Secret of Mana: provato il remake del classico JRPG Square-Enix

Invitati negli uffici milanesi di Koch Media abbiamo potuto provare con mano il remake dell'immortale Secret of Mana.

Secret of Mana: provato il remake del classico JRPG Square-Enix
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Il ritorno di un classico del passato, magari accompagnato dalla parolina magica ''remake'', riesce sempre a far rabbrividire i videogiocatori più attempati. Inevitabile per chi mastica questa passione da più di 20 anni, destinato a proiettare sul trentenne del 2017 - che ha visto e provato sulla sua pelle gran parte del gaming moderno - il bambino di poco più di 6 anni che strappava con l'entusiasmo della gioventù la carta regalo nella quale si nascondeva un fiammante Super Nintendo. Un bambino che, anche oggi, riesce a dimenticare le poche brutture dei titoli del passato, deformando difetti e sbavature in sfide che, ora, suonerebbero quasi ridicole. La nostalgia ha d'altronde l'inestimabile potere di costruire un resistente scudo di amore e affezione attorno a quei giochi che ancora portiamo nel cuore.
    In realtà, non tutto ciò che brillava allora è in grado di farlo anche a distanza di un ventennio. Consapevoli di questo, ci siamo quindi avvicinati al remake di Secret of Mana con sentimenti contrastanti. Negli studi milanesi di Koch Media abbiamo potuto ammirare il rifacimento dell'immortale jRPG di casa Square Enix apparso per la prima volta su SNES nel preistorico 1993 - e riproposto tra i 21 classici preinstallati con l'incarnazione mini della console giapponese-, pronto a tornare a nuova vita su PlayStation 4, PlayStation Vita e PC il prossimo febbraio. Ne abbiamo osservato da vicino lo stile grafico, assimilato nuovamente le meccaniche e respirato quella che ricordavamo come un'atmosfera assolutamente immortale.
    Se da una parte abbiamo quindi scelto di sgombrare cuore e mente di ogni prevedibile aspettativa, dall'altra è stato estremamente difficile non fare i conti con un passato tanto ingombrante.

    Il peso dei ricordi

    Per quanto ci riguarda, quello che al tempo apprezzammo maggiormente nel vecchio Secret of Mana - conosciuto nella Terra del Sol Levate come Seiken Densetsu 2, secondo capitolo di una serie di spin off di Final Fantasy - era il suo comparto grafico. O meglio, la sua direzione artistica: sontuosa, di carattere e corposa in ogni suo goffo pixel. Ed è proprio quella a rappresentare il primo elemento che, giocoforza, salta all'occhio una volta impugnato il pad e ripreso il controllo del protagonista Randi, in un remake che sceglie di mantenere inalterate tutte le meccaniche di gameplay originali.

    Secret of Mana Remake propone allora eroi e NPC super deformed, colori pastello e texture basilari, a rivestire una modellazione poligonale volutamente semplicistica. Un nuovo abito che appare però anonimo e arrendevole, incapace di graffiare lo schermo come un tempo. Manca infatti il piacere della scoperta in un mondo ora oscuro, ora fatato, poi ancora minaccioso e ''nipponicamente'' gotico e crudele; viene meno la soddisfazione di vagare in foreste e paludi che più di 20 anni fa sapevano riempirci animo e polmoni con una particolare alchimia. Il restauro di Sqaure Enix pecca insomma dove non dovrebbe, proponendosi, più che come un omaggio ad un inarrivabile classico dei bei tempi che furono, come un contentino per una fascia di pubblico ristretta, che potrebbe essere disposta a digerire qualsiasi passo falso pur di partecipare ad una reunion con gli eroi di Secret of Mana.
    Un giudizio di stile, il nostro, che potrebbe non essere condiviso da tutti. O magari da nessuno, perché, in fin dei conti, a livello visivo l'ultima incarnazione di Secret of Mana compie comunque il suo dovere. La caratterizzazione grafica, per quanto piacevole, è tuttavia noiosa e annoiata, ed a tratti persino poco "coerente". Per essere più chiari, prendete ad esempio la minimappa a sinistra dello schermo, che sfrutta elegantemente quella degli anni '80, facendo sfigurare ogni aspetto della grafica 3D del remake.

    Non è un paese per vecchi... jRPG

    Se la compagnia di Yosuke Matsuda si è dimostrata svogliata nel conferire a Secret of Mana lo stesso fascino di un tempo sul fronte stilistico, lo stesso può dirsi sul piano del gameplay.
    Quelle che all'epoca apparivano - ed erano di fatto - soluzioni all'avanguardia e coraggiose, oggi non sono altro che vetuste e, forzatamente, ''non-morte''. Come nel titolo originale, anche nel remake viene proposto un combat system in tempo reale grossolano, in cui sfruttare le caratteristiche delle molteplici armi a disposizione - ognuna equipaggiabile velocemente e potenziabile con l'utilizzo prolungato. Il tutto intervallato da magie elementali e dall'intervento dei nostri compagni di party, con un sistema che premia più il tempismo nell'evitare i colpi nemici che la pressione ripetuta del tasto di attacco.

    Un mix che in passato risultava divertente, facilmente padroneggiabile e del tutto vincente, ma che ora fatica a trovare una sua identità nel panorama videoludico.
    Il sistema di combattimento di Secret of Mana Remake - ma anche l'esplorazione e la progressione - è insomma invecchiato malissimo, e farà quasi tenerezza a chiunque abbia di recente accompagnato il principe Noctis e i suoi compagni nella loro lunga e controversa quindicesima ''Fantasia Finale''. Aggiungeteci poi alcune incertezze nella risposta ai comandi, nelle collisioni e nei colpi con i nemici a terra e avrete più o meno completo un quadro francamente scoraggiante, a meno che non siate disposti a ''resettare'' i vostri parametri di gamer a più di due decadi fa. Un'impresa non facile per chi vorrebbe avvicinarsi ad una filosofia di un'epoca che non è la sua.

    Un'altra delle caratteristiche più esaltanti dell'originale Secret of Mana era la possibilità di lanciarsi nelle avventure di Randi accompagnati da altri due amici, per una co-op locale che offriva un taglio decisamente diverso nel marasma di produzioni simili. Anche in questo caso la feature tanto apprezzata è stata mantenuta del tutto immacolata. Risulta straniante, a questo proposito, l'assenza di una cooperativa online. Viene da chiedersi, legittimamente, il motivo per cui Square-Enix non ci permetta di reclutare nel nostro team i compagni conosciuti in rete. Non fraintendeteci: evocare uno o due eroi in locale funziona ancora a dovere, almeno per un quarto d'ora. Il rischio, però, è che a lungo andare la vostra pazienza venga meno, a causa di scelte produttive decisamente rivedibili.

    Secret of Mana Remake Quella di Secret of Mana Remake è allo stato attuale un'occasione sprecata, che di certo faticherà non solo a trovare una propria dimensione, ma anche a far conoscere la serie ad un pubblico più ampio. Non bastano una colonna sonora riarrangiata, personaggi finalmente doppiati e una gradevole veste grafica da indie smaliziato a fare del grande, grandissimo Secret of Mana anche un grande e grandissimo rifacimento. Rendere attuale un gioco simile non era impresa facile, lo ammettiamo, ma avrebbe comunque richiesto uno sforzo maggiore da parte del team di sviluppo, un lavoro di grazia ed eleganza che nella nostra prova su strada non siamo mai riusciti ad individuare, neppure per un momento. E che ci costringe quindi ad avviare il grazioso SNES Classic Mini che campeggia fiero sulla nostra mensola.

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