Star Wars Jedi Fallen Order: provato all'E3 il nuovo gioco di Respawn

Star Wars Jedi Fallen Order si presenta all'EA Play in forma giocabile, abbiamo provato la demo portata a Los Angeles da Electronic Arts.

Star Wars Jedi Fallen Order
Anteprima: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Dopo l'annuncio avvenuto in occasione della Star Wars Celebration, Jedi Fallen Order è tornato a mostrarsi nell'evento di apertura di EA Play. I quindici minuti di gameplay in presa diretta che abbiamo potuto osservare ci hanno lasciato entusiasmi tutto sommato moderati: il titolo sviluppato da Respawn Entertainment sembrava un action/adventure estremamente tradizionale, deciso ad alternare sequenze d'esplorazione e combattimenti seguendo fin troppo da vicino il canone classico del genere. Timido e conservativo, Jedi Fallen Order si è evidenziato come un prodotto solido, supportato da un grande impegno produttivo, ma senza particolari elementi distintivi o guizzi d'ingegno.

    Per fortuna nei padiglioni del Convention Center è stato possibile provare il titolo, così da dare un'occhiata più approfondita al sistema di combattimento ed approfondire alcuni aspetti della struttura di gioco. Ammettiamo di esser stati profondamente ritemprati da questo test: dopo aver affrontato personalmente orde di stormtrooper sul pianeta Kashyyyk la nostra curiosità per l'avventura di Cal è aumentata notevolmente, e Jedi Fallen Order ha saputo distinguersi come uno dei titoli più promettenti fra quelli dell'E3 appena concluso.

    Il Potere della Forza

    La prima parte della demo si è concentrata interamente sul sistema di combattimento. Per farci intuire tutte le sue potenzialità, il team di sviluppo ci ha chiesto di affrontare una serie di combattimenti approntati appositamente per questa occasione, all'interno di un'arena di test che non troverà spazio nel prodotto finale. Qui abbiamo preso confidenza con il sistema di controllo, decisamente fluido e reattivo.

    Sfoderando la sua spada laser Cal è in grado di sferrare un buon numero di combo, alternando la pressione dei due tasti d'attacco. Durante gli scontri non trovano spazio solamente letali fendenti di lightsaber, ma un buon numero di poteri legati all'uso della forza. È possibile ad esempio rallentare di colpo un nemico, e con lui tutti i proiettili che spara, per poi massacrarlo impunemente o addirittura trovare il modo di ucciderlo con il colpo del suo stesso fucile. A dirla tutta l'utilizzo di questa "bolla di stasi" non ci è sembrato particolarmente utile in battaglia, e crediamo che la sua presenza sia molto più legata all'interazione con alcuni elementi dello scenario ed alla risoluzione di puzzle ambientali. Indispensabile invece la possibilità di usare la forza per attirare a se gli avversari e poi scagliarli lontano dal protagonista, magari per farli sbattere contro alcuni oggetti oppure per lanciarli direttamente nel vuoto. Questa coppia di poteri (di attrazione e repulsione) permette di gestire con estrema efficacia anche le situazioni più affollate, e addirittura di innescare qualche azione più spettacolare: afferrando ad esempio un flametrooper e poi scaraventandolo con forza contro una parete potremo far esplodere il suo equipaggiamento, trasformandolo di fatto in una bomba umana.

    Al di là della straordinaria capacità di creare situazioni altamente scenografiche, il vero valore delle battaglie di Jedi Fallen Order sta nella loro volontà di concentrarsi soprattutto sul tempismo e sulla gestione degli spazi. Per riuscire a superare indenni le sfide della produzione è necessario avere una buona consapevolezza del posizionamento dei nemici, ma anche e soprattutto una buona prontezza di riflessi. Sarà infatti necessario usare la schivata o il doppio salto per evitare gli attacchi imparabili sferrati dagli avversari più coriacei, e persino le parate andranno temporizzate a dovere. Per rispedire al mittente un colpo di fucile laser dovremo entrare in posizione difensiva un attimo prima dell'impatto, e lo stesso vale nel caso in cui si voglia utilizzare il contrattacco.

    Quest'ultimo, tra le altre cose, permetterà di uccidere all'istante gli stormtrooper di basso livello, ma nel caso dei Purge Trooper o di altri avversari di alto rango servirà solamente ad intaccare la barra della resistenza, che una volta svuotata aprirà la guardia dell'avversario. Senza arrivare ai tecnicismi del recentissimo Sekiro, è chiaro che Jedi Fallen Order guarda in direzione degli action più complessi e "spinosi". A tal proposito, il team conferma la presenza di un selettore di difficoltà, che aumenterà notevolmente il numero di avversari in campo e ridurrà invece il numero di frame disponibili per eseguire una parata perfetta. Chi cercherà una sfida stimolante e tesa, insomma, potrà senza dubbio trovarla nel titolo di Respawn.

    Non solo combattimenti

    Dinamiche, spettacolari e all'apparenza sufficientemente punitive, le battaglie non sono l'unico elemento centrale di Jedi Fallen Order. C'è infatti una corposa componente esplorativa, che ci porterà in giro per vari pianeti della galassia (lontana lontana). È forse in questo frangente che si riscontrano le oscillazioni qualitative più evidenti: le arrampicate interattive seguono il solco tracciato da Uncharted e simili, alternandosi a funamboliche oscillazioni con le liane e wallrun che sembrano uscite da un vecchio Prince of Persia. Da quello che abbiamo visto sembra che tutto sia gestito in maniera piuttosto standard: i movimenti di camera, la regia, il respiro delle ambientazioni non sono sufficientemente brillanti per dare energia a soluzioni ludiche molto abusate.

    D'altra parte osservando da vicino la struttura della mappa si notano diversi elementi interessanti. Le aree di gioco ci sono parse meno lineari di quanto ci aspettassimo, con una cospicua quantità di settori secondari e scorciatoie. Molte zone opzionali potranno essere raggiunte solo con determinati poteri o gadget, reperibili nel corso della campagna: questo aspetto innesca un backtracking tipico dei metroidvania, potenzialmente interessante per amplificare il senso di avventura e il piacere della scoperta.

    In Jedi Fallen Order, insomma, capiterà di spostarsi avanti e indietro nella galassia, scegliendo il pianeta su cui atterrare dalla plancia olografica della nave di Cal. Se volessimo fare un paragone a livello strutturale, ferma restando l'enorme distanza che c'è fra le due produzioni, diremmo che l'intelaiatura delle scorribande siderali di Fallen Order si avvicina a quella di Ratchet & Clank: in ogni corpo celeste su cui si può atterrare c'è una mappa articolata e ricca di segreti.

    Se la conformazione dell'avventura ci ha convinti, siamo rimasti un po' interdetti dalla presenza di aree specifiche in cui il protagonista può fermarsi a meditare.

    Queste zone serviranno anzitutto per investire i punti esperienza accumulati, in un albero delle abilità tripartito. I tre rami sono dedicati rispettivamente al miglioramento dei poteri della forza, del combattimento con la spada laser, e della resistenza del protagonista. La meditazione avrà però altri effetti abbastanza peculiari, in una produzione del genere: ricaricherà gli oggetti curativi a disposizione di Cal e ripopolerà tutte le aree di nemici. Un meccanismo simile a quello visto nei titoli della serie Souls (anche in questo caso i paragoni si fermano qui), che tuttavia sembra un po' fuori fuori contesto, senza nessuna giustificazione a livello narrativo. Sebbene possa avere un senso a livello ludico, questa scelta rischia di minare la coerenza della produzione. Vogliamo quindi verificare la sua efficacia, così come dovremo analizzare a fondo la sceneggiatura scritta dai ragazzi di Respawn.

    Non tutte le zone grigie della produzione sono state insomma rischiarate, ma se non altro Star Wars Jedi Fallen Order ci è dimostrato un gioco meno canonico, lineare e semplificato del previsto. Un bel risultato, che speriamo possa essere messo a frutto da un team eccezionalmente talentuoso.

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