Scorn: ci abbiamo giocato, è inquietante e malato!

L'avventura horror in prima persona di Ebb Software ci ha rapito per la sua estetica inquietante e le atmosfere cupe, ma sarà per tutti?

Scorn
Anteprima: PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS5
  • Xbox Series X
  • In una landa desolata, putrefatta e marcescente, un'imponente fortezza si erge su masse di sangue, viscere e cadaveri. Un non-luogo, fuori dal tempo e dallo spazio, di cui non ci è dato sapere nulla, se non che ci troviamo in un posto in cui la vita si è liquefatta tra tubi, cavi, macchinari e ingranaggi biomeccanici, asservita soltanto ad alimentare il pulsante cuore robotico di questo immenso castello-prigione. Eppure, tra gli ammassi di carcasse rinchiuse e confezionate per essere offerte al macello di chissà quale oscuro sistema produttivo, un corpo si erge dalle fosse comuni, devia dal percorso prestabilito da questa perversa e purulenta catena di montaggio e inizia a incamminarsi verso una possibile e paventata libertà.

    Questo è Scorn, la nuova avventura horror in prima persona sviluppata da Ebb Software e in arrivo su Xbox Series X|S e su Game Pass. Un'opera enigmatica, misteriosa e inquietante, intrisa di un fascino macabro e malato, di cui abbiamo potuto saggiare una prima versione prova che siamo finalmente pronti a raccontarvi. Dai padiglioni della Gamescom 2022, in occasione del nostro incontro con gli sviluppatori per giocarne una build, alle nostre pagine virtuali: preparatevi a scoprire un orrore marcio e viscerale diverso dal solito.

    Inquietudine biomeccanica

    L'orrore, in Scorn, è metafisico, intangibile. Non è una minaccia concreta, non una presenza reale che opprime il viaggio contorto del protagonista. Non lo è almeno durante i primi 50 minuti di gioco: tanto è durata la nostra prova, un tempo sufficiente a capire che cosa aspettarci da una produzione che potrebbe rivelarsi diversa da come ve l'aspettate.

    Quella dell'imminente esclusiva Microsoft è una cornice orrorifica costruita tutta sull'atmosfera, sul silenzio di una fortezza fatta di corridoi e macchine a incastro, che sembrano spaventosi strumenti di tortura, sul perdersi tra cunicoli oscuri con nient'altro che il rimbombare dei nostri passi, con l'eco che i nostri piedi ossuti e scarnificati producono all'ombra di vasche putride, ganci ambigui, protuberanze affilate e anfratti senza fine.

    Su questo piano, Scorn sembra un'opera che imbratta la sua cornice vagamente fantascientifica con un body horror spinto ed estremo, in simbiosi con un impasto ludico che prevede il sacrificio della carne - la propria o quella altrui - per innescarne le meccaniche. Non c'è una narrazione esplicita in Scorn, se non un racconto emergente, come il sangue violaceo che sgorga dalle vene pulsanti e squarciate di un corpo come il nostro, che anela evidentemente la vita. La "storia" ci ha insomma detto tutto e niente, e la nostra impressione è che la sceneggiatura rimanga enigmatica e indecifrabile fino ai titoli di coda.

    Farsi strada tra corpi e macchine

    Il gioco di Ebb Software ci catapulta nel suo mondo senza fornirci spiegazioni o tutorial su come muoverci in questo tetro dedalo biomeccanico, con il solo scopo di esplorare l'enorme struttura da cui dobbiamo fuggire. E sta a noi scoprire come sfruttare l'ambiente a nostro vantaggio, aprendo portali o attivando ingranaggi che a poco a poco segnano un piccolo passo in avanti verso l'agognata libertà, o magari verso la scoperta di una terribile e perversa verità.

    Ci si sentirà spaesati, smarriti in un labirinto tentacolare, senza nient'altro che le mani scheletriche e consumate del nostro avatar, necessarie ad attivare i vari strumenti posti di fronte al nostro passaggio. Scorn è, sostanzialmente, un'avventura fatta di puzzle ed enigmi da superare con ingegno e arguzia, facendo uso dei propri arti e collegando il proprio organismo a quello delle macchine. Ma non tutto è alla nostra portata sin da subito. La sensazione di perdersi e di non sapere cosa fare, almeno all'inizio, ha pervaso gran parte del nostro animo, mentre percorrevamo corridoi e salette, incappando in porte bloccate o vie inaccessibili. Fino ad arrivare a un'immensa sala circolare, composta da altri marchingegni, percorsa da binari e carrelli, con al centro un imponente altare dalla cui sommità era possibile modificare la composizione dello spazio sottostante. Abbiamo continuato a esplorare, offrendo invano la nostra carne cosparsa di piaghe alle fessure puntute dei macchinari più bizzarri, fino a giungere in un'area in cui abbiamo scoperto di non essere le sole forme di vita senzienti, realizzando con più consapevolezza l'intero disegno del nostro girovagare.

    Una volta ottenuti elementi ed oggetti necessari, è stato poi sufficiente tornare sui passi precedenti, imboccare vecchi corridoi, visitare zone già esplorate, e man mano assumere cognizione su cosa fare, quali passaggi sbloccare o quali strumenti utilizzare.

    Scorn sembra essere essenzialmente questo: un'esperienza adventure ai limiti del walking simulator incentrata sul superamento di enigmi, con un pool di comandi ridotto all'osso. Al giocatore viene richiesto perlopiù di premere un tasto e azionare macchinari, per poi utilizzare le levette analogiche per muovere svariati elementi dello schermo in una serie di sfide a incastro, in cui servirsi di carcasse e mostruosi ammassi di viscere come fonte per alimentare i vari ingranaggi.

    Parliamo dunque di un gameplay che riflette la cornice inquietante di un horror corporale e biomeccanico ispirato alle correnti artistiche di Giger e Beksinski - due celebri surrealisti del Novecento. Ne consegue un prodotto che, almeno a un primo sguardo, sembra lento e claudicante nel ritmo, perlopiù incentrato sulla sua cupa e vibrante atmosfera distopica. In questa prima parte del gioco non pare esserci spazio per l'azione, se non per qualche raro frangente: in un punto più avanzato della demo, ad esempio, siamo entrati in possesso di uno strumento a metà tra una chiave e un fucile, che oltre ad attivare particolari marchingegni si è rivelato utile persino per attaccare a medio raggio.

    Ci siamo infatti ritrovati, una volta raggiunta una specifica area in cui era necessario aggirare dei misteriosi bozzoli, a dover respingere delle curiose creature dalla forma ovoidale, distruggendone il guscio per evitare che le loro spore si disperdessero nell'aria avvelenandoci.

    Per adesso non ci è permesso sapere se, proseguendo nel nostro viaggio, sarà necessario combattere nel vero senso della parola; tuttavia, essendo il nostro avatar munito di una salute, è possibile che i meandri della struttura celino qualche tentacolare mostruosità pronta a darci del filo da torcere. La nostra ora in compagnia di Scorn ci ha lasciato, insomma, sensazioni contrastanti, ma ha saputo incuriosirci. Perché se è vero che l'opera di Ebb Software sembra sacrificare ritmo e azione in nome di un gameplay incentrato principalmente sull'atmosfera, d'altro canto la proposta ludica della nuova esclusiva Microsoft ci sembra coraggiosa e affascinante. Gran parte del merito va sicuramente alla suggestiva direzione artistica, ben supportata dai toni inquietanti e malati di un immaginario tetro e marcescente. La sensazione, comunque, è che Scorn possa rivelarsi ben più intenso e contorto di quanto mostrato in questo lungo prologo: non resta che aspettare il 21 ottobre quando Scorn uscirà su PC e Xbox per scoprire i segreti della produzione di Ebb Software.

    Scorn Contorto, malato e viscerale, Scorn sembra un’opera coraggiosa e coinvolgente, soprattutto sul versante artistico. Il gioco di Ebb Software punta tutto sull’atmosfere di un horror metafisico e marcescente, calandoci in un’avventura che pare caratterizzata da un ritmo compassato e da un gameplay incentrato quasi del tutto su esplorazione e risoluzione di enigmi ambientali. Certo, è ancora presto per tirare le somme, ma la sensazione è che l’orrore corporale e purulento al centro dell'esperienza possa rivelarsi una piacevole e inquietante sorpresa.

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