Sludge Life 2: Devolver Digital tra graffiti, follia e irriverenza

Sludge Life 2 sembra essere un sequel all'altezza della follia del primo capitolo e ci ha ipnotizzato con le sue visioni strampalate e scorrette.

Sludge Life 2: Devolver Digital tra graffiti, follia e irriverenza
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  • Ci siamo persi nella versione dimostrativa di Sludge Life 2, annunciato in gran segreto da Devolver Digital. Nessuno aveva mai parlato di questo sequel, il cui predecessore nasce da un'idea del musicista Adam Drucker, rapper noto con lo pseudonimo di Doseone, e dell'artista Terri Vellmann. Raccontarvi quel che abbiamo visto, letto e sentito sarà davvero dura, perché sia Sludge Life che il suo successore destrutturano la realtà con grafiche coloratissime e distorte, esagerazione costante e una tagliente e scorretta satira sociale. Il nonsense è solo il primo strato e siamo ben consapevoli di non aver ancora visto il vero fondo.

    Confusione programmata

    La demo ha inizio sul Desktop di un computer in-game, che fa le veci del menù. Usandolo si modificano le opzioni grafiche e tecniche in generale, ed è possibile accedere alle informazioni sul personaggio e al suo "equipaggiamento". Non pensate ad armi o armature però: parliamo di vernice spray, macchine fotografiche, deltaplani e... un paio di occhi in un barattolo? Perché no.

    Il protagonista di Sludge 2 è Ghost, lo stesso del capostipite della serie. È un "tagger", che potremmo tradurre come "graffitaro" per non usare subito il termine "vandalo disinibito". L'epiteto resta però calzante, dato che è così che lo descrivono gli sviluppatori. Ad ogni modo, dopo una "notte da leoni" passata in compagnia di un noto rapper e della sua crew, le condizioni della camera d'albergo in cui Ghost si risveglia sono disastrose.

    Tuttavia, quella è solo la punta di un Iceberg immerso in profondità, nella melma nera di immondizia che avvolge il pianeta alieno dove si svolge il tutto. A questo punto abbiamo dovuto decidere se proseguire con la trama portante e ritrovare il rapper scomparso durante i bagordi notturni, oppure girovagare senza meta disseminando l'hotel e la città intera di murales con il nostro nome, per incrementare la nostra popolarità.

    Riportare il musicista in sala di registrazione è evidentemente solo un pretesto per farci esplorare la mappa open world, scoprendo una meta-narrazione satirica e irriverente, che caratterizza ogni inquadratura. Nonostante sia basato sul "nonsense", Sludge Life 2 rimane inaspettatamente coerente con le regole che si è autoimposto. Perciò, una volta compreso come gira il pianeta teatro del misfatto abbiamo cominciato a ragionare come i suoi abitanti.

    Una persona immersa nella sabbia fino al collo, potrebbe non essere un individuo intero, ma solo una testa appoggiata. Folle, no? Bisogna offrirgli una sigaretta, carpire il suo segreto, e fargli confessare di essere davvero solo un capo senza corpo intento a rilassarsi in spiaggia, dove "nessuno gli fa domande inopportune". Questa è la vera estensione dell'effetto sorpresa ricercato da Sludge Life 2: dietro ogni angolo c'è un'immagine indelebile pronta a colpirci inaspettatamente con situazioni oltre l'indescrivibile. Alle volte l'esperienza sarà esilarante, altre rivoltante, in alcune circostanze "creepy" o, per contrasto, capace di intenerire.

    Un mondo eccessivamente aperto?

    A seconda delle nostre azioni, di quali oggetti chiave scoviamo e di come li usiamo, i finali sono molteplici. Siamo riusciti a vederne solo un paio, uno dei quali sospettiamo essere il più semplice e diretto. Il livello di libertà che il mondo aperto di Sludge Life 2 offre di primo acchito è eccessivo, a tratti soverchiante. Eppure, a nostro modo di vedere, questa caratteristica non rientra nel novero delle criticità, a patto di non avvicinarsi al titolo con l'idea di confrontarsi con un comune esplorativo con degli obiettivi da spuntare.

    È come se il level design guidasse silenziosamente al conseguimento di questo o quel risultato, verso un oggetto prima che un altro. Una volta padroneggiati i controlli e memorizzate le location che celano gli strumenti interagibili che vogliamo, però, si può sovvertire questo ideale ordine di ottenimento. Per esempio, sfruttando delle piattaforme che non avevamo notato per raggiungere la finestra di un appartamento chiuso solo in apparenza troppo alta, senza bisogno di trovare la chiave o il codice di apertura per la porta principale. L'iniziale spaesamento dovuto all'assenza di indicazioni in un contesto sregolato, per alcuni lascerà gradualmente il passo alla curiosità. Questo perché Sludge Life 2, come il capostipite della serie, diventa più ricco e divertente man mano che ne impariamo i limiti e li superiamo. Potrebbe non andare così per tutti. L'interazione effettiva con gli elementi del mondo e con gli NPC che lo abitano, infatti, è rimasta minima per tutta la durata della demo. Senza oggetti in mano, possiamo solo parlare con la gente incontrata e ottenere indizi sulle direzioni da seguire, travolti da un mare di dialoghi folli.

    Anche una volta ricevuti i primi equipaggiamenti che impattano in modo decisivo sulla progressione, come le scarpe per il doppio salto e la corsa o il paraglider, la loro efficacia è affidata solo alla fantasia di chi li ottiene. Non sembrerebbero esserci, quindi, segreti celati dietro abilità particolari in stile metroidvania. Inoltre, per cambiare strumento ad oggi bisogna passare attraverso il menù: non il massimo della comodità. La mappa è abbastanza vasta, resa più percorribile solo da qualche checkpoint di teletrasporto (a volte ci è capitato di perderci, senza una cartina a disposizione).

    Non è da escludere che molti potrebbero fermarsi e chiudere il gioco prima del momento rivelatore, annoiati da un'esplorazione senza tradizionali meccanismi di sfida e ricompensa. Tuttavia la vera natura del titolo è a nostro avviso difficilmente equivocabile fin dall'inizio e prima ancora: dalla descrizione dei suoi stessi sviluppatori.

    La linea sottile...

    La forza di Sludge Life 2 risiede anche nella forte critica sociale che esprime. Non si tratta insomma di un gioco "insensato" fine a sé stesso. L'esagerazione "tanto per" magari non manca, però la satira intelligente è riconoscibile. Tra tutte, la critica più costante è quella rivolta alle multinazionali del tabacco, che sul pianeta di Ghost stanno inquinando aria e mare con macchinari folli e lanciando sul mercato sigarette per bambini.

    Continui i riferimenti allo strapotere delle forze dell'ordine, ironicamente rappresentate come miopi ciclopi e chiamate perciò "Clops" anziché "Cops". Trovano spazio le strizzate d'occhio all'indottrinamento delle masse tramite il junk food, gli alcolici e la sregolatezza. Azzeccato anche il fatto che noi stessi, i protagonisti, siamo sia vittime che carnefici in questo sistema malato: il rapper scomparso deve girare un video in cui promuove le succitate Cigs, realizzate apposta per infanti. Le tematiche in ballo, dunque, sono tante e quasi tutte pesanti.

    I veicoli scelti per semplificarle al massimo e introdurle nel contesto nonsense sono principalmente due: le immagini e i testi. Per prima colpisce la grafica iper saturata, in chiaro contrasto col grigiume del pianeta inquinato. Poi, iniziando a leggere una serie di dialoghi (solo in inglese) ci siamo accorti di quanto fossero freddi, lucidi, lapidari.

    I molti personaggi che incontreremo, umani o alieni che siano, sembrano tutti rassegnati al loro destino, mentre discorrono con noi doppiati da versi in stile "Animal Crossing". Storditi dalla loro stessa assurdità vivono con naturalezza ogni situazione, osservando placidamente il gatto appeso al ventilatore che gira e si lamenta, perché "se lo è meritato, gli avevo detto di non salirci sopra".

    Potremmo fare moltissimi altri esempi simili, ma non lo faremo per non rovinarvi le sorprese. A dire il vero, all'inizio abbiamo faticato un bel po', litigando con una resa tecnica volutamente sporcata da glitch grafici, rumori statici di sottofondo e una direzione artistica particolare. Per chi ha vissuto negli anni '90, sembra quasi di essere all'interno di una delle stroboscopiche pubblicità di MTV, proiettate dai luminosi tubi catodici delle tv di una volta.

    Sono presenti molte opzioni per limitare gli effetti di distorsione dell'immagine, senza i quali, però, si perde parte del fascino di Sludge Life 2. Buona la colonna sonora trap/rap, che al momento però ci è parsa un po' ripetitiva nei momenti di esplorazione.

    Sludge Life 2 Sludge Life 2 è un sequel che riprende esattamente da dove il primo episodio si era interrotto. Alla base del progetto c'è un evidente intento artistico e satirico, espressi entrambi con irriverenza, crudezza e in barba al cosiddetto "politicamente corretto". Per quanto il nonsense messo a servizio della ragione sia affascinante, però, a volte ci è parso che il gioco perdesse il controllo, sfociando in esagerazioni in cui il messaggio più profondo va un po' a perdersi. Coloro che volessero viverlo come un passatempo spensierato, potrebbero trovarsi di fronte a un’esperienza a tratti sorprendente e noiosa in altri frangenti, ma che sembra avere le carte in regola per accontentare i patiti di avventure genuinamente sopra le righe.

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