Sea of Thieves: rotta verso la Recensione

Dopo un processo di sviluppo durato oltre quattro anni, Sea of Thieves di Rare approda su Xbox One e PC. Siete pronti per partire all'arrembaggio?

Sea of Thieves: rotta verso la Recensione
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Disponibile per
  • Pc
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS5
  • Un incantesimo o qualche dannata maledizione vodoo, lerciume caraibico e ptuah, tutto il tabacco che ho sputato nelle ultime dodici ore... cosa pensa di essere questo Sea of Thieves? Non c'è niente che non vada, e non c'è niente che sia nascosto alla vista: gioca pulito, l'infido squalo, fin troppo pulito. Si mostra fin da subito per quel che è, senza trattenersi. Come grog scende e brucia. Scende e brucia e non ti lascia andare, sia mai che sbrattiamo un'altra volta in mare.
    Ma non sai bene se ti stai annoiando o se ti stai divertendo: che sia proprio il mare, subdolo e bellissimo, che ti sta mentendo?
    Senza dubbio ciò che a volte s'ingolla insieme alla limetta, di rutto in rutto, son risate vere, gonfie e belle fiere. Anche solo a vedere certi ceffi fuori dalla locanda: sembrano balene spiaggiate con un arpione su per la sentina, pronti a festeggiare, stanne certo, fino a mattina. Fino all'alba brumosa che s'impiastra su scogli e legni fino a farli gonfiare, scricchiolare, dando così voce alla nave, oh moglie mia!, che l'acqua ti sia soave.
    Manca del tutto l'appartenenza, o meglio la proprietà. Scegliere tra diversi velieri è come selezionare una modalità di gioco, e una volta salpati non c'è mio e non c'è tuo. Quanto durerà l'entusiasmo che anima la ciurma, però, non possiamo ancora saperlo, perché questo viaggio sembra non avere scopo.
    La scelta, questa come altre, è pericolosa come una falla nello scafo: che, giurano i gran signori inglesi, si premureranno di rattoppare entro i primi due mesi. Di dubbio in dubbio quello più pressante si nasconde però nella mappa, che è piccola e grande, e grande e piccola: sarà abbastanza per i sogni di gloria di questa nostra combriccola?

    Pellagra

    Va bene, basta con le rime. È che questo gioco ci sta facendo lentamente impazzire: in Sea of Thieves c'è un mare straordinario, ma è un mare pieno zeppo di dubbi!
    Si fatica a capire qual è stata la bussola a cui la Rare si è affidata durante tutti questi anni di sviluppo: puntava davvero al nord o a un certo punto è impazzita come per un bizzarro maleficio? Il dubbio è lecito, del resto Sea of Thieves sembra sia stato sviluppato sotto gli effetti di una lucida follia che lo ha portato ad essere lo strano gioco che è adesso. Il difficile è trovare la giusta chiave di lettura, capire ciò che Rare non vuole spiegare: che gioco vuole essere Sea of Thieves da grande?

    Non c'è l'esplorazione, non c'è loot, non c'è un equipaggiamento migliore del precedente. All'interno di questo gioco tutti gli strumenti a disposizione dei giocatori, nella loro spiazzante semplicità, convergono però su un punto: il PvP. E così, anche andare a caccia di tesori sembra solo un pretesto per rischiare di incontrare una ciurma avversaria e ingaggiare un emozionante combattimento navale, del resto il denaro stesso non ha un vero utilizzo. Un gioco egualitario, dove ogni personaggio e imbarcazione è statisticamente uguale alle altre, e proprio per garantire una sfida costantemente bilanciata, senza soprusi matematici che i giocatori non potrebbero né vedere e né capire. A contare quindi è soltanto la ciurma, che deve essere al servizio del proprio capitano che tutto vede e tutto coordina, proprio come farebbe un direttore di orchestra (non è così diverso da Star Trek Bridge Crew, a pensarci bene). Sea of Thieves non è un Elite Dangerous con una mappa sterminata in cui la solitudine è parte integrante di un'esperienza senza fine, e non ha nulla del gioco di ruolo o dell'avventura grafica che possa in qualche modo indicare la giusta via. Rare ha sviluppato un gioco che nella forma attuale funziona soprattutto quando si esce in mare con gli amici andando alla ricerca di guai. Non ci sono luoghi o isole protette in cui rilassarsi, ma non ci sono nemmeno motivi per farlo, come non ce ne sono per avvicinarsi in modo pacifico ad altri giocatori. A due giorni dal lancio, tutti sembrano aver paura di tutti. Sea of Thieves è chiaramente un mondo popolato da grandissimi "figli di", e non per caso, ma per una lucida scelta dei suoi creatori.

    Cartapecora

    È come se Rare avesse giocato a tutti gli ultimi "MMO Light" alla Destiny e alla The Division e abbia infine deciso di creare un gioco utilizzandone gli aspetti più controversi, come la mancanza di profondità, di obiettivi, senza dimenticare l'insita ripetitività del gameplay. Quello che cercheremo di capire nelle prossime ore insieme al gioco è se questo folle piano ha un senso, o se dovremo per forza di cose aspettare che questo titolo cresca, ma soprattutto si trasformi, nel tempo.

    C'è comunque da considerare che il rischio per entrare a far parte dell'universo di Sea of Thieves è estremamente ridotto: grazie al Game Pass di Microsoft con poco più di dieci Euro è possibile avere a disposizione per settimane non solo il gioco Rare, ma anche tanti altri titoli di qualità, e questo non è certo un caso. Sea of Thieves e il Game Pass sono chiaramente due colonne pensate per sorreggersi a vicenda, praticamente una strategia unica: il primo, forse proprio per la sua rudimentale forma attuale, porterà la gente a provare il secondo, e viceversa.
    E poi Sea of Thieves è splendido da vivere, e probabilmente lo sarà presto o tardi anche da giocare. In qualche modo sembra funzionare come un gioco per la realtà virtuale: premi un bottone e sei in un altro mondo, per un'esperienza mordi e fuggi che non richiede particolare dedizione. Ad avvalorare la tesi è la stessa struttura orizzontale che non prevede punti abilità e altri bonus, permettendo a chi ha poco tempo di giocarsela sempre alla pari con gli altri. L'incastro insomma è difficile, simile in certi aspetti a quello vissuto con No Man's Sky. Chissà come finirà questa volta...

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