Star Ocean The Divine Force: la forza divina di Square Enix

The Divine Force è il nuovo gioco della serie Star Ocean: lo abbiamo provato, ecco le prime impressioni sulla demo.

Star Ocean The Divine Force: la forza divina di Square Enix
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Manca davvero poco al lancio in orbita di Star Ocean: The Divine Force, un JRPG fantascientifico sviluppato da tri-Ace che, dopo l'insuccesso del precedente episodio (per tutti i dettagli correte a rileggere la nostra recensione di Star Ocean: Integrity and Faithlessness), avrà l'importante compito di risollevare le sorti dello storico franchise di Square Enix. In attesa di poter sviscerare il prodotto attraverso l'immancabile recensione che verrà pubblicata a fine ottobre, abbiamo provato le prime due ore della campagna e ve ne proponiamo di seguito le nostre impressioni preliminari.

    Disperso su un pianeta alieno

    Come raccontato nella nostra precedente anteprima di Star Ocean: The Divine Force, la nuova iterazione della saga può essere vissuta da due diversi punti di vista: all'inizio della campagna, infatti, il giocatore è chiamato a scegliere quale personaggio impersonare, con tutte le conseguenze del caso.

    Proprio come accadeva in Star Ocean: The Second Story / Second Evolution, questa peculiare caratteristica del titolo influenzerà in parte in corso degli eventi e addirittura i compagni reclutabili durante la vicenda. Se il prodotto finale consentirà quindi di iniziare l'avventura nei panni dell'eroe maschile o dell'eroina femminile, la demo di Star Ocean: The Divine Force già disponibile su Steam, PlayStation Store e Microsoft Store ci ha invece messi ai comandi del primo. Discendente di una rinomata dinastia di mercanti spaziali, il muscoloso Raymond Lawrence è il capitano del vascello spaziale Ydas e, assieme al proprio equipaggio, si guadagna da vivere effettuando consegne in ogni angolo dell'universo conosciuto. Durante il trasporto di un carico assai particolare, la nave di Ray è però attaccata da una nave da guerra appartenente alla Federazione Pangalattica, ossia l'organizzazione cosmica che per secoli si era prodigata per preservare la pace nel cosmo. Non disponendo dei mezzi necessari per contrastare o comunque sfuggire all'incrociatore Astoria, il capitano della navicella Ydas si vede suo malgrado costretto a mettere in salvo l'equipaggio, cui viene appunto ordinato di lasciare l'astronave attraverso le capsule di salvataggio.

    Giunto nella stiva per provare a portare in salvo anche il carico che avrebbe dovuto consegnare al termine del viaggio, il caparbio Ray viene però spinto in una capsula dalla sua prima ufficiale e lanciato contro la propria volontà in direzione del quarto pianeta del sistema Aster: un mondo che la Federazione Pangalattica aveva etichettato come "sottosviluppato", ma che in realtà potrebbe non esserlo affatto.

    In seguito a un atterraggio di emergenza, Raymond scopre infatti che anche la sottoposta Chloe ha raggiunto la quarta stella del sistema Aster, ma poiché al momento di entrare in orbita la sua capsula di salvataggio è stata intercettata da un cannone elettromagnetico, la ragazza si è schiantata in un diverso punto del pianeta e il computer di bordo ha subito dei danni irreparabili. Dopo aver inviato una richiesta di soccorso al proprio fratello maggiore, Ray decide di mettersi in viaggio per rintracciare la ragazzina, quando un rospo gigante lo coglie di sorpresa.

    Salvato dal provvidenziale intervento di due sconosciuti, che tra le altre cose gli donano una spada per difendersi dai mostri, il nostro eroe incontra quindi la risoluta principessa Laeticia - la protagonista femminile di Star Ocean: The Divine Force - che assieme al fedele Albaird sta viaggiando per salvare la propria gente da un imminente disastro.

    Incoraggiato dall'atterraggio di una terza capsula di emergenza e determinato a rintracciare eventuali superstiti del suo equipaggio, il mercante approdato su un pianeta ostile e tutt'altro che sottosviluppato decide di mettere le proprie capacità al servizio di Laeticia: viaggiando in sua compagnia per il Regno di Aucerius e proteggendone i confini dagli attacchi del vicino paese confinante, il capitano avrà infatti maggiori possibilità di sopravvivere e ritrovare i sottoposti approdati su Aster IV.

    Quello che Raymond e la principessa ancora ignorano è che, così facendo, rimarranno invischiati l'uno nei problemi dell'altra, poiché se la prima parte della campagna ruoterà certamente attorno all'esplorazione e alla difesa di Aucerius, la tradizione di Star Ocean insegna che la seconda trascinerà nuovamente in scena la Federazione Pangalattica, al fine di spiegare cosa sia effettivamente accaduto a quella che un tempo era un'organizzazione benevola.

    Attingendo alla solida narrativa che ha sempre contraddistinto il franchise, Star Ocean: The Divine Force si appresta insomma a raccontarci l'ennesimo conflitto scoppiato fra due regni di un pianeta remoto: un evento a prima vista insignificante, ma che col passare delle ore potrebbe rivelarsi ancora una volta un tassello fondamentale di un disegno assai più grande e vasto come lo spazio.

    Se per il momento non disponiamo di abbastanza elementi per valutare la caratterizzazione dei protagonisti, che a naso di direbbero abbastanza stereotipati, abbiamo comunque apprezzato l'atmosfera che permea le fasi iniziali dell'avventura e soprattutto il consueto mix di fantasy e fantascienza che sorregge l'intera impalcatura narrativa alla base del brand.

    Tra combo, barriere e scatti ultraveloci

    Passando all'analisi dell'impasto ludico occorre sottolineare che, laddove a primo acchito il sistema di combattimento Star Ocean: The Divine Force ci era apparso estremamente limitato, col passare delle ore ci siamo accorti di quanto questo offra invece un profondo livello di personalizzazione.

    Attraverso degli alberi delle abilità abbastanza vasti, Laeticia, Albaird e gli altri eroi possono del resto apprendere nuove tecniche di cui il giocatore può servirsi per costruire tre diverse combo, ognuna assegnata a un diverso tasto del controller: l'apposito menu consente infatti di associare tre attacchi a ciascun pulsante e di eseguirli attraverso altrettante pressioni consecutive, o in alternativa di scagliare un singolo e potente colpo tenendo premuto per qualche secondo il tasto selezionato. Imparando tante skill è possibile realizzare dei pattern complessi e sempre nuovi, che a seconda del nemico affrontato possono rivelarsi più o meno efficaci. Se la chiave per conseguire la vittoria in qualsiasi situazione è la diversificazione, va specificato che ciascuna azione eseguibile in battaglia richiede il dispendio di un certo numero di AP, ossia i segmenti di una barra che si ricarica col tempo e che impedisce di attaccare senza sosta il bersaglio designato. Non a caso, quando il personaggio controllato esaurisce i propri AP, questi non può attivare nessuna tecnica per una manciata di secondi. È una trovata che sulle prime confonde e limita le opzioni del giocatore, ma che a lungo andare - e con la giusta pratica - movimenta non poco gli scontri, spalancando per giunta le porte a una sfiziosa componente strategica.

    L'elemento distintivo del gameplay di Star Ocean: The Divine Force è però rappresentato dalle funzioni del D.U.M.A., un avanzatissimo robot senziente che, una volta collegato ai nostri eroi, permette loro di sollevarsi in volo e avanzare a tutta la velocità, sia nel mezzo delle dispute coi mostri che durante le sessioni esplorative.

    PS4 vs PS5Come ampiamente preventivato, il punto debole della produzione pare essere il comparto tecnico datato. Abbiamo provato Star Ocean: The Divine Force su PlayStation 5, dove i caricamenti non sembrano avvalersi per nulla della sorprendente velocità garantita dall'SSD della macchina targata Sony. Se i tempi di caricamento registrati al passaggio da un'area all'altra risultano più lunghi del previsto, la versione di prova ci ha comunque offerto un'esperienza molta fluida: sia su PS4 che su PS5 il frame rate gira attorno ai 30 FPS, ma laddove sulla prima si verificano frequenti cali fino a 20 frame al secondo, l'attuale ammiraglia Sony non ha mai tentennato per tutta la durata dei nostri test.

    Se una pressione duratura dell'apposito tasto di attivazione consente di erigere una solida barriera che respinge gli attacchi in entrata e può far sussultare l'esecutore, una pressione fugace innesca un rapidissimo scatto che può essere sfruttato per accorciare le distanze, sottrarsi all'offesa di un mostro per poi portarsi alle sue palle, e non per ultimo cogliere di sorpresa gli avversari per massimizzare i danni inflitti. Durante la nostra prova ne abbiamo ad esempio abusato per annientare facilmente i fastidiosi nemici in grado di volare, che troppo spesso negli action RPG risultano difficilmente raggiungibili. Come se non bastasse, lo scatto del D.U.M.A. può essere impiegato pure per prendere di mira i punti deboli dei nemici più voluminosi, in modo tale da disabilitare i loro attacchi più pericolosi e ottenere premi aggiuntivi dopo aver portato a casa la vittoria (un po' come accade da sempre negli hunting game).

    Non meno interessanti ci sono parse le potenziali applicazioni del D.U.M.A. in fase di esplorazione. Impiegabile anche solo per spostarsi più velocemente e portarsi in pochi istanti nei punti più remoti della mappa, il robot può essere usato per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili, superare crepacci invalicabili o scalare in un attimo delle montagne. In questo modo, perlustrare le vastissime mappe che compongono il mondo di Aster IV richiede un quantitativo di tempo assai ragionevole, anche grazie a una speciale funzione del D.U.M.A. che individua e segnala la presenza di tutti i tesori nelle immediate vicinanze.

    Star Ocean: The Divine Force Al netto di un’intelaiatura tecnica arretrata di una generazione almeno, Star Ocean: The Divine Force vanta al proprio arco un sistema di combattimento frenetico e improntato sulla personalizzazione. L’elemento più interessante del pacchetto è comunque costituito dalle funzioni del D.U.M.A., che a conti fatti potrebbe rivoluzionare tanto gli scontri quanto le fasi di esplorazione. Restano insomma da valutare la qualità dell’intreccio e la caratterizzazione dei personaggi, che a primo acchito ci sono parsi alquanto stereotipati: aspetti, questi ultimi, che potremo esaminare a fondo soltanto in sede di recensione, quando il codice finale atterrerà in redazione.

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