Con il fenomeno battle royale che si è oramai lasciato alle spalle il suo momento migliore, i nuovi giochi che tentano di sfruttare questa formula sembrano essere molti meno. Eppure Pearl Abyss, studio creatore dell'MMORPG Black Desert Online, ha pubblicato da una settimana la beta di Shadow Arena, un particolare battle royale che fonde il regolamento classico e una spruzzata di meccaniche da gioco di ruolo online. La trovata, che su due piedi potrebbe sembrare intrigante e innovativa, è nella pratica alquanto inconsistente, caratterizzata da un sistema di combattimento sì molto più tecnico della media, ma anche inutilmente complesso e, di primo impatto, piuttosto sbilanciato. In aggiunta a tutto questo, il gioco di Pearl Abyss non sembra neppure avere delle caratteristiche così distintive da farlo emergere nell'oramai innumerevole lista di congeneri.
Tra battle royale e MMORPG
Le premesse di Shadow Arena sono semplicissime: quaranta giocatori, sia singolarmente sia divisi in gruppo, devono affrontarsi in una lotta per la sopravvivenza per rimanere gli ultimi sopravvissuti.
Nel frattempo una nebbia oscura invade il campo di battaglia, restringendo progressivamente l'area in cui è possibile rimanere vivi senza subirne gli influssi nocivi. Questo è il regolamento di base condiviso dalla gran parte dei videogiochi battle royale in circolazione: Shadow Arena opera però delle modifiche alla formula per rendere l'esperienza di gioco più simile a quella di un MMORPG. Nella mappa, infatti, non saranno presenti solamente giocatori umani, ma anche una serie di mostri di varia potenza che è possibile uccidere per procurarsi dell'equipaggiamento. Le sessioni di ricerca all'interno di edifici abbandonati è stata insomma sostituita dal farming, utile non solo ad aumentare il grado di potenza derivante dalla rarità dei pezzi equipaggiati da un personaggio, ma anche a sbloccare (e migliorare) alcune importanti abilità attive durante i combattimenti.
Immaginate Shadow Arena come la modalità PvP di un gioco di ruolo online, in cui ogni personaggio ha uno specifico set di abilità, tra colpi ad area, a distanza, crowd control e buff. Nel gioco ce ne sono più di cinque diverse, che dipendono in primo luogo dall'archetipo che si è selezionato prima del match: Gerhard Shultz è un berserker con due asce che predilige abilità brutali e fisiche; Orwen è un'arciere che sfrutta la sua agilità e delle trappole; non mancano poi maghe, guerrieri con spada e scudo e combattenti con abilità ninja. In totale i personaggi sono nove.
Come in un MMORPG, è essenziale stabilire quale sia la catena di mosse ideale, in virtù anche di tempi di ricarica che possono rivelarsi invalidanti, se non gestiti nel migliore dei modi. Questo dettaglio rende Shadow Arena differente dagli altri battle royale, ma allo stesso trasforma i combattimenti in confronti molto tecnici e complessi, in cui può persino capitare di venir annientati da una perfetta esecuzione senza poter nemmeno muovere un dito per impedirlo.
Senza un minimo d'esperienza con i giochi di ruolo online, Shadow Arena può dunque rivelarsi un'esperienza ai limiti della frustrazione. I momenti in cui si affrontano gli altri avversari umani possono peraltro protendersi per diversi minuti, spesso intervallati da un inseguimento o qualche frangente di tregua per avere il tempo di recuperare la salute bevendo le pozioni curative.
Durante queste fasi può accadere che un terzo incomodo si avvantaggi della situazione, visto che il sistema di combattimento rende molto complesso occuparsi di più avversari allo stesso tempo: quando le battaglie si fanno affollate, il gioco di Pearl Abyss diventa caotico, di difficile lettura, soprattutto per chi non è avvezzo allo stile di gioco ereditato parzialmente da Black Desert. Quantomeno nella fase iniziale è presente un momento in cui è possibile ripartire dopo essere morti, un'idea che ci ha risparmiato svariate volte la punizione per una partenza sfortunata.
Evita la nebbia
La presenza di nemici dell'IA nel campo di battaglia è una caratteristica che intacca l'atmosfera da battle royale e rende il momento di ricerca e recupero molto più noioso e ripetitivo della media. I minion, per giunta, possono confondere i sensi e rendono meno d'impatto l'istante in cui ci si imbatte in un avversario umano.
La componente PvE è però un elemento molto importante, spesso più significativo del PvP. Eliminando particolari boss è infatti possibile attivare degli altari che garantiscono ricompense molto vantaggiose (come un potere che cura istantaneamente, un'abilità che mostra tutti i giocatori sulla mappa, e persino la possibilità di governare un possente golem).
Spesso conviene quindi dedicarsi a questo tipo di obiettivi invece che lanciare un attacco a qualsiasi giocatore in vista. Non sempre, tuttavia, è semplice appropriarsi di questi bonus, dato che bisogna correre il rischio di uscire dalla zona protetta, e la velocità con cui la nebbia oscura invade il campo di battaglia è molto alta. Alla fine della partita, inoltre, la zona franca inizia a spostarsi da un punto all'altro della mappa, trasformando il terreno di scontro in un'arena mobile in cui viene premiato il dinamismo. Una trovata tutto sommato piuttosto azzeccata.
Dal punto vista dello stile e della grafica, purtroppo, l'eccessiva presenza di effetti colorati ed esplosioni contribuisce in negativo alla leggibilità dell'azione e dipinge un quadro confuso e sporco. La soluzione migliore che abbiamo trovato è quella di impostare i settaggi al minimo possibile, per ridurre alcuni degli effetti più fastidiosi (e diminuire la densità dei fili d'erba, così da visualizzare più chiaramente i giocatori in arrivo). Ma anche con questa soluzione, Shadow Arena non è molto bello da vedere, in particolar modo per un'art style e un character design estremamente piatto. La beta ci ha insomma lasciato sensazioni piuttosto negative, per questo dubitiamo che, a meno di grosse revisioni fatte all'ultimo momento, Shadow Arena possa rivelarsi un battle royale interessante e riuscito.
Shadow Arena: lo spin-off di Black Desert Online tra Battle Royale e MMO
Nato da una costola di Black Desert Online, Shadow Arena è un Battle Royale con elementi MMORPG, idea interessante ma forse non del tutto riuscita.
Con il fenomeno battle royale che si è oramai lasciato alle spalle il suo momento migliore, i nuovi giochi che tentano di sfruttare questa formula sembrano essere molti meno. Eppure Pearl Abyss, studio creatore dell'MMORPG Black Desert Online, ha pubblicato da una settimana la beta di Shadow Arena, un particolare battle royale che fonde il regolamento classico e una spruzzata di meccaniche da gioco di ruolo online. La trovata, che su due piedi potrebbe sembrare intrigante e innovativa, è nella pratica alquanto inconsistente, caratterizzata da un sistema di combattimento sì molto più tecnico della media, ma anche inutilmente complesso e, di primo impatto, piuttosto sbilanciato. In aggiunta a tutto questo, il gioco di Pearl Abyss non sembra neppure avere delle caratteristiche così distintive da farlo emergere nell'oramai innumerevole lista di congeneri.
Tra battle royale e MMORPG
Le premesse di Shadow Arena sono semplicissime: quaranta giocatori, sia singolarmente sia divisi in gruppo, devono affrontarsi in una lotta per la sopravvivenza per rimanere gli ultimi sopravvissuti.
Nel frattempo una nebbia oscura invade il campo di battaglia, restringendo progressivamente l'area in cui è possibile rimanere vivi senza subirne gli influssi nocivi. Questo è il regolamento di base condiviso dalla gran parte dei videogiochi battle royale in circolazione: Shadow Arena opera però delle modifiche alla formula per rendere l'esperienza di gioco più simile a quella di un MMORPG. Nella mappa, infatti, non saranno presenti solamente giocatori umani, ma anche una serie di mostri di varia potenza che è possibile uccidere per procurarsi dell'equipaggiamento. Le sessioni di ricerca all'interno di edifici abbandonati è stata insomma sostituita dal farming, utile non solo ad aumentare il grado di potenza derivante dalla rarità dei pezzi equipaggiati da un personaggio, ma anche a sbloccare (e migliorare) alcune importanti abilità attive durante i combattimenti.
Immaginate Shadow Arena come la modalità PvP di un gioco di ruolo online, in cui ogni personaggio ha uno specifico set di abilità, tra colpi ad area, a distanza, crowd control e buff. Nel gioco ce ne sono più di cinque diverse, che dipendono in primo luogo dall'archetipo che si è selezionato prima del match: Gerhard Shultz è un berserker con due asce che predilige abilità brutali e fisiche; Orwen è un'arciere che sfrutta la sua agilità e delle trappole; non mancano poi maghe, guerrieri con spada e scudo e combattenti con abilità ninja. In totale i personaggi sono nove.
Come in un MMORPG, è essenziale stabilire quale sia la catena di mosse ideale, in virtù anche di tempi di ricarica che possono rivelarsi invalidanti, se non gestiti nel migliore dei modi. Questo dettaglio rende Shadow Arena differente dagli altri battle royale, ma allo stesso trasforma i combattimenti in confronti molto tecnici e complessi, in cui può persino capitare di venir annientati da una perfetta esecuzione senza poter nemmeno muovere un dito per impedirlo.
Senza un minimo d'esperienza con i giochi di ruolo online, Shadow Arena può dunque rivelarsi un'esperienza ai limiti della frustrazione. I momenti in cui si affrontano gli altri avversari umani possono peraltro protendersi per diversi minuti, spesso intervallati da un inseguimento o qualche frangente di tregua per avere il tempo di recuperare la salute bevendo le pozioni curative.
Durante queste fasi può accadere che un terzo incomodo si avvantaggi della situazione, visto che il sistema di combattimento rende molto complesso occuparsi di più avversari allo stesso tempo: quando le battaglie si fanno affollate, il gioco di Pearl Abyss diventa caotico, di difficile lettura, soprattutto per chi non è avvezzo allo stile di gioco ereditato parzialmente da Black Desert. Quantomeno nella fase iniziale è presente un momento in cui è possibile ripartire dopo essere morti, un'idea che ci ha risparmiato svariate volte la punizione per una partenza sfortunata.
Evita la nebbia
La presenza di nemici dell'IA nel campo di battaglia è una caratteristica che intacca l'atmosfera da battle royale e rende il momento di ricerca e recupero molto più noioso e ripetitivo della media. I minion, per giunta, possono confondere i sensi e rendono meno d'impatto l'istante in cui ci si imbatte in un avversario umano.
La componente PvE è però un elemento molto importante, spesso più significativo del PvP. Eliminando particolari boss è infatti possibile attivare degli altari che garantiscono ricompense molto vantaggiose (come un potere che cura istantaneamente, un'abilità che mostra tutti i giocatori sulla mappa, e persino la possibilità di governare un possente golem).
Spesso conviene quindi dedicarsi a questo tipo di obiettivi invece che lanciare un attacco a qualsiasi giocatore in vista. Non sempre, tuttavia, è semplice appropriarsi di questi bonus, dato che bisogna correre il rischio di uscire dalla zona protetta, e la velocità con cui la nebbia oscura invade il campo di battaglia è molto alta. Alla fine della partita, inoltre, la zona franca inizia a spostarsi da un punto all'altro della mappa, trasformando il terreno di scontro in un'arena mobile in cui viene premiato il dinamismo. Una trovata tutto sommato piuttosto azzeccata.
Dal punto vista dello stile e della grafica, purtroppo, l'eccessiva presenza di effetti colorati ed esplosioni contribuisce in negativo alla leggibilità dell'azione e dipinge un quadro confuso e sporco. La soluzione migliore che abbiamo trovato è quella di impostare i settaggi al minimo possibile, per ridurre alcuni degli effetti più fastidiosi (e diminuire la densità dei fili d'erba, così da visualizzare più chiaramente i giocatori in arrivo). Ma anche con questa soluzione, Shadow Arena non è molto bello da vedere, in particolar modo per un'art style e un character design estremamente piatto. La beta ci ha insomma lasciato sensazioni piuttosto negative, per questo dubitiamo che, a meno di grosse revisioni fatte all'ultimo momento, Shadow Arena possa rivelarsi un battle royale interessante e riuscito.
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