Sherlock Holmes Chapter One: un open world dove indagare e sparare

Abbiamo finalmente esplorato l'open world di Sherlock Holmes Chapter One e le sue fasi più action, tra combattimenti e sparatorie.

Sherlock Holmes Chapter 1
Anteprima: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Da qualche anno a questa parte, Frogwares fa ormai rima con Sherlock Holmes. È dal 2002 infatti che ci propone una versione videoludica dell'iconico detective partorito dalla mente di Arthur Conan Doyle. Una vera tradizione ormai, partita forse non proprio con il botto, ma che piano piano ha permesso allo studio di Kiev di ritagliarsi una fetta di utenti sempre maggiore, e di offrire produzioni via via più intriganti. Con Sherlock Holmes Chapter One, le ambizioni sono molteplici e sotto gli occhi di tutti: quello in arrivo il 16 novembre su PC, PS5 e Xbox One Series S|X (le versioni PS4 e Xbox One sono state rinviate di recente ) sarà infatti un open world che sì, proporrà la classica dose di storie, indagini e colpi di scena, ma in un contesto più ampio, più "libero" e dinamico. Una trovata in linea con il trend del momento, che porta però con sé più dubbi che certezze: vuoi per i rischi legati al ritmo e alla esagerata diluizione di una simile struttura ludica, vuoi per l'inevitabile investimento richiesto per sviluppare un'opera dal simile respiro.

    Quella scelta da Frogwares è insomma indubbiamente la strada più tortuosa, ma anche quella in grado di regalare le maggiori soddisfazioni. In attesa della recensione, abbiamo messo le mani su una nuova build rispetto a quella di giugno (potete leggere qui la nostra precedente prova di Sherlock Holmes Chapter One), che ci ha spalancato le porte di Cordona, dove viveva la madre del giovane Sherlock che ci troveremo a interpretare, la cui morte lo porta sulle coste di questa isola fittizia del Mediterraneo piena di ricordi e misteri.

    Crimini e casi morali...

    Un giovane Sherlock, sì, ma non per questo sprovveduto. L'inedita veste non ci mostra infatti l'esperto e brillante detective in là con gli anni che siamo abituati a vedere, bensì uno sbarbatello alle prime armi, desideroso di spaccare il mondo con le sue deduzioni, sempre pronto a sfide, cerebrali e - perché no? - anche fisiche, pur di dimostrare di essere il migliore di tutti.

    Superbia o forse semplici peccati di gioventù, che si tradurranno in appassionanti scambi e sfide con Jon, il fido compagno di avventure sempre pronto a supportarci, o a farci notare di aver impiegato qualche tentativo di troppo per raggiungere il giusto indizio. Questo temperamento si manifesta anche in una costante sete di sapere e di nuovi casi, che ben si presta all'altrettanto inedita struttura di gioco completamente aperta. La demo testata, ambientata nelle battute iniziali e, sostanzialmente, un lungo, articolato tutorial, riproponeva il medesimo caso dell'anteprima di cui vi abbiamo già parlato, utile a mostrare le meccaniche e gli strumenti a nostra disposizione in una fase più raccolta e classica di pura investigazione. Si interrogano gli NPC, si cercano indizi di ogni genere con gli occhi e con la Concentrazione, si analizzano i luoghi e gli oggetti del misfatto, e - dove possibile - si effettuano anche analisi chimiche, mescolando reagenti.

    Una volta ottenuti sufficienti elementi, si entra nel cosiddetto Palazzo Mentale: qui la mente del protagonista inizia a compiere le sue congetture, a unire letteralmente i puntini, collegando gli aspetti chiave estrapolati dall'indagine sul campo. Sherlock vola dunque con la mente in cerca di connessioni con cui far avanzare il caso e smascherare il colpevole. Già in fase di risoluzione del primo crimine, il titolo di Frogwares ci propone una scelta: consegnare l'omicida alla legge, o concedergli la redenzione, lasciandogli il tempo di fuggire?

    La curiosità di sapere che impatto avranno scelte del genere sull'economia generale e sullo sviluppo della storia è tanta. Non si tratta comunque dell'unico frangente in cui avremo margine di manovra "morale": un esempio concreto è nei combattimenti, una meccanica giustificata dal vigore dello giovane Sherlock e dallo stato di emergenza in cui riversa il corpo di Polizia locale, costretto ad appoggiarsi a consulenti esterni (come il nostro protagonista) per sbrigare casi minori.

    Cazzotti e proiettili

    La pistola in nostro possesso infatti non ci concederà automaticamente licenza di uccidere, e affrontando un fuggitivo o un criminale appena scoperto, l'omicidio sarà per forza di cose l'ultima possibilità, ma la decisione spetterà a noi. Il sistema di combattimento, a tal proposito, offre comunque molteplici soluzioni.

    Oltre a schivare i colpi con scatti e capriole, potremo riempire di proiettili i bersagli prendendo la mira, azione che rallenterà il tempo e metterà in risalto i punti deboli degli avversari (come pezzi di armatura, maschere, fialette infiammabili), o eventuali elementi ambientali da sfruttare a nostro vantaggio (come lampadari o sacchi di farina), che permetteranno di accecarli o distrarli temporaneamente. Starà poi a noi decidere se crivellarli del tutto, o di dare il via a uno scontro fisico sotto forma di quick time event che, una volta premuti i tasti su schermo, accopperà il malcapitato di turno e ci darà modo di arrestarlo e consegnarlo alla legge. Nella sua rigidità, questi scontri non ci sono dispiaciuti del tutto: non troppo entusiasmante il corpo a corpo, più convincente del previsto lo shooting. Tuttavia, la scelta, almeno per quanto visto finora, di rinchiuderli in apposite "arene" (ovvero dei Covi di Banditi sparsi per la città, dove le nostre performance si tradurranno in un voto finale e in premi sempre migliori), rischia di rendere il tutto poco coeso nell'economia generale. Avremo comunque modo di appurare il bilanciamento di pregi e difetti in sede di recensione. In ogni caso, è intrigante immaginare uno Sherlock più spietato e malvagio da plasmare un caso dopo l'altro.

    I dubbi però permangono, soprattutto alla luce dei pochi casi che abbiamo potuto svolgere in questa demo: tolte le note di Jon, che sottolineerà con commenti la nostra incapacità, non abbiamo notato un grosso impatto che una scelta sbagliata avrà all'interno del singolo caso, come se in realtà ci fosse un unico modo per concluderlo.

    Ci spieghiamo meglio: se in L.A. Noire (qui trovate la nostra recensione di L.A. Noire) la gestione erronea di un interrogatorio poteva precluderci strade e complicarci in generale la vita, in Sherlock Holmes Chapter One presentare una prova sbagliata non avrà invece, almeno all'apparenza, alcuna ripercussione davvero tangibile. Al massimo, infatti, innescheremo un'innocua frase di irritazione preconfezionata da parte del sospetto di turno.

    Mondo e casi aperti

    Il team si è sforzato di creare una città vasta (ma non troppo) e brulicante, in cui perdersi tra stradine secondarie, spiaggette e piazze, ma soprattutto in cui camminare perennemente con le orecchie e gli occhi ben aperti. Per quanto non mancheranno i casi principali, più guidati e diretti, che vi porteranno comunque in giro per l'isola, il vero piacere risiede nel vagare senza meta alla ricerca di conversazioni da origliare, spesso fonti di nuove indagini, di preziosi indizi o di intuizioni di Jon.

    Non mancano nemmeno reminiscenze del passato di Sherlock che daranno il via a nuove missioni secondarie, a volte più brevi e narrative, a volte più lunghe e non prive di enigmi o ragionamenti da compiere. Il risultato in alcune situazioni sarà solo una maggiore consapevolezza in più, mentre in altre otterremo una manciata di monete extra.

    Da quanto abbiamo potuto provare, nessuna di queste attività ci è parsa un semplice riempitivo e anzi, ognuna aveva il suo senso nell'economia generale: dal fugace ricordo di una marachella, che offre qualche elemento in più sulla personalità del protagonista o sui modi del fratello maggiore Mycroft, fino a casi di minor importanza ma comunque complessi e dall'appagante risoluzione, da cui ricavare qualche moneta o anche un nuovo abito.

    Racimolare denaro servirà per più aspetti, come ad esempio ridonare lustro alla villa della madre di Sherlock, vuota e impolverata, da riempire visitando i mercanti di mobili della città, ma soprattutto, rimpinguare il guardaroba di Sherlock. Il vestiario non va ampliato per meri fini estetici, anzi: può infatti aiutare e non poco nella risoluzione dei casi. I 5 distretti in cui è divisa Cordona (Miner's End, Silverton, Scaladio, Grand Saray e Old City), oltre a rappresentare la natura variegata dell'isola (un vero crocevia di culture, con accenti inglesi e mediorientali che si mescolano tra loro), offrono ognuno una tipologia di isolano che nutre simpatie e antipatie per le altre etnie presenti. Vestiti troppo eleganti o da poliziotto vi renderanno più difficile un caso tra le strade poverissime di Miner's End, dove una semplice richiesta di informazioni può tradursi in una minaccia; al contempo, vesti più umili vi faranno apparire meno simpatico e affidabile agli occhi delle forze dell'ordine, che saranno così meno inclini a supportarvi nelle indagini.

    A prescindere dagli abiti, potrete comunque affidarvi ai loro archivi per risolvere un caso, così come a quelli del municipio e del giornale locale, il Cordona Chronicle, filtrando e incrociando le poche informazioni che avrete, non senza un po' di trial & error a volte fastidioso. Una sensazione quest'ultima riscontrata anche in altre circostanze, come quando dovremo origliare e selezionare unicamente le parole chiave necessarie per l'indizio di cui abbiamo bisogno, spesso però senza sapere di cosa si tratti, e pertanto andando un po' alla cieca.

    Per ovviare il problema e rendere la ricerca più comoda e diretta, il team ha escogitato a una trovata oggettivamente un po' macchinosa, ma che permette di fare un po' di ordine nel mare di prove e casi appuntati sul taccuino: si può infatti selezionare un indizio specifico, e iniziare a far domande, o a scansionare l'ambientazione circostante, che daranno risultati circoscritti unicamente al caso a cui fanno riferimento. Azioni contestuali insomma, che si traducono in una certa macchinosità di fondo, dal momento che dovremo necessariamente sincerarci, prima di qualsiasi azione, di aver "equipaggiato" l'indizio giusto.

    Passando al comparto grafico, l'impatto generale non è affatto sgradevole, ma si nota a prima vista la minore entità del budget investito sul progetto, a partire dalle animazioni molto rigide, o dai modelli poligonali un po' grossolani. La ripetizione di asset e delle routine dell'IA, con NPC un po' tutti uguali tra loro (nell'aspetto e nel comportamento), smorza inoltre un po' l'entusiasmo nel camminare all'interno di una città piuttosto vivace.

    Si tratta comunque di una build PC ancora da ripulire, ma non aspettatevi, neppure nella versione finale, una gran meraviglia per gli occhi. La nostra speranza è che vengano sistemati quantomeno alcuni bruschi movimenti di telecamera: la regia di certe cinematiche e dei dialoghi sembra osare un po' troppo, e per qualche inquadratura ben riuscita, ne abbiamo notate molte altre davvero poco eleganti.

    Sherlock Holmes Chapter 1 Questo nuovo contatto con Sherlock Holmes Chapter One ci ha lasciato con ulteriori conferme, ma anche con nuovi dubbi circa la bontà della sua natura open world: se da un lato ci elettrizza l'idea di esplorare un'intera isola, e di dare il via a casi inaspettati grazie a una conversazione origliata di straforo o a un indizio trovato per pura coincidenza, dall’altro si nota tutta una serie di sacrifici che rischiano di compromettere l'esperienza generale. Al contempo però, il lavoro di scrittura pare donare già da ora dignità alle quest secondarie, mentre la natura aperta del gioco offre anche sbocchi interessanti e inattesi, come la possibilità di arredare la casa della madre di Sherlock, o le opzioni di approccio offerte dai travestimenti. La passione che il team prova per il personaggio di Conan Doyle è innegabile, ma sarà sufficiente per rendere questo Sherlock Holmes Chapter One il miglior gioco dedicato al detective più amato della storia?

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