaticali e di battitura, abbiamo pur sempre giocato in inglese, che non è la lingua nativa del team di sviluppo. La raffazzonata traduzione disponibile attualmente potrebbe in futuro essere rimpiazzata da un lavoro svolto da esperti: tra gli obiettivi del capitolo 2 figura proprio la voce "nuovi sottotitoli", oltre all'aggiunta del doppiaggio in inglese in sostituzione di quello turco.

    Ronin Two Souls Ronin: Two Souls è un progetto realizzato per pura passione che, come tante opere di questo tipo, manca di una visione ben definita. È un gioco ancora molto grezzo e approssimativo, con moltissimi margini di miglioramento: eppure, non riusciamo, in ogni caso, a intravederci il giusto potenziale. Per quanto l'esplorazione risulti piacevole, il colpo d'occhio abbastanza discreto e il sistema di combattimento sufficientemente interessante (anche se ora è solo abbozzato), Ronin: Two Souls sembra un gioco di ruolo privo di caratteristiche distintive. Ovviamente, se escludiamo la somiglianza artistica con Ghost of Tsushima...

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